sul tema del "progressismo cattolico" dapprima improntato all'ideologia marxista e tendente ora, all'ideale di Jung
Di fronte alla "teologia dell'auto-liberazione"
Accanto al nuovo gnosticismo delle "Chiese" e dei movimenti dichiaratamente gnostici, e al neo-gnosticismo che percorre gran parte della cultura contemporanea e che si esprime nel New Age, abbiamo visto -o almeno intravisto - anche un terzo fenomeno: la nuova "teologia dell'auto-liberazione" che - mentre declina la "teologia della liberazione" affascinata dal marxismo - conquista consensi in ambito cattolico, e non manca di trascrizioni pratiche come i gruppi americani che equiparano la Madonna di Medjugorje all'archetipo junghiano della Madre e al "messia al femminile" atteso dal nuovo gnosticismo. Anche qui si è di fronte a una sfida, che tuttavia comincia appena a essere percepita. La nuova "teologia dell'autoliberazione" di impronta neo-gnostica si inquadra nella storia sofferta del cosiddetto "progressismo" cattolico. Senza allontanarci troppo dal nostro tema, possiamo dire che il progressismo è un insieme di tendenze che - ritenendo inevitabilmente vincenti alcune ideologie moderne - ha tentato di "battezzarle" e di importarle all'interno del Cattolicesimo.
Da una parte i "progressisti" subivano il fascino di queste ideologie; dall'altra ritenevano che la loro vittoria fosse inevitabile, e che pertanto un tentativo della Chiesa di opporsi avrebbe avuto esiti in ogni caso rovinosi.
Senza evocare le complesse questioni del cattolicesimo liberale e del modernismo, non è difficile ricordare - è storia di pochi anni fa - come molti teologi (e non solo teologi) cattolici fossero convinti dell'inevitabile vittoria culturale e politica del marxismo, e cercassero, abbandonata ogni opposizione, di "battezzare" Marx, o almeno alcune parti del suo pensiero. Le forme di "teologia della liberazione" (un'etichetta che ha coperto peraltro realtà diverse) condannate dalla Congregazione per la dottrina della fede nel suo celebre documento del 1984 hanno rappresentato il massimo tentativo di importare elementi del marxismo all'interno della teologia cattolica. Le vicende storiche del marxismo e del comunismo e la dissoluzione dell'Impero sovietico hanno determinato notevoli difficoltà nel campo di questo tipo di "teologia della liberazione". L'intervento della Congregazione per la dottrina della fede - a suo tempo da molti giudicato "reazionario" per le sue critiche ai regimi comunisti, definiti "vergogna del nostro tempo" - a distanza di pochi anni appare piuttosto profetico. Negli anni, tuttavia, in cui - insieme con il marxismo - una certa "teologia della liberazione" entra in crisi, la "teologia dell'auto-liberazione" avanza a grandi passi. La nuova ideologia la cui vittoria sembra ad alcuni inevitabile è ormai il neo-gnosticismo del New Age. Per i "teologi dell'auto-liberazione" oggi non si tratta più di battezzare Marx, ma Jung, e insieme un gran numero di figure e di temi della tradizione gnostico-esoterica. Il passaggio dalla "teologia della liberazione" alla "teologia dell'auto-liberazione" si è compiuto talora negli stessi ambienti, e perfino nelle stesse persone: il teologo brasiliano Leonardo Boff, uno degli esponenti di punta della "teologia della liberazione" criticata dalle autorità cattoliche, che ha recentemente abbandonato il sacerdozio e l'abito francescano, studia oggi l'inglese per poter leggere in originale i testi della nuova cosmologia del New Age;22 anche in Brasile la sua teologia si orienta sempre di più verso un elogio del sincretismo e una scoperta di valori positivi che vivrebbero - insieme, peraltro, ad altri criticabili - nelle forme sincretistiche e spiritistiche della cultura popolare brasiliana.
Sembra proprio che nei prossimi anni le gerarchie della Chiesa cattolica si troveranno sempre più spesso di fronte - se quello che succede negli Stati Uniti costituisce un'anticipazione di fenomeni che si estenderanno facilmente su scala mondiale - non più ai barbuti "teologi della liberazione" che citano Marx, ma piuttosto a eleganti "teologi dell'auto-liberazione" che citano Jung, l'enneagramma, il New Age, A Course in Miracles, vantano le virtù del sincretismo e non si vergognano di rivalutare lo gnosticismo.
Come mostra il caso Fox, i problemi sorgeranno quando in certe istituzioni educative cattoliche non saranno più invitati barbudos del comunismo cubano o sandinisti nicaraguensi, ormai anacronistici, ma piuttosto "streghe" del nuovo paganesimo come Starhawk. E un pericolo - come ha notato "La Civiltà cattolica" in un articolo che abbiamo già avuto occasione di citare - è che questo entusiasmo neo-gnostico si traduca anche in una sorta di narcisismo, di coltivazione della propria interiorità e in attività esclusivamente intra-ecclesiali che finiscono per ignorare il mondo esterno.
22. Cfr. Matthew Fox, Creation Spirituality. Liberating Gifts for the Peoples of the Earth, Harper San Francisco, San Francisco 1991, p. IX.