perchè Travaglio difende il Crocifisso

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perchè Travaglio difende il Crocifisso

Messaggioda alenis » mar nov 10, 2009 8:52 am

Ma io difendo quella croce:

5 novembre 2009
Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch’io.

Fa ridere Feltri quando, con ignoranza sesquipedale, accusa i giudici di Strasburgo di “combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”: non sa che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo. Fa tristezza Bersani che parla di “simbolo inoffensivo”, come dire: è una statuetta che non fa male a nessuno, lasciatela lì appesa, guardate altrove. Fa ribrezzo Berlusconi, il massone puttaniere che ieri pontificava di “radici cattoliche”. Fanno schifo i leghisti che a giorni alterni impugnano la spada delle Crociate e poi si dedicano ai riti pagani del Dio Po e ai matrimoni celtici con inni a Odino. Fa pena la cosiddetta ministra Gelmini che difende “il simbolo della nostra tradizione” contro i “genitori ideologizzati” e la “Corte europea ideologizzata” tirando in ballo “la Costituzione che riconosce valore particolare alla religione cattolica”. La racconti giusta: la Costituzione non dice un bel nulla sul crocifisso, che non è previsto da alcuna legge, ma solo dal regolamento ministeriale sugli “arredi scolastici”.

Alla stregua di cattedre, banchi, lavagne, gessetti, cancellini e ramazze. Se dobbiamo difendere il crocifisso come “arredo”, tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una “tradizione” (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta “civiltà ebraico-cristiana” (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare).

Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. È, da duemila anni, uno “scandalo” sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”) e gratuità (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”).

Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all’asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l’ideologia più pagana della storia, il nazismo – l’ha ricordato Antonio Socci - a scatenare la guerra ai crocifissi. È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo.

Eppure basta prendere a prestito il lessico familiare di Natalia Ginzburg, ebrea e atea, che negli anni Ottanta scrisse: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente… Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager? Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli.

A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola”. Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia - si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. Ma, all’uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l’8 per mille, a batter cassa per le scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween, e le manca il tempo per quell’uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.

da Il Fatto Quotidiano n°38 del 5 novembre 2009
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Re: perchè Travaglio difende il Crocifisso

Messaggioda Leonardo » ven nov 13, 2009 8:58 am

Rischi e ambiguità della sentenza contro il crocifisso
di Giorgio Salina*


ROMA, venerdì, 6 novembre 2009 (ZENIT.org).- A proposito della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, circa il crocifisso nelle aule italiane, probabilmente è necessario un minimo di chiarezza.

Questa Corte è un’emanazione del Consiglio europeo che ha sede a Strasburgo, composto da 47 Stati membri tra i quali la Federazione russa, la Georgia, l’Azerbaigian, l’Ucraina, la Turchia e diversi stati della ex Repubblica jugoslava. Come si può constatare non ha nulla a che fare con l’Unione europea. La Corte europea dei diritti dell’uomo vigila sul rispetto dei diritti umani nei Paesi membri.

Una denuncia, se dichiarata ammissibile, viene esaminata da una Collegio giudicante composta da 7 Giudici. In questo caso la sentenza è stata emessa all’unanimità, da 7 Giudici tra i quali un turco, ed un serbo. È possibile interporre appello contro le sentenze; l’appello sarà valutato da un Collegio di 5 giudici: se è considerato non ammissibile, la sentenza diviene automaticamente esecutiva, se viene ammesso, verrà esaminato dalla Grande Camera della Corte, composta da 17 Giudici, inclusi Presidente e Vice Presidenti della Corte e delle sezioni.

Alcune considerazioni per inquadrare meglio il problema. Le sentenze teoricamente sono vincolanti, ma il loro “valore” è certamente più politico che giuridico. Nessuno pensa che anche se la sentenza divenisse definitiva il Governo italiano correrebbe a rimuovere i crocifissi dalle aule.

Il valore politico si basa sulla constatazione che i motivi ispiratori sono da rintracciare nella deriva relativista e nichilista della mentalità dominante in Europa.

Teoricamente è possibile, ma è altamente improbabile che venga ribaltata un sentenza assunta all’unanimità. Anche in questo caso il valore dell’appello è politico, ed è in funzione della mobilitazione dell’opinione pubblica.

Infatti il portavoce della Corte, viste le reazioni nettamente contrarie, ha assunto un tono di giustificazione e di attenuazione della sentenza.

Come abbiamo visto ciò non ha, finora, nulla a che fare con la Corte di Giustizia dell’Unione europea, che dovrebbe essere coinvolta con un ricorso a lei diretto. Ma se ciò accadesse le conseguenze sarebbero certamente ben più gravi, infatti: vista la recente giurisprudenza, un’eventuale sentenza non si discosterebbe molto da quella emessa a Strasburgo.

Ratificando il Trattato di Lisbona per via parlamentare, senza un serio dibattito, ma soltanto con retoriche affermazioni europeiste, abbiamo accettato senza alcuna eccezione che la Carta dei diritti fondamentali e la relativa giurisprudenza siano vincolanti per noi.

La Carta è un documento ambiguo, che può consentire tutto ed il contrario di tutto. Un esempio: l’articolo 9 della Carta sancisce il diritto di ciascun cittadino europeo di costituire una famiglia, e separatamente il diritto di sposarsi.

È evidente cosa potrà essere previsto in quest’ambito. E ciò è ancor più grave perché i Trattati riservano alla esclusiva competenza degli Stati il diritto familiare e quello matrimoniale. Con la giustificazione della uniformità dei diritti in tutti gli Stati dell’Unione, si tenta in modo surrettizio di legiferare in merito, attraverso la giurisprudenza.

