La TORRE in tempo reale: file per la disputa di ogni annata
Inviato: mer giu 15, 2011 1:41 pm
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Questo 3D (thread) è riservato agli interventi e domande dei lettori del file omonimo intitolato
"La TORRE in tempo reale: spunti per un dialogo critico"
Questo avvertimento è stato posto, per motivi tecnici, all'interno del primo POST della serie aperta da Citocromo, con il suo cortese permesso.
Sandro
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Ancora Torre di Guardia di MAGGIO 2011
Sulla TOR 1-05-2011, a pag. 27, c'è una domanda curiosa nella sezione "I lettori chiedono": "La vita eterna nel Paradiso sarà noiosa?" Io a questa domanda risponderei subito, senza esitazioni, di sì. Sì, una vita materiale qui sulla terra, una vita che non avrà mai fine - e dopo miliardi e miliardi di anni sarà come se fosse il primo giorno - è una noia mortale, anzi una condanna eterna alla noia. Nell'articolo in questione la WT accenna a questo fatto, ma poi mena il can per l'aia facendo un discorso che, secondo me, cerca di evitare i problemi piuttosto che affrontarli. E' vero che l'uomo è stato creato per l'eternità e che in lui c'è il desiderio dell'eternità, ma questo desiderio non può essere colmato dalle cose materiali. Solo Dio può colmare il desiderio di eternità che c'è nell'uomo. Anche la Scrittura ce lo ricorda in molti passi, come è stato evidenziato in altri interventi nel forum. Mi fa ridere la citazione che hanno messo all'inizio di Lc 23,43 (oltre al Sal 37, dove si parla chiaramente della terra promessa): se Gesù dice al ladrone "tu sarai con me" (e non come fa credere la WT, cioè "io sarò con te"), vuol dire che il Paradiso è il Regno dei cieli. Il Paradiso è la comunione di Amore con la SS. Trinità. Inoltre, secondo me, questo episodio del ladrone buono è importantissimo perchè il Paradiso e Gesù Cristo sono due cose inscindibili: non esiste Paradiso senza Gesù Cristo.
Vi inserisco il testo, così potete leggere da soli la pseudo-risposta data dalla WT. Vi faccio notare che all'inizio si accenna alla noia; guardate cosa dicono (secondo me, è interessante perchè sarà quello il pericolo, solo che aggirano l'ostacolo menando il can per l'aia e aggiungendo una certa dose di love booming). Il grassetto è mio:
La WT non solo fa credere che questa sia una dottrina biblica, ma stampa pagine e pagine di riviste ed opuscoli con illustrazioni che rappresentano la terra paradisiaca, aggiungendo citazioni estrapolate dal contesto alle varie figure (si può vedere, ad esempio, Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca pagg. 3, 151, 156-158, 161-162). Qual è lo scopo di questa dottrina? Semplice. Facendo leva su un materialismo diffuso e sui problemi della gente, la WT incanta le persone con autentici miraggi in modo tale da attirare quelle “culturalmente indifese”. Riducendo l’uomo a materia, la sua “fame” non potrà essere altro che “fame di mondo” (per usare un’espressione tipica della spiritualità antica). Quindi, secondo l’insegnamento geovista, l’uomo, se vuole essere felice, può farlo solo godendo dei beni materiali (frutta fresca in abbondanza, villetta personale, assenza di malattie, guerre e sofferenze varie). Questo è, a mio modo di vedere, un inganno satanico perché lo scopo di satana è quello di separare per sempre l’uomo da Dio. A questo livello, la vita è sfamarsi di mondo, proprio come qualunque animale. E’ questo il destino dell’uomo? Vivere in eterno così? Oppure l’uomo aspira a qualcosa di più grande? Il cuore dell’uomo è perennemente in cerca di un amore eterno, che sussista anche oltre la morte. L’uomo non può essere felice solo con i beni materiali. Poi immaginiamoci la vita eterna sulla terra. Dopo miliardi di miliardi di miliardi ecc… di anni sarà come il primo giorno. Alla fine la situazione dell’uomo