CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Segnalazioni di giornali, riviste, trasmissioni radio-televisive che riguardino i Movimenti Religiosi Alternativi e le tematiche a questi connesse.

Moderatore: GrisAdmi

CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Messaggioda Leonardo » dom mar 23, 2008 9:45 pm

La lettera:
«Approdo di un lungo cammino. Decisivo l’incontro con il Papa».

Caro Direttore, ciò che ti sto per riferire concerne una mia scelta di fede religiosa e di vita personale che non vuole in alcun modo coinvolgere il Corriere della Sera di cui mi onoro di far parte dal 2003 con la qualifica di vice-direttore ad personam. Ti scrivo pertanto da protagonista della vicenda come privato cittadino. Ieri sera mi sono convertito alla religione cristiana cattolica, rinunciando alla mia precedente fede islamica. Ha così finalmente visto la luce, per grazia divina, il frutto sano e maturo di una lunga gestazione vissuta nella sofferenza e nella gioia, tra la profonda e intima riflessione e la consapevole e manifesta esternazione. Sono particolarmente grato a Sua Santità il Papa Benedetto XVI che mi ha impartito i sacramenti dell’iniziazione cristiana, Battesimo, Cresima ed Eucarestia, nella Basilica di San Pietro nel corso della solenne celebrazione della Veglia Pasquale. E ho assunto il nome cristiano più semplice ed esplicito: «Cristiano».

Da ieri dunque mi chiamo «Magdi Cristiano Allam». Per me è il giorno più bello della vita. Acquisire il dono della fede cristiana nella ricorrenza della Risurrezione di Cristo per mano del Santo Padre è, per un credente, un privilegio ineguagliabile e un bene inestimabile. A quasi 56 anni, nel mio piccolo, è un fatto storico, eccezionale e indimenticabile, che segna una svolta radicale e definitiva rispetto al passato. Il miracolo della Risurrezione di Cristo si è riverberato sulla mia anima liberandola dalle tenebre di una predicazione dove l’odio e l’intolleranza nei confronti del «diverso», condannato acriticamente quale «nemico», primeggiano sull’amore e il rispetto del «prossimo » che è sempre e comunque «persona»; così come la mia mente si è affrancata dall’oscurantismo di un’ideologia che legittima la menzogna e la dissimulazione, la morte violenta che induce all’omicidio e al suicidio, la cieca sottomissione e la tirannia, permettendomi di aderire all’autentica religione della Verità, della Vita e della Libertà. Nella mia prima Pasqua da cristiano io non ho scoperto solo Gesù, ho scoperto per la prima volta il vero e unico Dio, che è il Dio della Fede e Ragione.

Il punto d’approdo La mia conversione al cattolicesimo è il punto d’approdo di una graduale e profonda meditazione interiore a cui non avrei potuto sottrarmi, visto che da cinque anni sono costretto a una vita blindata, con la vigilanza fissa a casa e la scorta dei carabinieri a ogni mio spostamento, a causa delle minacce e delle condanne a morte inflittemi dagli estremisti e dai terroristi islamici, sia quelli residenti in Italia sia quelli attivi all’estero. Ho dovuto interrogarmi sull’atteggiamento di coloro che hanno pubblicamente emesso delle fatwe, dei responsi giuridici islamici, denunciandomi, io che ero musulmano, come «nemico dell’islam», «ipocrita perché è un cristiano copto che finge di essere musulmano per danneggiare l’islam», «bugiardo e diffamatore dell’islam », legittimando in tal modo la mia condanna a morte. Mi sono chiesto come fosse possibile che chi, come me, si è battuto convintamente e strenuamente per un «islam moderato », assumendosi la responsabilità di esporsi in prima persona nella denuncia dell’estremismo e del terrorismo islamico, sia finito poi per essere condannato a morte nel nome dell’islam e sulla base di una legittimazione coranica. Ho così dovuto prendere atto che, al di là della contingenza che registra il sopravvento del fenomeno degli estremisti e del terrorismo islamico a livello mondiale, la radice del male è insita in un islam che è fisiologicamente violento e storicamente conflittuale.

Parallelamente la Provvidenza mi ha fatto incontrare delle persone cattoliche praticanti di buona volontà che, in virtù della loro testimonianza e della loro amicizia, sono diventate man mano un punto di riferimento sul piano della certezza della verità e della solidità dei valori. A cominciare da tanti amici di Comunione e Liberazione con in testa don Juliàn Carròn; a religiosi semplici quali don Gabriele Mangiarotti, suor Maria Gloria Riva, don Carlo Maurizi e padre Yohannis Lahzi Gaid; alla riscoperta dei salesiani grazie a don Angelo Tengattini e don Maurizio Verlezza culminata in una rinnovata amicizia con il Rettore maggiore Don Pascual Chavez Villanueva; fino all’abbraccio di alti prelati di grande umanità quali il cardinale Tarcisio Bertone, monsignor Luigi Negri, Giancarlo Vecerrica, Gino Romanazzi e, soprattutto, monsignor Rino Fisichella che mi ha personalmente seguito nel percorso spirituale di accettazione della fede cristiana. Ma indubbiamente l’incontro più straordinario e significativo nella decisione di convertirmi è stato quello con il Papa Benedetto XVI, che ho ammirato e difeso da musulmano per la sua maestria nel porre il legame indissolubile tra fede e ragione come fondamento dell’autentica religione e della civiltà umana,[/b] e a cui aderisco pienamente da cristiano per ispirarmi di nuova luce nel compimento della missione che Dio mi ha riservato.

La scelta e le minacce
Caro Direttore, mi hai chiesto se io non tema per la mia vita, nella consapevolezza che la conversione al cristianesimo mi procurerà certamente un’ennesima, e ben più grave, condanna a morte per apostasia. Hai perfettamente ragione. So a cosa vado incontro ma affronterò la mia sorte a testa alta, con la schiena dritta e con la solidità interiore di chi ha la certezza della propria fede. E lo sarò ancor di più dopo il gesto storico e coraggioso del Papa che, sin dal primo istante in cui è venuto a conoscenza del mio desiderio, ha subito accettato di impartirmi di persona i sacramenti d’iniziazione al cristianesimo. Sua Santità ha lanciato un messaggio esplicito e rivoluzionario a una Chiesa che finora è stata fin troppo prudente nella conversione dei musulmani, astenendosi dal fare proselitismo nei Paesi a maggioranza islamica e tacendo sulla realtà dei convertiti nei Paesi cristiani. Per paura. La paura di non poter tutelare i convertiti di fronte alla loro condanna a morte per apostasia e la paura delle rappresaglie nei confronti dei cristiani residenti nei Paesi islamici. Ebbene oggi Benedetto XVI, con la sua testimonianza, ci dice che bisogna vincere la paura e non avere alcun timore nell’affermare la verità di Gesù anche con i musulmani.

