catechista ha scritto:Non vorrei disturbare la continuità dell'esposizione di questi commenti, che ritengo molto interessanti e pertinenti. Ma ho qualche domanda che mi preme e debbo farla. Per esempio come si può dire che i Testimoni di Geova o i loro capi disprezzano la ragione se un loro manuale è perfino intitolato "Ragioniamo"?
Questo tanto per stare all'ultimo post, ma ne avrei altre riguardanti i post precedenti. Non so se posso farle a distanza di tempo...
Kate
Questo è un FORUM. Nessuno disturba se prende la parola. Ne ha diritto e anzi è cosa sempre gradita. E poi i POST restano isolati così che rimane distinto il percorso dei miei commenti da qualunque altro intervento. Quindi benvenuta. Lo dico anche in relazione ad altre domande cui hai accennato.
Io non ho detto, e se ne avessi dato inavvertitamente occasione di crederlo sono pronto a correggerlo e a spiegarmi meglio, che i Testimoni o la loro Dirigenza disprezzano o non utilizzano la ragione. Dico che la utilizzano in maniera non corretta o che hanno delle notevoli defaillance (sia che lo facciano consapevolmente o inavvertitamente. Infatti io lascio sempre scegliere a chi legge di giudicare se ciò che il GRIS critica sugli stampati geovisti vada giudicato come risultato di incompetenza incolpevole o di calcolo colpevole).
Tanto per restare nel tema dell’Eucaristia, penso che la Dirigenza sa benissimo che fino a Lutero (cioè per 15 secoli!) tutta la cristianità ha ritenuto che le parole di Cristo costituivano una sua presenza reale nel pane e vino consacrati. E che solo il ramo protestante, da Lutero ad oggi (con qualche eccezione però) ritiene quella presenza solo simbolica. E che quindi è un po’ arduo sostenere che la posizione geovista non sia derivata dal protestantesimo e che possa proporsi come verità lapalissiana. Oltre al numero e alla qualità di teste criticamente pensanti che il cattolicesimo ha avuto nei secoli e che ha tuttora, che dovrebbe indurre a prudenza e ad evitare una facile sicumera, il geovismo dovrebbe anche debellare (se può) le motivazioni bibliche da noi indicate che fanno ritenere al cattolicesimo quella presenza in modo realistico.
Quindi così come la nostra ragione è all’opera, attorno al dato rivelato e al mistero per comprenderlo nella sua esattezza, per esprimerlo senza fumosità, per proporne al credente la fondatezza biblica, così è all’opera la ragione del CD dei TG per negare la validità della nostra convinzione di fede. Ma si dà il caso che noi non abbiamo trovato mai negli stampati della WT una contestazione al credo cattolico che, su questo punto, prendesse in esame sinottico sia la promessa dell’Eucaristia fatta da Gesù a Cafarnao, sia l’istituzione della celebrazione eucaristia nell’ultima Cena, sia la conferma di come veniva intesa la celebrazione nella primitiva comunità cristiana (S. Paolo in 1Corinzi, cap. 11), che si svolgeva ogni domenica. Abbiamo sì trovato un commento geovista circa la promessa fatta da Gesù a Cafarnao che cercava di far intendere il “pane della vita” come riferito non all’istituzione della Cena ma alla Parola di Dio, ma lì si vede già chiaramente come la ragione abbia lavorato in modo da distorcere la verità. Infatti non è credibile che chi ha scritto quelle cose non sapesse che Gesù non ha corretto l’interpretazione realistica (rifiutata quasi fosse cannibalismo) dalla massa dei discepoli, a costo di perderli. Ha tenuto il punto sfidando anche gli Apostoli ad andarsene se non credevano che lui avrebbe dato realmente il suo corpo e sangue da mangiare. Chi ha scritto quell’articolo geovista su Cafarnao non ha tenuto conto, o ne teneva conto ma voleva falsificare le cose (insomma ha usato comunque male la ragione) del fatto che esiste il resto della Bibbia che conferma che era un “cannibalismo” accettabile, giacché poi Gesù lo ha proposto in maniera mistico-sacramentale, sotto le sembianze di pane e vino. E sapeva anche che, pur mangiando pane e bevendo vino consacrati, se lo si mangia e beve indegnamente “si mangia e beve la propria condanna” perché “si è rei del Corpo e del Sangue del Signore” (S. Paolo).
