da GrisAdmi » ven mag 19, 2006 5:12 pm
Io direi di affrontare una per volta le questioni poste dall’autrice della presente missiva. Comincerò col trattare quella relativa al 25 dicembre come plausibile data della nascita di Cristo.
In effetti, i Vangeli tacciono relativamente alla data delle nascita di Cristo, così come fanno le testimonianze scritte più antiche. Il primo scritto in cui troviamo indicato il 25 dicembre quale data della nascita di Gesù è il “Commentario su Daniele” di S. Ipppolito (+235). In altri autori cristiani dell’epoca, però, si trovano anche indicate altre date: Clemente Alessandrino (+ c. 215) ci dice, infatti, che in Oriente alcuni fissavano la nascita il 20 di Maggio, altri il 20 di Aprile, altri ancora il 18 di Novembre.
Ciò che è certo è che attorno alla metà del IV secolo il Natale era già celebrato a Roma il 25 dicembre. Ce lo attesta la “Depositio Martyrum filocaliana”, un abbozzo di calendario liturgico che rimonta all'anno 354.
Ma come si è giunti a fissare questa data?
Un’ipotesi ancora molto diffusa è quella che vuole che il Natale sia stato fissato al 25 dicembre per distogliere i fedeli dalla festa pagana, celebrata in quello stesso giorno in onore del "Sole invitto", Mitra, il vincitore delle tenebre. Il culto del sole a quest'epoca era in auge presso i Romani, e non poteva non richiamare all'autorità ecclesiastica la nota immagine profetica del “Sol justitiae” di Malachia, che la tradizione cristiana applicava a Cristo. Una decorazione musiva della prima metà del III sec. lo rappresenta appunto, frammisto a simboli cristiani, nella figura di Helios, trionfante sopra un carro trascinato da cavalli bianchi. Nel 274, Aureliano aveva innalzato a Mitra un tempio, la cui inaugurazione era avvenuta il 25 Dicembre.
Contro tale ipotesi ci sono però dei solidi argomenti. E’ assai strano, infatti, che una novità di questo genere, introdotta a principio del IV sec., sia taciuta completamente dai Padri e dagli scrittori ecclesiastici dell'epoca. E’ vero che alcuni testi di S. Ambrogio, S. Massimo di Torino, S. Zenone di Verona, S. Agostino, S. Gerolamo, mettono in relazione Cristo con il sole ed il natale di quello col natale di questo; ma essi ne parlavano sviluppando semplicemente l'immagine di Malachia: “Orietur vobis sol justitiae “(14,2) e ricordando, non già il natale del sole pagano, Mitra, ma il natale del sole visibile, il “Sol novus”, che nasce con il solstizio d'inverno (25 Dicembre). Nonostante questo, l’ipotesi della sostituzione della celebrazione del Sole Invitto con quella della nascita di Cristo continua ad essere data quasi per certa in molte pubblicazioni, soprattutto di carattere più divulgativo (quali quelle citate dalla signora nella sua lettera).
Vale qui la pena di sottolineare che, anche qualora la data del 25 dicembre fosse stata stabilita onde distogliere i fedeli da una festività pagana, questo non vorrebbe comunque dire che, come vogliono i TdG, che il Natale è una festa pagana, ma proprio il suo contrario (sempre che la logica non sia un’opinione, si intende): il Natale fu una festa così fortemente cristiana da "cancellare" la preesistente festività pagana.
Diversi anni fa, però, sono apparsi due studi assai interessanti nei quali si dimostra, con estrema efficacia a parer mio, come il 25 dicembre sia, assai probabilmente, il vero giorno della nascita di Cristo. Il primo è della specialista francese Annie Jaubert ed è del 1953; il secondo è dello specialista Shemarjahu Talmon, dell’Università Ebraica di Gerusalemme ed è del 1958. Il contenuto di tali pubblicazioni è stato recentemente divulgato da T. Federici, in un articolo apparso sull’"Osservatore Romano" del 24 Dicembre 1998, e da V. Messori, sul "Corriere della Sera", in un articolo del 9 luglio 2003.
Da questo secondo articolo, dal tono decisamente meno tecnico rispetto al primo, cito il seguente brano:
“In realtà oggi, anche grazie ai documenti di Qumran, potremmo essere in grado di stabilirlo con precisione: Gesù è nato proprio un 25 dicembre. Una scoperta straordinaria sul serio e che non può essere sospettata di fini apologetici cristiani, visto che la dobbiamo a un docente, ebreo, della Università di Gerusalemme.