diventerebbe insopportabile, una condanna eterna, e l’uomo preferirebbe il nulla eterno alla terra paradisiaca. Come diceva il vecchio catechismo, l’uomo è stato creato per conoscere, amare e servire Dio in questa vita e per goderlo nell’altra in Paradiso. E la Dei Verbum riprende il concetto, dicendo che il progetto di Dio per l’uomo è quello di “ammetterlo alla comunione con Sé”! La “fame di Dio” appartiene alla struttura originaria dell’essere umano. Come dicevano i filosofi medievali, l’uomo è “desiderium Dei” oppure “desiderium naturale videndi Deum”. Egli desidera Dio perché è stato creato a sua immagine e somiglianza ed è stato ordinato a Lui. Dio ha creato l’uomo capace di conoscerlo e di amarlo e, per sua natura, l’uomo è affamato di Dio. Tuttavia, l’uomo sarebbe infelice se Dio non provvedesse a soddisfare la fame di Dio che c’è in lui. Quando l’uomo si ciba di Dio già in questa vita (mediante la sua Parola, la preghiera, l’Eucaristia, ecc…) e quando "si ciberà" di Lui nell’eternità, realizza/realizzerà pienamente se stesso. In Lc 6,21 leggiamo: “Beati voi che avete fame, perché sarete saziati”! L’uomo aspira a Dio come al suo Bene più grande anche se, a causa del peccato, nella sua vita deve lottare per impedire che il desiderio di Dio venga soffocato dalle cose materiali. Sant’Agostino diceva: “Signore, tu ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto finchè non riposa in te”! L’anima che ama Gesù Cristo desidera che il momento della morte sia quello della sua unione eterna con il suo Signore (“Entra nel gaudio del tuo Signore”). Questa è la vera beatitudine eterna. Nella Scrittura tutto questo è riassunto dall’anelito umano espresso nei Salmi 42 e 63:
Come la cerva anela ai corsi d'acqua,
così l'anima mia anela a te, o Dio.
L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta,
arida, senz'acqua.
Sant’Agostino, rivolgendosi ai cristiani, nel Discorso 158 scrive:
"7. Ciascuno di voi, fratelli miei, si guardi nell'intimo, si giudichi da sé, si esamini in tutte le sue opere; nelle sue opere buone veda se le compie con carità, senza attendersi una ricompensa temporale, ma la promessa di Dio, il volto di Dio. Infatti niente di ciò che Dio ti promette vale qualcosa eccetto Dio stesso. Di nulla Dio mi farebbe contento se non mi promettesse sé, Dio medesimo. Cos'è la terra intera? Cos'è la vastità del mare? Cos'è tutto il cielo? Cosa sono gli astri? Cos'è il sole e cos'è la luna? Cos'è la moltitudine degli angeli? Ho sete del Creatore di tutte queste cose; di lui ho fame, di lui ho sete, a lui dico: Poiché in te è la sorgente della vita. Egli mi dice: Io sono il pane che sono disceso dal cielo. Il mio soggiorno da pellegrino sia contrassegnato dalla fame e dalla sete, perché io trovi pieno appagamento al mio arrivare. Il mondo sorride con molte cose che hanno bellezza, forza, varietà; colui che le fece è più bello, colui che le fece è più forte e più risplendente; colui che le fece è più amabile. Mi sazierò quando si manifesterà la tua gloria. Se c'è in voi la fede che opera per mezzo dell'amore, già fate parte dei predestinati, dei chiamati, dei giustificati; aumenti perciò in voi. Infatti la fede che opera per mezzo dell'amore, non può essere senza speranza. Ma quando saremo arrivati, vi sarà ancora la fede? Ci verrà chiesto: Credi? No certamente! Lo vedremo, lo contempleremo. Dilettissimi, noi siamo figli di Dio e non è stato ancora rivelato ciò che saremo. Siccome non è stato ancora rivelato, perciò la fede. Siamo figli di Dio, predestinati, chiamati, giustificati: noi siamo figli di Dio e non è stato ancora rivelato ciò che saremo. Ora perciò la fede, ora prima che si riveli ciò che saremo. Noi sappiamo che quando egli si sarà manifestato, saremo simili a lui. Forse per il fatto che crediamo? No. Perché allora? Perché lo vedremo così come egli è".
