Sotto l'etichetta di
New Age sono generalmente rubricate una serie di realtà dalle caratteristiche spesso assai eterogenee. Nonostante ciò, quello di
New Age non è un concetto aperto, à la Wittgenstein, vale a dire che ciò che accomuna i vari movimenti che sono riconducibili sotto questa designazione non è semplicemente una sorta di somiglianza di famiglia; è possibile, infatti, individuare un nucleo di caratteristiche condivise da tutti questi. Ad esempio, il significato stesso dell'espressione, che letteralmente significa "Nuova Era", vuole suggerire che tutti i movimenti
new age sono accomunati dal fatto di propugnare una sorta di
renovatio mundi, legato ad un cambiamento della mentalità generale di cui questi sarebbero artefici. Ma è possibile parlare di una vera e propria unità dottrinale soggiacente a tutte le variegate realtà
new age?
Il problema non è di facile soluzione, poiché non esiste una sorta di canone
new age, una serie di testi universalmente riconosciuti come autorevoli da tutti i propugnatori della "Nuova Era"; né è possibile individuare un nucleo di "dogmi" universalmente riconosciuti: l'unico denominatore comune a livello dottrinale di tutti gli epigoni della "Nuova Era", infatti, sembra proprio essere il rifiuto dei "dogmi". Di conseguenza, è forse più facile individuare i caratteri comuni delle concezioni da questi propugnate più in ciò che essi negano che in quello che affermano.
Come prima cosa, però, è forse necessario dare alcuni cenni storici.
La sfuggente natura di questo fenomeno, ovviamente, rende difficile individuare una sua precisa data di nascita. Tralasciando in questa sede di elencare tutte le varie tradizioni culturali che, in un modo o nell'altro, hanno preparato il terreno per l'avvento della
New Age, nonché quelle che i fautori della medesima riconoscono quali sue prefigurazioni, possiamo prendere come punto di riferimento il 1962, anno della concomitante fondazione della Comunità di Findhorn in Scozia e dell'Istituto di Esalen in California. È solo dopo circa un decennio, però, che il
New Age Movement comincia a prendere coscienza di se stesso. Nel 1973, infatti, assistiamo alla pubblicazione di un volume di David Spangler,
The New Age Vision, in cui vengono per la prima volta enucleate in maniera più o meno organica le idee portanti di questa nuova realtà. Sempre all'inizio degli anni Settanta possiamo collocare la pubblicazione delle prime "guide"
new age, con elenchi di librerie, negozi, centri di spiritualità o luoghi di cura alternativi e tutto ciò che fosse percepito in sintonia con le attese di rinnovamento epocale di cui il "movimento" si iniziava a riconoscere portatore.
Un altro passo essenziale nello sviluppo storico della
New Age è rappresentato dalla pubblicazione, nel 1980, del libro The
Aquarian Conspiracy ad opera di Marilyn Ferguson. In questo testo si fa strada l'idea che tutti i vari movimenti spontanei, di fatto comunicati da alcune credenze e da un sentire comune, siano in realtà parte di un disegno più ampio. Si afferma ora il desiderio di trionfare sulla cultura dominante e sulle religioni tradizionali, di sovvertire l'ordine delle strutture della cultura attuale. L'impegno dei "cospiratori" si rivolge in modo particolare a due obiettivi: promuovere la "trasformazione personale" di quanti più individui possibile, grazie ad un messaggio rivolto direttamente all'intimo di ognuno; operare al fine di attuare una "trasformazione planetaria", grazie all'azione diretta a smuovere l'opinione comune. Proprio in questi anni, intanto, cominciano a diffondersi in maniera massiccia le comunità
new age. Sin dal 1979, ad esempio, è attiva in Italia la comunità di Damanhur (oggi assai imponente), la quale si andò ad affiancare alla miriade istituzioni simili che andavano sorgendo un po' dovunque in Occidente.
Infine, in questi ultimi anni, assistiamo ad una sorta di esaurimento della spinta propulsiva di questo movimento, legata all'affermarsi di uno spirito sempre più spiccatamente commerciale nello stesso. Tanto che alcuni autori sono arrivati ad assumere la denominazione
Next Age, intendendo così marcare la distanza rispetto ad una
New Age in parte inquinata dai rapporti con la società consumistica.