Basta con la violenza Dal canto mio dico che è ora di porre fine all’arbitrio e alla violenza dei musulmani che non rispettano la libertà di scelta religiosa. In Italia ci sono migliaia di convertiti all’islam che vivono serenamente la loro nuova fede. Ma ci sono anche migliaia di musulmani convertiti al cristianesimo che sono costretti a celare la loro nuova fede per paura di essere assassinati dagli estremisti islamici che si annidano tra noi. Per uno di quei «casi» che evocano la mano discreta del Signore, il mio primo articolo scritto sul Corriere il 3 settembre 2003 si intitolava «Le nuove catacombe degli islamici convertiti». Era un’inchiesta su alcuni neo-cristiani che in Italia denunciavano la loro profonda solitudine spirituale ed umana, di fronte alla latitanza delle istituzioni dello Stato che non tutelano la loro sicurezza e al silenzio della stessa Chiesa. Ebbene mi auguro che dal gesto storico del Papa e dalla mia testimonianza traggano il convincimento che è arrivato il momento di uscire dalle tenebre dalle catacombe e di affermare pubblicamente la loro volontà di essere pienamente se stessi. Se non saremo in grado qui in Italia, nella culla del cattolicesimo, a casa nostra, di garantire a tutti la piena libertà religiosa, come potremmo mai essere credibili quando denunciamo la violazione di tale libertà altrove nel mondo? Prego Dio affinché questa Pasqua speciale doni la risurrezione dello spirito a tutti i fedeli in Cristo che sono stati finora soggiogati dalla paura.
Magdi Allam
23 marzo 2008
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Re: CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Messaggioda Leonardo » dom mar 23, 2008 10:07 pm

Cristiano Magdi: - STORIA DI UNA CONVERSIONE
Autore: Riva, Sr. Maria Gloria. - Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it - domenica 23 marzo 2008

Farete cose più grandi di me ha detto Gesù ai suoi nel momento dell’addio. E così avviene, puntualmente nella vita della Chiesa, in quella Chiesa fatta dalla storia di tutti, dei piccoli e dei grandi, di ciascuno di noi.
La Chiesa siamo noi diceva già acutamente il grande Agostino e in noi il Vangelo continua a scrivere pagine meravigliose.
Una ve la vogliamo raccontare perché ci riguarda da vicino.
Ci sono degli atti nella vita di un Papa che hanno la forza e lo spessore dei grandi discorsi di Gesù. Così fu ad esempio il discorso di papa Benedetto XVI a Regensburg. Lo scandalo suscitato e la profondità raggiunta da quel discorso è davvero paragonabile a una pagina evangelica. È stato quest’evento che ci ha fatto incontrare Magdi Allam.
Fin qui, niente di strano: don Gabriele Mangiarotti, conoscendo e stimando la lucidità di pensiero del vice direttore del Corriere della Sera lo invita, per conto di Mons Luigi Negri, a un dibattito sul tema in quel di San Marino.
L’invito si trasforma un’incontro e il tanto celebrato Magdi Allam diventa un fratello. Don Gabriele trascorrere con lui un giorno pieno di amicizia che in qualche modo rende palese un’appartenenza già decisa, già scritta da qualcun altro per noi.
Con me l’incontro avviene dapprima telefonicamente, poi, in modo diretto a casa sua. E’ l’inizio di una storia, fatta di gesti semplici e sinceri che portano il sapore dell’eternità.
Man mano che passava il tempo e si approfondiva l’amicizia l’anima di questo nostro amico si apriva sempre più mostrando la sua straordinaria trasparenza e il lavoro sottile che la grazia stava operando in lui. Un giorno, a casa sua ci ha presi in disparte: «voglio essere di Cristo», ci ha detto. Poi con voce pacata e profonda ci ha confessato quanto questo papa abbia inciso sul suo percorso e abbia introdotto la sua profonda riflessione attorno all’islam entro la necessità di una fede che sia sostenuta dalla ragione.
In quell’ora trascorsa con lui, tutto si è fermato. La natura attorno a noi pareva immobile tanto il nostro cuore tratteneva il respiro.
Ciò che ci sgomentò fu il pericolo cui egli sarebbe andato incontro con una dichiarazione pubblica della sua conversione. Ma sapevamo che non sarebbe potuto essere che così. La determinazione e la serietà con cui Magdi affronta ogni cosa non poteva che accordarsi con questo nuovo e importante passo della sua vita.
Eppure alla soglia del grande passo, quando ci informò che il santo Padre aveva deciso di battezzarlo nella notte di Pasqua Magdi con uno sguardo da fanciullo ci disse: «Il pericolo c’è, ma non per me. Per il Papa. Dovete pregare per il Papa».Pensavamo a questa consegna poco prima di arrivare a Roma, pensavamo, con le lacrime agli occhi, come l’aprirsi alla verità del cuore di Magdi sia stato anche un progressivo dilatarsi alla carità, che è quell’amore con cui Cristo ci ama.
La veglia si è consumata così nel fuoco nuovo in una Basilica di san Pietro gremitissima e solenne. Una cerimonia affascinante ha fatto da corona all’omelia del Papa profonda e semplicissima.
La commozione è stata forte per don Gabriele e me: essere lì nel cuore della Chiesa con un amico che diventa fratello, essere lì non come fortunati spettatore occasionali, ma come protagonisti di un’avventura. Le parole del Papa ci hanno richiamato al rischio che questa fratellanza comporta: «Il buio di tanto intanto può sembrare comodo, possiamo nasconderci, stare più comodi, ma noi non siamo chiamati a stare nelle tenebre: siamo figli della luce… Teniamo stretta la mano di Cristo, non abbandoniamo la sua mano: camminiamo sulla via che conduce alla vita».
Vogliamo, con Magdi, tenere la mano stretta a Cristo percorrendo questo tratto di storia in cui così fortemente pare imperare il dominio delle tenebre. Vogliamo essere degni di questa amicizia che così fortemente ci richiama a fare dono della vita a Cristo senza condizioni.
Una cosa rimane nel cuore per sempre: nel momento più solenne, mentre l’acqua scorreva su capo di Magdi, la voce del santo Padre è risuonata più chiara e più vibrante che mai: «Cristiano, io ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».Cistiano. Grazie, Magdi: questa parola ora sulle nostre labbra non avrà più lo stesso suono. Tolta dalle ripetizioni qualunquistiche e annoiate, ora è rigonfia di vita, di lacrime e speranza.
Caro Magdi Cristiano, davvero Cristo c’è e ancora ci sorprende legandoci gli uni gli altri dentro pagine di vita meravigliose.
Suor Maria Gloria RIVA.
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Re: CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Messaggioda Leonardo » lun mar 24, 2008 7:46 pm

