TORRE DEL 1 GENNAIO 2012p. 5«COS'E' LA FEDE? Secondo l'uso biblico, la "fede" è la ferma credenza in ciò che non si vede, ed è basata su
prove solide. Chi ha fede in Dio
si concentra sull'adempimento delle sue promesse. Le reputa così sicure che è come se si fossero già adempiute.»
Sono perfettamente d'accordo sull'accenno alle "prove solide". E' esattamente ciò che ha esortato S. Pietro ai cristiani del suo tempo: saper esibire, con mitezza e rispetto, le
ragioni della fede a chiunque ne chieda (cf. 1Pietro 3,15); tra i quali "chiunque", il primo deve essere lo stesso soggetto credente che non deve credere solo per sentito dire e peggio solo su base emotiva a-razionale; e subito dopo i soggetti che ne hanno più diritto sono i suoi figlioli dei quali egli ha la responsabilità delle ide che loro inculca e che hanno ragione, crescendo, di chiedere al padre: "Ma papà queste cose che tu credi sono fondate su ragioni o su invenzioni favolistiche?" Infine si tratterà di fornire le ragioni a qualsiasi essere razionale le richieda. Sono infatti solo le ragioni (c'è anche la grazia di Dio ma quella non possiamo gestirla noi) che consentono di dire che i credenti non sono degli illusi e sono esse che soddisfano, oltre la tetimonianza coerente della vita (che pure ci vuole) ma che da sola farebbe obiettare a Nietzsche: "Questo tuo comportamento mi dice solo che ci credi davvero a ciò che dici, ma non che è vero ciò a cui credi!"
Questa visuale però della Torre, che invita a concentrarsi sulle promesse la trovo molto riduttiva perché fa vivere la fede solo in relazione alle profezie ancora da realizzarsi, tutti proiettati nel futuro. Ne risulta il disprezzo del presente; e infatti i TG si sentono nel mondo come stranieri, assediati, fanno di tutto per esserne separati. Sono tutti in attesa della sua "prossima" fine. Invece, per noi cattolici, la fede è il dono che ci fa conoscere le realtà soprannaturali, inaccessibili alla ragione, e acquistare il modo di vedere la realtà creata, compresi noi stessi, come la vede Dio. Il cristiano è l'uomo che vive di fede, ragiona come ragionava Gesù. Quindi la fede è una metànoia (capovolgimento) del naturale, ben significata dall'inversione di valori che Gesù ha espresso con il "manifesto" programmatico delle Beatitudini. E queste sono alcune delle idee che la fede comunica e chiede di tradurre in pratica:
- la storia profana non esiste. Tutta la storia del mondo è storia sacra in cui lo Spirito di Dio agisce, sin dai tempi più remoti, e, dopo Gesù, si è reso più strettamente Emanuele (Dio con noi), il che corrisponde alla idea sottesa al titolo divino YHWH, che vuol dire "colui che è presente al suo popolo, il provvidente, il Padre..." etc...
- tutti siamo utili nessuno necessario in questo grande disegno. ma ciascuno ha una sua parte, preziosa, irripetibile;
- tutto concorre al bene per coloro che amano Dio. Anche l'insuccesso, il dolore, la morte. Dio sa trarre (anzi trae sempre) bistecche da vecchie ciabatte;
- il mondo è un palcoscenico, ove Dio è il proprietario del teatro, è il Regista, l'Autore del copione, Colui che ingaggia gli attori assegnando a ciascuno la sua parte, e il Remuneratore della parte svolta. E bisogna essere fieri di far parte della compagnia, anche se ci assegna una piccola comparsa;
- alla fine non sarà premiato chi ha fatto la parte del ricco o del re ma chi ha recitato al meglio la propria parte;
- se agiamo male, rovinando parte della recita, Lui riesce a portarla comunque a buon fine: o sostituendoci, o recuperandoci con una grazia trionfatrice che ci converte e addirittura migliora la parte futura (l'esempio di Paolo di Tarso e di Agostino che diventano santi è eloquente);
- nella vita tutto è mezzo all'unico comune fine della vita eterna nella santità, i fini secondari sono sacrificabili a quello ("tutto reputo spazzatura...");
- si vale per ciò che si è, non per ciò che si ha o si produce;
- nel peccato bisogna distinguere l'errore (oggetto di odio) e l'errante, oggetto d'amore. Giudicare quindi e condannare e opporsi all'errore è l'unico nostro compito, mentre si lascia a Dio il giudizio interno sulla responsabilità dell'errante;
- perciò bisogna distinguere tra mondo-persone, tanto amato da Dio da donargli il suo unico Figlio, e il mondo-idee atee (o "spirito del mondo") da cui prendere le distanze e far di tutto affinché ne siano sanate e convertite alla fede le persone per le quali il cristiano deve essere luce e sale di verità evangelica; il che significa, oltre che evangelizzare, impegnarsi concretamente per una società più giusta e fraterna;
- la fede, quando è genuina, matura, salda, fa sì che il credente si appropri dell'esclamazione di S. Paolo: «Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me!»
