LABOR 2 - Esercitazione - una lettera a cui rispondere

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LABOR 2 - Esercitazione - una lettera a cui rispondere

Messaggioda berescitte » mer mag 17, 2006 3:23 pm

La seguente lettera è stata indirizzata a Radio Maria per il nostro GRIS.
Dal momento che in essa ravvisiamo sia delle obiezioni ricorrenti che qualcosa della tecnica e influsso geovista sulla scrivente, la proponiamo ai nostri foristi chiedendone una valutazione critica e cosa suggerirebbero di rispondere. Terminati i contributi, ne faremo una sintesi che raccolga gli spunti più centrati.
Ovviamente abbiamo tolto i riferimenti personali.
La sottolineatura è nell'originale.
Buon Lavoro!...
_____________________________________________________________

Cara Radio Maria

Ho ascoltato con interesse, prendendo anche appunti, la trasmissione del 4 gennaio 2006 perché, come vi ho già scritto, ho una cara amica che è divenuta una testimone di Geova e questo mi addolora molto; vorrei aiutarla a ritornare al cattolicesimo. Sono perfettamente d'accordo con voi che non tutte le notizie divulgate dalla stampa sono attendibili e degne di fiducia e che bisogna essere svegli e mettere in pratica Atti 17:11 e I Tess 5:2 e che quindi faremmo bene oltre la Bibbia a consultare diverse fonti storiche, archeologiche, enciclopedie e pareri di esperti studiosi per accertarci come stanno realmente le cose. Ho chiesto alla mia amica i libri da voi menzionati alla radio per poterli consultare e alla pag. 1066 del libro "Perspicacia" mi ha colpito ciò che dice il Dizionario Enciclopedico Treccani (volume VIII pag: 242) lì si legge che la festa di Natale, come voi già sapete, è ignota ai Padri dei primi tre secoli e che manca una tradizione autorevole circa la data della nascita di Gesù. Ho consultato anche il libro "Ragioniamo" alla pag. 144 e lì viene menzionato (nel II volume a pagina 1102 ) il Dizionario Ecclesiastico della U.T.E.T. dove dice che riguardo al giorno ed al mese di questa nascita i Vangeli sono muti e che questa festa è stata sostituita alla festa pagana della nascita di Mitra (Solis Invict) celebrata nel paganesimo del secolo III e IV E.V.; anche la grande Enciclopedia De Agostini parla di questa festa come di una festa pagana ereditata poi dal cristianesimo.
Grazie a voi ho scoperto cose che non conoscevo, pensavo fossero i testimoni di Geova ad affermare queste cose, invece sono delle grandi Enciclopedie. Vorrei sapere cosa c'è di falso alla pagina 1066 del libro "Perspicacia" e a pagina 144 del libro "Ragioniamo". Voi, alla radio avete menzionato un rabbino ma non il suo nome, l'esegeta Tommaso Federico e lo storico Missoni come conferma autorevole e preziosa che il 25 -12 sia una data attendibile, ma non ho capito bene che cosa hanno confermato e chi sono questi studiosi, mi piacerebbe saperne di più. Sono in ogni caso d'accordo con voi, che la data di nascita di Gesù non sia importante, altrimenti Dio l'avrebbe fatta scrivere nella Bibbia e che invece è molto più importante l'evento, com'è stato detto alla radio. È stato anche detto che il libro “Il più grande uomo che sia mai esistito” dà poca importanza al bambino Gesù, controllando ho notato che vengono dedicati cinque capitoli, invece con mia sorpresa gli apostoli Matteo e Luca parlano del bambino Gesù solo in un capitolo, nel secondo, mentre Marco e Giovanni non ne parlano affatto. Questo vuol dire che danno poca importanza al bambino Gesù? Avete anche detto che è meschina l'idea che sia stato un nemico di Gesù a condurre i Magi da Gesù, e io lo penso come voi, ma poi mi chiedo: come mai la stella non guidò i Magi direttamente a Betlemme da Gesù, ma li condusse a Gerusalemme dal re Erode che voleva ucciderlo? Ho detto alla mia amica, che tutto ciò che dice Luca cap. 2 da 1 a 20, in merito al grande evento, contrasta con il loro libro "Potete vivere per sempre" alla pagina 119 che raffigura Cristo su un cavallo bianco, con una lunga spada, perché fa vedere Cristo come un re vendicativo e ciò è contro la Bibbia stessa (come avete detto voi alla radio). La mia amica mi ha fatto notare che non sono i testimoni di Geova a raffigurarlo così, ma è l'apostolo Giovanni nel libro dell'Apocalisse cap. 19: versetto dall’ 11 al 16 e mi ha fatto leggere nella mia Bibbia (edizione ufficiale della CEE). In questi versetti l'apostolo Giovanni vede Cristo su un cavallo bianco che combatte con giustizia, i suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, il mantello è intriso di sangue, il suo nome è il Verbo di Dio. Dalla sua bocca esce una spada affilata, Egli governerà con scettro di ferro, sul mantello e sul femore ha un nome Re dei re e Signore dei signori. Quindi mentre Luca 2 da 1 a 20 descrive la nascita di Cristo; Giovanni in Apocalisse descrive la vittoria di Cristo sui malvagi. Non ho capito perché questi versetti sono in contrasto tra loro e con la Bibbia stessa. Potreste spiegarmelo? Mi sono anche domandata come mai i testimoni di Geova non parlano mai del presepe ed accantonano questo vocabolo, cosa che per noi cattolici è importantissimo perché ci aiuta a capire il segreto del vero Natale come ha detto il Papa benedetto XVI. Così ho consultato la mia Enciclopedia di Rizzoli Larousse e alla parola Presepe ho letto che è una tradizione che è nata da un primo presepe vivente che San Francesco a Greccio (Rieti) mise insieme nel Natale del 1223. Ho letto anche che il più antico presepe d'Italia può considerarsi quello sotto la Cappella Sistina e Santa Maria Maggiore a Roma modellato nel 1280 circa da Arnolfo di Cambio. Chiedo: dobbiamo dare più importanza alle scritture o alla tradizione? (Marco 7:13) Visto che per 1280 anni non esisteva nessun presepe. Come avete notato le domande che mi sono fatta sono tante, la vostra trasmissione mi ha fatto meditare molto e mi ha spinto a fare ricerche. Grazie a voi ho potuto conoscere cose che non sapevo e se risponderete alle mie domande la mia conoscenza crescerà ancora di più.
Sicura di una vostra gentile risposta, (. . .)vi ringrazio anticipatamente con un caloroso saluto

