da Sandro » ven mag 15, 2009 6:08 pm
13. La cosa che più ci interessa, dal momento che la Chiesa giustamente avoca a sé, il diritto e il dovere di vagliare l’autenticità o meno di “visioni” e “apparizioni”, è conoscere quali sono i criteri che essa segue per tale valutazione. In tal modo capiremo anche il perché della sua estrema cautela e lentezza nel pronunciarsi sia pro che contro, e non pretenderemo da essa mosse affrettate e superficiali che diverrebbero lesive della sua serietà e competenza.
Il punto fondamentale da ricordare è ovviamente la coscienza che essa ha, e che esige che i suoi fedeli figli condividano perché rientra nella modalità stretta di fede, circa la funzione di… contorno di tali fenomeni. Cioè che tali fenomeni non possono avere nulla da aggiungere o da modificare alla “pietanza” consistente nella rivelazione pubblica che il Signore ci ha dato da sempre e che, provenendo dal Figlio, è completa, infallibile, irreformabile… insomma rappresenta il TOP di ciò che la ricerca religiosa mondiale dell’uomo di ogni tempo ha agognato nei lunghi e bui secoli che hanno preceduto l’incarnazione ed è anche il meglio di qualsiasi altra utile intuizione avvenire possa venire in mente a personaggi che si sentano investiti della missione di svelare il senso della vita umana e di tutto l’essere cosmico in funzione di essa.
14. Eccoci dunque a riportare quanto scritto da Padre Salvatore Perrella (Docente di dogmatica e di mariologia presso la Pontificia Facoltà Teologica “Marianum” a Roma) su L’Osservatore Romano del 7 Maggio 2008, p. 7 – articolo “Apparizioni e visioni, i criteri della Chiesa”). Va rimarcato che P. Perrella è stato il relatore più prestigioso del Convegno perché era presente come “rappresentante della Congregazione per la Dottrina della Fede” e si è detto molto contento del lavoro svolto dal GRIS nel campo della ricerca e della informazione su questa tematica.
L’Autore, tra l’altro, nell’articolo (che è stato distribuito in copie al Convegno) riporta e condivide la distinzione tra visioni e apparizioni elaborata dal gesuita Giandomenico Mucci, che ha scritto: «con il termine “visione” s’intende la percezione soprannaturale di un oggetto, che è naturalmente invisibile per l’uomo, e col termine “apparizione” la manifestazione sensibile di una persona o di un essere la cui presenza, nelle precise circostanze nelle quali si produce, non può essere spiegata secondo il corso ordinario della natura.
La visione, dunque, non implica necessariamente l’esperienza reale, ossia la presenza attuale, del suo oggetto. L’apparizione la suppone, sicché appartiene alla sua nozione il fatto che l’oggetto si manifesti ai sensi esterni.»
E subito dopo precisa: «Le apparizioni e le visioni, comunque, fanno parte delle cosiddette “rivelazioni private” che non appartengono al depositum fidei.» Quindi riporta il pensiero di Karl Rahner espresso nel volume Visioni e Profezie che dice: «Le rivelazioni private “o particolari”) non possono essere messe sullo stesso piano della Rivelazione fondatrice divina data dal Cristo, riportata nella Scrittura e trasmessa dalla tradizione della Chiesa. Esse non sono nemmeno superflue ripetizioni celesti di tale Rivelazione pubblica oppure un aiuto intellettuale per conoscere qualcosa che fondamentalmente potrebbe essere anche conosciuta senza quest’aiuto… Le rivelazioni private sono nella loro natura un imperativo di condotta, un comando, di come dovrebbe agire la cristianità di fronte a una determinata situazione storica.»
«Pur essendo relative – prosegue P. Perrella ancora al seguito di Rahner – in rapporto alla Rivelazione divino-biblica, esse vanno lette e interpretate nel contesto non banale della teologia dei carismi, che, come insegna il Vaticano II nella costituzione dogmatica De Ecclesia, sono doni da “accogliere con gratitudine e consolazione” (Lumen Gentium, 12)».
Insomma potremmo dire né disprezzo né sopravvalutazione. Di qui la loro problematicità.
15. Ma proseguiamo ora riportando di peso quanto segue dell’articolo…
«Procedura di verifica ecclesiastica
(…) Recentemente la Congregazione per la Dottrina della fede , dopo quattro anni di studio a partire dal novembre 1974, ha redatto, il 25 febbraio 1978, un documento ad interim e sub secreto, a firma del cardinale prefetto Franjo Seper, da utilizzare dalle competenti autorità ecclesiastiche dal titolo: Normae S. Congregationis pro Doctrina Fidei de modo procedendi in iudicandis praesumptis apparitionibus ac revelationibus.
