Joseph Smith e il mormonismo.
Inviato: mer nov 29, 2006 2:54 am
Tratto dal sito http://www.eresie.it
Smith, Joseph jr. (1805-1844) e mormonismo
I primi anni
Il fondatore del mormonismo, Joseph Smith jr. nacque il 23 dicembre 1805 a Sharon, nello stato americano del Vermont, quintogenito degli undici figli di Joseph Smith Sr. (1771-1840) e di Lucy Mack (1775-1856), due sfortunati contadini del New England, che dovettero spesso cambiare residenza a causa di carestie o di investimenti sbagliati (tra cui uno fallimentare nel gingseng del Vermont per il mercato cinese!).
Intorno al 1820, gli Smith posero la loro abitazione a Palmyra, nella parte occidentale dello stato di New York: questa regione degli Stati Uniti fu conosciuta, nella prima metà dell'Ottocento, come Burned over District o Burnt District (distretto bruciato), secondo un termine coniato dall'evangelista Charles Grandison Finney (1792-1875), perché c'erano state così tante conversioni religiose in occasione dei moltissimi revival che si tennero nella zona durante il Second Great Awakening (Secondo grande risveglio) da non avere più combustibile da bruciare, cioè una maniera simbolica per dire che non c'erano più potenziali fedeli da convertire! Infatti, qui (a parte i mormoni) nacquero diverse altre nuove denominazioni religiose come i Milleriti, gli Shakers, la Comunità di Oneida e la setta di Jemina Wilkinson, e apparvero noti spiritisti come le sorelle Fox - fondatrici del movimento spiritualista americano - che nel 1848 affermarono di parlare con i morti.
La famiglia di S., benché fosse stato influenzato dalle idee universaliste del nonno paterno di Joseph jr., non aderì formalmente ad alcuna confessione religiosa cristiana.
Le visioni
Nel 1820, o perlomeno in un momento non meglio precisato tra il 1819 ed il 1821, S. ebbe la sua prima visione: gli apparvero Dio Padre e Gesù Cristo, che gli intimarono di non entrare a far parte di nessuna chiesa esistente e di attendere ulteriori rivelazioni. Il fratello di S., William (1811-1893), riferì che S. ebbe questa visione, dopo aver ascoltato un sermone del predicatore metodista George Lane sul passo dell'epistola di San Giacomo (1,5): Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti generosamente e senza rinfacciare, e gli sarà data.
Tre anni dopo, egli ebbe una seconda visione e, tra la notte del 21 settembre 1823 e la mattina del 22, gli apparve per ben quattro volte - nella sua stanza da letto - un angelo luminoso di nome Moroni (o, secondo le prime fonti, Nephi). Quest'ultimo gli comunicò dell'esistenza di un libro, scritto su tavole d'oro, che narrava dell'origine dei precedenti abitanti del continente americano e che era sepolto sotto la collina di Chumora, presso Manchester (nello stato di New York).
S. si recò nel sito segnalato e riportò alla luce un antico pettorale, delle piastre (o tavole) d'oro sulle quali quattro personaggi (Ether, Mormon, Lehi e Nephi) avevano aggiunto parti inedite della storia della Bibbia; delle tavole di bronzo sulle quali un altro autore, Laban, aveva riportato passi dell'Antico Testamento ed alcune genealogie; e due pietre divinatorie (gli “urim” e “thummim” citati nei Numeri 27,21 e nel primo libro di Samuele 28,6) con le quali era possibile decifrare le precedenti scritte. Tuttavia, lo stesso S. raccontò di aver visitato la collina di Chumora nel 1824, 1825 e 1826, senza aver avuto il permesso di portare via le tavole fino al 22 settembre 1827, data in cui visitò la collina in compagnia della moglie Emma.
Le pietre magiche e la chiaroveggenza
All'onor del vero, bisogna però precisare che, proprio in quel periodo, S. e la sua famiglia si dedicavano, come molti altri, all'attività del money-digging, cioè della ricerca di tesori nascosti, non necessariamente per motivi di solo lucro, ma anche con finalità archeologiche, folcloristiche, magiche o divinatorie. Si racconta che, nel 1819 o nel 1822, S. ed il padre avessero riportato alla luce una pietra molto particolare, che, egli disse, permetteva fenomeni di chiaroveggenza, e che questa pietra fosse stata decisiva per il ritrovamento delle piastre d'oro, di cui sopra.
La sua fama di “poter discernere le cose invisibili ad occhio nudo” si sparse e nel 1825, S. fu avvicinato da un cercatore di tesori, tale Josiah Stowell, che si accompagnava con un chiaroveggente, Isaac Hale. S. e suo padre furono convinti di collaborare con i due alla ricerca di una favolosa miniera spagnola abbandonata, dalle parti di Harmony, nella Pennsylvania. La miniera non fu ritrovata e la società si sciolse ben presto, ma, in compenso, S. s'innamorò della figlia di Hale, Emma (1804-1879), che sposò il 18 gennaio 1827 a South Bainbridge.
La decifrazione delle tavole e la pubblicazione del Libro di Mormon
A questo punto, nel 1828, S. si accinse a “tradurre” le tavole, che, a parere del Prof. Charles Anton (il quale, successivamente, negò quest'affermazione) della Columbia College, erano scritte in geroglifici egiziani “riformati” (sic!). Non esiste un tale alfabeto e, del resto, solo pochi anni prima, Jean-François Champollion (1790-1832) aveva provveduto alla prima autentica traduzione dei geroglifici egiziani (la prima edizione del suo Sommario del sistema geroglifico, in francese, era del 1824), mentre, nel corso dei secoli precedenti, svariati studiosi, come il famoso gesuita tedesco Athanasius Kircher (1602-1680), si erano cimentati in “traduzioni”, più o meno fantasiose, dei testi egiziani.