(firma) E.G.
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Ciao Berescitte, bentrovato anche qua

Messaggioda catechista » gio mag 18, 2006 3:10 pm

Per chi non lo sa dirò che ti ho conosciuto nel forum di Lorenzi e sono diventata una tua fan perché ho imparato tante cose da te. :wink:

Ma veniamo alla lettera. Io mi sbaglierò ma sento sulla pelle che la signora non è tanto limpida. Tra donne c'è un sesto senso...
Dice che ringrazia perché dalle trasmissioni ha imparato tante cose, ma poi sembra molto convinta di certe cose che ha sentito dai testimoni di Geova. Sembra proprio che ne abbia subito l'influsso a lungo perché usa la loro Bibbia per le citazioni (lo si capisce dall'uso dei due punti dopo l'indicazione del capitolo) ed è così convinta che è normale usare E.V. -era volgare secondo l'uso dei testimoni - anziché d.C. - Dopo Cristo secondo tutto il resto del mondo, che ha attribuito tale usanza perfino alla citazione che ha letto nel dizionario della UTET quando è impossibile che esso si esprima così.
Sono proprio curiosa di vedere cosa gli risponderai alla fine. :D
Kate
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Messaggioda GrisAdmi » ven mag 19, 2006 5:12 pm

Io direi di affrontare una per volta le questioni poste dall’autrice della presente missiva. Comincerò col trattare quella relativa al 25 dicembre come plausibile data della nascita di Cristo.

In effetti, i Vangeli tacciono relativamente alla data delle nascita di Cristo, così come fanno le testimonianze scritte più antiche. Il primo scritto in cui troviamo indicato il 25 dicembre quale data della nascita di Gesù è il “Commentario su Daniele” di S. Ipppolito (+235). In altri autori cristiani dell’epoca, però, si trovano anche indicate altre date: Clemente Alessandrino (+ c. 215) ci dice, infatti, che in Oriente alcuni fissavano la nascita il 20 di Maggio, altri il 20 di Aprile, altri ancora il 18 di Novembre.
Ciò che è certo è che attorno alla metà del IV secolo il Natale era già celebrato a Roma il 25 dicembre. Ce lo attesta la “Depositio Martyrum filocaliana”, un abbozzo di calendario liturgico che rimonta all'anno 354.
Ma come si è giunti a fissare questa data?
Un’ipotesi ancora molto diffusa è quella che vuole che il Natale sia stato fissato al 25 dicembre per distogliere i fedeli dalla festa pagana, celebrata in quello stesso giorno in onore del "Sole invitto", Mitra, il vincitore delle tenebre. Il culto del sole a quest'epoca era in auge presso i Romani, e non poteva non richiamare all'autorità ecclesiastica la nota immagine profetica del “Sol justitiae” di Malachia, che la tradizione cristiana applicava a Cristo. Una decorazione musiva della prima metà del III sec. lo rappresenta appunto, frammisto a simboli cristiani, nella figura di Helios, trionfante sopra un carro trascinato da cavalli bianchi. Nel 274, Aureliano aveva innalzato a Mitra un tempio, la cui inaugurazione era avvenuta il 25 Dicembre.
Contro tale ipotesi ci sono però dei solidi argomenti. E’ assai strano, infatti, che una novità di questo genere, introdotta a principio del IV sec., sia taciuta completamente dai Padri e dagli scrittori ecclesiastici dell'epoca. E’ vero che alcuni testi di S. Ambrogio, S. Massimo di Torino, S. Zenone di Verona, S. Agostino, S. Gerolamo, mettono in relazione Cristo con il sole ed il natale di quello col natale di questo; ma essi ne parlavano sviluppando semplicemente l'immagine di Malachia: “Orietur vobis sol justitiae “(14,2) e ricordando, non già il natale del sole pagano, Mitra, ma il natale del sole visibile, il “Sol novus”, che nasce con il solstizio d'inverno (25 Dicembre). Nonostante questo, l’ipotesi della sostituzione della celebrazione del Sole Invitto con quella della nascita di Cristo continua ad essere data quasi per certa in molte pubblicazioni, soprattutto di carattere più divulgativo (quali quelle citate dalla signora nella sua lettera).
Vale qui la pena di sottolineare che, anche qualora la data del 25 dicembre fosse stata stabilita onde distogliere i fedeli da una festività pagana, questo non vorrebbe comunque dire che, come vogliono i TdG, che il Natale è una festa pagana, ma proprio il suo contrario (sempre che la logica non sia un’opinione, si intende): il Natale fu una festa così fortemente cristiana da "cancellare" la preesistente festività pagana.
Diversi anni fa, però, sono apparsi due studi assai interessanti nei quali si dimostra, con estrema efficacia a parer mio, come il 25 dicembre sia, assai probabilmente, il vero giorno della nascita di Cristo. Il primo è della specialista francese Annie Jaubert ed è del 1953; il secondo è dello specialista Shemarjahu Talmon, dell’Università Ebraica di Gerusalemme ed è del 1958. Il contenuto di tali pubblicazioni è stato recentemente divulgato da T. Federici, in un articolo apparso sull’"Osservatore Romano" del 24 Dicembre 1998, e da V. Messori, sul "Corriere della Sera", in un articolo del 9 luglio 2003.
Da questo secondo articolo, dal tono decisamente meno tecnico rispetto al primo, cito il seguente brano:

“In realtà oggi, anche grazie ai documenti di Qumran, potremmo essere in grado di stabilirlo con precisione: Gesù è nato proprio un 25 dicembre. Una scoperta straordinaria sul serio e che non può essere sospettata di fini apologetici cristiani, visto che la dobbiamo a un docente, ebreo, della Università di Gerusalemme.
Vediamo di capire il meccanismo, che è complesso ma affascinante. Se Gesù è nato un 25 dicembre, il concepimento verginale è avvenuto, ovviamente, 9 mesi prima. E, in effetti, i calendari cristiani pongono al 25 marzo l'annunciazione a Maria dell'angelo Gabriele. Ma sappiamo dallo stesso Vangelo di Luca che giusto sei mesi prima era stato concepito da Elisabetta il precursore, Giovanni, che sarà detto il Battista. La Chiesa cattolica non ha una festa liturgica per quel concepimento, mentre le antiche Chiese d'Oriente lo celebrano solennemente tra il 23 e il 25 settembre. E, cioè, sei mesi prima dell'Annunciazione a Maria. Una successione di date logica ma basata su tradizioni inverificabili, non su eventi localizzabili nel tempo. Così credevano tutti, fino a tempi recentissimi. In realtà, sembra proprio che non sia così.
In effetti, è giusto dal concepimento di Giovanni che dobbiamo partire. Il Vangelo di Luca si apre con la storia dell'anziana coppia, Zaccaria ed Elisabetta, ormai rassegnata alla sterilità, una delle peggiori disgrazie in Israele. Zaccaria apparteneva alla casta sacerdotale e, un giorno che era di servizio nel tempio di Gerusalemme, ebbe la visione di Gabriele (lo stesso angelo che sei mesi dopo si presenterà a Maria, a Nazaret) che gli annunciava che, malgrado l’età avanzata, lui e la moglie avrebbero avuto un figlio. Dovevano chiamarlo Giovanni e sarebbe stato grande davanti al Signore.
Luca ha cura di precisare che Zaccaria apparteneva alla classe sacerdotale di Abia e che quando ebbe l'apparizione officiava nel turno della sua classe. In effetti, coloro che nell'antico Israele appartenevano alla casta sacerdotale erano divisi in 24 classi che, avvicendandosi in ordine immutabile, dovevano prestare servizio liturgico al tempio per una settimana, due volte l'anno. Sapevamo che la classe di Zaccaria, quella di Abia, era l'ottava, nell'elenco ufficiale. Ma quando cadevano i suoi turni di servizio? Nessuno lo sapeva.
Ebbene, utilizzando anche ricerche svolte da altri specialisti e lavorando, soprattutto, su testi rinvenuti nella biblioteca essena di Qumran, ecco che l'enigma è stato violato dal professor Shemarjahu Talmon che, come si diceva, insegna alla Università ebraica di Gerusalemme. Lo studioso, cioè, è riuscito a precisare in che ordine cronologico si susseguivano le 24 classi sacerdotali. Quella di Abia prestava servizio liturgico al tempio due volte l'anno, come le altre, e una di quelle volte era nell'ultima settimana di settembre. Dunque, era verosimile la tradizione dei cristiani orientali che pone tra il 23 e il 25 settembre l'annuncio a Zaccaria. Ma questa verosimiglianza si è avvicinata alla certezza perché, stimolati dalla scoperta del professor Talmon, gli studiosi hanno ricostruito la filiera di quella tradizione, giungendo alla conclusione che essa proveniva direttamente dalla Chiesa primitiva, giudeo-cristiana, di Gerusalemme. Una memoria antichissima quanto tenacissima, quella delle Chiese d'Oriente, come confermato in molti altri casi.
Ecco, dunque, che ciò che sembrava mitico assume, improvvisamente, nuova verosimiglianza. Una catena di eventi che si estende su 15 mesi: in settembre l'annuncio a Zaccaria e il giorno dopo il concepimento di Giovanni; in marzo, sei mesi dopo, l'annuncio a Maria; in giugno, tre mesi dopo, la nascita di Giovanni; sei mesi dopo, la nascita di Gesù. Con quest'ultimo evento arriviamo giusto al 25 dicembre. Giorno che, dunque, non fu fissato a caso.”

Ciò che viene fuori da queste recenti scoperte è la conferma che il 23 settembre e il 24 giugno per l’annuncio e la nascita di Giovanni il Battista, e il 25 marzo e il 25 dicembre per l’annunciazione di Gesù e per la sua nascita, non furono arbitrarie, e non provengono da ideologie di riporto. Le Chiese, infatti, avevano conservato memorie ininterrotte, e quando decisero di renderle celebrazioni “liturgiche” non fecero che sanzionare un uso immemorabile della devozione popolare. Dunque, dagli studi si può confermare quello di cui tutti noi cattolici siamo certi da sempre, cioè che il cristianesimo non è soltanto, o meglio, non è affatto costituito dalla devozione alle Scritture, per cui quello che non è scritto nella Bibbia non è ortodosso. Infatti, la Chiesa è un popolo che ha tramandato per migliaia di anni, anche “solo” attraverso il medium della “tradizione”, verità e credenze che dall’autorità vengono poi riconosciute e avallate nel momento in cui rischiano di essere dimenticate o confuse.
Ultima modifica di GrisAdmi il sab mag 20, 2006 5:03 am, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda GrisAdmi » sab mag 20, 2006 12:04 am