- 24 marzo 2008 -

Anticipazione del Foglio di martedì 25 marzo
APOLOGIA DI UNA CONVERSIONE
Il musulmano e l'acqua santa. Incanto barocco, gesto coraggioso

Pasqua tempestosa in San Pietro. Liturgia latina fitta del suo mistero, assediata dalla nebbia nel giorno della resurrezione, dopo le ombre cinesi del venerdì santo e della via crucis. E nel cuore del triduo, nel passaggio simbolico dalle tenebre alla luce dopo la processione dei ceri pasquali, la frustata della fede come incanto barocco dopo le arcate razionali di Ratisbona.
La conversione al cattolicesimo del laico musulmano Magdi Allam, il suo battesimo come Cristiano, è stata un grande fatto pubblico, amministrato con coraggiosa saggezza dalla chiesa e dal suo nuovo fedele. Spero che le eventuali ripercussioni polemiche (non voglio pensare adesso a un sovraccarico di violenza intollerante contro l’apostasia) saranno fronteggiate con altrettanta saggezza e altrettanto coraggio.
Buon viaggio a Magdi Cristiano nella difficile traversata che lo attende: è stata una festa per ogni vero libero pensatore vederlo sulla tolda dell’ammiraglia della chiesa universale, nella notte davvero universale per tutti i cattolici, quella della Pasqua di resurrezione, mentre il capitano gli asperge la testa di acqua benedetta.

Un pregiudizio secolarista vuole che la conversione, come la fede, debba restare un fatto privato, che in questo si esprima la sua sincerità. Ma è falso. I laici veri conoscono la storia della spiritualità umana e sanno che l’interiorità può essere solo il primo nucleo di una conversione o addirittura il suo esito finale quando il vaglio pubblico di un nuovo modo di vedere il mondo, e di essere nel mondo, approdi alla certezza di fede che la creatura umana appartiene alla terra che abita e al cielo che non conosce. Tutto sta alla libertà e all’inclinazione dell’individuo. Un catecumeno non è prigioniero della trasfigurazione radicale del suo animo, è un uomo libero che liberamente si mette alla sequela di Cristo in comunione con un popolo credente e con i suoi pastori.
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Re: CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Messaggioda GrisAdmi » gio mar 27, 2008 3:03 am

Il gesto di Magdi Cristiano Allam ha provocato severe reazioni tra gli islamici d'Italia.
Ecco un articolo di ieri tratto dal quaotidiano La Tribuna di Treviso:

IL CASO

I musulmani contro Allam

(m.s.)

Il mediatore: «Ci sta prendendo in giro tutti» «Magdi Allam sta prendendo in giro musulmani e cristiani. Ci offende». Duro attacco dal mondo islamico trevigiano al vice direttore del Corriere della sera battezzato sabato da Papa Benedetto XVI. A fare da portavoce è Abdallah Khezraji, mediatore culturale marocchino, attivo nel coordinamento delle associazioni di immigrati «Cittadinanza Attiva». «Allam non è mai stato un vero musulmano - dichiara Abdallah, sottolineando di parlare da musulmano moderato come ritiene di essere - ha sempre strumentalizzato la religione per creare attrito e scontro, accusando l’Islam di essere violento, negando le moschee in Italia, schierandosi con Israele». Abdallah non condanna il Papa ed il battesimo sotto in riflettori in San Pietro.
«Qualsiasi persona famosa che si converte diventa un motivo di pubblicità. E’ stato così anche per il mondo musulmano - continua - non approvo però il comportamento di Magdi Allam, sempre molto furbo a cercare visibilità con dichiarazioni di rottura e di scandalo». L’attacco da Treviso di Abdallah trova riscontro nell’indignazione delle maggiori testate e televisioni arabe. «Io non colpevolizzo il Papa - sottoliena Abdallah - anzi spero che Allam possa essere un buon cristiano, visto che non è stato un buon musulmano. Da arabo poteva fare di più per i musulmani, per far prevalere l’Islam non violento. Di fronte al problema si deve agire concretamente, non bastano le chiacchiere e le dichiarazioni che fanno tanto discutere ma non risolvono i problemi. Noi musulmani ci sentiamo strumentalizzati da questo giornalista che ha solo provocato rottura e odio. Sono certo di esprimere un pensiero condiviso da molti musulmani che vivono a Treviso». E per concludere aggiunge: «Noto che Allam ha la scorta da anni - conclude Abdallah - un servizio a suo vantaggio pagato da tutti noi, immigrati musulmani e italiani. Mi chiedo se è giusto che sia così».

