Carissimo Alenis,
grazie per le tue risposte.
Innanzitutto vorrei partire dai punti condivisibili.
1.Avevo premesso anch'io che, se vuole, Cristo può transustanziarsi in qualsiasi elemento, ma che il centro dell'Eucaristia rimane Cristo donato all'uomo, quindi l'esempio del 2+2 = 4 è perfetto.
2.Non possiamo vivere senza Eucaristia per cui se per assurdo si verificasse la mancanza di pane e vino per la consacrazione perché dovremmo rinunciare al Sacramento? In questo caso la Chiesa e solo lei, in quanto Cristo ha consegnato L'Eucaristia nelle sue mani, provvederebbe ad indicare altri elementi sostitutivi.
Fin qui ci siamo. Però un conto sono gli aspetti pratici e un conto sono i significati propri. Del resto, come si diceva all'inizio, si potrebbe discutere anche sulla forza del segno paragonando le ostie al pane. Le ostie sono molto pratiche, ma fanno perdere un po' il segno del pane spezzato. Quindi mi sembra che la Chiesa non assolutizzi gli elementi del sacramento dando priorità ad esigenze pratiche, quando serva.
Tuttavia se per esigenze pratiche si fanno degli adattamenti, mi sembra eccessivo relativizzare il segno alla radice e riduttiva per questo l'equiparazione del pane e del vino a qualsiasi altro elemento, anche se eventualmente un giorno altre materie potessero sembrare meglio esprimere il significato del gesto fatto da Cristo.
La Chiesa non ha il compito di inventarsi qualcosa di nuovo sulla struttura fondamentale come sono i sacramenti, né di restaurare o ammodernare il Vangelo, ha invece il compito di conservare e tramandare il messaggio di Cristo nella sua integrità, compresi i gesti che Lui ha fatto e gli elementi che Lui ha utilizzato che fanno strettamente parte della Sua volontà.
Io vedo che il Signore fa bene tutte le cose e anche nel caso dell'Eucaristia vediamo che con gesti semplici ci stupisce riuscendo a parlare, come nessun altro nella storia, a persone di tutte le epoche. Oncora oggi dopo migliaia di anni il pane e il vino offrono un'immagine chiara per gli uomini di tutti i tempi.
Se questi elementi avevano una relatività in senso antropologico, per cui altri elementi avrebbero potuto assumere quei medesimi significati, quando vengono assunti da Cristo in forma così istituzionale come nell'Eucaristia, tanto relativi non lo sono più o perlomeno sarei un po' più cauto a definirli tali.
Non saprei aggiungere altro e mi sembra che ciò che dice Trianello soprattutto nel 1° post e in quello del 28 marzo e anche quello che dice Algoritmo il 31 marzo citando le parole di consacrazione siano anche per me esaurienti.
Sono intervenuto nell'argomento (ti prego di rivedere il mio primo post in merito) perché in risposta a Trianello che diceva: “Se Gesù ha scelto questi elementi ha avuto i suoi motivi”, tu ponevi una domanda per me interessantissima, cioé: “Quali sono le ragioni che ha avuto Cristo per utilizzare il pane ed il vino?”.
E' su questo binario che mi piacerebbe tornasse la discussione. Ragioni che non credo possano essere liquidate con il principio di casualità per cui Cristo avrebbe preso quello che si è ritrovato a disposizione nel momento o comunque quello che gli forniva la cultura e la tradizione dell'epoca. Credo invece che queste ragioni vadano ricercate anche nella storia raccontataci dall'Antico Testamento attraverso il quale Gesù si rivela come Dio.
Un abbraccio
Pennanera