A sua volta, S. adottò un suo metodo alquanto originale: separato da una tenda dai propri trascrittori [sua moglie Emma, il cognato Rueben oppure l'amico Martin Harris (1783-1875)], S. si poneva di fronte alla tavola da tradurre e metteva le pietre della chiaroveggenza nel suo cappello, infilava il cappello sul viso per creare il buio, nel quale egli visualizzava il testo e sotto la sua traduzione in inglese.
Purtroppo, agli inizi della traduzione, successe un grave contrattempo: Harris chiese ed ottenne di far vedere il manoscritto, denominato Libro di Lehi, fino a quel momento tradotto (116 pagine), alla sua scettica moglie Lucy. Il testo andò perso per sempre: s'ipotizza che Lucy Harris - che subodorava una colossale “bufala” - lo abbia intenzionalmente nascosto, per poter confrontare la traduzione già eseguita, e sbugiardare eventuali incongruenze, con quella nuova, compiuta da S. Tuttavia il boicottaggio della donna non ebbe altro effetto che rompere l'amicizia di Harris con S., il quale riprese nel 1829 la decifrazione con un altro trascrittore, Oliver Cowdery (1806-1850). Prima che le piastre fossero definitivamente restituite all'angelo Moroni, undici persone, tutte della famiglia o della stretta cerchia degli amici di S., asserirono di aver avuto l'opportunità di vederle o, perlomeno, di toccarle, ricoperte da una pesante tela, e firmarono una dichiarazione della loro autenticità divina.
Il 26 marzo 1830 fu finalmente pubblicata la traduzione del testo, dal titolo Libro di Mormon, che raccontava le vicende, secondo lo stile biblico, di tre popoli scomparsi che avevano veleggiato dalla Palestina in America:
I primi emigrati, dopo la distruzione della Torre di Babele, furono i Giarediti, discendenti diretti delle antiche tribù perdute d'Israele,
Nel 600 a.C., un secondo gruppo di emigrati si divise nei virtuosi Nefiti, presso i quali si sarebbe trasferito Gesù Cristo, dopo la sua ascensione, e
Nei dissoluti Lamaniti, che distrussero i Nefiti in una battaglia vicino a Palmyra nel 421 A.D., ed erano i progenitori degli indiani d'America.
Moroni era il figlio del generale nefita Mormon ed aveva, lui stesso, seppellito le tavole d'oro con la storia di queste vicende.
Da quel momento, si accesero le polemiche tra coloro che mostrarono un certo interesse in questo testo e gli scettici, che cercavano di capire da quali fonti, escludendo quella divina, S. avesse tratto le sue ispirazioni e la successiva teologia. Tuttora non esiste una risposta totalmente soddisfacente a questo quesito: senz'altro si nota un'influenza dal libro, pubblicato nel 1819, View of the Hebrews (Visione degli Ebrei) di Ethan Smith (1762-1849), uno dei vari scrittori che consideravano una possibile discendenza degli indiani d'America dalle tribù perdute d'Israele. Questo concetto era già stato precedentemente ipotizzato da Cotton Mather, Roger Williams e William Penn ed ebbe un curioso sviluppo nell'anglo-israelismo (secondo il quale le tribù perdute si erano installate in Inghilterra), tema caro ad ambienti avventisti del XIX secolo. Si notano altresì le idee universaliste e unitariane del nonno di S., temi gnostici, influenze massoniche [il fratello di S., Hyrum (1800-1844) era un massone, e lo stesso S. lo sarebbe diventato nel 1842], ed elementi dello spirito messianico degli americani, dai tempi dei puritani sempre convinti d'essere il popolo eletto.
Fondazione della nuova chiesa
Il 15 maggio 1829, S. e Cowdery affermarono di aver avuto una visione di San Giovanni Battista, che li ordinava ministri del “Sacerdozio d'Aronne” (Aaronic priesthood) e, poco dopo, tre santi (Pietro, Giacomo e Giovanni) estesero quest'ordinazione al “Sacerdozio di Melchizedek”. Era la premessa per la fondazione della Church of Christ (Chiesa di Cristo) da parte di S. e di altri cinque amici a Fayette (nello stato di New York), il 6 aprile 1830. Il nome fu, successivamente, modificato (nel 1834) in Church of the Latter Day Saints (Chiesa dei Santi degli ultimi giorni), poi (nel 1838) nel difinitivo Church of Jesus Christ of the Latter Day Saints (Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni), spesso abbreviato nella sigla LDS.
Le regole e le dottrine furono dettate, negli anni successivi, da S. durante le sue continue visioni e rivelazioni, e raccolte in The Doctrine and Covenants of the Church of Jesus Christ of Latter-day Saints (Dottrina e alleanze della chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni) e in The Pearl of Great Price (La perla di gran prezzo), che contiene anche gli articoli di fede della Chiesa.
Intorno ad alcune figure contenute in The Pearl of Great Price, sono sorte delle polemiche, in merito ad una “traduzione” che S. effettuò su un papiro, che gli era stato venduto da un venditore ambulante di reperti archeologici egiziani, tale Michael Chandler (ca. 1807-ca. 1878) di Philadelphia. Dal papiro S. copiò e commentò tre disegni, inserendoli in The Pearl of Great Price come parte di un Libro di Abramo, in cui i disegni raffiguravano, a suo dire, scene della vita del patriarca. Il papiro, ancora esistente e di proprietà del Metropolitan Museum di New York (che lo offrì alla Chiesa di Gesù Cristo nel 1967), mostra invece scene del noto ed antico testo egiziano Libro dei Morti e le immagini, ricopiate da S., in realtà raffigurano Anubis e Osiride!
Un duro colpo all'attendibilità “interpretativa” di S., secondo i suoi detrattori, o il “profeta” aveva semplicemente usato questi disegni per rafforzare le sue rivelazioni, senza dover soffermarsi sul senso letterale del testo (come spesso succede anche per la Bibbia), come affermano invece i docenti dell'università mormone di Salt Lake City?