Fonte: http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... /2008869/6
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Re: CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Messaggioda GrisAdmi » gio mar 27, 2008 3:06 am

Islamici e sinistra contro Allam La Lega: noi stiamo con Magdi

da La Padania del 23/03/08

La libertà religiosa? vale per gli islamici, non per i cristiani. L’ennesima dimostrazione, l’abbiamo avuta con la recente scelta del noto giornalista e scrittore Magdi Allam, che ha abbandonato la fede del Profeta per abbracciare quella di Gesù Cristo. In una lunga intervista al Giornale, il vice-direttore del Corriere, ha spiegato, fra le altre cose, che la situazione attuale richieda più di una riflessione non solo sul fondamentalismo, ma anche su quell’Islam, che normalmente consideriamo “moderato”.
Parole che secondo il deputato leghista, Federico Bricolo, confermano l’inesistenza stessa di un Islam moderato. La prova, spiega il vice-segretario della Liga Veneta, «arriva dalle proteste dei 138 cosiddetti saggi, dei rappresentanti e degli imam delle comunità islamiche. Si tranquillizzino pure - afferma Bricolo - non è la prima e non sarà l’ultima: se qualcuno nel mondo islamico pensava che l’Occidente cristiano si sarebbe arreso al loro espansionismo senza combattere si sbagliava di grosso. Oggi - aggiunge - ancora di più possiamo dire che, grazie a Benedetto XVI, l’Occidente ha finalmente trovato un Papa forte, deciso e motivato a difendere la nostra religione, i suoi valori e la sua millenaria tradizione, senza paura delle reazioni degli integralisti islamici».
Sulla stessa linea anche il segretario piemontese, Roberto Cota, che ricorda come: «La sinistra abbia insensatamente e pericolosamente tentato di far passare la cosiddetta legge sulla libertà religiosa, una normativa che sarebbe stata l’anticamera dell’islamizzazione della nostra società».
Gli attacchi alla scelta di Fede del giornalista, sono stati stigmatizzati con forza anche dal capo-delegazione del Carroccio al Parlamento Europeo, Mario Borghezio, che ha puntato il dito contro «il silenzio vergognoso e vile dei cosiddetti difensori della libertà religiosa, muti e silenti di fronte a questa ennesima prova di intolleranza da parte dei musulmani».
Silenzio o, peggio, ulteriori attacchi. Sì perché l’autore di “W Israele”, non è finito solo nel mirino dei “saggi islamici”. Dure le critiche anche dalla sinistra nostrana. Per il sottosegretario agli esteri, Bobo Craxi, «Allam ha trasformato la sua conversione, che dovrebbe essere un fatto privato, in un evento pubblico e politico legato alla sua ostinata e reiterata denuncia contro i rischi che si annidano nel fanatismo religioso islamico. Di ciò, egli ha spesso reso una denuncia anche coraggiosa, che tuttavia - sostiene l’esponente socialista - si è spinta, di sovente, ai confini di un eguale fanatismo. Di simili estremismi, culturali e politici, non ce n’era alcun bisogno». Una tesi sostenuta anche dal vice-ministro agli Esteri con delega al Medioriente, Ugo Intini, secondo il quale: «La vicenda Allam preoccupa e la Chiesa dovrebbe prendere le distanze dalle sue dichiarazioni che danno un contributo al pericolo più grande del nostro tempo: la guerra di religione e di civiltà».

di

Paolo Bassi

Fonte: http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/ ... =87720,1,1
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[VIDEO] M. Allam - Il mio diritto alla libertà religiosa

Messaggioda GrisAdmi » gio mar 27, 2008 3:12 am

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[VIDEO] Il Battesimo di M. Allam.

Messaggioda GrisAdmi » gio mar 27, 2008 3:18 am

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Re: CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Messaggioda Leonardo » gio mar 27, 2008 5:05 pm

POLEMICHE per il battesimo del vicedirettore del corriere. Hamas contro la santa sede
Conversione di Allam, il Vaticano: «Nessuna ostilità verso l'Islam»

L'Osservatore Romano: «La libertà religiosa è anche libertà di cambiare religione»

CITTÀ DEL VATICANO - Il gesto di Benedetto XVI, che ha battezzato il giornalista di origine egiziana Magdi Allam in San Pietro la notte di Pasqua, ha «un importante significato» perché «afferma, in modo mite e chiaro, la libertà religiosa», senza peraltro «alcuna intenzione ostile» nei confronti dell'Islam». L'Osservatore Romano commenta così la decisione del Papa di impartire personalmente i sacramenti dell'iniziazione cristiana al vicedirettore del Corriere della Sera, convertitosi al cattolicesimo. In un editoriale siglato dal direttore Gian Maria Vian, il quotidiano della Santa Sede spiega che la libertà religiosa «è anche libertà di cambiare religione, come nel 1948 fu sottolineato dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (anche se in seguito, purtroppo, la dichiarazione è stata proprio su questo punto ridimensionata). Così - aggiunge - chiunque chieda senza costrizione il battesimo ha il diritto di riceverlo».


LE CRITICHE - Ma la conversione di Magdi Allam, e la cerimonia di San Pietro, continuano a suscitare polemiche. Severe critiche al giornalista e al comportamento del Vaticano per «l'alto profilo intenzionale» dedicato al suo battesimo sono espresse da un noto analista palestinese, Khaled Amayreh, sul sito web di Hamas, Palestine-Info. «Il Vaticano - scrive l'opinionista islamico - non può sperare in buone relazioni con i musulmani e al tempo stesso continuare ad incitare all'odio e al razzismo nei confronti di una religione che ha un miliardo e mezzo di seguaci, compresi milioni di europei e centinaia di migliaia di italiani». E anche 138 intellettuali e leader religiosi musulmani firmatari di una recente lettera aperta al Papa per promuovere la pace mondiale, ricevuti in Vaticano a febbraio, hanno criticato la modalità in cui è stata realizzata la conversione del giornalista. Per bocca di Aref Ali Nayed, direttore del Centro regale di studi strategici islamici ad Amman, in Giordania, figura chiave del gruppo «A common world», i 138 hanno denunciato l’atto «deliberato e provocatorio di battezzare Allam in un'occasione così speciale e in modo così spettacolare» e chiedono alla Santa Sede di «prendere le distanze» dalla dichiarazioni del vicedirettore «ad personam» del Corriere della Sera.

