Speranza ha scritto:Cosa fanno i testimoni di Geova quando si tratta di un matrimonio cattolico?
Essi non partecipano alla funzione religiosa ma solo alla festa che di solito avviene dopo la celebrazione.
Noi cattolici dovremmo fare lo stesso.
In quando cattolici non possiamo partecipare alle loro funzioni religiose ma possiamo festeggiare con loro dopo la celebrazione (feste al ristorante, incontro con parenti ecc...)
Per quel che riguarda il funerale, possiamo partecipare alla funzione religiosa solo se si tratta di un parente stretto. Ovviamente non parteciperemo attivamente, non reciteremo le loro preghiere ecc..
Se la partecipazione alla funzione religiosa è fatta di mera presenza, essa significherà solo rispetto delle altrui credenze e non condivisione di esse. Un qualcosa che le persone intelligenti apprezzano.
Il CD dei TG pecca o di puritanesimo talebano (il che è consono allo stile fanatico con cui "pompa" i suoi fedeli. Ricordiamo le "locuste all'assalto di Rutherford?) o di mancanza di fiducia e adultità nei suoi testimoni, la cui sola presenza, il cui solo alzarsi o sedersi all'inno nazionale, li contaminerebbe come idolatri.
Noi abbiamo una "libertà dei figli di Dio" più biblica. Ricorda S. Paolo che disse: mangiare la carne offerta agli idoli non è niente perché il regno di Dio non è questione di cibo o bevanda, e tuttavia (ecco il rispetto per le convinzioni del fratello) se mangiar carne dovesse scandalizzare il mio fratello, allora non mangerò mai carne (in sua presenza).
Questo atteggiamento permette a noi di decorare con le colonne di templi pagani le nostre chiese attuali, mentre obbliga il povero TG a disfarsi di tutto ciò che faceva parte della sua precedente fede, ma non solo a sbarazzarsene (il che sarebbe accettabile) ma perfino a doverlo bruciare, come se negli oggetti si fosse incarnato Satana.
Se ben ricordo quasta libertà "dalla Legge" che S. Paolo ha recepito con Cristo gli ha permesso anche di circoncidere Timoteo per non scandalizzare i suoi fratelli di fede cristiana ma ancora mezza ebraica. Per lui non era compromesso con l'idolatria ma libertà di fronte a ciò che per i nuovi rinati in Cristo non aveva più alcun valore.
«In patientia vestra possidebitis animas vestras»... aliorumque. (Lc 21,19)