A PARIGI I GIUDICI INCRIMINANO SCIENTOLOGY
PARIGI. Nuovi guai giudiziari in vista, in Francia, per Scientology. Già oggetto di diverse condanne fin dagli anni Settanta, i responsabili del ramo francese dell’organizzazione nata negli Stati Uniti sono di nuovo al centro di un processo per «truffa in banda organizzata», l’equivalente dell’associazione per delinquere. E secondo fonti giudiziarie, i nuovi gravi fatti contestati potrebbero sfociare nella stessa dissoluzione di due delle strutture principali del gruppo in Francia. A sporgere denuncia era stata una donna accostata nel 1998 in pieno centro a Parigi da mandatari dell’organizzazione. Invitata a sottoporsi a un «test di personalità» gratuito, la donna era presto caduta nelle maglie dell’associazione che le ha in seguito spillato oltre 200mila franchi proponendole l’acquisto di libri, pseudofarmaci e altre cianfrusaglie, fra cui un «elettrometro» per misurare le variazioni del proprio «stato mentale». Fra i vari capi d’accusa che pendono adesso su 7 dei responsabili della filiale francese, c’è pure per alcuni quello di «esercizio illegale della farmacia».
Anche l’ordine dei farmacisti francesi si è costituito parte civile accanto anche ad altre persone già nel mirino del gruppo. Per Olivier Morice, uno degli avvocati della vittima principale, si tratta già di «un’importante vittoria», dato che «il magistrato ha avuto il coraggio di spazzar via l’atteggiamento compiacente» tenuto in passato da certi settori della giustizia. Si attende adesso lo svolgimento del processo che potrebbe condurre in particolare alla dissoluzione del «Celebrity center», una struttura parigina dell’organizzazione specializzata nel proselitismo. Già nel 1978, la giustizia francese aveva condannato per truffa a 4 anni di prigione Ron Hubbard, il fondatore di Scientology poi morto negli anni Ottanta. Nel 1997, invece, uno dei principali responsabili francesi dell’organizzazione, Jean-Jacques Mazier, era stato a sua volta condannato per omicidio involontario, in quanto giudicato responsabile del suicidio di un’adepta. Numerosi altri processi simili, spesso per truffa e talora anche per violazione della privacy, hanno costellato in Francia gli ultimi 20 anni.