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FAMILY DAY - bis - Domenica 2 Marzo.

MessaggioInviato: ven feb 29, 2008 5:10 pm
da Leonardo
DOMENICA, IN 1.300 PIAZZE
PIÙ FAMIGLIA CIOÈ PIÙ LIBERTÀ PER TUTTI
:D :D :D di Gianfranco Marcelli.

Sarà bene bonificare subito il terre­no da una trappola, che i soliti cli­ché massmediali prevalenti cerche­ranno di stendere sotto i piedi del Fa­mily day-bis in programma domenica prossima, 2 marzo, in oltre 1.300 piaz­ze d’Italia (elenco consultabile sul sito www.forumfamiglie.org). Obiettivo: raccogliere milioni di firme a sostegno della petizione in favore di un fisco fi­nalmente friendly, davvero amichevo­­le, per madri, padri e figli. E dunque per un fisco realmente giusto. Diranno, ne siamo certi, che la 'lobby cattolica' del­la famiglia sfrutta l’occasione delle ele­zioni ormai vicine per battere cassa, premendo su partiti e candidati con lo scopo di strappare impegni in cambio di consensi.
A parte che in un simile comporta­mento non ci sarebbe nulla di riprove­vole, visto che con le urne all’orizzon­te tutte le istanze sociali organizzate hanno un ovvio interesse e una pari le­gittimazione ad esporre le proprie a­spettative a chi dovrà governare le isti­tuzioni per i prossimi cinque anni. E tuttavia c’è la prova inoppugnabile che questo appuntamento era in pro­gramma da ben prima che si sentisse odore di scioglimento anticipato delle Camere. Ci riferiamo alla conferenza stampa del 24 ottobre 2007 a Palazzo Madama, nella quale l’iniziativa venne annunciata come necessaria conse­guenza delle attese create con il mega­raduno di piazza San Giovanni il 12 maggio precedente.
Detto ciò, la chiave di lettura più fede­le e incisiva per sintetizzare il traguar­do prefissato dai promotori della ma­nifestazione si può riassumere, ci pare, in un semplicissimo slogan: Liberdare più li­bertà agli italiani. tà di far nasce­re e crescere nuovi cittadini, senza su­bire taglieggiamenti supplementari dalla macchina tributaria. Libertà di as­sumere impegni familiari stabili, sfug­gendo ai condizionamenti subdoli di un sistema retributivo e impositivo ri­tagliato su misura per i 'single'. Libertà di incarnare modelli di vita controcor­rente, improntati alla generosità e al­l’apertura verso l’altro, nonostante tut­ti i messaggi in senso opposto inculca­ti dal mood sociale dominante.
A qualche osservatore malizioso po­tranno apparire finalità troppo ambi­ziose, magari troppo nobili, a fronte di una rivendicazione a prima vista mol­to concreta e quasi terra terra: esone­rare dall’imposizione fiscale una quo­ta di reddito familiare pari allo stretto necessario per mantenere e allevare i fi­gli. Eppure la direzione di marcia è i­nequivoca. Si tratta di rompere un tabù che, alla lunga, condiziona e vanifica un diritto inalienabile degli individui. Parliamo del diritto a realizzare la «for­mazione sociale» cardine della nazio­ne, la più importante, a nostro parere, tra quelle che l’articolo 2 della nostra Costituzione indica come oggetto di ri­conoscimento e di garanzia da parte della Repubblica. E che gli articoli 29, 30 e 31 pongono come destinataria di speciale tutela e particolari agevola­zioni.
Nelle pagine dell’odierno inserto 'è fa­miglia' torniamo a illustrare in detta­glio le ragioni di equità, di convenien­za generale, di sostenibilità economica e anche di modernità, che depongono in favore di una riforma in fondo di fa­cile attuazione. I milioni di cittadini che, da dopodomani in poi, si affianche­ranno agli oltre 300mila già scesi in campo a supporto della petizione del Forum, non cercano né privilegi né e­lemosine. Chiedono invece di veder spazzare via assurde penalizzazioni. E­sigono che si esca una volta per sem­pre dalla logica di uno Stato paternali­sta, che lascia cadere dall’alto briciole risarcitorie sempre parziali e in defini­tiva umilianti. Si augurano che questa iniziativa abbia anche, ebbene sì, il va­lore di serissimo avviso per chi si ac­cinge a chiedere voti in nome di valori troppo spesso declamati solo a parole.