Persecuzioni nell'Ohio e nel Missouri
I primi passi delle comunità teocratiche, aderenti alla chiesa di S. e sorte per sua iniziativa, non furono certo facili: perseguitato negli stati di New York e di Pennsylvania, S. dovette trasferire i suoi seguaci (ormai chiamati mormoni, dal titolo del libro “tradotto” da S.) a Kirtland, nell'Ohio (dove fu costruita il primo tempio dei mormoni), e nella contea di Jackson, nel Missouri.
A Hiram, nell'Ohio, il 24 marzo 1832, a S. fu quasi fatale un tentativo di linciaggio subito da parte della folla, dopo un sermone tenuto dal suo braccio destro, il campbellita, convertito al mormonismo, Sidney Rigdon: i due furono picchiati, incatramati e ricoperti di piume, inoltre S. fu minacciato di morte e di castrazione, e gli fu infine spaccato un dente nel vano tentativo di fargli bere del veleno.
Non che nel Missouri andasse molto meglio: dopo che S. aveva identificato come Sion (il luogo per la parusìa, vale a dire la seconda venuta di Gesù Cristo) la zona intorno alla città di Independence, una massiccia migrazione di mormoni dal New England mise in minoranza i residenti, che vedevano i seguaci di S. come una concreta minaccia religiosa e politica (i mormoni, rispetto ad altre confessioni religiose, come ad esempio i Testimoni di Geova, partecipavano attivamente alla vita politica locale). Inoltre essi erano in prevalenza nordisti, quindi abolizionisti, in uno stato economicamente legato allo schiavismo. Le persecuzioni, che ne seguirono, provocarono una violenta reazione da parte dei mormoni, con la formazione dei gruppi di vigilantes denominati Daniti e comandati da Sampson Avard (1803-1862), in seguito scomunicato. L'alone di leggendaria ferocia dei daniti e il dibattuto tema della poligamia (vedi scheda su Brigham Young) tra i mormoni ispirò, alla fine del XIX secolo, diversi noti romanzieri europei, come Arthur Conan Doyle (1859-1930 con il famoso romanzo Uno studio in rosso (il primo con protagonista Sherlock Holmes), Robert Louis Stevenson (1850-1894) con il racconto La storia dell'angelo distruttore, Jules Verne (1828-1905) che cita i mormoni nel noto Il giro del mondo in 80 giorni, e Albert Robida (1848-1926) nel suo I viaggi straordinari di Saturnino Farandola.
Gli episodi d'intolleranza in quel periodo sono innumerevoli, soprattutto nel 1838 con lo scoppio della cosiddetta guerra mormonica, la battaglia presso il Crooked River tra mormoni e truppe dello stato del Missouri, l'ordine d'espulsione - noto come Extermination Order (ordine di sterminio) - emanato il 27 ottobre di quel fatidico anno (e revocato solo nel 1976), da parte del governatore del Missouri, Lilburn Boggs, il successivo massacro di 17 coloni mormoni a Haun's Mill, l'incarceramento di S. e dei suoi collaboratori e l'espulsione degli altri mormoni nell'inverno 1838-1839.
La fondazione di Nauvoo e i rapporti con “gentili” e massoni
I mormoni espulsi si trasferirono, allora, in una zona paludosa sulle rive del fiume Mississippi, vicino alla città di Commerce, nell'Illinois, dove iniziarono a costruire la loro città, da S. ribattezzata Nauvoo (una parola in ebraico, tratta dal libro d'Isaia 52,7 e che significa “la bella”). A Nauvoo confluirono migliaia di mormoni da tutta l'America, portando la sua popolazione ad almeno 12.000 (secondo altre fonti, 20.000) abitanti e rivaleggiando con Chicago, che a quei tempi contava circa 15.000 anime.
Neppure qui, i mormoni erano destinati a vivere in pace: la prosperità economica e l'autonomia gestionale di Nauvoo, le ambizioni politiche di S. che intendeva candidarsi a presidente degli Stati Uniti (con un programma molto radicale basato, per esempio, sulla nazionalizzazione delle banche), la presenza di un esercito privato (la legione Nauvoo) e le notizie, sempre più insistenti, sulla pratica della poligamia, fecero salire alle stelle la tensione con i “gentili” (così sono chiamati i non-mormoni).
Perfino nell'ambiente - senz'altro più tollerante - della massoneria (i cui principi, come si è detto, avevano avuto una certa influenza sull'evoluzione del pensiero di S.), i mormoni non riuscirono a farsi accettare completamente: nel 1841, era stato fondata una loggia a Nauvoo, nella quale S. era stato iniziato nel marzo 1842, ma poi i mormoni della zona vi erano confluiti così in massa da arrivare, in meno di un anno, al numero di ben 1366 nuovi massoni! La Gran Loggia dell'Illinois, timorosa per una possibile svolta teocratica della loggia Nauvoo, la sospese per accertamenti: i rapporti in USA tra mormoni e massoni si deteriorano rapidamente fino alla totale rottura nel 1844 (la normalizzazione sarebbe avvenuta solo nel 1984).
La morte di Joseph e Hyrum Smith
Nel 1844, la situazione a Nauvoo precipitò con la pubblicazione di The Nauvoo Expositor, un giornale ostile ai mormoni e gestito da ex-mormoni dissidenti: S., sindaco di Nauvoo, ordinò la chiusura della redazione, che però sfociò in un vero e proprio raid punitivo, terminato con la distruzione della tipografia. S. fu arrestato con suo fratello Hyrum e condotto a Carthage (sede del tribunale centrale dell'Illinois) per essere giudicato, ma, il 27 giugno 1844, una banda di 200 facinorosi assalì la prigione locale e uccise a colpi d'arma da fuoco i due fratelli.
Teologia del mormonismo
Le dottrine, qui citate, sono seguite dal filone di gran lunga maggioritario dei seguaci di S., vale a dire la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (LDS), trasferita nel 1846-47 dal nuovo presidente Brigham Young nell'Utah (a quei tempi parte del Messico), ma esse non sono necessariamente accettate in toto dalle altre confessioni mormoni minoritarie.
