Torre di Guardia di OTTOBRE 2011CopertinaLa rivista, in prima di copertina, esordisce al solito con una domanda: "Vi hanno mentito su Dio?"
Beh, se penso alla mia Chiesa direi senz'altro di no. Essa, poiché rende onore sia alla natura che alla grazia, mi ha fornito le migliori idee su Dio che si possono ricavare sia dalla sola indagine razionale, partendo dalla concretezza del creato e dal suo ordine; sia le superiori idee che ci ha fornito Gesù con la sua rivelazione che completa e arricchisce a dismisura le caratteristiche del mondo soprrannaturale proprio di Dio. Esemplifico: tra le caratteristiche di Dio trovate dalla ragione intendo comprendere l'eternità, l'onnipotenza, l'onniscienza, l'onnipresenza, l'essere creatore, conservatore nell'essere, ordinatore, autore della legge morale, remuneratore del bene e del male, ecc.... Tra quelle superiori alla ragione (davvero "misteriose") abbiamo la tripersonalità, il fatto che è Amore, che ha elevato in Cristo l'umanità alla figliolanza divina, che vuole ammettere l'uomo alla comunione con Sé nella sua stessa gioia celeste, che ha realizzato una incarnazione, ci ha donato la partecipazione alla sua divina natura, che alla fine dei tempi opererà una risurrezione di tutti i morti ecc...) caratteristiche queste che, appunto perché inattingibili con la sola ragione chiamiamo "soprannaturali".
Se invece penso all'idea di Dio che ci viene fornita dalla Dirigenza geovista verrebbe di rispondere: certo che ci ha mentito e sta mentendo! Ma poi, concedendo il dubbio della buona fede, correggerei dicendo: forse non lo fa consapevolmente, ma certamente ha diffuso e diffonde delle idee false su Dio che non sono accettabili né razionalmente né ricavabili dalla Bibbia. Infatti essa propunga un Dio che ha delle caratteristiche molto, troppo umane: sostiene che ha "un cervello", che è "in un corpo di forma ben definita", e che perciò Dio non è spirito ma è fatto di materia spaziata (il "corpo spirituale" a cui si attaccano è un equivoco perché S. Paolo si riferisce al corpo fisico storico trasformato dallo Spirito nella risurrezione); la corporeo-spazialità di Geova richiede che egli risieda solo in un preciso luogo perché "non è onnipresente"; poi, visto che ha un corpo-organismo, è "dotato di organi di senso" per relazionarsi con la creazione; non tiene continuamente in essere la realtà perché appunto non è presente ad essa, né la conosce nativamente per averla creata e perché la conserva; ha un cervello che impara, infatti sta osservando e studiando l'uomo per poterlo un giorno governare nel miglior modo possibile; non è neanche onnisciente perché non conosce tutto il futuro, ma solo quello che vuole conoscere e che riesce a prevedere sulla base di indicazioni da studiare, così che senza di esse non ne sa proprio nulla ecc... Senza contare poi la riduzione del Figlio di Dio ad arcangelo, a feldmaresciallo di Geova, re guerriero che si accinge a una strage senza precedenti... Ma sono tutte tristezze di cui abbiamo già parlato e parleremo ad ogni occasione perché la riduttività che operano nei confronti dell'Altissimo è di una gravità che rasenta o raggiunge la blasfemia, come quando il geovismo fa capire che lo ritiene perfino sessuato al maschile.
p. 3Le lamentele attribuite a gente divenuta geovista («Mi sono sentita tradita dalla chiesa». – DEANNE. «Ero arrabbiato. Mi sentivo ingannato; le mie speranze e i miei obiettivi erano andati in fumo». – LUIS) hanno valore zero se non vengono dimostrate. E sono perfettamente rimpallate, tali e quali, da fuoriusciti dal movimento geovista, ma stavolta indirizzati appunto alla Dirigenza del geovismo. Anche questi sono da ponderare e verificare, per avere un giudizio obiettivo e non di parte.
Essi, i fuoriusciti, condividerebbero senz'altro le riflessioni che seguono e che dicono che forse ci si è affidati a «qualcuno di cui vi fidate e che non vi ferirebbe mai di proposito: i vostri genitori, un sacerdote, un pastore o un intimo amico». Sì, ma i fuoriusciti aggiungerebbero anche "un Testimone di Geova, anzi tutta la dirigenza del geovismo"!
