da berescitte » sab apr 20, 2013 8:07 am
Va ricordato che la Chiesa dice di se stessa che il soggetto a cui Gesù ha garantito assistenza di infallibilità è la Chiesa intera, il popolo di Dio. E che l'infallibilità non va concepita come possibilità di fabbricare le verità (esse sono state rivelate da Dio tramite Gesù e dallo Spirito tramite gli Apostoli), ma solo come tutela dall'errore sia nello individuarle che nello spiegarle.
Quindi si specifica anche che tale infallibilità riguarda l'insegnamento da parte del Magistero (non la esenzione dal peccare!) in materia di fede e morale.
E infine che tale infallibilità si esprime in tre modi: dal popolo "in credendo" (in ciò che crede); dal Concilio Ecumenico* nelle decisioni dogmatiche; dal solo Pontefice quando insegna "ex cathedra" cioè come Pastore universale che propone una dottrina da credere.**
Il Papa quindi, come ogni cristiano, è tenuto ad accogliere ogni verità rivelata. Se ne rifiuta qualcuna diventa eretico e sarà il collegio Cardinalizio a giudicarlo e deporlo, così come è stato il Collegio ad eleggerlo.
Quando il Papa insegna (poniamo in un enciclica) dobbiamo distinguere ciò che è suo parere da ciò che ricalca l'insegnamento del Magistero Ordinario della Chiesa. E' in base a tale distinzione che non ci si scandalizza se, mentre ricalca verità di sempre, propone idee nuove sue che però non sono in contrasto con ciò che si è creduto "semper, ubique et ab omnibus" (formula di S.ò Vincenzo di Lerins).
Lo stesso vale per il Concilio Ecumenico. Esso può ricalcare insegnamenti ovvii, e siamo al dovere dell'obbedienza di fede; ma anche proporre soluzioni per problemi pastorali, e in questo è valutabile criticamente, anche se...
... anche se, sia a lui come al Papa, va riconosciuta la potestà giurisdizionale che richiede obbedienza di esecuzione (opportunamente aiutata dall'umiltà di essere molto prudenti prima di ergersi a giudice di chi ha un dono particolare da parte di Dio per l'ufficio che svolge). La promessa di obbedienza e riverenza esternata da Papa Benedetto XVI nei confronti di papa Francesco si situa appunto a livello giurisdizionale. Egli obbedirà anche se non fosse d'accordo con decisioni che Papa Francesco prenderà. Così come deve fare qualsiasi buon fedele con il proprio parroco, se crede davvero che quella parrocchia in cui sta, con quel prete del momento, è il luogo ove il Signore vuole che egli si comporti da figlio, costruttivo e in comunione il più possibile. Il che non toglie la possibile evenienza di dover ricorrere al Vescovo laddove il parroco cominciasse a dare i numeri... così come accadrebbe al Papa se diventasse eretico.
Resta da rispondere al quesito più intrigante: se possa accadere che un Papa, divenuto eretico interiormente, possa proporre parlando ex cathedra la sua eresia dichiarandola verità di fede. In quel caso si ritiene che il Signore stesso interverrebbe illuminandolo a ripensarci o tappandogli la bocca... Non è forse un caso che una eventualità del genere non sia mai accaduta nella storia.
________________________________
* Che per essere regolarmente costituito deve avere l'avallo del Papa, presente sia di persona o per delega; cioè la firma sui documenti.
** La quale dottrina, non potendosi aggiungere nulla alla Rivelazione già fatta e conclusasi con la morte dell'ultimo Apostolo, dovrà essere una esplicitazione di ciò che la Rivelazione implicitamente sottintende.