Passiamo ora alla questione riguardante la sosta dei Magi in Gerusalemme. Perché, se non fu Satana a condurli lì onde rendere nota ad Erode l’avvenuta nascita del Messia, la stella non li guidò direttamente a Betlemme?
C’è una prima questione d’ordine generale che va chiarita: i Vangeli non sono delle biografie di Cristo, ma testi che annunciano l’Evangelo, la buona novella della venuta del Regno. Gli episodi narrati dagli evangelisti hanno un valore teologico-spirituale, oltre che storico. A questo proposito, proprio il succitato V. Messori ha pubblicato, in anni recenti, due ponderosi volumi (“Patì sotto Ponzio Pilato?” e “Dicono che è risorto”) dove ha raccolto una serie davvero impressionante di prove a sostegno della fondamentale storicità dei Vangeli.
Ma veniamo all’episodio dell’arrivo dei Magi a Gerusalemme.
Questo ci è narrato dal solo Vangelo secondo Matteo, nei termini che seguono:

Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:
"Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo".
All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia.
Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
E tu, Betlemme, terra di Giuda,
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele.
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella
e li inviò a Betlemme esortandoli: "Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo".
Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.
Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.

[Mt 2,1-12]

Nei racconti haggadici della storia agiografica di Giacobbe e di Mosè ricorreva il motivo dell’annuncio fatto della loro nascita all’antagonista Labano ed al nemico faraone. Costoro, presi dal terrore, mettevano in azione piani di sterminio. Ma inutilmente, poiché Iddio vigilava sui suoi eletti. Ora, noi sappiamo che il Vangelo secondo Matteo e quello che, tra i quattro Vangeli Canonici, più risente di un sostrato giudaico. E’ quindi assai probabile che nel comporre la presente pagina evangelica, l’autore sacro si sia ispirato a tali racconti, onde evidenziare il parallelismo di Gesù con Giacobbe, padre del popolo eletto, e con Mosè, il liberatore di Israele. Ne emerge, pertanto, la tesi teologica che vede Cristo all’origine del Nuovo Israele (i cristiani), che egli ha liberato dalla schiavitù del peccato originale così come Mosè aveva liberato gli Ebrei dalla schiavitù in Egitto.
Non a caso Matteo inserisce in questo episodio il motivo della realizzazione profetica di una promessa dell’AT, citando e fondendo un passo messianico del profeta Michea (5,1) ed un testo del secondo libro di Samuele (5,2), espressivo dell’elezione divina di Davide quale re di Israele. L’evangelista, quindi, oltre al parallelismo di Gesù con Giacobbe e Mosè, ne indica anche un altro con Davide. Anche il tema della stella non fa che sottolineare questo: l’indovino Balaam aveva scorto in visione una stella uscire dal popolo di Israele (Nm 24,17), e nel giudaismo la si leggeva come un simbolo messianico.
Sarebbe stato quindi giusto attendersi che il popolo di Israele riconoscesse il suo Messia tanto atteso. Invece Gesù è stato rifiutato. Matteo vuole intendere questo quando associa Gerusalemme tutta alla reazione di Erode: “All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.” L’avversione del re e dei gerosolimitani rappresenta quella del popolo ebraico che non ha creduto a Gesù e che lo ha condannato a morte. E’ il giudaismo ufficiale a volere la morte di Gesù. Questo brano quindi preannuncia il destino di persecuzione di Gesù e della comunità da lui fondata da parte degli ebrei (non si dimentichi che il Vangelo secondo Matteo era destinato, in origine, ai cristiani di provenienza giudaica, perseguitati dalla loro comunità di origine).
Respinto dal suo popolo, il Messia è riconosciuto dai lontani. Sono i pagani coloro che hanno accolto il lieto messaggio e sono entrati nella Chiesa. L’atto di prostrazione dei Magi simboleggia il riconoscimento di fede dei credenti venuti dal paganesimo, i quali confessano con la loro appartenenza alla comunità cristiana la divinità di Gesù.
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Messaggioda GriStaff » mar mag 23, 2006 2:56 pm

Complimenti a Trianello, un lavoro veramente pregevole.
Tuttavia qui ci sembra, come dire... sprecato. Pensiamo che la signora della lettera gradisca piuttosto risposte essenziali, riassuntive.

E questa osservazione è una cortese richiesta, sia a lui che ad altri, per il seguito dei rilievi critici.

Ne guadagnerà l'agilità e leggibilità del forum.
E comunque, in seguito, con il pemesso del Nostro, vedremo di collocare i suddetti contributi in luogo più consono.
Grazie.
Chi altri c'è?... :?: :?: :?:
Aiutateci ad aiutare
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Messaggioda GrisAdmi » mer mag 24, 2006 4:24 am

Va bene, tanto la signora è una TdG… ehm.. cioè, lo è la sua amica… :roll: I TdG sono abituati a leggersi dei polpettoni. :wink:
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Messaggioda Luxeterna » mar giu 06, 2006 3:41 pm

Comincio col dire che, come più volte ribadito anche durante la puntata del gennaio 2006 a RadioMaria, la data del Natale in se non ha un' importanza assoluta in quanto l'evento stesso la supera di molto anche se, come abbiamo potuto sentire durante la trasmissione e leggere qui sul forum, la sua attendibilità è molto più alta di quanto si possa immaginare.
Per rispondere alla signora comunque citerei per un momento le stesse pubblicazioni dei Testimoni di Geova:

-“E’ del tutto senza importanza il giorno in cui il Natale è celebrato; noi possiamo
giustamente celebrarlo.”
(WT 15/12/1903 reprints p. 3290)

-“Non cavillare sulla data; festeggia con il mondo e celebra il Natale.”
(WT 1/12/1904 reprints p. 3468)

-“Non è molto importante che il 25 Dicembre non sia l’anniversario della nascita del
Nostro Signore, o che Egli sia nato in effetti verso il 25 Dicembre, un giorno vale l’altro
Se si tratta di commemorare la nascita nella carne di nostro Signore.”
(WT 15/12/1908 reprints p. 4298)

-“Questo evento è cosi importante che è sempre appropriato richiamarlo alla mente dei credenti,
indipendentemente dalla data.”
(WT 25/12/1926 p. 371)


Lasciando da parte il solito cambio di rotta avvenuto poi nel corso degli anni (soprattutto dopo il passaggio di consegne del movimento da Russel a Rutherford) anche la dirigenza geovista ha ben chiaro il concetto di “Evento”, ciò che rende speciale il Natale non è certo la data in se, ma la nascita del Signore.

Eviterei poi di tirare fuori per l’ennesima volta, ma purtorppo i nostri fratelli tdg non sembrano sentirci da quest’orecchio, la festa pagana di mitra; il Natale non è una festa pagana semplicemente per il fatto che i pagani non hanno mai festeggiato la nascita di Gesù Cristo.
Colui che per i Cristiani di tutto il mondo rappresenta l’immagine vivente del vero Dio incarnato.

Prosit!
Dómine Deus, firma fide credo et confíteor ómnia et síngula quæ sancta Ecclésia Cathólica propónit, quia tu, Deus, ea ómnia revelásti, qui es ætérna véritas et sapiéntia quæ nec fállere nec falli potest.
In hac fíde vívere et mori státuo. Amen
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Una proposta

Messaggioda Amministratore » mar giu 13, 2006 5:12 am

E' normale che all'inizio del forum i partecipanti stiano un poco sul chi vive e siano reticenti, perciò non deve far meraviglia la poca partecipazione a questo LABOR, del resto abbastanza impegnativo...
Tuttavia si deve anche considerare che forse molti si iscrivono più per ricevere informazioni che per darne e che, nella fattinspecie di una certa problematica, siano incerti su quali osservazioni fare.

Perciò (e solo per quanto riguarda i vari LABOR) lanciamo la proposta di porre un termine di 30 giorni, oltre il quale è bene che chi ha aperto l'argomento dica la sua, raccogliendo e sintetizzando i contributi utili e in pratica esaurendo l'argomento. Anche se la discussione resterà aperta.

L'nvito si rivolge quindi in concreto a Berescitte perché provveda in merito a questo LABOR e ne lanci di nuovi (anche più semplici) traendoli dal suo bagaglio di esperienza che sappiamo non piccolo.
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Messaggioda berescitte » mar giu 13, 2006 9:47 am

Provvedo subito postando (cf LABOR 3) la letterina di Antonio.

Se non arriveranno altri contributi al presente Thread prometto che entro la fine del mese farò quanto richiesto dall'Amministrazione.
La proposta di prefiggersi una scadenza mi piace, e spero che serva da valido stimolo a... tuffarsi! :)
A nuotare si impara solo stando in acqua :wink:
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Concordo!!

Messaggioda santiago » ven giu 16, 2006 12:05 am

Comprendo perfettamente...

Le mie conoscenze non sono paragonabili a quelle di altri, per di più in questi giorni sto cercando di studiare argomenti diversi, ma complessi. Inoltre andare a cercarsi papiri su internet di dubbia provenienze a mio parere è sconsigliabile: leggendo libri però i tempi di risposta si allungano, soprattuto per chi si interessa da poco di Cristo.. (sono rimasto nell'ignoranza troppo a lungo e recuperare è dura!! Comunque meglio tardi che mai!!) Anch'io sbircio sempre le risposte di chi ne sa di più di me o aspetto che qualcuno di più preparato risponda...

L'idea di dare un limite di tempo è buona.

Spero che si agganci qualcun altro oppure che i LABORATORI siano di diverse difficoltà in modo che anche i principianti possano dire la loro e cominciare un percorso...

Buonanotte!! :D

Marco
Lc 22,38 Ed essi dissero: "Signore, ecco due spade". Ma egli rispose "Basta!".
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Messaggioda GrisAdmi » mar giu 20, 2006 3:08 am

Visto che la discussione è ferma da parecchio, inserisco un altro mio contributo. Sarò breve, questa volta, e mi occuperò della domanda concernente il presepe.
In genere, nelle opere divulgative troviamo scritto che il primo presepe (si trattava di un presepe vivente) fu allestito da S. Francesco a Greccio nel 1223. Questa è infatti è la prima attestazione storicamente sicura dell’esistenza di una rappresentazione plastica della natività di origine spiccatamente popolare. Ci sono però degli indizi che ci inducono a pensare che la tradizione del presepe sia assai più antica. Ad esempio, c’è un documento che ci parla di un presepe presente a Napoli, nella chiesa di S. Maria del Presepe, nell’anno 1025. Quindi, non è del tutto improbabile che, a livello popolare, l’usanza di rappresentare plasticamente la natività in prossimità del Natale sia di molto precedente al XIII secolo.
A prescindere da quanto detto, bisogna sottolineare che il presepe altro non è che una rappresentazione della natività e che rappresentazioni pittoriche e scultoree della natività sono attestate sin del III secolo. A partire dal IV secolo, poi, la natività diventa uno dei temi dominanti dell’arte religiosa occidentale. Nelle pitture e nelle sculture sono già presenti tutti gli elementi che poi si ritroveranno nel presepe vero e proprio. Col procedere del tempo, le rappresentazioni della natività si vanno arricchendo di personaggi e di motivi allegorici: il bue e l'asino, aggiunti da Origene, interprete delle profezie di Abacuc e Isaia, divengono simboli del popolo ebreo e dei pagani; i Magi il cui numero di tre, fissato da S. Leone Magno, ne permette una duplice interpretazione, quali rappresentanti delle tre età dell'uomo: gioventù, maturità e vecchiaia e delle tre razze in cui si divide l'umanità: la semita, la giapetica e la camita secondo il racconto biblico; gli angeli, esempi di creature superiori; i pastori come l'umanità da redimere; i doni dei Magi, interpretati con riferimento alla duplice natura di Gesù e alla sua regalità: l'incenso, per la sua Divinità, la mirra, per il suo essere uomo, l'oro perché dono riservato ai re.
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Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)
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GrisAdmi
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CONCLUSIONE