Sant’Alfonso M. de Liguori, a conferma di quanto abbiamo detto, ci ricorda: “Tutto il mondo non può contentare il nostro cuore; solo Dio lo contenta”.
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"La TORRE in tempo reale: spunti per un dialogo critico"
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Sandro
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Ancora Torre di Guardia di MAGGIO 2011
Sulla TOR 1-05-2011, a pag. 27, c'è una domanda curiosa nella sezione "I lettori chiedono": "La vita eterna nel Paradiso sarà noiosa?" Io a questa domanda risponderei subito, senza esitazioni, di sì. Sì, una vita materiale qui sulla terra, una vita che non avrà mai fine - e dopo miliardi e miliardi di anni sarà come se fosse il primo giorno - è una noia mortale, anzi una condanna eterna alla noia. Nell'articolo in questione la WT accenna a questo fatto, ma poi mena il can per l'aia facendo un discorso che, secondo me, cerca di evitare i problemi piuttosto che affrontarli. E' vero che l'uomo è stato creato per l'eternità e che in lui c'è il desiderio dell'eternità, ma questo desiderio non può essere colmato dalle cose materiali. Solo Dio può colmare il desiderio di eternità che c'è nell'uomo. Anche la Scrittura ce lo ricorda in molti passi, come è stato evidenziato in altri interventi nel forum. Mi fa ridere la citazione che hanno messo all'inizio di Lc 23,43 (oltre al Sal 37, dove si parla chiaramente della terra promessa): se Gesù dice al ladrone "tu sarai con me" (e non come fa credere la WT, cioè "io sarò con te"), vuol dire che il Paradiso è il Regno dei cieli. Il Paradiso è la comunione di Amore con la SS. Trinità. Inoltre, secondo me, questo episodio del ladrone buono è importantissimo perchè il Paradiso e Gesù Cristo sono due cose inscindibili: non esiste Paradiso senza Gesù Cristo.
Vi inserisco il testo, così potete leggere da soli la pseudo-risposta data dalla WT. Vi faccio notare che all'inizio si accenna alla noia; guardate cosa dicono (secondo me, è interessante perchè sarà quello il pericolo, solo che aggirano l'ostacolo menando il can per l'aia e aggiungendo una certa dose di love booming). Il grassetto è mio:
La Bibbia ci offre la speranza di vivere per sempre su una terra paradisiaca. (Salmo 37:29; Luca 23:43) Ma la vita senza fine in un ambiente perfetto sarà noiosa? La domanda è legittima. Gli studiosi hanno riscontrato che la noia cronica può rendere una persona ansiosa, depressa e propensa a correre rischi. Chi non ha uno scopo nella vita o è stanco della routine quotidiana può essere sopraffatto dalla noia. Che dire di quelli che vivranno nel Paradiso? La loro vita avrà uno scopo, o sarà monotona? Per prima cosa teniamo conto che è Geova Dio, l’Autore della Bibbia, ad offrire la vita eterna. (Giovanni 3:16; 2 Timoteo 3:16) La sua principale qualità è l’amore. (1 Giovanni 4:8) Geova ci ama profondamente e ci ha dato tutte le cose buone che abbiamo.— Giacomo 1:17. Il nostro Creatore sa che per essere felici abbiamo bisogno di lavorare con uno scopo. (Salmo 139:14-16; Ecclesiaste 3:12) Nel Paradiso le persone non si sentiranno come minuscoli ingranaggi di un gigantesco macchinario. Il lavoro che svolgeranno recherà diretti benefiıci sia a loro che ai loro cari. (Isaia 65:22-24) Trovereste noiosa la vita se durante il giorno faceste un lavoro interessante e stimolante? Tenete presente, inoltre, che Geova Dio non permetterà a chiunque di vivere nel Paradiso. Geova offre il dono della vita eterna solo a coloro che imitano suo Figlio Gesù. (Giovanni 17:3) Mentre era sulla terra, Gesù provava diletto nel fare la volontà di suo