Raymond Victor Franz (8 maggio 1922 - 2 giugno 2010), divenne Testimone nel 1938 all’età di 16 anni e rimase nell’Organizzazione fino al 1980, divenendo un membro del Corpo Direttivo (il massimo vertice del gruppo) dal 1971 fino alla data del suo abbandono. Per la sua fede fu incarcerato, picchiato, rinunciò ad avere figli per seguire il consiglio che J. Rutherford, allora presidente della Società, pronunciò durante un’assemblea («...sarebbe scritturalmente corretto per costoro sposarsi ora e cominciare ad allevare figli? La risposta è no! Ed è sostenuta dalle Scritture … Sarà molto meglio per loro essere liberi e senza responsabilità, affinché possano ora fare la volontà del Signore, come Egli comanda, e trovarsi anche senza ostacoli durante Armaghedon». Face the Facts, p.46, pubblicato nel 1938 e come concetto ribadito anche nel libro “Children” pubblicato nel 1941, p.366), fece il “pioniere speciale”, abitando con un altro “fratello” in una roulotte larga 185 cm. e lunga 427 cm., senza riscaldamento mangiando abitualmente patate bollite e pane del giorno prima (che costava la metà) dal 1941 al 1944, e in seguito partì come “missionario” insieme alla moglie nelle zone più disparate del pianeta fino al 1965 quando, per motivi di salute della moglie, venne trasferito a Brooklyn. Lì partecipò insieme ad altri alla stesura del libro “Ausiliario per capire la Bibbia” e il 20 ottobre del 1971 fu nominato membro dell’ampliato Corpo Direttivo.
Nel maggio del 1980 diede le dimissioni da membro del Corpo Direttivo per motivi che lui definì di coscienza. Per due anni, ricevette da parte di quotidiani e riviste numerose richieste d’intervista per carpire informazioni sulla sua scelta e sulla situazione all’interno dell’Organizzazione, che lui puntualmente rifiutò. Cito testualmente le sue parole che descrivono quello che successe in quei due anni: «…Nel corso di quei due anni, i motivi, la personalità e la condotta di persone, che in tutta coscienza erano in disaccordo con l’organizzazione, sono stati descritti nel peggiore dei modi. Il loro impegno di mettere al primo posto la Parola di Dio è stato presentato come una conseguenza dell’ambizione, della ribellione, dell’orgoglio, come un peccato contro Dio e Cristo; non si è lasciato spazio alla possibilità che qualcuno di loro fosse motivato dall’onestà, dall’amore per la verità o dalla fedeltà a Dio. Non si è fatta nessuna distinzione, invece tutti sono stati considerati alla stessa stregua. Qualche episodio di cattiva condotta o di errata attitudine verificatosi tra coloro che hanno lasciato l’organizzazione è stato addebitato a tutti quelli che l’hanno abbandonata. ... Una gran quantità di dicerie, perfino pettegolezzi di bassa lega si è diffusa tra i Testimoni di tutto il mondo: fedeli cristiani di un elevato senso morale sono stati accusati di praticare lo scambio delle mogli, di omosessualità, di egoismo teso a stabilire il culto della propria personalità…; spesso persone anziane d’età furono allontanate sotto il pretesto della “senilità” e dei “disturbi mentali”. I responsabili della diffusione di questi argomenti avrebbero dovuto provare uno scrupolo di coscienza al solo considerare la possibilità che le persone coinvolte potevano essere veramente sincere e ricordando che chi diffonde calunnie è ripugnante quanto un falso testimone di fronte a Dio (viene citato l’articolo della Torre di Guardia 15 agosto 1981 pp.28, 29)». Poi Franz cita il trattamento di isolamento totale al quale sono costretti tutti coloro che escono dall’organizzazione da parte di amici, parenti e familiari e la sofferenza che tutto ciò comporta e spiega che il suo amore per ristabilire la verità lo ha portato a scrivere le pagine del libro “Crisi di coscienza” dal quale sono tratte queste informazioni. Ecco una parte della prefazione di questo libro: «La vita è incerta e quando un uomo muore, ciò che egli sa scompare con lui a meno che egli non lo trasmetta ad altri mentre è ancora in vita. Questo libro nasce da un sincero impegno nei confronti di persone che amo profondamente. In tutta buona coscienza posso affermare che il suo scopo è quello di aiutare, non di offendere. Se qualche parte di ciò risulterà penosa da leggere, si consideri che è stato altrettanto travagliato scriverla. È auspicabile che il lettore riconosca che la ricerca della verità non deve mai risolversi a danno della fede, e che invece ogni sforzo per conoscere e sostenere la verità deve fortificare il fondamento di una vera fede. Naturalmente l’uso che il lettore farà del contenuto di questo libro è una faccenda personale; ma, almeno, ciò che si doveva sapere è stato scritto e, nel contempo, una responsabilità morale è stata assolta».