La teologia mormone si definisce cristiana ed è indubbiamente restituzionista (vale a dire, mira, similmente alla Chiesa Cattolica Apostolica di Edward Irving, a restaurare la Chiesa Cristiana delle origini, inquinata dalla successiva “Grande Apostasia”, quella corruzione, secondo i mormoni, della dottrina cristiana da parte della filosofia neo-platonica, del realismo platonico e dell'ascetismo), anche se contiene molti elementi di spiccata originalità:
Dio Padre ha un corpo perfetto e tangibile, fatto di carne e ossa.
Dio Padre, Gesù Cristo e lo Spirito Santo sono in realtà tre entità separate, unite solo nel cuore e nell'intendimento.
Dio Padre coesiste dall'eternità con una serie di spiriti in Cielo, figli di “genitori celesti”, il cui primogenito è Gesù Cristo. Dio ha deciso di far incarnare sulla terra questi spiriti, offrendo loro la possibilità di progredire con la scelta terrena fra bene e male (libero arbitrio). Tuttavia alcuni si smarriscono, seguendo Satana e tentando continuamente gli uomini.
I mormoni rifiutano il peccato originale: la trasgressione di Adamo (che in Cielo era l'arcangelo Michele) è stata voluta da Dio, perché tutto il piano potesse svolgersi.
E' altresì vero però che gli uomini (incarnazione di questi spiriti) sono peccatori e bisognosi di redenzione: quindi essi possono essere salvati tramite la fede in Gesù Cristo (e accettando il valore salvifico del sua morte e resurrezione, ma curiosamente non il simbolo della Croce, del tutto assente nel templi mormoni, dove invece è spesso presente la statua dell'angelo Moroni), il pentimento [i mormoni confessano a Dio i peccati meno gravi, ma agli anziani della Chiesa quelli più seri (come l'adulterio e il furto)] e una vita perfetta (praticando le ordinanze e seguendo i precetti: vedi sotto). Risorgendo, gli uomini finalmente riceveranno un perfetto corpo fisico e godranno della gloria celeste, in pratica una forma di teosi (vale a dire la divinizzazione, o deificazione, degli uomini) il cui grado di progressione più elevato si denomina esaltazione, in cui essi sono, per l'appunto, paragonabili a Dio. Infatti, riprendendo un detto mormone: Quello che Dio era, noi siamo; quello che Dio è, noi saremo.
Le ordinanze sono:
Il battesimo, per la remissione dei peccati, che è obbligatorio e avviene per immersione, all'età di otto anni.
L'imposizione delle mani, da parte degli anziani della Chiesa, che permette di ricevere il dono dello Spirito Santo. Questo potrebbe manifestarsi sotto forma di profezie, di glossolalia (il parlare lingue sconosciute), di guarigioni e miracoli (caratteristico anche della dottrina pentecostale e carismatica).
La Santa Cena, celebrata in ricordo di Gesù Cristo, per mezzo del quale si è rinnovata l'alleanza tra Dio e il Suo popolo.
L'investitura (endowment), che comprende, in tempi diversi, abluzioni, unzioni, ed il matrimonio celeste, con cui gli sposi si promettono non solo per questa vita, ma per l'eternità. Parti della cerimonia, inclusi la formula del giuramento, l'uso di un grembiulino bianco, la segretezza sulla cerimonia, i segni di riconoscimento riconducono ad una chiara derivazione massonica.
Il lungo elenco di precetti comprende: la santificazione della domenica, il digiuno periodico (almeno una volta al mese), la beneficenza, la decima per la propria chiesa, l'attività missionaria, ed infine la cosiddetta “Parola di Saggezza” di S., il precetto di astenersi da vino, alcolici, tabacco, tè, caffè, dai rapporti sessuali pre ed extra matrimoniali, e di moderare il consumo di carne, oltre ad una serie di consigli dietetici, che ricordano un po' quelli degli avventisti del Settimo Giorno.
Coloro che, in vita, non hanno avuto la possibilità di conoscere e accettare gli insegnamenti di S., potranno lo stesso impararlo dai fedeli viventi e accedere così alla gloria celeste. Per questo motivo i mormoni credono nel battesimo (e nell'eventuale - successivo - matrimonio e investitura per procura) per i propri antenati morti, nell'identificazione dei quali, essi sono noti per le accuratissime ricerche genealogiche, disponibili per tutti su Internet.
Dopo la parusìa (seconda venuta di Cristo), ci sarà la resurrezione dei giusti e il regno millenario di Cristo in terra, seguito dal giudizio finale, quando gli uomini saranno divisi in quattro categorie: i malvagi che moriranno in un “lago di fuoco e zolfo”, i colpevoli che avranno una modesta gloria “teleste”, gli onorevoli (ma non convertiti) che avranno una gloria “terrestre” e gli eletti alla gloria “celeste”.
Non esiste il sacerdozio, nel senso tradizionale inteso da altre confessioni cristiane: a tutti i maschi mormoni giudicati degni, dall'età di dodici anni, vengono man mano impartiti i gradi di diacono, insegnante, sacerdote, anziano e sommo sacerdote. I mormoni svolgono quest'attività di sacerdozio su base volontaria.
I testi ufficiali sono la Bibbia (secondo la “Versione del Re Giacomo” del 1611 con note e commenti di S., il quale aveva iniziato, senza finirlo per la sopraggiunta morte, una sua versione della Bibbia), il Libro di Mormon, la Dottrina e Alleanze, e la Perla di Gran Prezzo, ma va anche posto l'accento sul carattere, mai conclusivo, del canone mormone: in uno degli articoli di fede, S. precisò che “Dio deve ancora rivelare altre cose”, quindi qualsiasi rivelazione, ufficialmente proclamata da uno dei profeti-presidenti (vale a dire i successori di S.), diventa parte integrante delle scritture accettate.
http://www.eresie.it/id761.htm
Smith, Joseph jr. (1805-1844) e mormonismo
I primi anni
Il fondatore del mormonismo, Joseph Smith jr. nacque il 23 dicembre 1805 a Sharon, nello stato americano del Vermont, quintogenito degli undici figli di Joseph Smith Sr. (1771-1840) e di Lucy Mack (1775-1856), due sfortunati contadini del New England, che dovettero spesso cambiare residenza a causa di carestie o di investimenti sbagliati (tra cui uno fallimentare nel gingseng del Vermont per il mercato cinese!).