Vediamo di capire il meccanismo, che è complesso ma affascinante. Se Gesù è nato un 25 dicembre, il concepimento verginale è avvenuto, ovviamente, 9 mesi prima. E, in effetti, i calendari cristiani pongono al 25 marzo l'annunciazione a Maria dell'angelo Gabriele. Ma sappiamo dallo stesso Vangelo di Luca che giusto sei mesi prima era stato concepito da Elisabetta il precursore, Giovanni, che sarà detto il Battista. La Chiesa cattolica non ha una festa liturgica per quel concepimento, mentre le antiche Chiese d'Oriente lo celebrano solennemente tra il 23 e il 25 settembre. E, cioè, sei mesi prima dell'Annunciazione a Maria. Una successione di date logica ma basata su tradizioni inverificabili, non su eventi localizzabili nel tempo. Così credevano tutti, fino a tempi recentissimi. In realtà, sembra proprio che non sia così.
In effetti, è giusto dal concepimento di Giovanni che dobbiamo partire. Il Vangelo di Luca si apre con la storia dell'anziana coppia, Zaccaria ed Elisabetta, ormai rassegnata alla sterilità, una delle peggiori disgrazie in Israele. Zaccaria apparteneva alla casta sacerdotale e, un giorno che era di servizio nel tempio di Gerusalemme, ebbe la visione di Gabriele (lo stesso angelo che sei mesi dopo si presenterà a Maria, a Nazaret) che gli annunciava che, malgrado l’età avanzata, lui e la moglie avrebbero avuto un figlio. Dovevano chiamarlo Giovanni e sarebbe stato grande davanti al Signore.
Luca ha cura di precisare che Zaccaria apparteneva alla classe sacerdotale di Abia e che quando ebbe l'apparizione officiava nel turno della sua classe. In effetti, coloro che nell'antico Israele appartenevano alla casta sacerdotale erano divisi in 24 classi che, avvicendandosi in ordine immutabile, dovevano prestare servizio liturgico al tempio per una settimana, due volte l'anno. Sapevamo che la classe di Zaccaria, quella di Abia, era l'ottava, nell'elenco ufficiale. Ma quando cadevano i suoi turni di servizio? Nessuno lo sapeva.
Ebbene, utilizzando anche ricerche svolte da altri specialisti e lavorando, soprattutto, su testi rinvenuti nella biblioteca essena di Qumran, ecco che l'enigma è stato violato dal professor Shemarjahu Talmon che, come si diceva, insegna alla Università ebraica di Gerusalemme. Lo studioso, cioè, è riuscito a precisare in che ordine cronologico si susseguivano le 24 classi sacerdotali. Quella di Abia prestava servizio liturgico al tempio due volte l'anno, come le altre, e una di quelle volte era nell'ultima settimana di settembre. Dunque, era verosimile la tradizione dei cristiani orientali che pone tra il 23 e il 25 settembre l'annuncio a Zaccaria. Ma questa verosimiglianza si è avvicinata alla certezza perché, stimolati dalla scoperta del professor Talmon, gli studiosi hanno ricostruito la filiera di quella tradizione, giungendo alla conclusione che essa proveniva direttamente dalla Chiesa primitiva, giudeo-cristiana, di Gerusalemme. Una memoria antichissima quanto tenacissima, quella delle Chiese d'Oriente, come confermato in molti altri casi.
Ecco, dunque, che ciò che sembrava mitico assume, improvvisamente, nuova verosimiglianza. Una catena di eventi che si estende su 15 mesi: in settembre l'annuncio a Zaccaria e il giorno dopo il concepimento di Giovanni; in marzo, sei mesi dopo, l'annuncio a Maria; in giugno, tre mesi dopo, la nascita di Giovanni; sei mesi dopo, la nascita di Gesù. Con quest'ultimo evento arriviamo giusto al 25 dicembre. Giorno che, dunque, non fu fissato a caso.”
Ciò che viene fuori da queste recenti scoperte è la conferma che il 23 settembre e il 24 giugno per l’annuncio e la nascita di Giovanni il Battista, e il 25 marzo e il 25 dicembre per l’annunciazione di Gesù e per la sua nascita, non furono arbitrarie, e non provengono da ideologie di riporto. Le Chiese, infatti, avevano conservato memorie ininterrotte, e quando decisero di renderle celebrazioni “liturgiche” non fecero che sanzionare un uso immemorabile della devozione popolare. Dunque, dagli studi si può confermare quello di cui tutti noi cattolici siamo certi da sempre, cioè che il cristianesimo non è soltanto, o meglio, non è affatto costituito dalla devozione alle Scritture, per cui quello che non è scritto nella Bibbia non è ortodosso. Infatti, la Chiesa è un popolo che ha tramandato per migliaia di anni, anche “solo” attraverso il medium della “tradizione”, verità e credenze che dall’autorità vengono poi riconosciute e avallate nel momento in cui rischiano di essere dimenticate o confuse.
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GrisAdmi il sab mag 20, 2006 5:03 am, modificato 1 volta in totale.
Trianello
Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)