Messaggioda berescitte » mer lug 05, 2006 2:56 pm

Il mese è passato abbondantemente e perciò a me tocca obbedire a quanto richiesto dall’Administrator nel post del Mar Giu 13, 2006 4:12 am.

Ecco dunque, in aggiunta alle osservazioni fatte dai foristi, la lettera della signora E.G., riprodotta a puntino, con inframmezzate in rosso/grassetto le mie osservazioni/risposte.

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Cara Radio Maria
Ho ascoltato con interesse, prendendo anche appunti, la trasmissione del 4 gennaio 2006 perché, come vi ho già scritto, ho una cara amica che è divenuta una testimone di Geova e questo mi addolora molto; vorrei aiutarla a ritornare al cattolicesimo.
Quando un TG scrive, di solito vuole restare dietro un paravento; paravento fatto magari di “un amico/amica da aiutare”. Potrebbe essere anche in questo caso? Non ci interessa! Anzi dichiariamo apertamente a qualsiasi TG (lettore occasionale o per incombenza d’ufficio) che non ci fa nessuna differenza se chi scrive sia o non sia TG, o sia ateo o di qualsivoglia denominazione. Noi non schediamo le persone in base a una scelta ideologica da loro preferita. Sarebbe pregiudizio. Nel forum siamo tutti livellati a menti pensanti che “pagano” di persona ciò che dicono con i contanti dell’argomentazione e della documentazione.
Quindi, cara Signora, rispondiamo ai quesiti anche se nella sua lettera non fosse stata presente tutta quella premessa da lei accuratamente sottolineata
.

Sono perfettamente d'accordo con voi che non tutte le notizie divulgate dalla stampa sono attendibili e degne di fiducia e che bisogna essere svegli e mettere in pratica Atti 17:11 e I Tess 5:2 e che quindi faremmo bene oltre la Bibbia a consultare diverse fonti storiche, archeologiche, enciclopedie e pareri di esperti studiosi per accertarci come stanno realmente le cose. Ho chiesto alla mia amica i libri da voi menzionati alla radio per poterli consultare e alla pag. 1066 del libro "Perspicacia" mi ha colpito ciò che dice il Dizionario Enciclopedico Treccani (volume VIII pag: 242) lì si legge che la festa di Natale, come voi già sapete, è ignota ai Padri dei primi tre secoli e che manca una tradizione autorevole circa la data della nascita di Gesù. Ho consultato anche il libro "Ragioniamo" alla pag. 144 e lì viene menzionato (nel II volume a pagina 1102 ) il Dizionario Ecclesiastico della U.T.E.T. dove dice che riguardo al giorno ed al mese di questa nascita i Vangeli sono muti e che questa festa è stata sostituita alla festa pagana della nascita di Mitra (Solis Invict) celebrata nel paganesimo del secolo III e IV E.V.; anche la grande Enciclopedia De Agostini parla di questa festa come di una festa pagana ereditata poi dal cristianesimo.
Grazie a voi ho scoperto cose che non conoscevo, pensavo fossero i testimoni di Geova ad affermare queste cose, invece sono delle grandi Enciclopedie. Vorrei sapere cosa c'è di falso alla pagina 1066 del libro "Perspicacia" e a pagina 144 del libro "Ragioniamo".
A me pare francamente eccessivo che la sua amica abbia portato con sé “Perspicacia”, le due enciclopedie e il dizionario che lei menziona. Sia perché sono volumi pesantissimi, sia perché – guarda caso! – sono tutte e tre citate a pag. 145 del manuale “Ragioniamo facendo uso delle Scritture”, che lei – come farebbe un TG – cita definendolo riassuntivamente “Ragioniamo”, come del resto fa anche citando Atti e Tessalonicesi che sono citati secondo l’uso geovista che mette i due punti dopo l’indicazione del capitolo… E’ un particolare che “con perspicacia” ha notato anche la forista “catechista”. Ma lasciamo stare!