Ed è condivisibile anche la domanda: «non convenite che anche un'idea molto diffusa può essere falsa?... la ripetizione - disse Franklin D. Roosevelt – non trasforma una bugia in una verità». Parole sante, ma anch'esse rimpallabili. Noi abbiamo Paolo VI che, al suo tempo, lamentò che una idea non si faceva strada per la sua intrinseca ragionevolezza ma sulla base del numero di persone che la sostenevano e sulla ripetizione con cui veniva inculcata.
Il problema sta quindi tutto nelle prove; in ciò che ci permette di accertare se un'idea, un insegnamento, corrisponde a verità o no. E qui viene subito collocato il primo slogan truffaldino del geovismo che dice: «nella Parola di Dio, la Bibbia, c'è quello di cui abbiamo bisogno per distinguere la verità dalle menzogne.» E' truffaldino perché parziale e di sapore fondamentalista. Parziale perché esclude l'opera della ragione umana che su Dio, come su tutto lo scibile, può arrivare con le sue sole forze ad affermazioni veritiere (come quelle che ho sopra elencato); la ragione, tra l'altro, è deputata anche ad esaminare i motivi di credibilità della fede che ci viene proposta a credere, ed infatti è essa che scopre i punti deboli e le irrazionalità del geovismo. Ed è di sapore fondamentalista perché tende a presentare la Bibbia come un totem, un tabù, una sorta di griglia da applicare scriteriata-mente* sulle dottrine proposte da altri per giudicarne la diversità con quelle della Bibbia e quindi automaticamente la rifiutabilità in blocco.
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* E' il giudizio espresso dalla sociologa Myriam Castiglione che rilevò come i versetti della Bibbia sono dai Testimoni «usati ad incastro, messi cioè tra una frase e l'altra in modo completamente piatto e acritico.» Il che produce un blocco della ragione e nelle adunanze dei TG «l'estrema fissità di tutto, l'assenza di libertà espressiva e di ricchezza emozionale ricorrono sempre e dovunque». Cosicché si ha l'impressione «di essere di fronte a un massiccio esempio di annullamento della libertà dell'individuo e del gruppo» anzi, al «più rilevante esempio di coercizione psicologica e di manipolazione di massa che il protestantesimo statunitense sia riuscito a partorire nel corso della sua storia». (cf "I Testimoni di Geova: ideologia religiosa e consenso sociale, Claudiana Torino 1981, pp. 58, 68, 69 – riportato da Civiltà Cattolica 18/2/1984 p. 327). Per questo parliamo di fondamentalismo.Il secondo slogan truffaldino segue a ruota con la domanda di rito. «perché non lasciate che la Bibbia smascheri cinque comuni menzogne su Dio?»
La truffa consiste nel porre immediatamente l'insegnamento geovista – sia esso proposto a voce dal proclamatore che scritto a stampa – nascosto dietro le quinte, dietro il paravento della Bibbia, asserendo che sarà lei a parlare, a dire, a insegnare. Seguirà subito un dire geovista e un aprire la Bibbia indicando versetti scelti per avvalorare la tesi. Così si avvalora anche l'idea (ingannevole) che i TG non interpretano; loro si limitano a "leggere" la Bibbia. E' lei che parla e interpreta se stessa.
E' una promessa trabocchetto, che fa impressione e presa sulle persone culturalmente sprovvedute, non appena per es. sono sommerse da una colluvie di citazioni bibliche (nella prima lezione del libro geovista
Potete vivere, in sole 6 pagine di testo scritto, si contano più di 40 rimandi alla Bibbia!). La promessa di non interpretare, gioca sull'idea di interpretazione del tipo che viene data davanti ad un'opera astratta, quando si risponde alla domanda: "A te che ti dice?" O quando lo psicologo ci pone davanti alle macchie di Rorschach e ci chiede: "Che ti fa venire in mente?" E' evidente che in questi casi otterremo solo delle interpretazioni soggettive, le più disparate, anche in contraddizione tra loro.
