da geodea » gio apr 19, 2007 7:00 am
Giorgio Bongiovanni nasce in Sicilia, a Floridia (SR), il 5 settembre 1963. Fin da piccolo, raccontano il padre Carmelo e la madre Giovanna, mostra una particolare attitudine verso gli altri. La sua vita cambia per la prima volta nel 1976, a soli 13 anni, quando incontra Eugenio Siragusa, il noto contattista catanese, che diviene suo Padre Spirituale. Eugenio spalanca a Giorgio Bongiovanni la conoscenza universale, lo segue e lo ammaestra con insegnamenti cosmici che in alcuni casi sono conferme e spiegazioni di esperienze che Giorgio ha già vissuto: avvistamenti di globi luminosi e incontri con Esseri speciali della cui reale essenza prenderà coscienza nel corso degli anni. Spinto da quella ardente fiamma che Eugenio Siragusa ha riacceso nel suo Spirito, Giorgio si dedica anima e corpo allo studio dei messaggi che il suo Padre Spirituale riceve da antichi Esseri venuti da altri mondi per assistere all'evento della creazione del nostro sistema solare e per aiutare la razza umana nel suo percorso evolutivo.
Apprende che il pianeta Terra è una creatura viva il cui Spirito può essere identificato con quell'Essere comunemente indicato con il nome di Maria, Myriam o Madre Terra, a seconda delle culture. Una Madre generosissima che senza nulla chiedere nutre incessantemente i suoi figli in totale simbiosi con il Sole, la sede della Luce Cristica, che come un Padre la feconda dando la Vita per poi illuminarla e riscaldarla. Allo stesso tempo Giorgio comprende che questa stessa Madre si trova in pericolo a causa del gravissimo stato di inquinamento e soprattutto per l’altissimo rischio di conflitto atomico. Sono tantissimi infatti gli avvertimenti di questi Esseri che, attraverso Eugenio Siragusa, manifestano una viva preoccupazione per la sopravvivenza del pianeta e quindi della razza umana progredita in scienza, ma non in coscienza. Con il passare del tempo la personalità spirituale di Giorgio va delineandosi con sempre maggior chiarezza. Con il fratello Filippo Bongiovanni e alcuni amici fonda il giornale Nonsiamosoli che coniuga i diversi aspetti del messaggio di Eugenio Siragusa: la vita nell'universo, la degenerazione dell'uomo affetto dall'Harbar, la peste dei neuroni del cervello causata dall'inquinamento che lo spinge a compiere atti di follia, come uccidere e uccidersi, e la conseguente compromissione dell'equilibrio del pianeta. L'attività divulgativa lo porta a trasferirsi nelle Marche, a Porto S.Elpidio (AP), dove tuttora vive. Un giorno di aprile, il 5, del 1989, verso mezzogiorno, Giorgio esce dal lavoro per andare a pranzo. Scorge vicino alla sua auto una Signora che gli pare lo stia aspettando. Lo colpisce la luminosità che proviene da questo Essere poiché il sole primaverile è alto in cielo. Avvicinandosi si rende conto che la Signora vestita di bianco è sospesa da terra. Lo saluta, gli dice di chiamarsi Myriam e lo invita a prepararsi a successivi incontri. Giorgio Bongiovanni è emozionato, ma sconvolto. Rientra a casa, racconta tutto a Lorella e si precipita al telefono per chiamare Eugenio Siragusa che lo tranquillizza spiegandogli che è stato visitato dalla Madonna.
Seguono nuove apparizioni, sempre più intense, fino a quando la Vergine invita Giorgio Bongiovanni a recarsi a Fatima poiché lì gli avrebbe dato un segno per tutta l'umanità. A settembre, il 2, del 1989, Giorgio, accompagnato da due amici spagnoli, è in ginocchio sotto la grande quercia che domina la piazza del santuario. Ha portato in dono rose rosse e attende, raccolto in preghiera. Come promesso la Madre Celeste lo chiama; Giorgio, caduto in estasi, rivede il Sublime Essere che gli domanda se è disponibile a portare una parte della sofferenza di suo Figlio. Giorgio Bongiovanni accoglie l'offerta della Vergine e vede partire dal suo petto, adornato da una rosa bianca, due fasci di luce che vanno a colpire i palmi delle sue mani. Giorgio cade all'indietro. Gli amici presenti accorrono in suo aiuto e vedono formarsi sul dorso delle sue mani una sorta di rigonfiamento che piano piano si lacera, come se un chiodo spingesse da sotto a sopra, per aprirsi in una profonda ferita che trapassa completamente i palmi. I dolori sono lancinanti e il trauma spirituale profondo. Giorgio fa ritorno a casa dove l'attendono Lorella e Giovanni, già disposti a condividere la sofferenza e la benedizione che il miracolo delle stimmate racchiude nel suo mistero. La loro vita cambia per sempre. Le copiose sanguinazioni quotidiane avvengono anche più volte al giorno e sono dolorosissime. Solo dopo ore Giorgio è in grado di riprendersi.