Per quanto riguarda la procedura di verifica, ilk dicastero vaticano pretende:
- informazione accurata dei fatti tramite l’osservazione e la raccolta di testimonianze degne di fede;
- esame del messaggio sotteso all’evento soprannaturale, che non deve essere in contrasto con la fede cristiana;
- diagnosi medico-psicologica per appurare la salute e la normalità del veggente, anche per scartare la possibilità di fenomeni allucinatori;
- grado di istruzione del veggente, la sua conoscenza della dottrina, la sua vita spirituale e sacramentale, il suo grado di comunione ecclesiale;
- frutti spirituali, quali ritorno alla fede dei lontani, moralità ed ecclesialità dell’esistenza, cooperazione all’evangelizzazione del mondo, delle culture e dei costumi;
- eventuali guarigioni miracolose che si ricevono a ragione della asserita rivelazione privata;
- il giudizio della Chiesa.
Rispetto al passato le commissioni ecclesiastiche sottopongono i veggenti a scrupolosi esami spirituale, cercando di stabilire “la verità” dei fenomeni straordinari. A questo fine essi sono interrogati e descrivono gli eventi miracolosi, poi i membri delle commissioni ascoltano i testimoni e infine ricercano le conferme dei fenomeni se l’evento sostenuto resta ancora in un “campo di incertezza” (inascoltato, inafferrabile ecc.). Nei tempi passati si usava un trattamento benevolo e veniva data più considerazione al sensus fidelium e alla vox populi che alle perizie degli esperti, come invece avviene nei tempi attuali.
Di fronte a tutte queste manifestazioni, che si sono moltiplicate a dismisura nel XX secolo, la Chiesa giustamente assume un atteggiamento cauto, rigoroso e riflessivo arrivando a pochissimi riconoscimenti canonici ufficiali – è da annotare, a quanto ci consta, che la Chiesa ha approvato durante il corso della storia 11 apparizioni su 295 sottoposte a indagine – di cui la dodicesima è proprio quella riguardante Nostra Signora di Laus, approvata pubblicamente il 4 maggio 2008.
Le apparizioni costituiscono un argomento sempre attuale e suscitano sempre vivo interesse tra persone di ogni estrazione sociale e culturale; esse, inoltre, sono ancora oggi dono per la fede e sfida per la ragione. Il magistero ecclesiale davanti a fenomeni apparizionistici opera con una triplice criteriologia con relativo giudizio:
- il “criterio positivo”, secondo cui “consta la trascendenza” (constat de supernaturalitate);
- il “criterio attendista”, secondo cui “non consta la trascendenza” (non constat de supernaturalitate);
- il “criterio negativo”, secondo cui “consta la non trascendenza” (constat de non supernaturalitate).
Una volta verificate e autenticate dalla autorità ecclesiastica, le manifestazioni straordinarie consentono libertà di adesione, in quanto la fede si presta solo alla Rivelazione pubblica di Dio conclusa con la morte dell’ultimo degli Apostoli.»
16. P. Perrella conclude riferendosi alle sole apparizioni mariane.
«In ogni caso, le vere mariofanie, quelle che hanno avuto il placet delle competenti autorità della Chiesa, declinano in modo loro proprio la presenza materna e la missione evangelica della Vergine gloriosa nella storia della Chiesa, dei popoli e del singolo uomo-donna: presenza e missione che consistono nell’aiutare tutti a trovare nell’itinerario di fede nel Signore Gesù la via verso la casa del Padre. Le apparizioni appartengono alla categoria delle grazie donate gratuitamente “dal Cielo” e talvolta prescindono dallo stato di grazia di chi le riceve. Dio si inserisce nella storia del mondo con il contributo materno di Maria e i positivi effetti sono evidenti: le apparizioni mariane [nostra suddivisione – ndr]
- non sono dirette alla gloria della Vergine, ma sono finalizzate a irrobustire la fede nel Dio di Gesù Cristo,
- promuovono la devozione eucaristica,
- guidano alla conversione e al rafforzamento della vita cristiana-ecclesiale e in questo modo loro proprio influiscono sulla storia del mondo,. Queste manifestazioni
- non amplificano la Rivelazione data con la Sacra Scrittura alla Chiesa, ma piuttosto la rendono attuale in un dato tempo:
- aiutano la Chiesa, rafforzano la fede e approfondiscono la coscienza e la necessità della salvezza negli uomini.
Le apparizioni di Maria, orante misericordiosa presso il trono della Trinità, non possono non richiamare, per essere genuine e congrue, il grande valore e la necessità della preghiera, di cui lei è in Cristo e nello Spirito maestra ed educatrice sempre attuale.»
(seguita)
«In patientia vestra possidebitis animas vestras»... aliorumque. (Lc 21,19)