«LA SANTA SEDE PRENDA LE DISTANZE» - «È triste che l’atto intimo e personale di una conversione religiosa divenga uno strumento trionfalistico per segnare punti» afferma Nayed commentando con l'agenzia Apcom il battesimo di Allam a San Pietro in occasione della veglia Pasquale presieduta da Benedetto XVI. «Tali strumentalizzazioni di una persona e della sua conversione è contraria ai principi basi della dignità umana. Giunge inoltre in un momento altamente inopportuno in cui sinceri musulmani e cattolici stanno lavorando molto duramente per riparare alle fratture tra le due comunità». «Secondo, è triste - aggiunge Nayed - che la persona prescelta per un gesto così fortemente pubblico ha generato, e continua a generare, argomenti di odio. Il messaggio fondamentale dell’articolo più recente di Allam è lo stesso messaggio dell’imperatore bizantino citato dal Papa nella sua lezione di Regensburg tristemente nota. Non è lontano dalla verità vedere questo come un altro modo di riaffermare il messaggio di Regensburg (che il Vaticano continua a dire che non era intenzionale). «È ora importante per il Vaticano prendere le distanze dal discorso di Allam. I musulmani dovrebbero prendere l’evidente battesimo papale come un appoggio del discorso di Allam relativamente all’islam? Terzo, è triste che Benedetto XVI - spiega ancora Nayed citando i 138 saggi - abbia scelto di fare del messaggio fondamentale del suo discorso religioso durante la speciale occasione della Pasqua un messaggio quasi-manicheo sui temi del buio e della luce, assegnando il "buio" agli "altri" e la "luce" a "se stessi"».

«SERVE RISPETTO» - La conversione di Magdi Allam tiene banco anche nel dibattito politico. Per il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini«un profondo rispetto è l'unico atteggiamento serio da assumere» rispetto alla scelta del vicedirettore. Si tratta, aggiunge Casini, ospite di Viva Voce su Radio24, di «una scelta di fede su cui nessuno può sindacare. L'unico atteggiamento serio è il rispetto per la libertà religiosa di tutti e quindi di Magdi Allam». In linea con Casini Fiamma Nirenstein, candidata del Pdl per la Camera dei Deputati, sottolinea attraverso una nota che «il battesimo di Magdi Allam ha provocato critiche improprie e aggressive di fronte a quella che si caratterizza come una scelta religiosa personale, che ciascun uomo ha il diritto di fare». «Non condivido nel modo più assoluto gli attacchi a Magdi Allam. Da laico comprendo le ragioni di chi scopre nella libertà della propria coscienza una nuova fede religiosa», afferma Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Forza Italia. Per Enrico Bosellila decisione di Magdi Allam di farsi battezzare dal Papa in occasione della veglia pasquale a San Pietro «è un gesto molto forte». Ma «per come è stato realizzato - ha spiegato il leader dello Sdi nel corso della vidochat di Corriere.it - temo che non sarà interpretato come un gesto di dialogo nel mondo». Anche Federico Bricolo, deputato della Lega Nord, interviene nel dibattito aperto dalle parole di Magdi Allam, che dopo il battesimo ha affermato che «il male è insito in un Islam che è fisiologicamente violento e storicamente conflittuale». «Ha ragione Magdi Allam - rileva Bricolo- quando dice che l'Islam moderato non esiste. Oggi ancora di più - aggiunge - possiamo dire che, grazie a Benedetto XVI, l'Occidente ha finalmente trovato un Papa forte, deciso e motivato a difendere la nostra religione, i suoi valori e la sua millenaria tradizione, senza paura delle reazioni degli integralisti islamici».


25 marzo 2008
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Re: CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Messaggioda Leonardo » gio mar 27, 2008 9:33 pm

IL CASO ALLAM
L'identità della Chiesa

di Ernesto Galli Della Loggia


Sono due le questioni al centro della discussione nata dalla conversione al Cattolicesimo di Magdi Allam, nonché dal battesimo in San Pietro impartitogli da Benedetto XVI, che quella conversione ha per così dire ratificato e reso pubblica nel più solenne dei modi.
La prima questione riguarda per l’appunto il fortissimo segno pubblico impresso dalla solennità della circostanza. Molti vi hanno visto quasi l’immagine di una «Ecclesia triumphans», di una nuova Chiesa trionfante pronta a lanciarsi in una crociata anti-islamica. Vi hanno visto cioè un più o meno esplicito contenuto politico. Prima però di rispondere se il gesto in questione possa davvero essere interpretato così, sarebbe bene riflettere sul fatto che, come in tutte le istituzioni che hanno alle spalle una tradizione secolare (penso alla monarchia britannica ad esempio), anche nella Chiesa cattolica «pubblico » e «politico» non sono necessariamente due dimensioni sovrapposte e/o sovrapponibili.

Spesso la dimensione pubblica, i riti, le celebrazioni, corrispondono a esigenze che piuttosto che con la politica hanno a che fare con una vicenda storico- identitaria; sono cioè la manifestazione e insieme la rivendicazione della propria natura e della propria storia. Si potrà naturalmente obiettare che tra i due ambiti vi è un certo rapporto, ed è senz’altro vero. Ma è ancor più vero che si tratta di cose assai diverse, le quali implicano intenzioni e prospettive ideali anch’esse assai diverse. Riaffermare pubblicamente chi si è, da quale storia si viene, non vuol dire affatto enunciare per ciò stesso un programma di azione, indicare obiettivi, insomma fare politica nel senso che comunemente si dà a questa parola. È molto probabile insomma che con il battesimo in San Pietro la Chiesa di Benedetto XVI — il cui pontificato sembra particolarmente sensibile proprio a questo tema — abbia voluto soprattutto riaffermare la propria identità, al cui centro sta, precisamente, la conversione. E cioè il battesimo.

Il Cristianesimo, infatti, lungi dal nascere come una religione etnica, cioè legata vocazionalmente a una determinata popolazione, è nato anzi in polemica con una religione siffatta, nel suo caso rappresentata per l’appunto dall’ebraismo. Proprio perciò esso dovette inizialmente affidare le sue sole speranze di successo alla spontanea adesione di migliaia e migliaia di uomini e donne, dovendo a null’altro che a tale adesione la sua prima, decisiva diffusione nel mondo. C’è stato e c’è un evidente, intimo nesso tra tutto questo e alcuni tratti cruciali dell’identità culturale cristiana nel suo complesso, a cominciare da quei tratti fondamentali costituiti dalla centralità della persona e dal primato della coscienza. Il motore storico del Cristianesimo, insomma, così come una delle sue massime dimensioni fondative, è stata la conversione. Ed è plausibile, direi ovvio, che per la Chiesa, la quale della storia cristiana si considera la vera erede, continui a esserlo; e che con il rito in San Pietro essa abbia voluto semplicemente ribadire questo elemento centralissimo della sua identità: a dispetto di ogni opportunismo (questo sì politico!) e di ogni conformismo dei tempi.