D'ora innanzi ogni sua risorsa spirituale, fisica, umana e materiale, compreso ciò che gli verrà donato o prestato, sarà impiegata totalmente nella missione affidatagli dalla Vergine. Infatti, oltre a stimmatizzarlo, la Madonna gli assegna come primo compito la divulgazione del Terzo Segreto di Fatima che la Chiesa Cattolica e Suor Lucia, l'unica dei tre veggenti ancora in vita, avrebbero dovuto diffondere già dal 1960 in obbedienza alle Sue disposizioni. Durante le sanguinazioni Giorgio ha anche la visione del Maestro Gesù che subentra nella guida della missione alla Vergine la quale, invece, gli apparirà solo in specifici momenti della sua vita, spesso per consolarlo o per alleviare i tanti patimenti di cui si rivela presto costellato il suo cammino.
Con i primi viaggi per il mondo comincia anche la prima parte della missione di Giorgio Bongiovanni. Spagna, Argentina, Uruguay e Paraguay sono la meta iniziale. A Montevideo Giorgio incontra la regina Sofia di Spagna alla quale mostra le stimmate, sarà lei stessa poi, il 27 ottobre 1990 a Madrid, a presentargli l'allora presidente dell'Unione Sovietica Michail Gorbaciov e sua moglie Raissa. Al Premier russo il giovane stimmatizzato chiede il permesso di portare il Terzo Segreto di Fatima nel suo paese, concessione che gli verrà accordata. Sono numerosi anche gli incontri con la gente comune che vuole conoscere la sua storia. Molti gli credono, altri lo contrastano, sopratutto per la sua posizione sempre più lontana dai dettami della Chiesa Cattolica che lo vorrebbe ubbidiente e sopratutto molto prudente nella divulgazione di determinate verità che si discostano dalla dottrina ufficiale. I messaggi che Giorgio riceve dal Maestro Gesù infatti contengono in sé elementi tanto semplici quanto rivoluzionari. La reincarnazione, la vita nell'universo, la vera essenza della Chiesa, la legge evolutiva di causa-effetto, i severi ammonimenti agli uomini violenti ed egoisti, i richiami contro le guerre e le crudeltà inflitte ai più poveri e ai più innocenti così come gli attacchi diretti ai dittatori e agli empi rendono il suo parlare piuttosto impopolare. E' di nuovo settembre, ancora il 2, del 1991. Giorgio è a Porto S. Elpidio, nella sua casa. Sanguina e il Signore Gesù gli mostra "due croci per l'umanità, una che redime, una che castiga". Nello stesso momento si formano nei suoi piedi due croci sanguinanti. E' un nuovo trauma sia per lui che per la sua famiglia. Giorgio pensa si tratti di un segno temporaneo poiché teme di non poter più camminare e quindi assolvere al suo incarico. Ma passano i giorni e le due croci assumono sempre più la stessa forma delle stimmate nelle mani.
Con le mani e i piedi segnati Giorgio Bongiovanni arriva a Mosca. Forse per la prima volta nella storia un uomo religioso parla in diretta sul primo canale della televisione nazionale ad un pubblico di 150 milioni di persone.