- l'aspetto più dolce, anche se il più impegnativo quando le persone non sono amabili, sta nella convinzione che Gesù prende ogni giorno il volto degli altri. Il prossimo è quindi il luogo ove incontrare e amare Dio concretamente. So di dirlo a dei fratelli ai quali purtroppo è stato insegnato ad amarsi solo tra di loro. Noi della cristianità abbiamo un... "Canale" diverso che ci trasmette la verità divina e che io ritengo più corrispondente al Vangelo.
Naturalmente sono solo dei modesti accenni. I nostri libri di spiritualità (e si tratta di spiritualità che riecheggia la Bibbia, come si vede), aiutano a ruminare sempre più estesamente e profondamente queste verità rivelateci dalla Fede.
p. 6Jason, un uomo che soffre di una malattia debilitante «... ha assoluta fede che Geova adempirà le sue promesse, inclusa quella secondo cui la terra
diverrà presto un paradiso e gli esseri umani fedeli otterranno la vita eterna e una salute perfetta. (Salmo 37:10, 11, 29; Isaia 35:5, 6; Rivelazione [Apocalisse] 21:3,4) "Ripeto a me stesso che il meglio deve ancora venire", dice Jason, che spiega: "
Tra breve stress, ansia, tristezza e sensi di colpa saranno eliminati una volta per tutte". Che ottimo esempio di fede simile a quella di Abraamo!»
Ma forse se Jason sapesse che quel "tra breve" la WT lo diceva già più di un secolo fa, e se sapesse che solo nel 1935 la WT ha scoperto (e lo ha scoperto perché il numero degli Unti per il reame dei cieli Geova lo aveva già "suggellato", cioè, completato e c'era una grande folla di nuovi TG che voleva essere salvata) ha scoperto sia la terra paradisiaca che la categoria delle "altre pecore", oltre quella degli Unti, allora Jason si domanderebbe... ecco cosa si domanderebbe:
"Ma è davvero la Bibbia a dire questa novità della terra paradisiaca? Ma quei versetti ora citati non erano presenti da sempre in essa? E se sì, come mai, in oltre 50 anni di geovismo, essi non hanno 'detto' agli Unti - che sono i soli a capire la Bibbia - che c'era la terra paradisiaca e le altre pecore? O forse la verità è che non è la Bibbia a 'dire' le cose ma la mente di chi la legge a vedercele? E, se è così – come lo è se si è onesti e non ci si vuole nascondere dietro la Bibbia come dietro un paravento – se è così, quale competenza quanto a comprensione delle Scritture ha il cosiddetto Unto Rimanente se ha avuto bisogno di più di mezzo secolo per capire che la Bibbia prometteva la terra paradisiaca e che i salvati non erano solo gli Unti? E poi perché si continua oggi a dire 'tra breve' quando si sa che il
breve a cui si pensa non è quello del vocabolario umano ma quello "secondo i tempi di Geova" e che perciò può durare mille anni? A proposito, perché mai l'Unto Rimanente, che sarebbero i circa diecimila TG candidati al Reame dei Cieli non tira le orecchie al CD di Brooklyn che, nonostante la sua conclamata incompetenza in comprensione delle Scritture, assegna la colpa di certe interpretazioni fasulle a tutto il venerabile collegio degli Unti?"