Ma nel caso della Bibbia la verità è che si tratta della funzione dell'interprete linguistico, il quale non deve mettere nulla di suo se non la propria scienza esegetica, per ricavare ed offrire a tutti il pensiero esatto di Dio, significato dalle parole del sacro testo. E questa è una vera e propria
interpretazione, sia quando si traduce dagli originali nella lingua dei recettori, sia quando si spiega il senso di frasi ed esempi di non immediata comprensione o equivocabili. Insomma interpretare significa semplicemente
capire la Bibbia nel suo giusto senso, così che, se i TG dicono di non interpretarla, equivale a dire che non la capiscono!
Anche la tecnica di dire poche parole e far subito leggere i versetti, non mette al riparo dal pericolo della deformazione del senso. I versetti potrebbero essere scelti "ereticamente" (dal greco
airèo = scelgo,
àiresis=scelta) cioè escludendo quelli che confuterebbero la tesi geovista; oppure potrebbero essere non pertinenti all'argomento; o mal capiti perché avulsi dal contesto; o perché non si tiene conto della evoluzione di significato che alcune parole (restando invariate) hanno subito da un libro all'altro della piccola biblioteca da cui solo nel 400 è stata assemblata la Bibbia; o infine potrebbero venir deformate da una lettura fondamentalista che, protestando di voler essere il più possibile aderente alla lettera, si preclude proprio la comprensione esatta del senso e di ogni sfumatura che esso potrebbe avere.*
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Non sarà inutile avvertire chi non ne è informato, che le lingue antiche erano molto povere di vocaboli. E perciò un unico termine poteva avere – e lo si capisce dal suo uso in contesti diversi – una moltepicità di significati. Significati che appunto vanno evinti dal contesto. Una di queste parole-chiave è la parola ebraica nèphesh (e il suo corrispettivo greco psychè) erroneamente tradotta con l'odierna parola "anima". Il che fa capire immediatamente l'arbitrio confusionario realizzato dal CD dei TG quando mena questo vanto: «Nelle Scritture Ebraiche, siamo riusciti a rendere la parola ebraica nef'esh sempre in modo uniforme come "anima".» (NM del 1967, p. 1381) Né si capisce quale sforzo abbia richiesto ai membri del CD quello "essere riusciti" quando, per ottenere questo risultato, è bastato dire ai traduttori di scrivere anima ogni volta che incontravano nèphesh!
p. 4La prima delle cinque "comuni menzogne su Dio" sarebbe quella asserente che è un mistero.
Alla luce di ciò che abbiamo anticipato circa la concezione del personaggio Dio che abbiamo noi cattolici, potremmo risolverla con una battuta dicendo che è ben più misterioso credere che il personaggio presentato dal geovismo sia Dio, dal momento che ha dei caratteri marcatamente umani, mentre Lui nella Bibbia ha detto chiaro e tondo "io non sono un uomo". E altri di tali caratteri umani vengono esplicitati proprio in questa pagina dove si parla di sentimenti di Dio, che è "lento all'ira" (ma l'ira non è uno dei sette vizi capitali dell'uomo?) , che "le nostre azioni possono influire su ciò che prova" come quelle degli israeliti che "lo contristavano" e invece quelli che gli ubbidiscono "lo rendono felice". Povero Dio questo Geova che non ha pace né giorno né notte e che, dato che Satana svia tutta la terra abitata, ha una bilancia che pende sempre più gravemente dalla parte della tristezza che non della gioia. Situazione che noi cattolici, consapevoli che la Bibbia parla di Dio antropomorficamente (cioè alla maniera umana) non ipotizzioamo nemmeno.
Ma ci contenteremo di notare qualche contraddizione nello stesso geovismo che, nonostante questo quadro deprimente sostiene (e lo sostiene solo perché la Bibbia lo dice) che tuttavia Geova è "il felice Iddio", esigendo così l'impossibile equivalenza dei contrari.
E noteremo che proprio in questa stessa pagina si ammette in Dio la presenza del
mistero che a parole viene negato: «E' ovvio che non sapremo mai tutto su Dio, e non c'è da stupirsene, dal momento che le sue vie e i suoi pensieri sono più elevati dei nostri.» In effetti personalmente, e penso anche che sia così per chiunque soffre, mi suona molto misteriosa l'assicurazione biblica che dice "tutto concorre al bene per coloro che amano Dio".