E' aprile, il 2, del 1992. La Russia è già stata sconvolta dal golpe militare che ha deposto il presidente Gorbaciov spazzando via probabilmente l'unica possibilità di una pacifica apertura verso l'Occidente. Giorgio rivolge alle autorità un appello affinché i capi del Cremlino non abbandonino la loro nazione nella corruzione e nel degrado. Spiega che la Vergine Maria, nella seconda parte del messaggio di Fatima, aveva chiesto che la Russia venisse consacrata al suo Cuore Immacolato, altrimenti avrebbe sparso i suoi errori per il mondo. Impossibile non leggere nell'accorato richiamo il riferimento al pericolo nucleare che questa potenza in declino continua a rappresentare anche oggi, in termini di armamenti in disfacimento e di svendita di materiale contaminante, così come alla diffusa criminalità organizzata che ricicla miliardi di dollari reinserendoli nel circuito mondiale. In netto contrasto con l'iconografia classica del veggente intento in preghiere e guarigioni, propagandata del potere ecclesiastico, le stimmate di Giorgio Bongiovanni sono un monito vivente che entra negli eventi della storia contemporanea spesso anticipandoli. E' il caso dell'Africa, un continente particolarmente caro a Giorgio per la profonda commozione che in lui suscitano la sofferenza e l'aristocrazia di questo popolo martoriato dalla miseria e dagli orrori della guerra e delle malattie. Anche qui, a Kinshasa (ex Zaire), partecipa ad una trasmissione televisiva. Il giovane stimmatizzato parla con umiltà, ma con estrema fermezza. Accusa il dittatore di allora, Mobutu, di salvaguardare i suoi soli interessi a scapito della sua gente; il fatto è di tale eclatanza che la trasmissione viene interrotta dall'incursione di alcuni soldati dell'esercito di repressione. Alla folla di uomini e donne radunatasi allo stadio Giorgio chiede di rimanere uniti nel nome di Cristo e di non cedere al tranello delle diatribe etniche fomentate e soprattutto foraggiate con armi e denaro da Stati esteri interessati solamente a depredare il ricco territorio. Nonostante la viva sensibilità verso il segno e verso il messaggio, purtroppo, proprio nei luoghi toccati dai numerosi viaggi di Giorgio, si scateneranno guerre fratricide e tragici genocidi la cui brutalità sconvolgerà anche il pasciuto Occidente. Molti anni più tardi, sempre in diretta TV, mostrando le stimmate, Giorgio avverte anche il popolo argentino della crisi economica che dopo poco lo avrebbe travolto. L'anno 1992 è molto significativo per Giorgio.A maggio, il 28, è di nuovo in Sud America, a Montevideo, Uruguay. Si apre la quinta stimmata, al costato, sul lato sinistro. La sanguinazione è abbondante e lo sgorgare del sangue disegna sul corpo del giovane l'evidente forma di un calice. Cinque giorni prima, in Italia, viene barbaramente assassinato il giudice Giovanni Falcone, assieme alla moglie e ai tre agenti della sua scorta. Neanche due mesi dopo toccherà al giudice Paolo Borsellino e a cinque guardie del corpo pagare lo stesso prezzo per l'ineguagliabile servizio al valore della Giustizia. La morte dei due giudici siciliani colpisce profondamente Giorgio Bongiovanni e segnerà una svolta determinante nella sua storia. Per il momento è soltanto un appuntamento rinviato. In autunno Giorgio è di nuovo in Russia. Tra i vari appuntamenti è invitato, ad Alma Ata, in Kazakistan, a partecipare al Congresso della Concordia Spirituale cui sono presenti i rappresentanti di tutte le chiese orientali. Durante il suo intervento invita tutti all'unione spirituale e umana al di là delle diversità culturali o religiose. Religione infatti, dal latino religare, significa unire, mentre le diverse Chiese non solo hanno diviso gli uomini con le "sante" guerre che continuano a infuocare il mondo, ma a causa della loro corruzione temporale hanno disgiunto l'essere umano dalla sua essenza spirituale relegandolo nella disperazione materiale. Coniugare le forze positive in qualsiasi ambito si trovi ad operare è una delle priorità dell'agire di Giorgio Bongiovanni. Fin dal principio della sua missione infatti cerca di mettersi in contatto con tutti i veggenti mariani che hanno ricevuto messaggi di avvertimento così come è accaduto a lui esortandoli a rivelare le profezie che la Vergine ha loro affidato in modo da avvertire i rispettivi popoli degli enormi rischi cui andavano incontro. Tutti rispondono di essersi rimessi alle decisioni della Santa Madre Chiesa ubbidendo quindi alle disposizioni di silenzio imposte loro. Eppure la Celeste Signora, a Medjugorie, aveva profetizzato la terribile guerra che da lì a non molti anni si sarebbe verifi cata in terra Jugoslava, così come in Africa, ai veggenti ruandesi, aveva predetto le atrocità del genocidio mostrando loro fiumi di sangue e montagne di cadaveri. Difficile dire ora se tutto quel dolore poteva essere evitato semplicemente rispondendo all'appello accorato della Madonna che richiamava alla conversione e al pentimento tutti i suoi figli, indistintamente, a prescindere dalla loro provenienza o etnia. La stessa Suor Lucia Dos Santos, l'unica dei tre pastorelli di Fatima ad essere ancora in vita, ha delegato la rivelazione del Terzo Segreto al Vaticano che il 13 maggio del 2000 ne ha fornito una versione da molti giudicata parziale. Al proposito Giorgio Bongiovanni pubblicherà uno speciale nel quale fornirà una spiegazione dettagliata del messaggio così come lo ricevette egli stesso e un'interpretazione più completa della visione. Proprio all'apparizione di Fatima si lega un altro aspetto fondamentale dell'esperienza di Giorgio Bongiovanni.