Ma quali sono i principali pilastri dottrinali della
New Age?
Prima di tutto, come si accennava sopra, uno degli elementi dell'impianto dottrinale dei vari portavoce di questo movimento è, senza ombra di dubbio, la decisa negazione del fatto che possano esserci delle certezze affermate in modo dogmatico. Tale posizione è universalmente accettata da tutti gli autori che si autodefiniscono
new age. Questa, perciò, può considerarsi il fondamento di quell'atteggiamento relativista che anima tutti i propugnatori di tale visione del mondo. Il rifiuto di ogni "dogmatismo", di per sé, avalla una “sofistica” concezione della realtà in cui ogni singolo individuo è misura della propria verità, sia dal punto di vista dei contenuti, sia per ciò che concerne le modalità con le quali il singolo può approdare alle proprie soggettive convinzioni. Così facendo, ovviamente, si esclude ogni validità alla prospettiva religiosa rivelata.
Un altro carattere distintivo della mentalità
new age può essere riassunto dal motto inglese “
All is One” (Tutto è Uno). Tutto ciò che esiste non sarebbe che un frammento dell'unica realtà: il mondo, in altri termini, non è costituito da materia inerte né da energia inconscia, ma da un'unica divina realtà, consapevole e impersonale. Si può pertanto parlare di una sorta di panteismo radicale, il quale, anche se sembra tradursi nell'esaltazione del carattere prezioso e sacrale di ogni realtà esistente, si traduce in buona sostanza in una negazione del divino così come noi occidentali siamo abituati a concepirlo. Tale concezione, però, più che il frutto di una speculazione teologica è il derivato di una concezione antropologica in cui l'uomo tende perdere il proprio carattere di unicità e viene ricollocato all'interno di un orizzonte del tipo “olistico”.
A partire da quanto appena detto, si può evidenziare un'altra caratteristica essenziale di tutta la
New Age: l'affermazione che l'uomo è parte del divino. L'uomo è concepito come una composizione di vari elementi: dimensione fisica, psichica, pneumatica, più una trama non ben delineata di connessioni con l'ambiente in cui si trova, inteso come tutto vivente.
Altro asse portante delle teorie dei propugnatori della “Nuova Era” è l’idea che l’uomo è un ente in cammino, che deve acquisire la consapevolezza del suo essere niente più che una particella di questo tutto divino. Il tutto in un universo che non è altro che un’espressione di un unico Sé infinito, divino ed impersonale. Il risveglio di tale consapevolezza è possibile se si abbraccia un nuovo modo di pensare. In tal senso, è quindi indicativo l'uso simbolico che viene fatto di una scoperta scientifica riguardante la distinzione delle funzioni tra l'emisfero sinistro del cervello (in cui si concentrano le funzioni relative al pensiero logico) e l'emisfero destro (responsabile invece della dimensione emotiva, creativa e intuitiva della mente umana). A partire dalla constatazione che in Occidente il pensiero logico-analitico è da sempre stato privilegiato, prende perciò corpo la proposta del
right brain thinking (pensare con la parte destra del cervello), capace di favorire l’avvento di una nuova mentalità caratterizzata dalla profonda presa di distanze rispetto alla cultura occidentale.
In tale contesto si colloca la dottrina della reincarnazione, che da un lato richiama evidenti influssi delle religioni orientali, ma dall'altro manifesta caratteristiche del tutto peculiari che ne definiscono la fisionomia secondo un modello tutto occidentale. In primo luogo, la dottrina della reincarnazione in ambito
new age non evoca una impersonale giustizia cosmica a cui l'uomo è suo malgrado sottoposto, ma richiama l'Occidente in quanto concepita come una sorta di seconda opportunità per realizzare quella crescita di consapevolezza interiore che molto spesso una sola vita non è sufficiente a conseguire. È quindi evidente che tale modo di concepire la reincarnazione è imbevuto di quel mito illuministico-positivistico del progresso illimitato dell'umanità, trasferito sul piano individuale.