Cosa c’è di falso nel discorso sostenuto dalle opere geoviste “Ragioniamo” e “Perspicacia”? E’ presto detto: il glissare sul fatto, attestato da molte fonti e perfino da queste da Lei citate, che la festa del Natale è «per celebrare una ricorrenza» (riga 20 di Ragioniamo) non quindi una data; ed è avvenuta «in vista di opporre una festa cristiana alla festa pagana della nascita di Mitra (solis invicti) celebrata il 25/12 nel paganesimo del sec. III e IV». (Ragioniamo riga 29ss)
Da quando in qua fare una cosa “per opporsi a…” significa ereditare cioè voler mantenere in essere quella stessa usanza a cui ci si oppone? Che logica segue e quale sgambetto di incoerenza riesce a inculcare la mente di chi scrive i libri di spiegazione geovisti che “spiegano” le cose in questo modo? Secondo lei se a carnevale delle pie suore hanno deciso di digiunare e indire un’ora di adorazione per riparare i peccati di licenziosità, facendo di questa loro usanza una consuetudine annuale, noi dovremmo schedare questa loro celebrazione e digiuno annuali come usanza pagana per via del carnevale pagano e rifiutarla?
La cosa buffa e sorprendente che riscontriamo continuamente è che il CD, con quelle sue opere di catechesi geovista, riesce perfino a non far vedere ciò che c’è scritto chiaro anche nei documenti che lui utilizza a suo favore mentre sono a suo sfavore! Che il Natale cristiano fosse una festa del tutto “cristiana” appunto perché “in opposizione” alle festività pagane, è detto chiaramente anche alla fine della trattazione sulla “Data della ricorrenza” ove si legge che l’intento cristiano era «festeggiare, cioè, nei giorni in cui la luce comincia a ricrescere, dopo il solstizio d’inverno, il n. [Natale] di Cristo ‘sole di giustizia e di verità’, che dissipa le tenebre del mondo». Che cosa ci vuole di più per dire che il dio sole è soppiantato da Gesù nuovo Sole e che pertanto non è affatto una usanza pagana ma cristiana la celebrazione del Natale? La storia poi non ha dato ragione alla Chiesa? Dove mai oggi si celebra ancora la festa di Mitra o del Sole invitto? A quali occhi Il Natale di Gesù può mai passare per quella stessa festa camuffata?
Ovviamente mi lascio guidare dalla Sua lettera che non fa cenno ad altre critiche escogitate dal CD. Per esempio al deleterio consumismo e “sbevazzamenti” attribuiti – di nuovo illogicamente – al Natale. Sono cose che avvengono sia a Natale che in altre ricorrenze e spero che la sua personale perspicacia le farà capire da sé che queste manifestazioni non sono frutto/effetto causato dalla celebrazione liturgica; sono anche deplorate dagli stessi cristiani e, per quanto possibile, preventivamente “silurati” con accorate ammonizioni da tutti i pastori che invitano alla conversione e alle opere di carità prima durante e dopo quella festa.

Le faccio notare anche una piccola astuzia del CD (=Corpo Direttivo) laddove, citando il Diz. Treccani riporta «Tra le celebrazioni domestiche e popolari vanno ricordati il ceppo, i fuochi e i falò (sopravvivenze di quelli accesi in antico per il solstizio) . . . l’albero di N. (anch’esso sopravvivenza di riti agrari). – Vol VIII, p. 242.» Lo sa cosa è stato omesso in quei tre puntini di sospensione, come a dire che il Dizionario non ne fa cenno e che non è importante? E’ stato omesso «il presepe»! Evidentemente dava troppo fastidio, non potendo farlo passare anch’esso per una usanza “pagana” delle celebrazioni domestiche!

Ahem… Lei nella sua lettera ha scritto testualmente «(nel II volume a pagina 1102 ) il Dizionario Ecclesiastico della U.T.E.T. dove dice che riguardo al giorno ed al mese di questa nascita i Vangeli sono muti e che questa festa è stata sostituita alla festa pagana della nascita di Mitra (Solis Invict) celebrata nel paganesimo del secolo III e IV E.V.; » E’ proprio sicura che il Dizionario UTET si esprima in quel modo? Anche alla UTET è stata accettata l’usanza esclusivamente geovista di definire il tempo dopo Cristo come “E.V.” (Era Volgare) anziché come “D.C.”?


Voi, alla radio avete menzionato un rabbino ma non il suo nome, l'esegeta Tommaso Federico e lo storico Missoni come conferma autorevole e preziosa che il 25 -12 sia una data attendibile, ma non ho capito bene che cosa hanno confermato e chi sono questi studiosi, mi piacerebbe saperne di più. Sono in ogni caso d'accordo con voi, che la data di nascita di Gesù non sia importante, altrimenti Dio l'avrebbe fatta scrivere nella Bibbia e che invece è molto più importante l'evento, com'è stato detto alla radio.
Potrà trovare tutta la trattazione in dettaglio:
1) Sul mensile “30 GIORNI” N. 11, Novembre 2000, anno XVIII, art. “25 dicembre, una data storica”, di Tommaso Federici;
2) Sul “Corriere della sera”, 9 Luglio 2003 a pag 31, art. “Gesù nacque davvero quel 25 dicembre”, di Vittorio Messori.


È stato anche detto che il libro “Il più grande uomo che sia mai esistito” dà poca importanza al bambino Gesù, controllando ho notato che vengono dedicati cinque capitoli, invece con mia sorpresa gli apostoli Matteo e Luca parlano del bambino Gesù solo in un capitolo, nel secondo, mentre Marco e Giovanni non ne parlano affatto. Questo vuol dire che danno poca importanza al bambino Gesù?
Questa è una domanda davvero sorprendente!
Mi pare evidente che se Don Minuti ha detto che quel libro geovista dà poca importanza al Bambino Gesù non si riferiva al numero materiale delle pagine bensì al modo in cui viene presentato il periodo cosiddetto dell’infanzia rispetto a quello della vita pubblica. Sottolineare che oggi Gesù è un re potente, aiutandosi magari con le immagini di Apocalisse, contrapponendolo al bambino indifeso di Betlemme significa occultare il fenomeno strepitoso dell’incarnazione di Dio (negato dal geovismo) e di tutta la valenza spirituale che può trarsi – siamo sempre in tema natalizio - in termini di tenerezza di Dio, di salvezza offerta cattolicamente a tutti i popoli, di valore della semplicità della piccolezza e della povertà ecc…