E sarà da appuntarsi anche la domanda: «Dovremmo davvero aspettarci di capire tutto sul conto di una Persona così grande da essere stata in grado di portare all'esistenza l'universo, con la sua complessa struttura e le sue dimensioni stupefacenti?» (
Ragioniamo p. 108) Come si vede il mistero, cacciato dalla porta rientra dalla finestra.
p. 5La seconda bugia consiste nella asserzione «Dio non si interessa di noi». E qui siamo d'accordo con il CD che è una bella bugia; infatti noi non l'abbiamo mai detta. Non siamo però d'accordo nel ritenere che solo dalla Bibbia sappiamo che Dio ha cura dell'uomo come la pupilla dei suoi occhi. Lo sappiamo anche da fuori della Bibbia giacché la filosofia – prima ancora che nella Bibbia fosse scritto che "in Lui esistiamo ci muoviamo e siamo" – già garantiva che ogni microparticella del cosmo, essendo creatura, è tenuta costantemente in essere da Dio. Figurarsi dunque quanto sarà presente e premuroso nei confronti delle creature umane che sono i reucci del creato. E direi anzi che questa consapevolezza di essere tenuti sopesi microsecondo per microsecondo dalla Sua forte mano sull'abisso del niente che vorrebbe fagocitarci, a me fa venire dei brividi di spavento e di consolazione,* ancor più di quanto non me ne vengano dalla metafora di Gesù che ha detto "tutti i capelli del vostro capo sono contati". La filosofia (e ovviamente anche l'astrofisica e la fisica atomica) offre insomma su Dio un concetto così alto che il pio ebreo neanche se lo sognava. E la riflessione teologica, sviluppata con intelletto d'amore dalla Chiesa nei secoli, con tanto di assistenza dello Spirito Santo, offre, con l'aiuto della filosofia ancilla theologiae, una
scrutatio delle profondità delle verità soprannaturali che... "che intender non la può chi non la prova". Non sono io a dirlo ma il dottore numero uno dei teologi, S. Tommaso d'Aquino che sapeva coniugare i ruminamenti di una
Summa Theologica con il mistico inno
Adoro te devote.
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* Cf l'impressionante saggio di Karl Barth, Dio e il nulla, Morcelliana. E, per contro, il disperato "nulla eterno" del Foscolo e lo "abisso orrido immenso" contemplato dal Leopardi nel suo Canto notturno di un pastore errante dell'Asia.p. 6Terza domanda: «Dio è vendicativo. E' vero?»
Certo che no, ma mica perché ce ne assicura la Bibbia. Essa né dà solo conferma. Prima di essa, c'è la filosofia a dimostrare sia che Dio c'è (mentre la Bibbia lo presuppone) sia che non può essere che "Atto puro", assoluta perfezione, perciò impossibilitato a nutrire sentimenti vendicativi. Anzi se il CD volesse essere coerente con la sua promessa di "non interpretare la Bibbia" e con il suo procedere pendente al letteralismo fondamentalista, anche quando essa lo mette in imbarazzo, dovrebbe dire che dalla Bibbia, soprattutto nelle "Scritture ebraiche", emerge un Dio abbastanza vendicativo. E' solo
interpretandola, e alla luce della piena rivelazione fatta da Gesù, che Dio diventa Amore e un Padre di misericordia, che "ha tanto amato il mondo da donare il suo unico Figlio per la sua salvezza...".