Quanto alla ragione del TG fedele recettore di quello che gli propina la sua Dirigenza, anche lì dobbiamo dire che non viene usata appieno, o viene del tutto delegata alla fiducia. Giacché le nostre ragioni, sia quelle bibliche suddette che poi quelle chiarificatrici della teologia che ha “scavato” con intelletto d’amore attorno a questo mistero della presenza di Cristo utilizzando i concetti più adeguati di “sostanza” e “apparenze” che, tanto per dire, fanno capire che la sostanza del pane è presente in qualsiasi impasto di acqua e farina, quindi il pane può essere in forma di ostia; che il Corpo resta integro anche nella frazione del pane essendo la sostanza indipendente dalla quantità; e che, trattandosi di un Corpo vivo, sì dà la compresenza reale in ciascuna delle specie eucaristiche, così che facendo la comunione sotto la sola specie del pane si obbedisce automaticamente al comando divino di cibarsi del sangue ecc… Insomma le nostre ragioni sono così solide che hanno convinto miliardi di cervelli e hanno retto appunto per secoli (e reggeranno fino alla fine del mondo) e quando un TG lascia il movimento e comincia a recuperare la libertà di pensiero, si rende persuaso che la posizione cattolica non è del tutto scema. E questo senza parlare poi della presenza di cristo non solo “in corpo” ma anche “in anima e divinità” così che ne consegue la ragionevolezza della adorazione di Gesù sotto le specie eucaristiche. E’ sempre e comunque la ragione all’opera, dietro l’imput datole dal dato di fede rivelato. Sia la nostra ragione per affermare la misteriosa presenza di Gesù, sia la ragione geovista per tentare di inculcarne la negazione.
Ma c’è di più a dimostrare l’uso distorto della ragione nel CD. E se ne ricava prova evidentissima quando si vede che esso, non soddisfatto (e quindi neanche troppo persuaso) di poter inculcare efficacemente la propria veduta simbolica ricorrendo sola alla interpretazione diversa e alla trascuratezza della forza di certi passi biblici, si spinge fino a manipolare il testo della Cena a livello di traduzione, cambiando l’espressione “questo è il mio corpo… questo è il mio sague” con “questo significa…”. Fatto interessate: questa mossa di modificare il documento fontale è una manovra scorretta del geovismo che gli viene rimproverata dagli stessi protestanti, quindi da una categoria al di sopra di ogni sospetto perché ne condivide la credenza ma non il modo scelto per sostenerla.
E poi quando il CD tenta di giustificare questa sua manomissione ricorrendo a spiegazioni e prove non pertinenti e comunque non giustificanti quella che, stando al verdetto della KIT da esso stesso ritenuto metro di paragone di giustezza o no di qualsiasi traduzione, qualifica in quel punto la Traduzione della NM come “non giusta”? Come escludere l’uso oculato, anche se smascherabile, della ragione per tenere in piedi tutto il marchingegno? Come non vedere con chiarezza che il CD si permette certe disinvolture “incartandole” dietro “cavilli furbeschi… inesattezze e falsità ben mimetizzate… sofismi spumeggianti…ecc…” (sigla della trasmissione radio “La Torre di carta”) che vengono proposti ai suoi seguaci solo perché, nella stragrande maggioranza, sono reclutati tra persone “culturalmente indifese”? E’ o non è la cultura a fornire i… ferri del mestiere (=l’uso consapevole e corretto della logica per esaminare il valore dei testi e le verità che da essi vengono tratte) e le nozioni necessarie alla ragione per funzionare con acume e libertà?
«In patientia vestra possidebitis animas vestras»... aliorumque. (Lc 21,19)