Ha senso fargliene una colpa? Tuttavia, si aggiunge —ed è
la seconda questione di cui si dibatte—le «bellicose dichiarazioni» rese da Magdi Allam stesso all’indomani del battesimo hanno piegato ad un significato politico la sua conversione, e dunque anche il rito e la partecipazione ad esso del Papa. Certo: bellicose quelle dichiarazioni lo sono state senz’altro. Ma chi punta il dito contro di esse, vedendovi soltanto un clamoroso fraintendimento della natura complessa dell’Islam, e, ancor peggio, una mancanza di carità cristiana, chi fa ciò, non solo, forse, dovrebbe spendere almeno qualche parola sulla terribile condizione personale del dichiarante. Sul fatto, per esempio, che Allam, sua moglie e i suoi figli vivono ormai da anni una vita non vita, una vita priva di un solo momento di vera intimità e tranquillità, dovendo tutto prevedere e programmare, circondati, 24 ore su 24, da uomini con le armi spianate che stanno lì a ricordargli continuamente il pericolo mortale sospeso sulle loro teste.

Non solo; forse dovrebbe anche chiedersi come mai, di fronte alla violenza delle ripetute condanne a morte giunte dall’islamismo «estremista» ad Allam come a Salman Rusdie, come a Robert Redeker e a tanti altri, come mai di fronte alle «aberranti derive fondamentaliste e terroriste» dell’Islam, in nessuna occasione sia arrivata alle nostre orecchie dallo stesso Islam una voce significativa, alta e forte, di condanna; come mai nessun imam di fama, nessun celebre intellettuale, nessuna importante istituzione o assemblea islamica abbia mai pensato di pronunciarsi in maniera irrevocabile contro tale uso barbarico della fede. Dovrebbe chiederselo e, se possibile, anche darsi, e darci, una risposta.
27 marzo 2008
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Re: CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Messaggioda Leonardo » gio mar 27, 2008 10:08 pm

Su La7 Allam racconta la sua conversione
di UMBERTO FOLENA (Avvenire 27/3/2008)

Lo ripete una, due, tre volte: «Ho adempiuto a un esercizio di libertà religiosa. La libertà religiosa dev’essere garantita anche ai musulmani che si convertono al cristianesimo e oggi vivono nascosti, in silenzio, sentendosi abbandonati». Magdi Cristiano Allam ieri sera era ospite a «Otto e mezzo» su La7. Chi si attendeva una sorta di 'processo' è rimasto deluso, ma c’era da aspettarselo: Ritanna Armeni ricorda certe squadre di calcio tanto baldanzose e aggressive in casa (su «Liberazione»), quanto prudenti, perfino remissive fuori casa. E lei, per di più, sembra avere il fantasma di Giuliano Ferrara appollaiato sulle spalle. Domande originali, zero.
Semmai la monotona ripetizione degli armamentari retorici delle ultime ore. A cominciare dalla «conversione spettacolare», in San Pietro nella solennità di Pasqua, mentre invece la conversione dovrebbe essere un fatto intimo da celebrare in forma riservata. Magdi Allam si dice scandalizzato dallo scandalo: «Il mio è stato un atto lecito e pacifico, dov’è lo scandalo?
Lo so, anche alcuni cattolici si sono risentiti. Io invece non me ne vergogno e anzi sono orgoglioso del regalo ricevuto dal Papa. Perché dovrebbe essere un’aggravante?».
«Siamo in Paese libero e democratico – proseguiva sicuro Allam – non invito a nessuna guerra di religione, anzi sono favorevole a un dialogo costruttivo con le persone di fede musulmana che condividono alcuni valori di base. Ma se penso che l’islam in sé non sia una religione della moderazione, in una società democratica mi ritengo libero di poterlo dire con franchezza e chiarezza». Ritanna Armeni ci provava: «Lei però ha detto che l’islam va combattuto in tutto…».
Allam replicava: «No, non ho mai usato il verbo combattere». «È vero, l’ho aggiunto io». «Credo nel dialogo con le persone. Una volta questo dialogo era possibile. Penso ad esempio ai tanti amici ebrei e musulmani della mia infanzia in Egitto. Al centro c’era la persona.
Dal 1967, alla persona è subentrata l’ideologia». C’è tempo anche per le moschee in Italia: favorevole o contrario? «Favorevole. Se restano luoghi di culto, e basta».



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Il giornalista ex musulmano: «Credo nel dialogo, non cerco scontri, ma la libertà religiosa deve essere garantita a tutti»
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Re: CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Messaggioda algoritmo70 » sab mar 29, 2008 6:28 pm

C'è una grande confusione che questi signori giornalisti laici e laicisti scrivono intorno al Sig. Magdi Allam parlano di conversione e di Battesimo ,essendo lui musulmano ha ADERITO ad altra confessione di fede che in questo caso è la Cattolica, il s. Battesimo lo ha ricevuti il giorno più vero e profondo della vita cristiana che è la s. Pasqua e cosa è strano tanto da suscitare tanti chiacchere? LA CONVERSIONE per noi Cattolici e così anche per il nostro fratello Magdi è un cammino lento da scoprire ogni giorno e rinnovarla nella scelta di vita di ogni giorno. Se si parla e si sparla di fede molte persone anche se giornalisti dovrebbero avere l'umilta di voler studiare il catechismo della Chiesa cattolica e poi parlare. Algoritmo70
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Re: CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Messaggioda Leonardo » sab mar 29, 2008 9:52 pm

CARO MAGDI, COSA MI COMBINA!
(Corriere.it - Forum Magdi Cristiano Allam 29/3/2008)

Caro Magdi, cosa mi combina!...
Volevo scriverLe per dirLe che fino all'altro giorno mi confortava una speranza: ero certo che finchè sulla terra ci fosse stato anche un solo mussulmano intelligente, aperto, disponibile al dialogo senza rinunciare ai valori universali, onesto intellettualmente tanto da risultare scomodo a chi vuole fare dell'Islam una minaccia mondiale, ecco, finchè ci fosse stato un mussulmano come Lei, avevo la speranza in un mondo pacificato e migliore.