Intorno al 1820, gli Smith posero la loro abitazione a Palmyra, nella parte occidentale dello stato di New York: questa regione degli Stati Uniti fu conosciuta, nella prima metà dell'Ottocento, come Burned over District o Burnt District (distretto bruciato), secondo un termine coniato dall'evangelista Charles Grandison Finney (1792-1875), perché c'erano state così tante conversioni religiose in occasione dei moltissimi revival che si tennero nella zona durante il Second Great Awakening (Secondo grande risveglio) da non avere più combustibile da bruciare, cioè una maniera simbolica per dire che non c'erano più potenziali fedeli da convertire! Infatti, qui (a parte i mormoni) nacquero diverse altre nuove denominazioni religiose come i Milleriti, gli Shakers, la Comunità di Oneida e la setta di Jemina Wilkinson, e apparvero noti spiritisti come le sorelle Fox - fondatrici del movimento spiritualista americano - che nel 1848 affermarono di parlare con i morti.
La famiglia di S., benché fosse stato influenzato dalle idee universaliste del nonno paterno di Joseph jr., non aderì formalmente ad alcuna confessione religiosa cristiana.
Le visioni
Nel 1820, o perlomeno in un momento non meglio precisato tra il 1819 ed il 1821, S. ebbe la sua prima visione: gli apparvero Dio Padre e Gesù Cristo, che gli intimarono di non entrare a far parte di nessuna chiesa esistente e di attendere ulteriori rivelazioni. Il fratello di S., William (1811-1893), riferì che S. ebbe questa visione, dopo aver ascoltato un sermone del predicatore metodista George Lane sul passo dell'epistola di San Giacomo (1,5): Se qualcuno di voi manca di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti generosamente e senza rinfacciare, e gli sarà data.
Tre anni dopo, egli ebbe una seconda visione e, tra la notte del 21 settembre 1823 e la mattina del 22, gli apparve per ben quattro volte - nella sua stanza da letto - un angelo luminoso di nome Moroni (o, secondo le prime fonti, Nephi). Quest'ultimo gli comunicò dell'esistenza di un libro, scritto su tavole d'oro, che narrava dell'origine dei precedenti abitanti del continente americano e che era sepolto sotto la collina di Chumora, presso Manchester (nello stato di New York).
S. si recò nel sito segnalato e riportò alla luce un antico pettorale, delle piastre (o tavole) d'oro sulle quali quattro personaggi (Ether, Mormon, Lehi e Nephi) avevano aggiunto parti inedite della storia della Bibbia; delle tavole di bronzo sulle quali un altro autore, Laban, aveva riportato passi dell'Antico Testamento ed alcune genealogie; e due pietre divinatorie (gli “urim” e “thummim” citati nei Numeri 27,21 e nel primo libro di Samuele 28,6) con le quali era possibile decifrare le precedenti scritte. Tuttavia, lo stesso S. raccontò di aver visitato la collina di Chumora nel 1824, 1825 e 1826, senza aver avuto il permesso di portare via le tavole fino al 22 settembre 1827, data in cui visitò la collina in compagnia della moglie Emma.
Le pietre magiche e la chiaroveggenza
All'onor del vero, bisogna però precisare che, proprio in quel periodo, S. e la sua famiglia si dedicavano, come molti altri, all'attività del money-digging, cioè della ricerca di tesori nascosti, non necessariamente per motivi di solo lucro, ma anche con finalità archeologiche, folcloristiche, magiche o divinatorie. Si racconta che, nel 1819 o nel 1822, S. ed il padre avessero riportato alla luce una pietra molto particolare, che, egli disse, permetteva fenomeni di chiaroveggenza, e che questa pietra fosse stata decisiva per il ritrovamento delle piastre d'oro, di cui sopra.
La sua fama di “poter discernere le cose invisibili ad occhio nudo” si sparse e nel 1825, S. fu avvicinato da un cercatore di tesori, tale Josiah Stowell, che si accompagnava con un chiaroveggente, Isaac Hale. S. e suo padre furono convinti di collaborare con i due alla ricerca di una favolosa miniera spagnola abbandonata, dalle parti di Harmony, nella Pennsylvania. La miniera non fu ritrovata e la società si sciolse ben presto, ma, in compenso, S. s'innamorò della figlia di Hale, Emma (1804-1879), che sposò il 18 gennaio 1827 a South Bainbridge.
La decifrazione delle tavole e la pubblicazione del Libro di Mormon
A questo punto, nel 1828, S. si accinse a “tradurre” le tavole, che, a parere del Prof. Charles Anton (il quale, successivamente, negò quest'affermazione) della Columbia College, erano scritte in geroglifici egiziani “riformati” (sic!). Non esiste un tale alfabeto e, del resto, solo pochi anni prima, Jean-François Champollion (1790-1832) aveva provveduto alla prima autentica traduzione dei geroglifici egiziani (la prima edizione del suo Sommario del sistema geroglifico, in francese, era del 1824), mentre, nel corso dei secoli precedenti, svariati studiosi, come il famoso gesuita tedesco Athanasius Kircher (1602-1680), si erano cimentati in “traduzioni”, più o meno fantasiose, dei testi egiziani.