Avete anche detto che è meschina l'idea che sia stato un nemico di Gesù a condurre i Magi da Gesù, e io lo penso come voi, ma poi mi chiedo: come mai la stella non guidò i Magi direttamente a Betlemme da Gesù, ma li condusse a Gerusalemme dal re Erode che voleva ucciderlo?
Davvero è lei a chiederselo? O sono i TG a farglielo pensare? Guardi che queste domande, che non sono venute in mente a nessuno in tanti secoli di cristianesimo ma sono state partorite a Brooklyn dal geovismo, non solo sono strane ma sconfinano nel ridicolo.
A parte il fatto che la stella poteva anche essere un fenomeno miracoloso e non astronomico, non fu affatto la stella a guidare i Magi da Erode ma la loro logica. Essa era collegata, nella loro cultura, con la profezia della nascita di un re. Cosa di più ovvio che recarsi alla reggia di Gerusalemme per trovare il neonato figlio di un re?
E se fosse stato Satana, come credono i TG, a manovrare in libertà la stella, cosa gli impediva di guidare anche Erode dal Bambino? O suggerire ad Erode di far pedinare i magi per scovarlo?


Ho detto alla mia amica, che tutto ciò che dice Luca cap. 2 da 1 a 20, in merito al grande evento, contrasta con il loro libro "Potete vivere per sempre" alla pagina 119 che raffigura Cristo su un cavallo bianco, con una lunga spada, perché fa vedere Cristo come un re vendicativo e ciò è contro la Bibbia stessa (come avete detto voi alla radio). La mia amica mi ha fatto notare che non sono i testimoni di Geova a raffigurarlo così, ma è l'apostolo Giovanni nel libro dell'Apocalisse cap. 19: versetto dall’ 11 al 16 e mi ha fatto leggere nella mia Bibbia (edizione ufficiale della CEE). In questi versetti l'apostolo Giovanni vede Cristo su un cavallo bianco che combatte con giustizia, i suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, il mantello è intriso di sangue, il suo nome è il Verbo di Dio. Dalla sua bocca esce una spada affilata, Egli governerà con scettro di ferro, sul mantello e sul femore ha un nome Re dei re e Signore dei signori. Quindi mentre Luca 2 da 1 a 20 descrive la nascita di Cristo; Giovanni in Apocalisse descrive la vittoria di Cristo sui malvagi. Non ho capito perché questi versetti sono in contrasto tra loro e con la Bibbia stessa. Potreste spiegarmelo?
Sono in contrasto semplicemente perché Apocalisse è un libro simbolico che adopera un linguaggio apocalittico, cioè da non prendere alla lettera: né nelle immagini (se fosse stato scritto oggi dubito che lo Spirito Santo avrebbe ispirato a Giovanni le immagini del cavallo e della spada per indicare la potenza); né quando parla di “nemici” da sconfiggere (simbolismo del demonio e del peccato già sconfitto con la redenzione). Ma, visto che lei ancora non è Testimone e perciò non ha impedimenti tipo “attenzione pensiero apostata!” perché non prova a leggersi un bel commento cattolico sul libro di Apocalisse?

Mi sono anche domandata come mai i testimoni di Geova non parlano mai del presepe ed accantonano questo vocabolo, cosa che per noi cattolici è importantissimo perché ci aiuta a capire il segreto del vero Natale come ha detto il Papa benedetto XVI. Così ho consultato la mia Enciclopedia di Rizzoli Larousse e alla parola Presepe ho letto che è una tradizione che è nata da un primo presepe vivente che San Francesco a Greccio (Rieti) mise insieme nel Natale del 1223. Ho letto anche che il più antico presepe d'Italia può considerarsi quello sotto la Cappella Sistina e Santa Maria Maggiore a Roma modellato nel 1280 circa da Arnolfo di Cambio. Chiedo: dobbiamo dare più importanza alle scritture o alla tradizione? (Marco 7:13) Visto che per 1280 anni non esisteva nessun presepe.
Questa domanda, mi perdoni, è del tutto illogica. Cosa c’entra la contrapposizione (tipicamente geovista!) tra Sacra Scrittura e Tradizione Apostolica che, nella loro ideologia, sono antagoniste perché essi, come tutti i protestanti, rifiutano la Tradizione Apostolica custodita dal magistero della Chiesa, e tra Sacra Scrittura e una tradizione=usanza popolare relativa alla rappresentazione della natività di Gesù? Ci vuole spiegare in che modo fare una rappresentazione con pupazzetti, o anche una sacra rappresentazione o un presepio vivente per onorare la celebrazione del Natale e aiutarci a rivivere con commozione e gioia il dono del Figlio di Dio all’umanità da parte di Dio Padre, equivarrebbe a dare più importanza alla tradizione popolare subordinandola alla Scrittura?

Come avete notato le domande che mi sono fatta sono tante, la vostra trasmissione mi ha fatto meditare molto e mi ha spinto a fare ricerche. Grazie a voi ho potuto conoscere cose che non sapevo e se risponderete alle mie domande la mia conoscenza crescerà ancora di più.
Sicura di una vostra gentile risposta, (. . .) vi ringrazio anticipatamente con un caloroso saluto
Guardi che anche “caloroso” è una parola tipicamente geovista. Comunque grazie e gradisca come… dono di Natale, l’interessamento che nel forum si è dato alle sue problematiche. A cui aggiungo il mio personale consiglio di dare molto tempo alla lettura di questo nostro forum e sito e a quello di Achille Lorenzi (http://www.infotdgeova.it) se vuole conoscere a fondo il pensiero geovista con le relative osservazioni critiche che ne smascherano la falsità.
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