E adesso Lei che mi combina?... Diventa cristiano e cattolico!

E adesso dove lo trovo un altro mussulmano con le Sue speciali qualità umane?
Chi me la ridarà la speranza?

Caro Magdi, volevo solo scherzare un po' con Lei: in realtà sono orgoglioso che Lei abbia voluto abbracciare la fede cristiana.
Sono sicuro che la Sua conversione sarà un arricchimento anche per noi cattolici.

Voglia gradire i miei migliori auguri di tutto cuore.
Paolo Uras
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Re: CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Messaggioda Leonardo » sab mar 29, 2008 10:17 pm

A un "eroe" dei nostri tempi.
Corriere.it 28/3/2008

Gentile Magdi,
partecipo alla Sua intensa gioia con profonda commozione.
Ammiro la Sua forza, la Sua precisa volontà di testimoniare la fede nuova, sfidando le meschinità avvilenti di cui è stato accusato. Il forte gesto è tanto più ammirevole quanto più si pensi alla difficoltà con la quale, oggi, ci dicaimo cattolici, impauriti da pregiudizi diffusi, chiacchiere da bar e stereotipi di ogni tipo sulla Chiesa e i sacerdoti. La sua conversione è un chiaro segnale di autolegittimazione per una comunità, quale è quella cristiana, che ha bisogno di autodeterminarsi e autocompiacersi di se stessa.
Apprezzo quanto da Lei detto in merito all'importanza che le parole del Santo Padre hanno avuto rispetto alla sua conversione: il binomio indissolubile fede e ragione (concetto cardine della predicazione del Papa) mi hanno spinto a riflettere molto sul mio senso religioso e a interrogarmi sul mistero ultimo di Dio, sulla sua trascendenza e sulla sua trinità. Il logos alla base della fede è stata, per me, una scoperta quasi rivoluzionaria e, da credente tiepida e diffidente quale ero, mi sono ritrovata più consapevole e mi sono davvero avvicinata alle sacre scritture e a letture edificanti e stimolanti.
La ammiro profondamente, Le auguro ogni bene e prego per Lei, affinchè la grazia divina possa illuminarLa con la sua luce beatificante e il suo gesto possa aiutare tanti convertiti a non nascondersi, con l'ausilio e la tutela dello Stato e della chiesa stessa.
Cordialmente,
Elisabetta Simonelli
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Re: CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Messaggioda Leonardo » lun mar 31, 2008 7:00 pm

La mia conversione e il rapporto con l’Islam

Caro direttore, la mia conversione al cattolicesimo avvenuta nella solenne celebrazione della Veglia Pasquale nella Basilica di San Pietro per mano del Papa è stata da più parti strumentalizzata sia per screditarmi sia per accusare il Santo Padre. Ebbene voglio subito chiarire che sottoscrivo pienamente, in ogni sua virgola, la precisazione del portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che distingue correttamente tra le mie idee personali, di cui mi si riconosce la libertà d'espressione, e le posizioni ufficiali della Chiesa, che ovviamente sono del tutto autonome dal mio pensiero. Ci mancherebbe altro! Mi auguro che a questo punto cessino le manovre più o meno occulte di tutti coloro che, pur facendo riferimento ad ambiti religiosi o ideologici differenti, si sono sostanzialmente ritrovati uniti nell'attacco a Benedetto XVI.

Sai bene, e lo sanno anche i lettori del Corriere, che da musulmano sono stato uno spirito libero ed è proprio questa libertà intellettuale, a cui fa da sponda una radicata rigorosità etica, ciò che ha gradualmente fatto maturare in me il convincimento che la religione cattolica corrisponda pienamente al contesto ideale al cui interno possono naturalmente convivere dei valori inalienabili e inviolabili che per me sono da sempre irrinunciabili in quanto rappresentano l'essenza della nostra umanità, a cominciare dalla fede nella sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale, dal riconoscimento della dignità della persona quale fondamento della civile convivenza, dal rispetto della libertà di scelta tra cui spicca l'esercizio incondizionato della libertà religiosa. Ebbene voglio rassicurare tutti che continuerò ad essere ancor di più uno spirito libero da cattolico. E non potrebbe essere diversamente visto che proprio da questo Papa ho imparato che l'uso della ragione, l'adozione di parametri valutativi e critici, la verifica della verità scientifica e storica costituiscono la condizione imprescindibile per accertare la fondatezza della bontà di una autentica religione e per perseguire quella Verità che coniughi l'oggettività, l'assolutezza e l'universalità del pensiero laico con la trascendenza propria della fede in Dio.

Da spirito libero trovo del tutto infondate, pretestuose e maligne le critiche che mi sono state rivolte. Ci si è scandalizzati per il fatto che il mio battesimo sia avvenuto nella notte di Pasqua, a San Pietro, da parte del Papa. Forse i più non sanno che i catecumeni, gli adulti che si convertono, ricevono i sacramenti d'iniziazione al cristianesimo nel corso della cerimonia della Veglia Pasquale. Ciò avviene ovunque nel mondo. E che, avendo effettuato il percorso di conoscenza e di adesione alla nuova fede a Roma, non deve sorprendere che sia stato il Papa, nella sua veste di vescovo di Roma, a impartirmi il battesimo, la cresima e l'eucarestia. Sinceramente sono allibito e rammaricato quando perfino alcuni esponenti del clero cattolico arrivano a sostenere che sarebbe stato di gran lunga preferibile che il mio battesimo fosse stato impartito in una parrocchia di una remota cittadina, lontano da occhi discreti e dall'interesse dei mass media. Come se il mio battesimo fosse una vergogna da tenere il più possibile nascosta. Alla luce di questa interpretazione infamante, il ruolo di Benedetto XVI ha finito per essere equiparato a una «provocazione » se non un vero e proprio «complotto » contro l'islam. Ebbene io sono orgoglioso della mia conversione al cattolicesimo, sono orgoglioso che sia avvenuta in modo pubblico e che sia stata pubblicizzata, sono orgoglioso di poterla affermare a viva voce, sono orgoglioso di poter testimoniare la mia nuova fede ovunque nel mondo e considero il mio battesimo dalle mani del Papa come il dono più grande che la vita potesse accordarmi.