Se Jason rifletterà "bereanamente" e si farà tali domande, noi che stiamo cercando di vedere se vi sono o no motivi di credibilità nel geovismo, esclameremo a suo riguardo: "Che ottimo esempio di bereanità, simile a quella del nugolo di ex Testimoni che si sono ricreduti e che oggi scrivono sul sito
http://www.infotdgeova.it!
p. 9-10«Abraamo ascoltava i suggerimenti di coloro che erano sotto la sua autorità. (...) Possiamo mostrare umiltà anche con il modo in cui reagiamo ai suggerimenti altrui. (...) "Ho riscontrato che un bravo sorvegliante crea un ambiente in cui ci si sente liberi di esprimersi", dice John, un sorvegliante esperto....
nessuno, neppure un sorvegliante, ha il monopolio delle buone idee".»
Domande: ne sono eccettuati i sorveglianti del CD? O si vuol negare che essi procedono con lo stile di "O mangi questa minestra o salti dalla finestra"? O forse accade magari che loro, quelli del CD, ascoltano attentamente i suggerimenti perfino provenienti da "quelli di fuori" e, obtorto collo, quando capiscono che altrimenti cadrebbero nel ridicolo, accolgono quelli che possono accogliere scusandosi con la "luce crescente"? Ma se è così – e ci sono molte prove che ormai è così, a partire dal precedente assolutismo con cui si diceva che il nome di Dio era Geova, e ora si dice 'Geova o Yahweh' – se è così come si fa a dire che la luce viene da Geova e non dal basso, perfino da un basso che più basso non si può perché viene da appartenenti a 'Babilonia La Grande' che, chissà perché, sono anch'essi innamorati delle Scritture?
p. 16«Solo l'Iddio Onnipotente
può prevedere il futuro nei minimi particolari. (Amos 3:7) Ad esempio, egli aveva predetto...»
No, fratelli Testimoni! Dio, se è quello che deve essere, non solo "può prevedere" ma
prevede, anzi
sa da sempre, obbligatoriamente tutto. Lui ha presente non solo tutta la storia umana per filo e per segno, sia nel suo insieme che dei singoli individui, sia esistenti sia che esisteranno, ma conosce davvero anche il numero dei capelli di ciascuno, e delle cellule che formano quei capelli, e degli atomi che formano quelle celleule, e delle particelle che formano quegli atomi... sì fino alle moderne "stringhe" se... riusciranno ad uscire dal nimbo fantascientifico in cui si trovano ancora.
E della sua creazione, sia spirituale che materiale, sa tutto quello che è perché la conosce nella sua entità; e la deve conoscere per la semplicissima ragione che ogni minima particella di cui è composta, presa nella sua individualità e nella aggregazione con altre così da formare essenze e sostanze che si modificano nel turbinio del divenire, è stata e sarà comunque perennemente realtà creata da Lui. Intendete, non creata una volta per tutte e lasciata a se stessa e dimenticata (se Dio dimenticasse la realtà essa cadrebbe all'istante nel nulla da cui è stata tratta) ma pensata e voluta creativamente ad ogni "nanosecondo della sua esistenza". La "conservazione" della realtà nell'essere, dicevano già gli antichi teologi, è una "continua creazione".
E fate male, fratelli Testimoni se rifiutate queste cose perché esigete di trovarle nella Bibbia. Queste cose sono scientifiche e filosofiche. Ma la Bibbia non insegna né scienza né filosofia. Non era questo l'intento di Dio nell'ispirarla, ma solo quello di dare all'uomo informazioni necessarie per la sua religiosità e in relazione alla sua salvezza eterna. Del resto se invece di dire "in principio Dio creò il cielo e la terra" Dio avesse detto all'agiografo come sono andate le cose con tanto di "big bang" e comparsa delle particelle elementari, chi lo avrebbe capito? Neanche Gesù, dal momento che "cresceva in sapienza" ha mai saputo queste cose; egli ha ricevuto la cultura del suo tempo.
Quindi non disprezzate, come vi invita a fare il CD ciò che è "pagano". Se uno scienziato pagano, dalla consapevolezza delle meraviglie del mondo che la scienza gli squaderna davanti agli occhi oggigiorno, incontra un filosofo coi fiocchi si persuade che dietro questo "cosmo" (che in greco significa "bellezza") ci dev'essere un'intelligenza onnipotente e una volontà d'amore; e su questo potrebbe basare una relazione religiosa che supera di anni luce la religiosità di chi immagina Dio come lo immagina e propone il vostro CD. Un Dio che non è onnipresente e che ha bisogno di segni da studiare per "prevedere il futuro".
p. 17«Quale sarà il futuro dell'umanità? L'Iddio Onnipotente ha grandi progetti per l'umanità fedele. Gesù Cristo, il Messia,
e i suoi eletti governeranno la terra dal cielo.»