A sua volta, S. adottò un suo metodo alquanto originale: separato da una tenda dai propri trascrittori [sua moglie Emma, il cognato Rueben oppure l'amico Martin Harris (1783-1875)], S. si poneva di fronte alla tavola da tradurre e metteva le pietre della chiaroveggenza nel suo cappello, infilava il cappello sul viso per creare il buio, nel quale egli visualizzava il testo e sotto la sua traduzione in inglese.
Purtroppo, agli inizi della traduzione, successe un grave contrattempo: Harris chiese ed ottenne di far vedere il manoscritto, denominato Libro di Lehi, fino a quel momento tradotto (116 pagine), alla sua scettica moglie Lucy. Il testo andò perso per sempre: s'ipotizza che Lucy Harris - che subodorava una colossale “bufala” - lo abbia intenzionalmente nascosto, per poter confrontare la traduzione già eseguita, e sbugiardare eventuali incongruenze, con quella nuova, compiuta da S. Tuttavia il boicottaggio della donna non ebbe altro effetto che rompere l'amicizia di Harris con S., il quale riprese nel 1829 la decifrazione con un altro trascrittore, Oliver Cowdery (1806-1850). Prima che le piastre fossero definitivamente restituite all'angelo Moroni, undici persone, tutte della famiglia o della stretta cerchia degli amici di S., asserirono di aver avuto l'opportunità di vederle o, perlomeno, di toccarle, ricoperte da una pesante tela, e firmarono una dichiarazione della loro autenticità divina.
Il 26 marzo 1830 fu finalmente pubblicata la traduzione del testo, dal titolo Libro di Mormon, che raccontava le vicende, secondo lo stile biblico, di tre popoli scomparsi che avevano veleggiato dalla Palestina in America:
I primi emigrati, dopo la distruzione della Torre di Babele, furono i Giarediti, discendenti diretti delle antiche tribù perdute d'Israele,
Nel 600 a.C., un secondo gruppo di emigrati si divise nei virtuosi Nefiti, presso i quali si sarebbe trasferito Gesù Cristo, dopo la sua ascensione, e
Nei dissoluti Lamaniti, che distrussero i Nefiti in una battaglia vicino a Palmyra nel 421 A.D., ed erano i progenitori degli indiani d'America.
Moroni era il figlio del generale nefita Mormon ed aveva, lui stesso, seppellito le tavole d'oro con la storia di queste vicende.
Da quel momento, si accesero le polemiche tra coloro che mostrarono un certo interesse in questo testo e gli scettici, che cercavano di capire da quali fonti, escludendo quella divina, S. avesse tratto le sue ispirazioni e la successiva teologia. Tuttora non esiste una risposta totalmente soddisfacente a questo quesito: senz'altro si nota un'influenza dal libro, pubblicato nel 1819, View of the Hebrews (Visione degli Ebrei) di Ethan Smith (1762-1849), uno dei vari scrittori che consideravano una possibile discendenza degli indiani d'America dalle tribù perdute d'Israele. Questo concetto era già stato precedentemente ipotizzato da Cotton Mather, Roger Williams e William Penn ed ebbe un curioso sviluppo nell'anglo-israelismo (secondo il quale le tribù perdute si erano installate in Inghilterra), tema caro ad ambienti avventisti del XIX secolo. Si notano altresì le idee universaliste e unitariane del nonno di S., temi gnostici, influenze massoniche [il fratello di S., Hyrum (1800-1844) era un massone, e lo stesso S. lo sarebbe diventato nel 1842], ed elementi dello spirito messianico degli americani, dai tempi dei puritani sempre convinti d'essere il popolo eletto.
Fondazione della nuova chiesa
Il 15 maggio 1829, S. e Cowdery affermarono di aver avuto una visione di San Giovanni Battista, che li ordinava ministri del “Sacerdozio d'Aronne” (Aaronic priesthood) e, poco dopo, tre santi (Pietro, Giacomo e Giovanni) estesero quest'ordinazione al “Sacerdozio di Melchizedek”. Era la premessa per la fondazione della Church of Christ (Chiesa di Cristo) da parte di S. e di altri cinque amici a Fayette (nello stato di New York), il 6 aprile 1830. Il nome fu, successivamente, modificato (nel 1834) in Church of the Latter Day Saints (Chiesa dei Santi degli ultimi giorni), poi (nel 1838) nel difinitivo Church of Jesus Christ of the Latter Day Saints (Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni), spesso abbreviato nella sigla LDS.
Le regole e le dottrine furono dettate, negli anni successivi, da S. durante le sue continue visioni e rivelazioni, e raccolte in The Doctrine and Covenants of the Church of Jesus Christ of Latter-day Saints (Dottrina e alleanze della chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni) e in The Pearl of Great Price (La perla di gran prezzo), che contiene anche gli articoli di fede della Chiesa.
Intorno ad alcune figure contenute in The Pearl of Great Price, sono sorte delle polemiche, in merito ad una “traduzione” che S. effettuò su un papiro, che gli era stato venduto da un venditore ambulante di reperti archeologici egiziani, tale Michael Chandler (ca. 1807-ca. 1878) di Philadelphia. Dal papiro S. copiò e commentò tre disegni, inserendoli in The Pearl of Great Price come parte di un Libro di Abramo, in cui i disegni raffiguravano, a suo dire, scene della vita del patriarca. Il papiro, ancora esistente e di proprietà del Metropolitan Museum di New York (che lo offrì alla Chiesa di Gesù Cristo nel 1967), mostra invece scene del noto ed antico testo egiziano Libro dei Morti e le immagini, ricopiate da S., in realtà raffigurano Anubis e Osiride!
Un duro colpo all'attendibilità “interpretativa” di S., secondo i suoi detrattori, o il “profeta” aveva semplicemente usato questi disegni per rafforzare le sue rivelazioni, senza dover soffermarsi sul senso letterale del testo (come spesso succede anche per la Bibbia), come affermano invece i docenti dell'università mormone di Salt Lake City?