Sono stato criminalizzato, qualcuno mi ha paragonato agli estremisti islamici che mi hanno condannato a morte, per aver espresso un giudizio radicalmente negativo nei confronti dell'islam. Una folta schiera di cristiancomunistislamici, adoratori del relativismo etico, culturale e religioso nonché del politicamente corretto, avrebbe voluto che io limitassi la mia denuncia al terrorismo islamico ma che mantenessi una valutazione comunque positiva dell' islam. Perché, a loro avviso, tutte le religioni sono pari a prescindere dai loro contenuti e, in ogni caso, non bisogna dire alcunché che possa urtare la suscettibilità altrui. Ma scusatemi: se mi sono convertito al cattolicesimo è del tutto ovvio che l'ho fatto perché ho maturato una valutazione negativa nei confronti dell'islam. Se io veramente credessi che l'islam sia una religione vera e buona, perché mai l'avrei abbandonata? A questo punto è doveroso chiarire che io non sono affatto un apologeta e un fautore di una «guerra di religione» o di una «guerra di civiltà». Sono assolutamente convinto che si possa e si debba dialogare con tutti i musulmani che, in partenza, condividono i diritti fondamentali della persona senza se e senza ma e perseguono il traguardo di una comune civiltà dell' uomo.

Caro direttore, tu sai bene che il Corriere si è sempre speso per valorizzare la posizione dei musulmani moderati. Io stesso sono orgoglioso di essere stato nell'ultimo decennio il musulmano che più di altri si è speso per affermare in Italia un islam della fede e della ragione. Ricordo con orgoglio come il 10 settembre 2004 fui l'artefice della prima visita nella storia d'Italia di una delegazione di musulmani moderati al Quirinale, accolti dal presidente Carlo Azeglio Ciampi, dopo la pubblicazione, il 2 settembre 2004 sul Corriere, di un «Manifesto contro il terrorismo e per la vita» da me redatto e fatto sottoscrivere a una trentina di musulmani che presumevo fossero moderati. Poi mi sono dovuto ricredere. Perché nel momento in cui devono confrontarsi con i dogmi e con i precetti dell'islam, qual è il caso della mia conversione al cattolicesimo, la loro moderazione viene del tutto meno. Non è forse singolare che i più accaniti critici della mia conversione siano proprio i cosiddetti moderati, a cominciare dai sedicenti 138 «saggi» dell'islam che hanno proposto un dialogo con il Vaticano sulla base di versetti coranici, estrapolati dal loro contesto, sull'unicità di Dio e l'amore per il prossimo? Ormai la millenaria esperienza con l'islam deve insegnarci che il dialogo è possibile solo con quei musulmani che accettano di assumere incondizionatamente, a prescindere da ciò che dice o non dice il Corano, rivolgendosi nella propria lingua alla loro gente, una chiara e ferma posizione sulle questioni concrete, tra cui oggi certamente figurano il massacro e la persecuzione dei cristiani, la negazione del diritto all'esistenza di Israele, la condanna a morte dei musulmani convertiti in quanto apostati, la legittimazione del terrorismo palestinese ed islamico, la discriminazione e la violenza nei confronti della donna e, più in generale, la violazione dei diritti fondamentali dell'uomo.

Denunciare tutto ciò nella mia lettera che il Corriere ha pubblicato nel Giorno di Pasqua e della mia conversione al cattolicesimo, non significa in alcun modo voler «dettare la linea» al Papa o politicizzare il mio battesimo. Sono cose che io ho sempre detto da lunghi anni e sarebbe stato veramente singolare che, di punto in bianco, le avessi ignorate. Magdi Cristiano resterà sempre il Magdi che ha difeso dei valori inalienabili e inviolabili, con la sostanziale differenza che oggi questi valori convivono in modo del tutto armonico nel contesto della religione e della cultura cattolica.
Cordiali saluti e i miei migliori auguri di successo e di ogni bene.

Magdi Cristiano Allam
29 marzo 2008
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Re: CONVERSIONE. Lettera di Magdi Allam al Corsera 23/3/2008

Messaggioda Leonardo » mer apr 02, 2008 4:19 pm

per una nuova civiltà

Caro Magdi Cristiano,

l'Europa non è che una piccola penisola asiatica. Ma per millenni è stata un faro di civiltà. Quando crollò il grande impero di Roma, sorse una nuova civiltà fondata dal cristianesimo che riusci a forgiare nuovi popoli barbari con la cultura e la tradizione greco-romana. Ciò avvenne perchè la Chiesa seppe convertire nuovi popoli, nuove energie che apportavano nuova linfa ad una civiltà morente, salvando istituzioni che si erano fondate su quei valori del diritto e della ragione che Roma aveva per secoli rappresentato. Anche ai nostri giorni stiamo assistendo alla crisi finale di una civiltà: quella occidentale e cristiana minata al suo interno dal relativismo e dal nichilismo ed attaccata dell'esterno dall'ideologia del materialismo ateo prima e dal fondamentalismo islamico poi. Ben vengano tanti nuovi cristiani che come te hanno imparato ad amare i valori di una civiltà divenuta ormai incapace di sopravvivere ma checome te hanno compreso che possono costituire la forza nuova per far rinascre una cultura ed una civiltà altrimenti destinata al declino ed alla scomparsa. La tua conversione al cristianesimo è un percorso tuo spirituale e privato certamente importante. Ma al di la di questo io lo vedo come segno (ed è bene che la tua rinascita da cristiano sia avvenuta pubblicamente e con risalto) che nuove forze, nuove volontà, possono venire dall'esterno a salvare questa Europa malata e declinante, a infondere a tanti cristiani che sembrano essersi arresi, la speranza che l'Europa e l'Occidente cristiano può risorgere e continuare ad essere portatore di cultura e costruttore di nuova civiltà. I nuovi cristiani come te possono salvare la Chiesa e la Cristianità da una situazione che appare sempre più improntata a sterile e impotente rassegnazione. I nuovi convertiti sono il sangue nuovo per una rinascita della Cristianità.

rasenna
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