Noticina per i non addetti: tra questi governatori, che sarebbero 144.001 Unti, ci sarà Maria e Gesù, ma non lo sposo di Maria, giacché egli non fu unto. E siccome Maria e Gesù hanno ormai un "corpo spirituale". Giuseppe, il padre presunto di Gesù (o meglio la copia di Giuseppe giacché al momento egli è svanito totalmente nel nulla), che il CD pretende, illogicamente, che sia la stessa persona del Giuseppe storico, non vedrà mai più i membri della sua famiglia terrena; sarà eternamente separato sia dalla sua dolce Sposa che da Gesù i quali sono fornito di un corpo spirituale, cioè tale da non potersi vedere, oltre che starsene... lassù ad anni luce di distanza.
Altra nota per chi sa che la terra paradisiaca è stata inventata solo nel 1935: ecco una riprova che Geova non prevede il futuro sin nei minimi particolari. Se lo avesse potuto fare, avrebbe comunicato da ben prima del 1935 che esisteva, oltre al celeste, il paradiso terrestre, invece di far tribolare alcuni - costringendoli ad accettare una idea falsa (quella che esisteva solo il celeste) - con la esclusione dall'ingresso nei cieli (per i posti già tutti occupati) e altri con la costrizione ad entrarci (nonostante si sentissero fatti per la vita sulla terra).
«I morti verranno destati e
avranno l'opportunità di essere giudicati degni della vita eterna.»
Si noti, dice "avranno l'opportunità" e non "l'hanno avuta". Il geovismo cioè qui sta dicendo che non ha valore ciò che dice la Bibbia quando dice: «27 E come agli uomini è riservato di morire una volta per sempre, ma dopo ciò un giudizio. *(Ebrei 9,27 - NM) e quando dice: «10 Poiché dobbiamo tutti essere resi manifesti dinanzi al tribunale del Cristo, affinché ciascuno riceva il suo giudizio per le cose fatte mediante il corpo, secondo le cose che ha praticato, sia cosa buona che vile. (2Corinti 5,10 - NM). Nonostante queste dichiarazioni Scritturali il geovismo ritiene che non si viene giudicati in base alla vita passata. Ascoltiamo la sua sorprendente presa di posizione:
«Contrariamente all'opinione comune, egli [Cristo – ndr] non giudicherà le persone in base ai loro peccati passati, molti dei quali commessi forse per ignoranza. La Bibbia spiega che alla morte l'individuo è prosciolto o assolto da tutti i peccati commessi. Essa dice: "Colui che è morto è stato assolto dal suo peccato". (Romani 6:7) Questo significa che i risuscitati saranno giudicati in base a quello che faranno durante il Giorno del Giudizio [il millennio – ndr], non a quello che hanno fatto prima di morire.» (Potete, p. 175)Sembra di capire che il CD vuole tranquillizzare i suoi fedeli ex cattolici che, nel momento del trapasso, non potranno più ripulirsi la coscienza con la confessione. Ma lo fa maldestramente, perché ad un occhio bereano non sfugge che questa teoria fa leva su tre inganni:
Primo: il testo citato (si legga tutto il capitolo 6 di Romani) non parla di morte fisica ma di morte spirituale, quella che avviene nel battesimo. Che anzi comprende sia la morte che la resurrezione a novità di vita;
Secondo: "prosciolto o assolto" è traduzione deformata. Quella giusta è "liberato". Il contesto fa capire che, dopo il battesimno, non si segue più la legge del peccato ma quella della libertà dei figli di Dio, illuminati dal Vangelo;
Terzo; l'aggettivo possessivo "suo" - che nella NM è posto tra parentesi quadre e qui in
Potete promosso a Parola di Dio! - è una aggiunta galeotta perché non è parola che serve a "completare il senso del testo italiano"** ma a deformarne il senso. Essa vuole far applicare l'assoluzione predetta ai peccati propri, personali, quelli commessi durante tutta la vita, mentre, trattandosi del battesimo si tratta dell'unico peccato originale ereditato dai progenitori da cui il battesimo ci libera, e che è sì
nostro perché inerente alla nostra natura di discendenti di Adamo ma è anche
non nostro perché non commesso da noi.