Padre. Sia con le parole che con l’esempio, insegnò ai suoi seguaci chela vera felicità deriva più dal dare che dal ricevere. (Atti 20:35) Nel Paradiso ristabilito tutti seguiranno i due comandamenti più grandi: amare Dio e amare il prossimo. (Matteo 22:36-40) Immaginate di essere circondati da persone altruiste che vi vogliono bene e amano il loro lavoro. Vi annoiereste in loro compagnia? Cos’altro si farà nel Paradiso? Ogni giorno potremo imparare qualcosa di nuovo sul nostro Creatore. Gli scienziati hanno già fatto molte scoperte eccezionali sulle opere creative di Geova. (Romani 1:20) Comunque tali scoperte non sono nulla in confronto a quello che c’è ancora da scoprire. Migliaia di anni fa il fedele Giobbe riflettè su quello che sapeva riguardo alla creazione divina, e la conclusione a cui giunse è ancora valida. “Questi sono i margini delle sue vie”, disse riferendosi a Dio, “e qual sussurro di una questione si è udito riguardo a lui! Ma del suo potente tuono chi può mostrare intendimento?”— Giobbe 26:14. Anche se vivremo per l’eternità, non scopriremo mai tutto quello che c’è da sapere su Geova Dio e le sue opere. La Bibbia afferma che egli ha messo nel nostro cuore il desiderio di vivere per sempre, ma dice pure che ‘non troveremo mai l’opera che il vero Dio ha fatto dall’inizio alla fine’. (Ecclesiaste 3:10, 11) Pensate che ci si possa annoiare imparando sempre cose nuove su Colui che ci ha creati? Sin da ora, chi si dà da fare per aiutare gli altri e dar gloria a Dio difficilmente si annoia. Possiamo star certi che una vita vissuta in questo modo, anche se eterna, non ci annoierà mai.
La WT non solo fa credere che questa sia una dottrina biblica, ma stampa pagine e pagine di riviste ed opuscoli con illustrazioni che rappresentano la terra paradisiaca, aggiungendo citazioni estrapolate dal contesto alle varie figure (si può vedere, ad esempio, Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca pagg. 3, 151, 156-158, 161-162). Qual è lo scopo di questa dottrina? Semplice. Facendo leva su un materialismo diffuso e sui problemi della gente, la WT incanta le persone con autentici miraggi in modo tale da attirare quelle “culturalmente indifese”. Riducendo l’uomo a materia, la sua “fame” non potrà essere altro che “fame di mondo” (per usare un’espressione tipica della spiritualità antica). Quindi, secondo l’insegnamento geovista, l’uomo, se vuole essere felice, può farlo solo godendo dei beni materiali (frutta fresca in abbondanza, villetta personale, assenza di malattie, guerre e sofferenze varie). Questo è, a mio modo di vedere, un inganno satanico perché lo scopo di satana è quello di separare per sempre l’uomo da Dio. A questo livello, la vita è sfamarsi di mondo, proprio come qualunque animale. E’ questo il destino dell’uomo? Vivere in eterno così? Oppure l’uomo aspira a qualcosa di più grande? Il cuore dell’uomo è perennemente in cerca di un amore eterno, che sussista anche oltre la morte. L’uomo non può essere felice solo con i beni materiali. Poi immaginiamoci la vita eterna sulla terra. Dopo miliardi di miliardi di miliardi ecc… di anni sarà come il primo giorno. Alla fine la situazione dell’uomo diventerebbe insopportabile, una condanna eterna, e l’uomo preferirebbe il nulla eterno alla terra paradisiaca. Come diceva il vecchio catechismo, l’uomo è stato creato per conoscere, amare e servire Dio in questa vita e per goderlo nell’altra in Paradiso. E la Dei Verbum riprende il concetto, dicendo che il progetto di Dio per l’uomo è quello di “ammetterlo alla comunione con Sé”! La “fame di Dio” appartiene alla struttura originaria