Le sofferenze che capitano all'uomo - ma anche quelle che si procura da solo come conseguenza delle sue scelte! – sono solo "permesse" da Dio, non volute. E anche questa è una verità che la sappiamo da prima di aprire la Bibbia. E' ancora la filosofia - che quando ragiona su Dio si chiama "Teologia razionale" (già Teodicea) ed è accessibile ad ogni uomo che usi rettamente la sua ragione indagante - è ancora la filosofia a garantire che Dio non può causare il male. Ma anche qui, se stessimo alla Bibbia, senza una intelligente ermeneutica che ci avverte dell'antropomorfismo usato dagli agiografi,* troveremmo invece che Dio
causa il bene e il male. Basti pensare al rimprovero che Giobbe fa alla moglie (cf Gb 2,10) o alla esclamazione dei fratelli di Giuseppe quando scoprirono che dentro i sacchi di grano c'erano anche le borse con il loro denaro (cf Gen 42,28). Insomma bisogna decodificare anche Ebrei 12,6 quando dice che "Dio castiga coloro che ama" comprendendolo nel senso che Dio si serve delle prove
casuali (non
causate da Lui!) della vita per forgiare alla virtù; al punto che quando si subiscono "ogni sorta di prove" bisogna accoglierle addirittura con "perfetta letizia". (cf Gc 1,1; e 1Pt 2,19)
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* Sia l'antropomorfismo, che attribuisce a Dio-Causa-Prima in prima persona ciò che è causato dalle creature-cause-seconde, che la metafora ricorrono sempre e dovunque nella Bibbia. Basta aprire a caso e troviamo: "Il Signore guarda dal cielo egli vede tutti gli uomini dal luogo della sua dimora... L'occhio del Signore veglia su chi lo teme (Salmo 32,13) Egli castiga e usa misericordia, fa scendere negli abissi della terra, fa risalire dalla grande perdizione (Tobia 13,2)... vi castiga per le vostre ingiustizie (v. 5)... non vi nasconderà il suo volto (v. 6)Piuttosto ci sarebbe da restare perplessi da certe descrizioni che la WT fa di Geova, quando illustra la "guerra del gran giorno dell'Iddio onnipotente" su cui torneremo all'occasione... E' vero che a chiusura della pagina 6 la Torre ci assicura che Geova agisce «contro coloro che sono decisi a fare il male» e che «ha promesso di eliminare coloro che si ostinano a compiere opere malvage», ma, come abbiamo già visto a proposito del suo progetto di non lasciare "né radice né ramo" nel suo "giorno che arde come una fornace", c'è da chiedersi dove mai sia la malvagità nei figli minori che Geova distruggerà insieme ai genitori cattivi?
L'inferno di fuoco? Ma sanno benissimo che è una metafora. E comunque anche il geovismo ammette che attualmente c'è qualcuno nella situazione infernale: Satana & Co.
p. 7Sulla bugia relativa alla "ingiustizia" di Dio, diremo che certamente non è un insegnamento cattolico. Ma, ahimé, come abbiamo appena ricordato, è invece un chiaro insegnamento geovista. E non siamo noi a dare questa valutazione ma la Bibbia stessa. Ci soccorre ancora il passo della Torre relativo al fatto che "nella guerra del gran giorno di Dio l'Onnipotente" che "si avvicina come una fornace" Geova "non lascerà né radice né ramo": genitori malvagi e figli minori tutti alla distruzione. Eppure di fronte a un progetto analogo che Dio aveva manifestato ad Abramo nei confronti di Sodoma e Gomorra, Abramo esclamò: "Realmente spazzerai tu via il giusto col malvagio?...E' impensabile da parte tua. Non farà il giudice di tutta la terra ciò che è giusto?" (Genesi 18, 23, 25 NM 1967).
Allora, se vogliamo prescindere dagli intenti pedagogici di Dio e dal suo modo di fare antropomorfizzato, dobbiamo chiederci: cosa abbiamo qui, Bibbia contro Bibbia? o Bibbia e logica, contro WT che dice «In quel giorno della resa dei conti, i bambini, o rami, saranno
giustamente trattati in base alla valutazione che Dio avrà fatto delle loro radici, i genitori, che sono responsabili dei figli. I genitori malvagi non avranno discendenti che ne perpetuino le vie malvage.» (TOR 15/4/1995, pag. 22)
p. 8Invece sulla quinta affermazione "Basta adorare Dio con sincerità", catalogata dalla Torre come bugia, non siamo d'accordo perché pensiamo che sia proprio una verità, e di quelle molto consolanti.*
Notiamo anche la finezza con cui il geovismo "lima" precedenti affermazioni più drastiche. In
Potete vivere, a pag. 31, si legge «Ma si potrebbe chiedere: 'Se una persona è sincera in ciò che crede, non l'approverà Dio anche se segue una religione sbagliata?' Ebbene [e quando la WT dice "ebbene" sta per dare un verdetto-sentenza! – ndr], Gesù disse che non avrebbe approvato gli "operatori d'illegalità" nonostante essi credessero di agire bene. (Matteo 7:22, 23) Quindi anche per essere approvati da Dio la sola sincerità non sarebbe bastata.» Invece qui la Torre apre uno spiraglio possibilista scrivendo «La sola sincerità, comunque, non ci garantisce che Dio accetterà l'adorazione che gli rendiamo.» Dire "non ci garantisce" è diverso dal dire "certamente non approverà", non è vero?
