L'albero dei mormoni
di Antonio Dini
Una anagrafe genealogica universale. Una mappa dell'umanità. E' il progetto della Società genealogica dello Utah, organizzazione senza fini di lucro fondata nel 1893 e gestita dai mormoni di Salt Lake City
Finora non ci aveva pensato nessuno: innalzare un monumento più duraturo del tempo. Un database, un archivio elettronico con i nomi di tutti quelli che sono vivi e che sono vissuti. Ordinati per nome e parentela. Un albero genealogico, in realtà una mappa dell'umanità in scala uno a uno: grande quanto il territorio che descrive. Per fare un esempio, il censimento americano del 1880, un'operazione ciclopica realizzata in 12 anni da migliaia di funzionari di Washington, al confronto è un bruscolino. Paul Nauti ci pensa sopra un attimo, seduto al centro del suo cubicolo: un computer portatile, una penna con pochi fogli, la giacca blu appoggiata all'attaccapanni proprio accanto alla stampa di un dipinto a olio di maniera del Cristo.
Il primo censimento degli Stati Uniti, quello che dette un'identità al Paese e forgiò una generazione di burocrati? La voce di Nauti suona leggera: "A noi mormoni sarebbero bastate 2 mila persone e 6-10 mesi di lavoro per finirlo". Paul ha poco più di quarant'anni, una moglie e quattro figli. Lavora per un'organizzazione che pochi conoscono, ma che arriva ovunque. I suoi volontari e dirigenti percorrono letteralmente le strade del mondo, tutte, giorno dopo giorno, sei giorni alla settimana tranne la domenica (quella è di riposo e consacrata al Signore). Hanno raccolto nel database delle anime i nomi di un miliardo di persone, tra vivi e morti, in alcuni casi da secoli. Si chiama Società genealogica dello Utah. È un'organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 1893. Il suo sito web, FamilySearch.org, è stato lanciato nel 1999 e da allora è stato visitato da 150 milioni di persone, che hanno effettuato cinque miliardi di ricerche. La sua missione non è cosa solo di questo mondo.
"Per le anagrafi e gli archivisti è più facile lavorare con una società che non con una chiesa", aggiunge serenamente Nauti. I suoi colleghi hanno raccolto nomi e date in tutto il pianeta, e nel farlo hanno restituito il favore a chi ha aperto i suoi archivi restaurandoli e informatizzandoli: Ellis Island da dove entrarono i tre quarti degli immigrati negli Usa, ma anche gli archivi della Gran Bretagna, del Canada, interi stati come la Virginia, l'Ohio, il Texas, centinaia di archivi in Asia e in Europa, migliaia di parrocchie, catasti e ospedali anche in Italia. Gli Stati abbandonano gli archivisti? I mormoni arrivano a salvarli, portando carità, volontari e soprattutto software.
Paul, ma preferisce farsi chiamare Paolo, è di origine italiana: la famiglia è del Sud e nonostante rappresenti la terza generazione di Nauti in terra americana, ne sa più lui dei suoi parenti e avi sparsi tra Puglia e Basilicata che i cugini e gli zii che ci abitano. Dopotutto, è il suo lavoro.
Il suo cubicolo fa angolo al quarto piano di un massiccio palazzo in pietra di inizio secolo. Stile eclettico, era un albergo tutto stucchi e preziosismi come quelli che si trovano ancora nella immensa hall del piano terra. I piani superiori sono invece stati completamente sventrati e riorganizzati come open space: i cubicoli con pareti grigie si alternano a piccoli spazi riunioni e a labirinti di corridoi fasciati di moquette sempre grigia, illuminati a giorno dagli onnipresenti neon. Solo nel piano di Nauti lavorano più di cento persone. "E i due palazzi a destra, più quello a sinistra, sono esattamente come il nostro: pieni di persone che lavorano al nostro progetto". È il progetto, ma sarebbe più giusto chiamarla missione, della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli ultimi giorni. Più comunemente noti come mormoni, dal nome del libro sacro di Mormon portato sotto forma di steli dorate dall'angelo Moroni al fondatore della chiesa Joseph Smith nel 1829.
La missione poggia su un dogma di fede ed è il più grande sforzo messo in pista dai mormoni o, se è per questo, da qualsiasi altro gruppo organizzato di persone in questo campo: raccogliere i nomi di tutti gli individui, passati e presenti, che hanno abitato il pianeta. Lo scopo pratico è ricostruire il pedigree di tutta l'umanità, individuo per individuo. Lo scopo religioso è il 'battesimo postumo', per consentire agli antenati che non conoscevano il libro di Mormon di riunirsi lo stesso a tutti gli altri membri della loro famiglia. "Noi insegniamo ai nostri figli che siamo più di noi stessi", dice Nauti: "Siamo una eredità e per questo siamo persone migliori se sappiamo cosa ci ha portato qui, chi ci ha preceduto. E vogliamo che dopo la morte le nostre famiglie siano riunite".
(24 aprile 2007)
Fonte:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... ni/1583427