_________________________________
* La versione CEI qui dice "il giudizio". Non è una differenza da trascurare. Per noi cattolici esiste un solo giudizio, dopo la morte del corpo biologico. Per il geovismo ve ne sono tre:
il primo è quello basato sull'impegno ora profuso per il Regno di Dio che serve a far raggiungere al TG una "condizione approvata davanti a Geova", cioè a meritare di entrare nella terra paradisiaca e perciò, se muore, ad essere risuscitato in essa;
il secondo avviene sia durante che alla fine del millennio, ove, se non si pratica la giustizia si verrà distrutti;
il terzo avverrebbe dopo il millennio, per quelli che hanno superato le prime due prove, e consisterà nel mantenere l'integrità resistendo alla persecuzione e prove (non si capisce di che tipo) con le quali Satana angarierà gli eletti. Ecco perché la WT ha fatto scrivere "un giudizio".
**
«Le parentesi quadre singole [ ] racchiudono parole inserite per completare il senso del testo italiano.» (NMrif, p. 7) Nella stessa pagina si legge anche l'avvertimento:
«E' evidente che anche una cosa apparenemente insignificante come l'uso o l'omissione di una virgola o di un articolo determinativo o indeterminativo può a volte alterare il significato corretto del passo originale.» Figurarsi cosa non riuscirà a fare, quanto ad alterazione, l'aggiunta di un aggettivo possessivo! E come sarà più convincente l'alterazione quando tale aggiunta, fuori della Bibbia, in sede di citazione di essa, come in questo caso, viene privato delle parentesi quadre e fatto passare per parola ispirata!
Eppure – da non credere! – nella stessa pagina 7 si leggono anche assicurazioni di questo tipo:
«Abbiamo evitato di prenderci delle libertà col testo...» e «Questo ha impedito di cedere alla tentazione di far dire al personaggio o allo scrittore originale quello che si pensa avrebbe dovuto dire.»p. 23 (la prima noticina)«
La Bibbia non insegna che Dio ebbe rapporti con una donna per generare Gesù.»
Detta così fa pensare che non si esclude che avrebbe potuto insegnarlo. Facciamo allora una ipotesi di lavoro: se la Bibbia la insegnasse una tale cose voi TG direste che un tale essere è Dio?
Vedete, fratelli Testimoni, così come voi avete scritto un libro dal titolo
"Cose nelle quali è impossibile che Dio menta", così dovreste ricordare al vostro CD che questa cosa, ipotizzata qui sopra, Dio non può farla. Dio è Spirito, non ha sesso né membra e neanche un cervello. La sede della mente di Dio è il suo Spirito. Il vostro CD è molto materialista.
«Geova, piuttosto, creò
l'essere spirituale che in seguito fu mandato sulla terra perché nascesse dalla vergine Maria.»
Non cambiamo le carte in tavola, per piacere. La vostra dottrina parla di "trasferimento dell'energia vitale di Michele" e non dell'essere spirituale e personale di Michele. E la forza vitale, voi ce lo insegnate, non ha nulla di personale giacché il CD equipara la forza vitale umana, che è di persone, a quella che tiene in vita le bestie, che persone non sono.
«
Essendo il Creatore di Gesù, quindi, Dio può essere giustamente chiamato suo Padre.»
E così il Michele-Figlio-Gesù è livellato a qualsiasi altro angelo. Ma la domanda viene dalla Bibbia stessa: «...a quale degli angeli ha egli detto mai: "Tu sei mio figlio; oggi io ti ho generato?"» (Ebrei 1, 5 – NM) E ancora, perché mai, riguardo a questo Figlio il Padre ha comandato: «E tutti gli angeli di Dio lo adorino".» (Ebrei 1, 6 – NM 1967) Fatto interessante; non dice "E tutti gli altri angeli", quindi il Figlio non era un angelo.
