"la Divina Commedia" contiene errori teologici?

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"la Divina Commedia" contiene errori teologici?

Messaggioda alenis » ven giu 04, 2010 3:48 pm

la Divina Commedia, come tutti sappiamo, viene insegnata nelle scuole; la mia domanda è se contiene errori teologici oppure no; cioè se è un testo affidabile al 100% circa l'interpretazione della descrizione dell'Inferno, Purgatorio e Paradiso.

grazie
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Re: "la Divina Commedia" contiene errori teologici?

Messaggioda GrisAdmi » dom giu 06, 2010 5:47 pm

Da un punto di vista dogmatico, il testo è corretto (relativamente allo sviluppo del dogma ai tempi di Dante). Ovviamente, la sua cosmologia è assolutamente superata.
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Re: "la Divina Commedia" contiene errori teologici?

Messaggioda alenis » lun giu 07, 2010 11:33 am

per cosmologia intendi la visione dell'universo e del sistema solare così come era visto a quei tempi? o ti riferisci ad altro?

e per la teologia attuale, la visione dei gironi\cerchi dell' Inferno, Purgatorio e Paradiso, è corretta?

grazie
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Re: "la Divina Commedia" contiene errori teologici?

Messaggioda berescitte » sab giu 12, 2010 11:04 am

alenis ha scritto:per cosmologia intendi la visione dell'universo e del sistema solare così come era visto a quei tempi? o ti riferisci ad altro?

e per la teologia attuale, la visione dei gironi\cerchi dell' Inferno, Purgatorio e Paradiso, è corretta?

grazie


Macché, non ci sono né gironi né quadrati. E' tutta fantasia.
L'inferno è una situazione spirituale, metaforicamente chiamata "luogo".
La fantasia serve solo a fare arte e anche a... depistare dalla verità le anime culturalmente indifese.
Ecco perché bisognerebbe che, oltre al cuore, i cristiani adulti pensassero a nutrire anche l'intelligenza della fede.
Cosa che, di diritto, dovrebbero fare almeno dal momento della Cresima in su.
Non è certo servito a molto ribattezzarla "Confermazione" se poi, di fatto, con la Cresima i più non confermano affatto che ci credono davvero* ma anzi danno il saluto ufficiale a Gesù fino al matrimonio (se si sposano!).
____________________________
* In una parrocchia che conosco io, un catechista spiegò molto bene che con la Cresima essi avrebbero preso una decisione propria. la decisione di ratificare la scelta del Battesoimo fatta per loro dai genitori. Messili di fronte alla loro libertà di scelta e spiegato loro con dovizia di particolari cosa comporta l'essere battezzati, dopo tuttoi il corso di preparazione chiese ai ragazzi della Cresima: "Nell'ipotesi che voi non foste già battezzati ma pagani, e sapendo le responsabilità a cui vi chiama il diventare membri di Cristo con il Battesimo, se vi fosse richiesto di volervi battezzare lo fareste?"
La risposta è stata unanime: NO!
Quel catechista disse al parroco: "Per me questi ragazzi non sono pronti a ricevere il sacramento che conferma il Battesimo".
Non vi dico cosa ha deciso il parroco...
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Re: "la Divina Commedia" contiene errori teologici?

Messaggioda alenis » lun giu 14, 2010 1:02 pm

berescitte ha scritto:
alenis ha scritto:per cosmologia intendi la visione dell'universo e del sistema solare così come era visto a quei tempi? o ti riferisci ad altro?

e per la teologia attuale, la visione dei gironi\cerchi dell' Inferno, Purgatorio e Paradiso, è corretta?

grazie


Macché, non ci sono né gironi né quadrati. E' tutta fantasia.
L'inferno è una situazione spirituale, metaforicamente chiamata "luogo".
La fantasia serve solo a fare arte e anche a... depistare dalla verità le anime culturalmente indifese.
Ecco perché bisognerebbe che, oltre al cuore, i cristiani adulti pensassero a nutrire anche l'intelligenza della fede.
Cosa che, di diritto, dovrebbero fare almeno dal momento della Cresima in su.
Non è certo servito a molto ribattezzarla "Confermazione" se poi, di fatto, con la Cresima i più non confermano affatto che ci credono davvero* ma anzi danno il saluto ufficiale a Gesù fino al matrimonio (se si sposano!).
____________________________



vorrei comprendere meglio questo discorso; molti mistici/mistiche hanno delle visioni che ricordano molto l'Inferno dantesco; quindi diciamo, correggimi se sbaglio, che le visioni che hanno sono metaforiche nel senso che cercano di mostrare quanto un'anima soffre, facendo vedere, come metafora, una sofferenza fisica; giusto? spero di essermi spiegato bene.

e poi altra cosa; la Divina Commedia, se ha un valore teologico, in che senso lo ha?

* In una parrocchia che conosco io, un catechista spiegò molto bene che con la Cresima essi avrebbero preso una decisione propria. la decisione di ratificare la scelta del Battesoimo fatta per loro dai genitori. Messili di fronte alla loro libertà di scelta e spiegato loro con dovizia di particolari cosa comporta l'essere battezzati, dopo tuttoi il corso di preparazione chiese ai ragazzi della Cresima: "Nell'ipotesi che voi non foste già battezzati ma pagani, e sapendo le responsabilità a cui vi chiama il diventare membri di Cristo con il Battesimo, se vi fosse richiesto di volervi battezzare lo fareste?"
La risposta è stata unanime: NO!
Quel catechista disse al parroco: "Per me questi ragazzi non sono pronti a ricevere il sacramento che conferma il Battesimo".
Non vi dico cosa ha deciso il parroco...


tutti cresimati ed il catechista scomunicato?
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Re: "la Divina Commedia" contiene errori teologici?

