Il Libro di Mormon fu pubblicato per la prima volta nel 1830 a Palmyra (stato di New York). Secondo il racconto di Smith si tratterebbe di una traduzione di un antico testo riportato su delle tavole d'oro da lui scoperte grazie a una visione avuta nel 1823 nella quale gli era apparso l’angelo Moroni. Moroni indicò in questa visione il luogo in cui si trovavano le tavole cioè sulla collina di Chumora, presso Palmyra, dove la famiglia di Smith possedeva a quell'epoca una fattoria.. Dopo la traduzione le tavole gli sarebbero state riprese dallo stesso Moroni. Le tavole originali sarebbero state viste da 11 testimoni, la cui dichiarazione è premessa all'edizione a stampa del libro.
Le tavole d'oro sarebbero state scritte in "egiziano riformato", una lingua ignota agli odierni egittologi, e sarebbero state tradotte mediante l'aiuto di due pietre sacre (l'Urim e Tummim, le insegne sacerdotali ebraiche, citate nella Bibbia).
Il Libro di Mormon reca come sottotitolo: "Un altro Testamento di Gesù Cristo", ed è una raccolta di 15 libri. Il libro prende il titolo dal maggiore autore delle tavole che Smith avrebbe tradotto, il profeta Mormon, padre di Moroni, il quale avrebbe riassunto anche altre tavole dei suoi antenati.
Nel libro sono narrate le vicende delle civiltà che si svilupparono nell'America settentrionale, le quali sarebbero derivate da migrazioni, in tempi diversi, di popolazioni semite.
La prima migrazione fu quella del popolo di Giared (Giarediti) il quale ottenne da Dio di essere risparmiato dalla dispersione delle lingue e dei popoli avvenuta secondo la Bibbia ai tempi della torre di Babele. Essi, guidati da Dio, attraversarono l'oceano Pacifico e si sarebbero stabiliti in America, dove prosperarono fino ad essere distrutti da guerre intestine intorno al 590 a.C.. Uno di loro, il loro profeta Ether, scrisse quindi la storia del popolo su ventiquattro tavole, che sarebbero state successivamente ritrovate dal popolo Nefita.
La seconda migrazione avvenne alla fine del VII secolo a.C.: per fuggire la prossima cattività babilonese l'ebreo Lehi si allontanò da Gerusalemme e si spostò in Arabia, da qui attraversò l'oceano Indiano e quindi il Pacifico e sbarcò, sempre intorno al 590 a.C. in America. Alla morte di Lehi il popolo si divise tra i Lamaniti, discendenti di Laman. il figlio maggiore, e i Nefiti, discendenti da Nefi, un altro figlio di Lehi, scelto dal Signore per la sua rettitudine. I due popoli vissero fino al 400 d.C. alternando periodi di guerre e di pace. Mentre i Nefiti tennero degli annali, che proseguivano le tavole che avevano portato con loro da Gerusalemme, e continuarono gli usi e costumi ebraici, i Lamaniti ne persero ogni ricordo e Dio li avrebbe puniti scurendo la loro pelle. Dai Lamaniti discenderebbero gli Indiani d'America che conosciamo. Un altro popolo, emigrato sempre da Israele pochi anni dopo Lehi (Amucheliti), si fuse con i Nefiti sotto il re Mosia.
Gesù Cristo poco dopo la sua Resurrezione (34 d.C.) avrebbe fatto visita per alcuni giorni ai Nefiti, che si sarebbero convertiti al cristianesimo, e avrebbe fondato una Chiesa. Il popolo visse quindi in pace per quatto generazioni, ma in seguiito iniziò a diventare malvagio e Dio smise di favorirlii. Alcuni profeti di quel periodo andarono a predicare ai Lamaniti ottenendo un discreto successo e alcuni Lamaniti in quel periodo divennero più zelanti dei Nefiti stessi. Infine si riaccese la guerra e i Nefiti furono distrutti intorno al 400 d.C. Il profeta Mormon avrebbe lasciato le tavole a suo figlio Moroni, che dopo aver scritto qualcosa di suo pugno le avrebbe nascoste per conservare la memoria delle vicende del suo popolo.
Joseph Smith affermava di aver tradotto le tavole d'oro che sarebbero state incise dal profeta Mormon. Lo stesso Mormon avrebbe inoltre riassunto altre tavole, menzionate nel Libro stesso:
1) Le Tavole di Nefi, che sarebbero state di due tipi: le Piccole Tavole e le Grandi Tavole: le prime erano più particolarmente dedicate alle questioni spirituali e al ministero e agli insegnamenti dei profeti, mentre le seconde contenevano per la maggior parte la storia secolare dei popoli interessati (1 Nefi 9:2-4). Tuttavia, dal tempo di Mosia in poi, le "Grandi Tavole" avrebbero incluso anche importanti questioni spirituali.
2) Le Tavole di Mormon, che avrebbero contenuto un riassunto fatto da Mormon delle "Grandi Tavole" di Nefi, con molti commenti, ed inoltre la continuazione della storia di Mormon e le aggiunte di suo figlio Moroni.
3) Le Tavole di Ether, che avrebbero contenuto la storia dei Giarediti. Questi annali sarebbero stati riassunti da Moroni, con l'aggiunta di commenti personali, e inseriti nella storia generale sotto il titolo "Libro di Ether".