Persecuzioni nell'Ohio e nel Missouri
I primi passi delle comunità teocratiche, aderenti alla chiesa di S. e sorte per sua iniziativa, non furono certo facili: perseguitato negli stati di New York e di Pennsylvania, S. dovette trasferire i suoi seguaci (ormai chiamati mormoni, dal titolo del libro “tradotto” da S.) a Kirtland, nell'Ohio (dove fu costruita il primo tempio dei mormoni), e nella contea di Jackson, nel Missouri.
A Hiram, nell'Ohio, il 24 marzo 1832, a S. fu quasi fatale un tentativo di linciaggio subito da parte della folla, dopo un sermone tenuto dal suo braccio destro, il campbellita, convertito al mormonismo, Sidney Rigdon: i due furono picchiati, incatramati e ricoperti di piume, inoltre S. fu minacciato di morte e di castrazione, e gli fu infine spaccato un dente nel vano tentativo di fargli bere del veleno.
Non che nel Missouri andasse molto meglio: dopo che S. aveva identificato come Sion (il luogo per la parusìa, vale a dire la seconda venuta di Gesù Cristo) la zona intorno alla città di Independence, una massiccia migrazione di mormoni dal New England mise in minoranza i residenti, che vedevano i seguaci di S. come una concreta minaccia religiosa e politica (i mormoni, rispetto ad altre confessioni religiose, come ad esempio i Testimoni di Geova, partecipavano attivamente alla vita politica locale). Inoltre essi erano in prevalenza nordisti, quindi abolizionisti, in uno stato economicamente legato allo schiavismo. Le persecuzioni, che ne seguirono, provocarono una violenta reazione da parte dei mormoni, con la formazione dei gruppi di vigilantes denominati Daniti e comandati da Sampson Avard (1803-1862), in seguito scomunicato. L'alone di leggendaria ferocia dei daniti e il dibattuto tema della poligamia (vedi scheda su Brigham Young) tra i mormoni ispirò, alla fine del XIX secolo, diversi noti romanzieri europei, come Arthur Conan Doyle (1859-1930 con il famoso romanzo Uno studio in rosso (il primo con protagonista Sherlock Holmes), Robert Louis Stevenson (1850-1894) con il racconto La storia dell'angelo distruttore, Jules Verne (1828-1905) che cita i mormoni nel noto Il giro del mondo in 80 giorni, e Albert Robida (1848-1926) nel suo I viaggi straordinari di Saturnino Farandola.
Gli episodi d'intolleranza in quel periodo sono innumerevoli, soprattutto nel 1838 con lo scoppio della cosiddetta guerra mormonica, la battaglia presso il Crooked River tra mormoni e truppe dello stato del Missouri, l'ordine d'espulsione - noto come Extermination Order (ordine di sterminio) - emanato il 27 ottobre di quel fatidico anno (e revocato solo nel 1976), da parte del governatore del Missouri, Lilburn Boggs, il successivo massacro di 17 coloni mormoni a Haun's Mill, l'incarceramento di S. e dei suoi collaboratori e l'espulsione degli altri mormoni nell'inverno 1838-1839.
La fondazione di Nauvoo e i rapporti con “gentili” e massoni
I mormoni espulsi si trasferirono, allora, in una zona paludosa sulle rive del fiume Mississippi, vicino alla città di Commerce, nell'Illinois, dove iniziarono a costruire la loro città, da S. ribattezzata Nauvoo (una parola in ebraico, tratta dal libro d'Isaia 52,7 e che significa “la bella”). A Nauvoo confluirono migliaia di mormoni da tutta l'America, portando la sua popolazione ad almeno 12.000 (secondo altre fonti, 20.000) abitanti e rivaleggiando con Chicago, che a quei tempi contava circa 15.000 anime.
Neppure qui, i mormoni erano destinati a vivere in pace: la prosperità economica e l'autonomia gestionale di Nauvoo, le ambizioni politiche di S. che intendeva candidarsi a presidente degli Stati Uniti (con un programma molto radicale basato, per esempio, sulla nazionalizzazione delle banche), la presenza di un esercito privato (la legione Nauvoo) e le notizie, sempre più insistenti, sulla pratica della poligamia, fecero salire alle stelle la tensione con i “gentili” (così sono chiamati i non-mormoni).
Perfino nell'ambiente - senz'altro più tollerante - della massoneria (i cui principi, come si è detto, avevano avuto una certa influenza sull'evoluzione del pensiero di S.), i mormoni non riuscirono a farsi accettare completamente: nel 1841, era stato fondata una loggia a Nauvoo, nella quale S. era stato iniziato nel marzo 1842, ma poi i mormoni della zona vi erano confluiti così in massa da arrivare, in meno di un anno, al numero di ben 1366 nuovi massoni! La Gran Loggia dell'Illinois, timorosa per una possibile svolta teocratica della loggia Nauvoo, la sospese per accertamenti: i rapporti in USA tra mormoni e massoni si deteriorano rapidamente fino alla totale rottura nel 1844 (la normalizzazione sarebbe avvenuta solo nel 1984).
La morte di Joseph e Hyrum Smith
Nel 1844, la situazione a Nauvoo precipitò con la pubblicazione di The Nauvoo Expositor, un giornale ostile ai mormoni e gestito da ex-mormoni dissidenti: S., sindaco di Nauvoo, ordinò la chiusura della redazione, che però sfociò in un vero e proprio raid punitivo, terminato con la distruzione della tipografia. S. fu arrestato con suo fratello Hyrum e condotto a Carthage (sede del tribunale centrale dell'Illinois) per essere giudicato, ma, il 27 giugno 1844, una banda di 200 facinorosi assalì la prigione locale e uccise a colpi d'arma da fuoco i due fratelli.
Teologia del mormonismo
Le dottrine, qui citate, sono seguite dal filone di gran lunga maggioritario dei seguaci di S., vale a dire la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (LDS), trasferita nel 1846-47 dal nuovo presidente Brigham Young nell'Utah (a quei tempi parte del Messico), ma esse non sono necessariamente accettate in toto dalle altre confessioni mormoni minoritarie.