Quanto si legge in seguito conferma quello che noi riteniamo il giuridicismo biblico dei TG. Scrivono: «Immaginate come vi sentireste se, dopo mesi di allenamento per una maratona, vinceste la corsa ma foste squalificati per aver violato
inconsapevolmente una regola.» Capite? secondo la WT Dio ritiene "colpevoli", e perciò meritevoli di squalifica, anche le persone che sbagliano inconsapevolmente! Siamo lontani le mille miglia dal concetto di "persona" che è responsabile solo perché capace di
intendere prima ancora che di volere. Anche qui c'è da vederci la carenza di una corretta antropologia filosofica secondo la quale Dio non può giudicare le sue creature ragionevoli senza tenere conto della loro specifica struttura naturale. Cose e animali non possono essere colpevoli di nulla; l'uomo sì, ma precisamente perché è cosciente, perché sa, è informato dalla sua intelligenza circa ciò che è bene-male, giusto-ingiusto. Nel momento che non ne fosse consapevole – appunto se adora Dio in modo sbagliato ma non sa che è sbagliato – Dio non può ritenerlo colpevole del suo errore. E non solo Dio, ma anche il diritto romano che, pur illuminato dalla sola intelligenza e senza Bibbia, diceva "
lex dubia non obligat" e "
in dubiis libertas". E' bellissimo scoprire che la retta RATIO (e nei Vangeli ce n'è tanta) va a braccetto con la FIDES.
I TG più riflessivi potrebbero allora chiedere alla Dirigenza geovista come mai Geova ha gradito le preghiere del pagano Cornelio; preghiere fatte in situazione di sincerità di cuore ma in errore circa la consapevolezza del modo corretto di "adorare", non essendo egli né ebreo né ancora cristiano. Eppure l'angelo che gli è apparso gli ha detto: "Cornelio, la tua preghiera è stata udita favorevolmente e i tuoi doni di misericordia sono stati ricordati dinanzi a Dio." (Atti 10,31 – NM 1967)
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* Il cattolicesimo ci vede nello sfondo sia i "semi del Verbo" cioè di autentica verità sparsi dallo Spirito Santo ovunque; sia la grazia donata da Dio oltre il raggio di azione sacramentale della Chiesa; e conseguentemente la salvezza di tutti gli "uomini di buona volontà" tramite l'inconsapevole ma implicito "battesimo di desiderio". Il Concilio Vaticano II ricorda anzitutto ciò che dice la Bibbia riguardo alla retta intenzione, o sincerità di intenti: "In ogni tempo e in ogni nazione è accetto a Dio chiunque lo teme e opera la giustizia (cfr. At 10,35)" (
Lumen Gentium n. 9) Si noti: "ogni" e "chiunque": quindi anche prima di Cristo e dove il Vangelo ancora non è stato ben conosciuto. E poi, riferendosi alla Chiesa come istituzione divina per la salvezza, afferma espressamente la necessaria consapevolezza di ciò che si rifiuta per essere condannati da Dio: "Perciò non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare." (ibid. n. 14)
p. 9
Si accusano le Chiese che «scoraggiano il confronto tra i loro insegnamenti e quelli della Bibbia.»
E fanno bene quando si sa che i TG si presentano a persone culturalmente sprovvedute, e fanno loro credere che la Bibbia insegna ciò che dice la Società Torre di Guardia! Chi invece è culturalmente provveduto e conosce già il geovismo non solo non è scoraggiato dalla sua Chiesa ma incoraggiato ad incontrare i TG per dimostrare loro l'abbaglio in cui sono incappati.
«Altre cercano di difendere le loro false dottrine dicendo che la Bibbia è complicata e che non è fatta per essere capita da tutti.»
Toh, ma non è proprio ciò che fa il geovismo scrivendo che la Bibbia non la si può capire senza l'aiuto dello Schiavo Fedele e Discreto? Affermazione questa che è trattata poi col sistema del doppio peso: viene taciuta quando si vuole incoraggiare il "pesce" ad esaminare da solo – cioè sotto le indicazioni del TG proclamatore – la Bibbia; e viene fuori invece come ammonimento quando qualche TG, che cresce un po' in cultura, trova ragionevoli certe critiche esterne alla interpretazione geovista.