4) Le Tavole di Bronzo, sarebbero state quelle portate dal popolo di Lehi da Gerusalemme nel 600 a.C. Di queste tavole avrebbero inoltre fatto parte "i cinque libri di Mosè ed una storia dei Giudei, fino all'inizio del regno di Sedechia, re di Giuda, e le "profezie dei santi profeti" (1 Nefi 5:11-13). Molte parti di queste tavole, che citano Isaia e altri profeti, biblici e non biblici, compaiono nel Libro di Mormon.
I critici ritengono che libro sia stato scritto dallo stesso Joseph Smith, probabilmente ispirandosi al libro di Ethan Smith, "View of the Hebrews: or the Tribes of Israel in America", edito nel 1823 e con una seconda edizione nel 1825.
La storia degli Indiani di America narrata nel Libro di Mormon è inoltre in contrasto con i dati ricavabili dall'archeologia: secondo il libro una civiltà dotata di scrittura sarebbe esistita per oltre mille anni, tra il VI secolo a.C. e il V secolo d.C. nell'America settentrionale e una tale civiltà avrebbe dovuto lasciare delle tracce archeologiche rilevanti, nessuna delle quali tuttavia sembra essere ancora venuta alla luce. La "Brigham Young University", l'università privata mormone, ha finanziato diversi scavi archeologici alla ricerca di queste tracce, non ottenendo prove decisive.
La stessa localizzazione geografica degli avvenimenti narrati è incerta. Le popolazioni ebraiche sarebbero sbarcate nell'ovest del continente americano dopo aver attraversato l'oceano Pacifico, mentre le tavole sarebbero state invece seppellite nellattuale stato di New York, verso la parte orientale del paese e dunque le vicende narrate nel libro riguarderebbero l'intera estensione degli attuali Stati Uniti e i Lamaniti sarebbero gli antenati di tutti gli Indiani d'America. Le vicende narrate, tuttavia, sembrerebbero essersi svolte su un'estensione massima di circa 300 miglia, che è stata identificata da alcuni studiosi mormoni con la zona dell'odierno Guatemala e degli stati meridionali del Messico.
Secondo gli studiosi mormoni i Giarediti sarebbero da identificare con gli Olmechi e i Lamaniti con i Maya, mentre non è chiaro con quale popolazione dovrebbero essere identificati i Nefiti, che avrebbero costituito una cultura cristiana separata nel quadro della cultura maya. In quest'ambito la leggenda di Quetzalcoatl sarebbe stata interpretata da alcuni come un ricordo della venuta di Cristo in America, narrata nel libro di Mormon, sebbene il quadro cronologico della leggenda non concordi con il racconto del libro.
Le caratteristiche della civiltà descritte nel libro comprenderebbero la conoscenza di lingue e scritture del Medio Oriente, la conoscenza del ferro e di una lega di rame e zinco, l'addomesticamento del cavallo (che invece fu importato in America dagli Europei dopo la scoperta di Cristoforo Colombo. Tutti questi dati sono contraddetti dal quadro offerto dalle evidenze archeologiche per l'America precolombiana.
Le analisi del DNA hanno infine dimostrato che non esiste alcuna relazione genetica tra le popolazioni israelitiche e gli Indiani d'America, che secondo il libro di Mormon discenderebbero invece da un gruppo di Ebrei.
Un'analisi linguistica del Libro di Mormon condotta dall'università mormone di Brigham Young University con il metodo della stilometria, avrebbe dimostrato le diversità stilistiche esistenti tra il libro di Mormon e i suoi possibili autori del XIX secolo. Tuttavia l'analisi non sembra essere stata condotta sul testo originale, stampato nel 1830, ma sulle versioni successive ed è stata contestata da altri studi.
I nomi propri (circa 300) citati nel Libro di Mormon, dovrebbero essere legati ai linguaggio parlato dai Nefiti (forse ebraico con influssi dell'antico egiziano) e per la maggior parte sono infatti nomi che si ritrovano anche nella Bibbia. I nomi riportati nel libro di Ether, che narrerebbe la storia dei Giarediti, dovrebbero essere invece diversi, legati all'antichissima lingua di questo popolo che secondo il libro di Mormon sarebbe l'adamitico, il linguaggio parlato dall'umanità prima dell'episodio biblico della confusione delle lingue presso la torre di Babele. Invece anche nel libro di Ether si riportano nomi biblici. Diversi di questi nomi sembrano comunque ripresi da località dello stato di New York, da cui si sostiene che Joseph Smith avrebbe potuto trarre ispirazione. Altri nomi propri che si ritrovano nel Libro di Mormon sono invece nomi egiziani o nomi grecizzati: questi ultimi si ritrovano nel Nuovo Testamento, ma avrebbero dovuto essere sconosciuti ai Nefiti. emigrati prima che gli Ebrei venissero a contatto con la civiltà ellenistica.
Alcune delle citazioni bibliche presenti nel Libro di Mormon sono riprese da testi biblici che avrebbero dovuto essere sconosciuti ai Nefiti, in quanto scritti dopo la loro partenza da Israele. Inoltre diverse citazioni bibliche riportano fedelmente la traduzione della Bibbia della revisione di re Giacomo (pubblicata nel 1611), compresi gli errori e le sviste.
Estrapolato (con leggere modifiche) da Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Libro_di_Mormon