La teologia mormone si definisce cristiana ed è indubbiamente restituzionista (vale a dire, mira, similmente alla Chiesa Cattolica Apostolica di Edward Irving, a restaurare la Chiesa Cristiana delle origini, inquinata dalla successiva “Grande Apostasia”, quella corruzione, secondo i mormoni, della dottrina cristiana da parte della filosofia neo-platonica, del realismo platonico e dell'ascetismo), anche se contiene molti elementi di spiccata originalità:
Dio Padre ha un corpo perfetto e tangibile, fatto di carne e ossa.
Dio Padre, Gesù Cristo e lo Spirito Santo sono in realtà tre entità separate, unite solo nel cuore e nell'intendimento.
Dio Padre coesiste dall'eternità con una serie di spiriti in Cielo, figli di “genitori celesti”, il cui primogenito è Gesù Cristo. Dio ha deciso di far incarnare sulla terra questi spiriti, offrendo loro la possibilità di progredire con la scelta terrena fra bene e male (libero arbitrio). Tuttavia alcuni si smarriscono, seguendo Satana e tentando continuamente gli uomini.
I mormoni rifiutano il peccato originale: la trasgressione di Adamo (che in Cielo era l'arcangelo Michele) è stata voluta da Dio, perché tutto il piano potesse svolgersi.
E' altresì vero però che gli uomini (incarnazione di questi spiriti) sono peccatori e bisognosi di redenzione: quindi essi possono essere salvati tramite la fede in Gesù Cristo (e accettando il valore salvifico del sua morte e resurrezione, ma curiosamente non il simbolo della Croce, del tutto assente nel templi mormoni, dove invece è spesso presente la statua dell'angelo Moroni), il pentimento [i mormoni confessano a Dio i peccati meno gravi, ma agli anziani della Chiesa quelli più seri (come l'adulterio e il furto)] e una vita perfetta (praticando le ordinanze e seguendo i precetti: vedi sotto). Risorgendo, gli uomini finalmente riceveranno un perfetto corpo fisico e godranno della gloria celeste, in pratica una forma di teosi (vale a dire la divinizzazione, o deificazione, degli uomini) il cui grado di progressione più elevato si denomina esaltazione, in cui essi sono, per l'appunto, paragonabili a Dio. Infatti, riprendendo un detto mormone: Quello che Dio era, noi siamo; quello che Dio è, noi saremo.
Le ordinanze sono:
Il battesimo, per la remissione dei peccati, che è obbligatorio e avviene per immersione, all'età di otto anni.
L'imposizione delle mani, da parte degli anziani della Chiesa, che permette di ricevere il dono dello Spirito Santo. Questo potrebbe manifestarsi sotto forma di profezie, di glossolalia (il parlare lingue sconosciute), di guarigioni e miracoli (caratteristico anche della dottrina pentecostale e carismatica).
La Santa Cena, celebrata in ricordo di Gesù Cristo, per mezzo del quale si è rinnovata l'alleanza tra Dio e il Suo popolo.
L'investitura (endowment), che comprende, in tempi diversi, abluzioni, unzioni, ed il matrimonio celeste, con cui gli sposi si promettono non solo per questa vita, ma per l'eternità. Parti della cerimonia, inclusi la formula del giuramento, l'uso di un grembiulino bianco, la segretezza sulla cerimonia, i segni di riconoscimento riconducono ad una chiara derivazione massonica.
Il lungo elenco di precetti comprende: la santificazione della domenica, il digiuno periodico (almeno una volta al mese), la beneficenza, la decima per la propria chiesa, l'attività missionaria, ed infine la cosiddetta “Parola di Saggezza” di S., il precetto di astenersi da vino, alcolici, tabacco, tè, caffè, dai rapporti sessuali pre ed extra matrimoniali, e di moderare il consumo di carne, oltre ad una serie di consigli dietetici, che ricordano un po' quelli degli avventisti del Settimo Giorno.
Coloro che, in vita, non hanno avuto la possibilità di conoscere e accettare gli insegnamenti di S., potranno lo stesso impararlo dai fedeli viventi e accedere così alla gloria celeste. Per questo motivo i mormoni credono nel battesimo (e nell'eventuale - successivo - matrimonio e investitura per procura) per i propri antenati morti, nell'identificazione dei quali, essi sono noti per le accuratissime ricerche genealogiche, disponibili per tutti su Internet.
Dopo la parusìa (seconda venuta di Cristo), ci sarà la resurrezione dei giusti e il regno millenario di Cristo in terra, seguito dal giudizio finale, quando gli uomini saranno divisi in quattro categorie: i malvagi che moriranno in un “lago di fuoco e zolfo”, i colpevoli che avranno una modesta gloria “teleste”, gli onorevoli (ma non convertiti) che avranno una gloria “terrestre” e gli eletti alla gloria “celeste”.
Non esiste il sacerdozio, nel senso tradizionale inteso da altre confessioni cristiane: a tutti i maschi mormoni giudicati degni, dall'età di dodici anni, vengono man mano impartiti i gradi di diacono, insegnante, sacerdote, anziano e sommo sacerdote. I mormoni svolgono quest'attività di sacerdozio su base volontaria.
I testi ufficiali sono la Bibbia (secondo la “Versione del Re Giacomo” del 1611 con note e commenti di S., il quale aveva iniziato, senza finirlo per la sopraggiunta morte, una sua versione della Bibbia), il Libro di Mormon, la Dottrina e Alleanze, e la Perla di Gran Prezzo, ma va anche posto l'accento sul carattere, mai conclusivo, del canone mormone: in uno degli articoli di fede, S. precisò che “Dio deve ancora rivelare altre cose”, quindi qualsiasi rivelazione, ufficialmente proclamata da uno dei profeti-presidenti (vale a dire i successori di S.), diventa parte integrante delle scritture accettate.
http://www.eresie.it/id761.htm