La frase «sacrificio di Cristo fatto una volta per sempre» è ripetuta più volte nella lettera agli Ebrei: 9,26.28; 10,10.18. Cristiana e io ci chiedevamo: «Allora, la messa a che serve se non c’è bisogno di ripetizione? Se il sacrificio di Cristo, compiuto una volta per sempre alla croce, ha valore unico e infinito, perché perpetuarlo nel cosiddetto “sacrificio della messa”?».
L’apostolo Giovanni si esprime così.
"Giov. 3,16
16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
Giovanni Battista identifica Gesù come
“29Il giorno dopo, Giovanni vede Gesù venire verso di lui, e dice: "Ecco l'Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo.” Giov.1,29"
E’ evidente che Cristo si “addossò” tutti i peccati del genere umano, con la sua morte li inchiodò nella croce, Cristo prefigurato dall’agnello, innocente e immacolato divenne egli stesso “peccatore” facendosi carico dei peccati dell’umanità, e tale sacrificio che per gli occhi di molti poteva essere una scandalo lo fu una volta per tutte quando il suo perfetto corpo fu immolato sulla croce.
Con la croce Cristo ridiede vita ad “Adamo”, aprì la porta della riconciliazione tra Dio e l’umanità, ora di nuovo l’uomo poteva ri- percorrere quella via affinché fosse “adottato” come figlio di Dio, quella strada doveva essere percorsa nella “Grazia Santificante, nella santità, la quale è data solo dalla “comunione” con il corpo di Gesù Cristo, egli stesso disse di se Giov. 6,35 “35Gesù disse: "Io sono il pane che dà la vita. Chi si avvicina a me con fede non avrà più fame; chi mette la sua fiducia in me non avrà più sete.”
Giov.6, 48-51.
“48Io sono il pane che dà la vita. 49I vostri antenati, nel deserto, mangiarono la manna e poi morirono ugualmente; 50invece, il pane venuto dal cielo è diverso: chi ne mangia non morirà. 51Io sono il pane, quello vivo, venuto dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà per sempre. Il pane che io gli darò è il mio corpo, dato perché il mondo abbia la vita.”
Cosa compresero gli ascoltatori di queste parole?
Giov. 6, 52-57
“52Gli avversari di Gesù si misero a discutere tra di loro. Dicevano:
- Come può darci il suo corpo da mangiare?”
53Gesù replicò:
- Io vi dichiaro una cosa: se non mangiate il corpo del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia il mio corpo e beve il mio sangue ha la vita eterna, e io lo risusciterò l'ultimo giorno; 55perché il mio corpo è vero cibo e il mio sangue è vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane unito a me e io a lui. 57Il Padre è la vita: io sono stato mandato da lui e ho la vita grazie a lui; così, chi mangia me avrà la vita grazie a me.
Allora domandiamoci, quando e quanto, il discepolo avrebbe dovuto cibarsi del corpo e del sangue di Cristo?
Cristo stesso poco prima della sua morte istaura quella che è la S.Eucarestia.
Luca 22,15-20
" 15Poi disse loro: "Ho tanto desiderato fare questa cena pasquale con voi prima di soffrire. 16Vi assicuro che non celebrerò più la Pasqua, fino a quando non si realizzerà nel regno di Dio". 17Poi Gesù prese un calice, ringraziò Dio e disse: "Prendete questo calice e fatelo passare tra di voi. 18Vi assicuro che da questo momento non berrò più vino fino a quando non verrà il regno di Dio". 19Poi prese il pane, fece la preghiera di ringraziamento, spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli e disse: "Questo è il mio corpo, che viene offerto per voi. Fate questo in memoria di me". 20Allo stesso modo, alla fine della cena, offrì loro il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza che Dio stabilisce per mezzo del mio sangue, offerto per voi".
Il sacrificio della croce fu fatto una volta per tutte, ma il cristiano deve alimentarsi di quel sacrificio affinché possa rimanere nella “Grazia Salvifica”, ecco dunque che Gesù Cristo invita i suo discepoli a “Cibarsi” regolarmente del “suo corpo e del suo sangue”, “
" 19Poi prese il pane, fece la preghiera di ringraziamento, spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli e disse: "Questo è il mio corpo, che viene offerto per voi. Fate questo in memoria di me".
San Paolo riprende questo aspetto della partecipazione all’eucarestia
1° Corinzi cap.11
"20Ma quando vi riunite, la vostra cena non è di certo la Cena del Signore! "
Da ciò si evince la regolarità dell’Eucarestia
23Io ho ricevuto dal Signore quel che a mia volta vi ho trasmesso: nella notte in cui fu tradito, il Signore Gesù prese il pane,24fece la preghiera di ringraziamento, spezzò il pane e disse: "Questo è il mio corpo che è dato per voi. Fate questo in memoria di me". 25Poi, dopo aver cenato, fece lo stesso col calice. Lo prese e disse: "Questo calice è la nuova alleanza che Dio stabilisce per mezzo del mio sangue. Tutte le volte che ne berrete, fate questo in memoria di me".
26Infatti, ogni volta che mangiate di questo pane e bevete da questo calice, voi annunziate la morte del Signore, fino a quando egli ritornerà.
San Paolo afferma che “ Ogni volta”, Cristo afferma “ Fate questo in memoria di me”, ed effettivamente le comunità cristiane o per meglio dire la Chiesa nascente celebrava regolarmente L’Eucarestia, il cristiano celebrando la comunione con Cristo ne proclama il suo sacrificio, quel sacrificio che fu ed è a favore di tutta l’umanità una volta per tutte.
Citazioni dalla Bibbia TILC.
Franco