A.Zichichi: "IMPRONTE DEL CREATORE" - Il Giornale

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A.Zichichi: "IMPRONTE DEL CREATORE" - Il Giornale

Messaggioda Leonardo » lun gen 21, 2008 10:24 am

DA SCIENZIATO DICO: ASCOLTIAMO BENEDETTO XVI. :shock: di Antonio Zichichi.
Santo Padre ha posto la Ragione al centro dell'attenzione nella cultura del nostro tempo. Siamo infatti l'unica forma di materia vivente cui è stato dato il privilegio di essere dotata di Ragione. È grazie al dono della Ragione che la forma di materia vivente cui noi apparteniamo ha potuto scoprire il Linguaggio, la Logica e la Scienza. Esistono centinaia di migliaia di forme di materia vivente, vegetale ed animale. Nessuna di esse ha però saputo scoprire la Memoria Collettiva Permanente - meglio nota come linguaggio scritto - né le forme rigorose di Logica com'è ad esempio la Matematica, né la Scienza che, tra tutte le logiche possibili, è quella che ha scelto il Creatore per fare l'Universo, inclusi noi stessi. Senza Ragione non avremmo potuto scoprire la Scienza. Questa straordinaria avventura intellettuale inizia, appena 400 anni fa, con Galileo Galilei che chiamava «Impronte del Creatore» le prime Leggi Fondamentali della Natura da lui scoperte. Queste Impronte potevano anche non esistere. E invece Galilei era convinto che dovevano essere presenti addirittura nella materia «volgare». Per atto di Fede nel Creatore, Galilei iniziò a cercare quelle Impronte studiando le pietre, da tutti considerate esempi di materia che non avrebbe potuto essere depositaria di verità fondamentali. Ecco il significato del «volgare». Basti un esempio: per l'antica cultura cinese le verità fondamentali erano depositate nelle stelle. E così per tante altre culture. Galilei pensava invece che, essendo ogni cosa opera dello stesso Creatore, le impronte dovevano essere dappertutto: nelle stelle e nelle pietre.
Benedetto XVI il 6 aprile 2006, rispondendo a una domanda di un giovane che partecipava in piazza San Pietro a un incontro in preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù, rispose dicendo che il grande Galileo Galilei considerava la Natura e la Bibbia due libri scritti dallo stesso autore. Il libro della Natura in lingua matematica in quanto per costruire l'Universo è necessario il rigore della matematica; la Bibbia, essendo la parola di Dio, doveva essere scritta in linguaggio semplice, accessibile a tutti, come debbono essere i valori della nostra esistenza che è simbiosi di sfera immanentistica e di sfera trascendentale.
La Scienza, ha ricordato Benedetto XVI, nasce da quell'atto galileiano di umiltà intellettuale: Colui che ha fatto il mondo è più intelligente di tutti noi, filosofi, poeti, artisti, matematici, nessuno escluso. Se vogliamo conoscere quale logica abbia scelto il Creatore per fare il mondo c'è una sola strada: porgli domande in modo rigoroso. È questo il significato di «esperimento di stampo galileiano». Nasce così la Scienza Galileiana che esige rigore e riproducibilità.
Se nel 1965 avessi potuto con carta e penna, usando solo il rigore della matematica, dimostrare l'esistenza dell'antimateria nucleare, non avrei avuto bisogno di fare un esperimento estremamente difficile e che esigeva l'invenzione di uno speciale circuito elettronico per misurare i tempi di volo delle particelle subnucleari con precisioni mai prima realizzate: frazioni di miliardesimi di secondo. Per fare una scoperta scientifica è necessario arrendersi alla superiorità intellettuale del Creatore di tutte le cose visibili e invisibili, realizzando un esperimento. Ho citato l'esempio dell'antimateria nucleare. Potrei citare altri esempi. Ciascuna scoperta è sempre venuta dopo un esperimento che ha richiesto almeno un'invenzione tecnologica, come ad esempio quella del più potente rivelatore di neutroni per scoprire una formidabile proprietà dell'Universo subnucleare: l'enorme divario esistente tra le miscele mesoniche vettoriali e quelle pseudoscalari.
Se bastasse il rigore logico-matematico per capire com'è fatto l'Universo Subnucleare, non avremmo bisogno di costruire strutture complesse e gigantesche com'è la nuova macchina che entrerà in funzione entro la fine di quest'anno al Cern di Ginevra: una pista magnetica lunga 27 km con enormi quantità di rivelatori mai prima da nessuno realizzati per riuscire ad avere una risposta alla domanda: com'era l'Universo un decimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang? Se non fosse per l'atto di umiltà intellettuale del padre della Scienza moderna, saremmo rimasti fermi, chissà per quanti secoli ancora, a ciò che pensavano i nostri antenati: basta essere intelligenti per capire com'è fatto il mondo.
festina lente
Leonardo
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Messaggioda Generale Specifico » lun gen 21, 2008 8:56 pm

Molto mello questo articolo, grazie, Leonardo, per avelo postato.
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