La crescita nella consapevolezza interiore di essere parte del divino suppone, poi, l'uso di tecniche appropriate. Queste possono essere distinte intere categorie: le tecniche di controllo del Sé, le tecniche che regolano le relazioni con gli altri e le tecniche per “comunicare” con altri livelli di consapevolezza. La prima serie di tecniche si basa fondamentalmente sul controllo della respirazione e delle sensazioni esercitato tramite forme di rilassamento fisico-mentale (mutuate sia del training autogeno che dalle forme di meditazione orientale) e grazie anche al ricorso a sostanze allucinogene. La seconda si basa, invece, su pratiche nate in seno allo stesso movimento
New Age, in particolare nel sopraccitato istituto di Esalen. La terza tipologia, infine, riguarda delle “tecniche spirituali” che, secondo i loro fattori, dovrebbero consentire di entrare in comunicazioni con dimensioni della realtà diverse da quella in cui viviamo la nostra vita cosciente. Si tratta, in questo ultimo caso, di pratiche riconducibili sotto il nome di
Channeling, quasi una naturale evoluzione delle pratiche spiritiste ricondotte nell'ambito
New Age. L'ambizione del
Channeling è quella di rileggere tutti i fenomeni legati allo spiritismo classico è tutte le varie forme di manifestazione “divina” di qualsiasi contesto religioso come fenomeni riconducibili ad un unico grande principio che tutto pervade e che sempre tende a manifestarsi nel nostro piano d’esistenza.
In base a quanto detto, quali rapporti vi sono
New Age e fede cristiana?
E’ facile notare come
New Age e cristianesimo propongano due visioni di Dio, dell'uomo e della salvezza assolutamente inconciliabili.
L'idea di Dio che viene proposta dai movimenti
new age, un dio impersonale e immanente, è la negazione lineare e diretta del Dio personale trascendente che caratterizza le grandi religioni monoteiste e, in particolare, quella cristiana. Alla Trinità ed alla divinità di Gesù, si contrappone la dottrina, comune a tutte le diverse forme di esoterismo, per cui Gesù sarebbe solamente una creatura di particolare forza spirituale, intellettuale e morale, una sorta di maestro, di guru, di “grande anima”, ma non il Salvatore dell’umanità. Tale svilimento della figura di Cristo è, del resto, conseguenza diretta della negazione del concetto di peccato così come è inteso nel cristianesimo. Per la
New Age, infatti, il difetto dell’uomo non si colloca sul piano morale, ma su quello della conoscenza (da qui il parallelismo che molti studiosi hanno stabilito tra questa e la gnosi classica): l’uomo non deve essere salvato dal peccato, ma dalla propria ignoranza (difetto di consapevolezza). La dottrina della reincarnazione, poi, è la negazione esplicita della concezione cristiana della vita eterna.
Sul piano dottrinale, la
New Age omette praticamente tutte le idee che sono alla base del cristianesimo: c’è un'omissione totale di un Dio personale; c'è un'omissione totale della rivelazione di Dio per mezzo di Gesù Cristo, un'ignoranza totale del ministero dell'amore di Dio, dell'incarnazione, di Dio che diventa uomo in Gesù Cristo; c'è una negligenza totale della redenzione per mezzo di Gesù Cristo nello Spirito santo, della Chiesa stabilita da Gesù, del giudizio dopo la morte, del cielo o dell'inferno.
Anche, però, sul piano dei comportamenti concreti lo iato appare macroscopico. Ad esempio, la
New Age disconosce totalmente il valore della preghiera, che per il cristiano è un affidarsi a Dio, a favore di tecniche di meditazione che, in modo più o meno automatico ed autoreferenziale, producano effetti di tipo spirituale. Con il venire meno del precetto dell’amore di Dio, cade anche il fondamentale comandamento cristiano di amare il prossimo come sé stessi. Visto, infatti, che tutti noi, nell’ottica
New Age, stiamo seguendo un nostro personale percorso di autoredenzione che, prima o poi, ci condurrà alla felicità, non è necessario crucciarsi delle momentanee sofferenze degli altri: queste sono scritte nel loro destino come una tappa del loro percorso di purificazione e, di conseguenza, un nostro qualsiasi intervento atto a lenirle potrebbe anche essere lesivo nei confronti di quest’ultimo.
Per maggiori informazioni rimando alla voce “New Age” del
Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede (di cui queste righe sono in gran parte una sintesi), reperibile presso questo indirizzo web:
http://www.disf.org/Voci/91.asp
Mi riservo di intervenire prossimamente con altri post, onde approfondire alcuni temi specifici della materia in oggetto.