Nel caso vi interessi, fratelli TG, la nostra Chiesa, ha letto tutti questi riferimenti al Figlio "generato" dal Padre, alla luce di tutte le dimostrazioni che Gesù ha dato di possesso della natura onnipotente del Padre e della sua prerogativa di sentirsi Figlio a titolo unico, proprio in senso diverso da "creato". E la cosa è tanto importante che è stata inserita nella formula del nostro Credo che recita: "Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero,
generato non creato". E si prosegue con la conferma ricavata da S. Paolo dicendo "per mezzo di lui tutte le cose sono state create". (cf Colossesi 1, 16- 20) Sì, preciso "tutte le cose" e non "tutte le [altre] cose" come fa la vostra NM alterando il sacro testo per far passare Gesù come una "cosa", anche se la prima fra tutte.
Il modo in cui è avvenuta questa "generazione" questo "concepimento" del Verbo è ovviamente misterioso poiché riguarda la vita intima di Dio, ma potreste riflettere utilmente al fatto che anche ciò che nasce nella mente (per es un "Logos", un "Verbum", una "Parola" direbbe il premetafisico israelita, una "impronta della Sua sostanza" direbbe S. Paolo, riferendosi alla mente divina del Padre) è chiamato non a caso "concetto"; ovvero una concezione, una nascita.
__________________
* Cosa questa negata dal vostro CD che riduce Geova al livello umano di un semplice previsore sulla base della conoscenza e studio probabilistico di alcuni segni dei quali calcola "tutte le variabili".
«Quella richiesta [di sacrificare Isacco – ndr] deve aver fatto soffrire profondamente Abramo.
Allo stesso modo, nel vedere il suo diletto Figlio soffrire e morire
Geova deve aver provato un dolore intenso, così intenso che facciamo fatica a immaginarlo. Fu indubbiamente il dolore più grande che avesse mai provato e che mai proverà. (...) Perché Geova si sottopose a una prova così straziante?»
E' fatta! Irrimediabilmente e irriducibilmente fatta! Che cosa? Ma la frittata, ovviamente! Geova è proprio "ad immagine e somiglianza dell'uomo"; abbiamo capovolto la Bibbia asserente che fu Adamo ad essere fatto a immagine e somiglianza di Dio e non il contrario! Come si vede, anche se a parole il geovismo accetta che riguardo a Dio la Bibbia si esprima in modo antropomorfico, quando si va a stringere, ci si accorge che la WT prende alla lettera l'antropomorfiso: ha scritto "allo stesso modo"!
Quindi il geovismo condivide, oltre altre eresie, anche quella dei "patripassiani" che sostenevano in Dio una vera e propria sofferenza. Ma la sofferenza è privazione di felicità, quindi una ipotesi assurda se si parla di Dio che metafisicamente è l'Assoluto, la pienezza di ogni perfezione, l'Essere per essenza la cui decurtazione è impossibile sotto qualsiasi aspetto; ed è assurda anche se si prende sul serio la Bibbia che lo definisce "il felice Iddio".
Ma il geovismo sottopone Dio alle vicende umane spazio-temporali, e perciò, così come ne limita le perfezioni di onniscienza e onnipresenza e, conseguentemente di onnipotenza, ne limita anche la pienezza di felicità. Siamo nell'assurdo! Tra l'altro – provo a ragionare da geovista - se Dio avesse davvero provato dolore "nel vedere" la passione del Figlio, dal momento che essa era cosa certissima perché profetizzata, deve aver provato quel dolore non solo quando la "vide" ma sin da quando promise in Eden il rimedio del peccato. E siccome sia il Padre che il Figlio (escludo lo Spirito Santo perché mi metto nei panni di un TG sia chiaro!) non vedevano l'ora di realizzare la redenzione, allora l'uno e l'altro devono aver passato i secoli a consolarsi reciprocamente soffrendo notte e giorno alla sola prospettiva della passione futura. Sofferenza che si sarebbe acquietata solo quando Gesù rese lo spirito al Padre; per continuare però al vedere le azioni malvage degli uomini che hanno perseguitato la Congregazione, e i tradimenti dei TG – perfino Unti! - che apostatavano ecc... rallegrandosi però nel vedere le azioni buone dei TG che "mantengono l'integrità" e danno ottima "testimonianza". Ma tale compensazione di gioia, considerando l'esiguo numero dei TG rispetto all'insieme della umanità degenere, fa sicuramente pendere la bilancia dalla parte dei "rattristamenti" rispetto ai "rallegramenti". Come fa allora, e in che senso, la Bibbia a dire che Geova è "il felice Iddio"?
Niente di trascendentale, amici. Sono solo domande
bereane.