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Riduzione allo stato laicale: che cos'è e cosa comporta?

MessaggioInviato: dom ott 11, 2009 6:22 pm
da Bikky
In una discussione avuta tanto ma tanto tempo fa nel forum del signor Lorenzi (il gestore del sito di informazione sul culto dei Tdg) sono venuto a conoscenza di questo atto: la riduzione allo stato laicale.
Avrei voluto aprire un topic tempo fa in quel forum ma poi non ci ho più pensato, ma mi è sempre rimasto questo tarlo nella mente.
Essendo che questa sezione è appositamente dedicata all'approfondimento della dottrina e della prassi cattolica vorrei chiedere maggiori delucidazioni in proposito.

Che cos'è la riduzione allo stato laicale? E quando si effettua?

Da quel che ne ho capito avviene quando la Chiesa decide di rendere laico un membro del clero. Ma cosa significa esattamente? Solo che il prelato in questione non possa più dire messe, riconciliare i peccatori tramite il sacramento della confessione, e fare tutte quelle cose che un membro del clero si solito fa, oppure viene meno ad esempio anche il suo voto di celibato con la facoltà di potersi sposare?
Io so che qualunque voto fatto a Dio è per la Chiesa mai rettificabile. E per quanto concerne la riduzione allo stato laicale? Il prete tornato laico poi ha possibilità di sposarsi?

C'è qualcuno che può rispondere a queste domande?

Grazie mille.

Re: Riduzione allo stato laicale: che cos'è e cosa comporta?

MessaggioInviato: lun ott 12, 2009 4:25 pm
da GrisAdmi
L'istituto della riduzione allo stato laicale (ma è più preciso dire "dimissione dallo stato clericale") è stato concepito in ragione del fatto che l'ordinazione sacerdotale, essendo per la Chiesa cattolica un sacramento (quindi un mezzo efficace della grazia divina) è indelebile. Quindi, nessuno può smettere di essere un ordinato una volta che questo sacramento gli sia stato amministrato (sempre che lo sia stato in modo valido, ovviamente). Ora, capita, a volte, che determinati individui (in genere presbiteri) per varie ragioni non possano più esercitare il proprio ministero all'interno della Chiesa (magari perché hanno deciso di prendere moglie). In questi casi, questi vengono appunto ridotti allo stato laicale. Con ciò, i presbitire non smettono di essere presbiteri, ma smettono di esercitare le attività relative al ministero per il quale erano stati ordinati (celebrare la messa ed amministrare gli altri sacramenti e sacramentali riservati a questo grado dell'ordinazione sacerdotale, esercitare l'attività pastorale all'interno della Chiesa, ecc).

Re: Riduzione allo stato laicale: che cos'è e cosa comporta?

MessaggioInviato: gio ott 15, 2009 2:23 pm
da predestinato74
approfitto di questa discussione:

dal punto di vista soprannaturale, un presbitero ridotto allo stato laicale, se celebra l'Eucaristia, il fenomeno della transustanziazione avviene comunque o in questo caso vale la parola "ciò che legherete in terra sarà legato anche in cielo" per cui la riduzione allo stato laicale rende impossibile la transustanziazione?


lo chiedo perchè ieri come oggi vi sono ex sacerdoti passati in chiese gnostiche in cui continuano a comportarisicome sacerdoti convinti della validità perenne del sacramento ricevuto

Re: Riduzione allo stato laicale: che cos'è e cosa comporta?

MessaggioInviato: sab ott 17, 2009 8:00 am
da Bikky
Ti ringrazio caro Trianello!

Quindi, in sostanza, dal tuo discorso mi pare di capire che un prete che viene ridotto allo stato laicale, seppur abbia fatto voto di castità per l'investitura al sacerdozio, ha la possibilità di sposarsi, giusto?
Oppure ho capito male?

Buon weekend!

Re: Riduzione allo stato laicale: che cos'è e cosa comporta?

MessaggioInviato: dom ott 18, 2009 11:54 am
da GrisAdmi
predestinato74 ha scritto:approfitto di questa discussione:

dal punto di vista soprannaturale, un presbitero ridotto allo stato laicale, se celebra l'Eucaristia, il fenomeno della transustanziazione avviene comunque o in questo caso vale la parola "ciò che legherete in terra sarà legato anche in cielo" per cui la riduzione allo stato laicale rende impossibile la transustanziazione?


lo chiedo perchè ieri come oggi vi sono ex sacerdoti passati in chiese gnostiche in cui continuano a comportarisicome sacerdoti convinti della validità perenne del sacramento ricevuto


Questa è una questione su cui si può dibattere. Infatti, in teoria il presbitero ridotto allo stato laicale, non avendo perso oggettivamente nessuna delle sue prerogative, consacrando le specie del pane e del vino dovrebbe comunque ottenere la transustanziazione. C'è però da considerare che la dottrina cattolica vuole che un Ssacramento sia valido nella misura in cui chi lo celebra lo fa con l'intenzione di fare ciò che la Chiesa fa celebrando quel sacramento. Ergo, la cosa si complica un pochino e non sono sicuro che le specie del pane e del vivo consacrate da un ex-prete passato ad una chiesa gnostica si trasformino nel corpo e nel sangue di nostro Signore.

Re: Riduzione allo stato laicale: che cos'è e cosa comporta?

MessaggioInviato: dom ott 18, 2009 11:56 am
da GrisAdmi
Bikky ha scritto:Ti ringrazio caro Trianello!

Quindi, in sostanza, dal tuo discorso mi pare di capire che un prete che viene ridotto allo stato laicale, seppur abbia fatto voto di castità per l'investitura al sacerdozio, ha la possibilità di sposarsi, giusto?
Oppure ho capito male?

Buon weekend!


Se ha ottenuto la dispensa sì. Altrimenti, lo può fare, ma esce dalla comunione con la Chiesa.

Re: Riduzione allo stato laicale: che cos'è e cosa comporta?

MessaggioInviato: dom ott 18, 2009 10:49 pm
da predestinato74
in realtà parlando delle chiese gnostiche ho sbagliato, non era l'eucaristia di loro interesse ma il carisma dell'ordinazione; un vescovo passato agli gnostici, può con l'imposizione delle mani designare altri vescovi, cosa questa considerata di grande importanza e pregio per le chiese gnostiche, insomma una specie di successione apostolica ritenuta valida per via del carisma originario che viene via via trasmesso ad altri vescovi.

Re: Riduzione allo stato laicale: che cos'è e cosa comporta?

MessaggioInviato: lun ott 19, 2009 10:36 am
da GrisAdmi
Il discorso non cambia. Un vescovo che ordini altri vescovi al di fuori della comunione con la Chiesa di Cristo, essendo un sacramento valido nella misura in cui chi lo amministra lo fa con l'intenzione di fare ciò che la Chiesa fa quando amministra tale sacramento, ordinerà dei vescovi nella misura, praticamente, inversamente proporzionale alla sua "distanza" dalla Chiesa (almeno a livello di concezioni ecclesiologiche). Se consideri che lo gnosticismo (in qualsiasi sua forma) non può essere cristianesimo, ti renderai conto che oltre ad una sensazione di "prestigio" gli gnostici non potranno ottenere molto dal passaggio di un vescovo cristiano nelle proprie fila.