La veduta cattolica sull'argomento è che la Bibbia è facile se viene letta in maniera ascetica, cioè cogliendovi solo gli spunti di incoraggiamento alla virtù e le idee per una vita buona (e sorvolando su ciò che non si capisce o ci rende perplessi); cosa che tutti possono fare. E' invece complessa se la si vuole esaminare a livello esegetico, giacché si devono superare tanti ostacoli e conoscere varie discipline culturalmente rilevanti: c'è la difficoltà delle lingue originali (l'esegesi si fa solo sugli originali e non sulla traduzione di una traduzione, come fa la NM in italiano che deriva da una versione inglese!), lo studio della filologia, dei generi letterari, della linguistica, della paleografia, l'evoluzione della lingua da un secolo all'altro, la comparazione con le scienze e la storia ecc... Insomma l'esegesi è un disciplina universitaria, e si diventa addetti ai lavori solo dopo aver esercitato per un bel pò di tempo, resi più accorti dalle critiche dei colleghi, dopo aver conseguito il dottorato in Sacra Scrittura.
Seguita: «Un altro motivo per cui potreste trattenervi dall'analizzare a fondo le vostre credenze è la paura di dimostrare in tal modo mancanza di fede.»
Ma non è esattamente ciò che succede a tutti i TG che si sentono sempre sotto libertà vigilata? Se qualcuno volesse esaminare cosa insegnava la WT ai tempi di Russell e Rutherford, se volesse verificare la veridicità o la falsità dei rilievi critici presentati da "quelli di fuori", avrebbe forse le porte spalancate alla "biblioteca teocratica" della Betel? Gli ex TG dicono coralmente: "No!" Tale libertà esiste invece presso tutte le grandi Chiese storiche.
Poi troviamo l'incoraggianete Deanne di cui si dice «... ora ha una fede basata sulla Parola di Dio.» Mah! Gli ex potrebbero dire a Deanne & Co. che
si illudono di avere una fede basata sulla Parola di Dio ma in realtà ce l'hanno basata sull'insegnamento della WT che solo raramente corrisponde a ciò che dice la Parola di Dio.
Poi Deanne confessa: «Non mi ero mai resa conto di quanto fossero chiare le Scritture finché non ho cominciato a studiarle.» Ma, come si incoraggia a fare in fine articolo, le ha studiate mettendosi in contatto con i TG, e allora? E allora ne è venuta fuori una comprensione che... giudichi chi ci legge quanto può essere corrispondente alla fede che il Signore ha voluto comunicare con la sua rivelazione, laddove chi pretende di spiegarci la Bibbia: 1) segue un criterio fondamentalista; 2) la mutila di 7 libri; 3) la interpola con studiate parentesi che ne cambiano il senso; 4) la interpreta senza tener conto (anzi in contrasto!) della comprensione che ne ha avuto la Chiesa cattolica che ne ha codificato i libri componenti sulla base della comprensione trasmessa dalla Tradizione Apostolica; 5) la presenta scegliendo solo i versetti favorevoli ad una dottrina già standardizzata eludendone altri; 6) ne cita come probanti versetti che non sono pertinenti alla dottrina che si sta inculcando; 7) non tiene conto delle varie scienze che l'esegesi mondiale ha ritenute necessarie per fare una corretta interpretazione ecc...
Ma poi, come mai ci vuole un "corso biblico" per capire le Scritture se sono "tanto chiare"?
p. 11Domanda retorica che sottintende il "no": «I neonati dovrebbero essere battezzati?»
Per piacere un po' di coerenza! Se al momento di Armaghedon i neonati devono essere distrutti perché giudicati rei in base al comportamento dei genitori malvagi, dovrebbe essere pacifico anche che adesso i neonati siano giudicati credenti in base alla fede attuale dei genitori. Quindi "Neonati di tutto il mondo unitevi e strillate il vostro diritto al battesimo. Sì anche se siete nati da genitori geovisti. Anzi, soprattutto!. Visto che sono loro ad insegnare tale collegamento nel male, è giusto che esso esista anche nel bene. O no?"
p. 26-31Domanda: «Quando fu distrutta l'antica Gerusalemme?» Si tratta di un articolo in due manches. la seconda la troviamo nella TORRE di Novembre a pp. 22-28.
Risposta: la affidiamo al lavoro critico inserito nel sito di Achille Lorenzi
http://www.infotdgeova.it ecco il link preciso:
http://www.infotdgeova.it/storia/587.php