Messaggioda berescitte » lun giu 28, 2010 7:43 am

La metafora, in campo religioso, è una figura retorica che tramite un simbolo, una illustrazione, un racconto, un paragone, conduce al di là. In un aldilà che è inesprimibile con parole adeguate perché appartenente al mondo ultrasensibile soprannaturale.

Nel linguaggio religioso cristiano quasi tutto è metafora: che Dio è Padre (e all'occorrenza Madre), che il suo penetrare nei cuori è un Regno, che esiste la Reggia e il Banchetto dei cieli. Sono metafore tutte le similitudini usate da Gesù. Lo è la vite, il gregge, l'ovile, Lui che è Via Vita Verità ecc...
Quindi è altamente metaforico tutto ciò che si riferisce alle realtà oltretempo. L'inferno è certo che è la situazione di sofferenza massima perché rappresenta per l'uomo la perdita del suo fine ultimo (metti una Ferrari costretta a stare in garage) e per colpa propria, con la coscienza di altre... forumula uno che scorrazzano, magari ivi compresa quella di un tale che il dannato aveva giudicato un fallito nella vita.

Come si può esprimere questa sofferenza che, venendo con la risurrezione ricostituito l'uomo integralmente, deve riguardare sia lo spirito che ha scelto (pena del danno) sia il corpo che gli è servito per mettere in pratica le scelte? (pena del senso) La maniera più chiara, da un punto di vista visivo-illustrativo, e perciò adatta anche a chi non sa leggere (cf la famosa Biblia pauperum consistente nelle opere pittoriche messe nelle chiese), è certamente quella di mostrare il corpo nei tormenti (ed ecco quindi diavoli e forchettoni e fuoco e pece). Ma l'adulto che gusta l'inventiva letteraria e artistica dice che l'inferno dantesco è più brioso e vivibile che il noiosissimo paradiso.
La verità (e fattene un quadruccio) è che così come "Nessun orecchio udì né occhio mai vide cosa ha messo in serbo Dio per coloro che lo amano" (e se nessuno lo ha mai visto e udito vuol dire che si tratta di qualcosa che è del tutto oltre ogni esperienza terrena) allo stesso modo possiamo e dobbiamo ritenere che nessuno spirito e nessun corpo umano ha mai esperimentato o immaginato correttamente la situazione esistenziale che sarà vissuta da chi perde la visione beatifica di Dio.
Si sa solo che, come sarà superlativa la gioia del Paradiso (perché non può esistere gioia maggiore di quella dello stesso "gaudio del tuo Signore") così sarà superlativa la sofferenza dell'inferno (che però giustizia vuole comunque diversificata in base al livello di abbrutimento personale realizzato in vita).

Anche le visioni o esperienza mistiche dei santi rientrano nello adattarsi del Signore al nostro piccolo mondo ricavando da esso le immagini metaforiche dell'essere futuro. Nonostante quindi che la Madonna abbia fatto vedere ad alcuni veggenti un inferno pieno di gente, la Chiesa ci autorizza a ipotizzare che esso sia pieno solo di diavoli.

Il valore teologico della Divina Commedia sta nella corrispondenza tra ciò che alcuni versi di Dante esprimono e la corrpispondente verità di fede illustrata dalla teologia. Ma è una cosa che può cogliere e gustare appieno solo chi sa di teologia ed ha affinato il proprio gusto per la letteratura.*
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* Non voglio lasciarti con la delusione in bocca. Ti cito qualche punto di corrispondenza.
- Quando Dante dice che gli occhi di Maria "fissi ne l'orator ne dimostraro quanto i devoti prieghi le sien grati" indica la sollecitudine materna di Maria verso chiunque si rivolga a lei come mediatrice della grazia;
- quando dice "quindi a l'eterno Lume si drizzaro nel qual non si dee creder che s'invii per creatura l'occhio tanto chiaro" indica che, nonostante Maria abbia più grazia di tutti gli angeli messi assieme, la sua visione di Dio è comunque inferiore e limitata rispetto a quella che le Persone divine hanno tra di loro permanendo la limitazione ontologica che c'è tra creatura e Creatore;
- quando metaforizza la Trinità in cerchi di luce che si dipartono l'uno dall'altro indica la circuminsessione trinitaria, e quando dice che sembrano tre colori che però costituiscono un solo lume e un'unica contenenza, indica sia la distinzione delle Persone divine sia la loro unità sostanziale;
- quando vede che una delle luci prende forma e gli sembra "pinta della nostra effigie" indica l'unione ipostatica del Verbo-Figlio con la natura umana;
- quando la porta dell'inferno parla di sé dicendo "lasciate ogni speranza voi ch'entrate" indica la definitività della destinazione ultraterrena; quando dice "fecemi la divina potestate la somma Sapienza e il primo Amore" indica che la decisione di creare un angolo di vita anche a chi rifiuta Dio è stata presa di concerto dall'intera Trinità.
- et caetera...
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