dell’essere umano. Come dicevano i filosofi medievali, l’uomo è “desiderium Dei” oppure “desiderium naturale videndi Deum”. Egli desidera Dio perché è stato creato a sua immagine e somiglianza ed è stato ordinato a Lui. Dio ha creato l’uomo capace di conoscerlo e di amarlo e, per sua natura, l’uomo è affamato di Dio. Tuttavia, l’uomo sarebbe infelice se Dio non provvedesse a soddisfare la fame di Dio che c’è in lui. Quando l’uomo si ciba di Dio già in questa vita (mediante la sua Parola, la preghiera, l’Eucaristia, ecc…) e quando "si ciberà" di Lui nell’eternità, realizza/realizzerà pienamente se stesso. In Lc 6,21 leggiamo: “Beati voi che avete fame, perché sarete saziati”! L’uomo aspira a Dio come al suo Bene più grande anche se, a causa del peccato, nella sua vita deve lottare per impedire che il desiderio di Dio venga soffocato dalle cose materiali. Sant’Agostino diceva: “Signore, tu ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto finchè non riposa in te”! L’anima che ama Gesù Cristo desidera che il momento della morte sia quello della sua unione eterna con il suo Signore (“Entra nel gaudio del tuo Signore”). Questa è la vera beatitudine eterna. Nella Scrittura tutto questo è riassunto dall’anelito umano espresso nei Salmi 42 e 63:
Come la cerva anela ai corsi d'acqua,
così l'anima mia anela a te, o Dio.
L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio?
O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta,
arida, senz'acqua.
Sant’Agostino, rivolgendosi ai cristiani, nel Discorso 158 scrive:
"7. Ciascuno di voi, fratelli miei, si guardi nell'intimo, si giudichi da sé, si esamini in tutte le sue opere; nelle sue opere buone veda se le compie con carità, senza attendersi una ricompensa temporale, ma la promessa di Dio, il volto di Dio. Infatti niente di ciò che Dio ti promette vale qualcosa eccetto Dio stesso. Di nulla Dio mi farebbe contento se non mi promettesse sé, Dio medesimo. Cos'è la terra intera? Cos'è la vastità del mare? Cos'è tutto il cielo? Cosa sono gli astri? Cos'è il sole e cos'è la luna? Cos'è la moltitudine degli angeli? Ho sete del Creatore di tutte queste cose; di lui ho fame, di lui ho sete, a lui dico: Poiché in te è la sorgente della vita. Egli mi dice: Io sono il pane che sono disceso dal cielo. Il mio soggiorno da pellegrino sia contrassegnato dalla fame e dalla sete, perché io trovi pieno appagamento al mio arrivare. Il mondo sorride con molte cose che hanno bellezza, forza, varietà; colui che le fece è più bello, colui che le fece è più forte e più risplendente; colui che le fece è più amabile. Mi sazierò quando si manifesterà la tua gloria. Se c'è in voi la fede che opera per mezzo dell'amore, già fate parte dei predestinati, dei chiamati, dei giustificati; aumenti perciò in voi. Infatti la fede che opera per mezzo dell'amore, non può essere senza speranza. Ma quando saremo arrivati, vi sarà ancora la fede? Ci verrà chiesto: Credi? No certamente! Lo vedremo, lo contempleremo. Dilettissimi, noi siamo figli di Dio e non è stato ancora rivelato ciò che saremo. Siccome non è stato ancora rivelato, perciò la fede. Siamo figli di Dio, predestinati, chiamati, giustificati: noi siamo figli di Dio e non è stato ancora rivelato ciò che saremo. Ora perciò la fede, ora prima che si riveli ciò che saremo. Noi sappiamo che quando egli si sarà manifestato, saremo simili a lui. Forse per il fatto che crediamo? No. Perché allora? Perché lo vedremo così come egli è".
Sant’Alfonso M. de Liguori, a conferma di quanto abbiamo detto, ci ricorda: “Tutto il mondo non può contentare il nostro cuore; solo Dio lo contenta”.