Quattro Paesi (Gran Bretagna, Irlanda, Polonia e Repubblica ceca) hanno affermato, a vario titolo, con deroga riconosciuta dall’Unione, che la Carta dei diritti fondamentali e la relativa giurisprudenza varranno solo se non in contrasto con la loro Legislazione. Operazione che è stata definita «drop-out», con un termine inglese che descrive pressapoco chi rifiuta schemi e convenzioni della società, ponendosene ai margini.

Abbiamo accettato che la nostra cultura, la nostra storia e le nostre tradizioni siano giudicate dalla deriva relativista, senza possibilità di appello. Il Trattato di Lisbona sta entrando in vigore, e quindi avremo purtroppo modo di verificare i gravi rischi che la nostra posizione comporta.

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*Giorgio Salina è presidente dell'Associazione per la Fondazione Europa.
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Re: perchè Travaglio difende il Crocifisso

Messaggioda Leonardo » lun nov 16, 2009 10:26 am

clicca: http://www.ilfoglio.it/gallerie/119/img/10

LA SENTENZA DELLA Corte europea dei diritti dell’uomo - Avvenire 3/11/2009
I sette giudici autori della sentenza sono: Francoise Tulkens (Belgio, presidente), Vladimiro Zagrebelsky (Italia), Ireneu Cabral Barreto (Portogallo), Danute Jociene (Lituania), Dragoljub Popovic (Serbia), Andras Sajò (Ungheria), e Isil Karakas (Turchia). - 3/11/2009


Crocifissi, Bertone: «L'Europa ci lascia solo le zucche (halloween- ndr)» Avvenire 3/11/2009
"Io dico che questa Europa del terzo millennio ci lascia solo le zucche delle feste recentemente ripetute e ci toglie i simboli più cari. Questa è veramente una perdita": lo ha detto il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone a proposito dela sentenza di Strasburgo. "La nostra reazione - ha aggiunto - non può che essere di deplorazione" e "ora dobbiamo cercare con tutte le forze di conservare i segni della nostra fede per chi crede e per chi non crede".


Tradizioni europee -Corsera 5/11/2009
Sono un europeista convinto ma ritengo che la Corte europea non si debba impicciare di quelle che sono le usanze e tradizioni consolidate nelle singole Nazioni. Alcune di queste preferiscono esporre i crocifissi nei luoghi pubblici, altre no. Quel che conta, secondo me, è che ogni Stato europeo non venga meno ai principi base che ci tengono uniti e che sono essenzialmente cristiani: tolleranza, non violenza, rispetto. Il crocifisso è il simbolo che li ricorda.
Francesco Italo Russo ,

CortediStrasburgo 6/11/2009 Corsera Vorrei ribadire che il Consiglio d’Europa e l’Unione Europea sono due istituzioni ben distinte per composizione e funzioni.
Quando si dice la «Corte di Strasburgo» ci si riferisce a una istituzione incaricata del rispetto della Convenzione europea dei Diritti dell’uomo del 1948, collegata al Consiglio d’Europa di cui fanno parte 47 Paesi europei (compresa la Russia). L’Ue, come è noto, conta oggi 27 Stati membri e la sua «Corte di Lussemburgo» si occupa del rispetto del diritto comunitario. Sentire un sottosegretario dire che le due Corti sono un «doppione» fa venire i brividi. Bruno Marasà, Bruxelles , |
Simbolo da eliminare? 7/11/2009 Corsera
Spero che ora, per coerenza, la signora finlandese che ha visto approvata la sua richiesta di togliere il crocefisso dalle aule delle scuole italiane, farà analoga richiesta affinché venga tolta la croce dalla bandiera della sua Finlandia e subito dopo da quelle delle vicine Svezia, Danimarca, Norvegia,e poi anche da quelle di UK, Australia, Nuova Zelanda...
Vladimiro Cortese , Milano , |
Quella statua pagana 7/11/2009 Corsera
Di fronte al Rettorato della "Sapienza Università di Roma" troneggia una grande e splendida statua di Atena, dea della Sapienza e della Saggezza nella tradizione religiosa pagana. Ho sempre apprezzato questa statua, evocatrice, per noi studenti, di importanti valori, nonché simbolo della nostra università. In seguito alla sentenza sul crocifisso, ora mi chiedo se non debba anch'io presentare una denuncia in tribunale per far togliere tale simbolo religioso pagano da un laico luogo di studio e ricerca...
Francesco S. Bersani , | bersani.fs@tiscali.it



Preghiera di Camillo Langone - 8 novembre 2009 - il Foglio
Europei pallidi, flebili lettori, andate e affollate la mostra sui Santi Patroni d’Europa (Roma, Palazzo Venezia, da oggi fino al 10 gennaio). Nei quadri dei grandi maestri e dei sorprendenti minori vedrete croci di ogni misura e foggia raffigurate sulle corazze e sugli altari, sui paramenti e sulle bandiere, e insieme alle croci vedrete lame non meno evangeliche (“Chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una”, Luca 22, 36), e quindi vedrete aste, vedrete lance, vedrete durlindane, nelle mani di Sant’Olav di Norvegia vedrete perfino un’ascia. Vedrete legioni di santi combattere draghi, mostri, diavoli, pagani e maomettani, vedrete pale più attuali di un telegiornale. Stanchi europei, lettori esausti, chiedete protezione a Benedetto e a Brigida, a Cirillo e a Metodio, a Francesco e a Caterina, ne avete bisogno, poi però assumetevi la responsabilità di imitare Boris e Gleb, santi molto completi: nell’icona stringono la croce nella destra e la spada nella sinistra. Su fondo oro.
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