catechista ha scritto:Per favore non potresti spiegare meglio questo collegamento tra Canone delle Scritture e ispirazione?
Mi interessa soprattutto capire perché l'articolo farebbe una mossa sbagliata chiarendo in prima battuta che "tutta la Bibbia è ispirata e utile".
Non è forse vero?
Dire che "tutta la Bibbia è ispirata e utile..." non è sbagliato ma
tendenzioso. Intendo dire che sarebbe ineccepibile detta da chiunque altro, ma che, sulle labbra della WT di Brooklyn, la dichiarazione è tendenziosa. Mi rispiego (spero meglio).
Il Canone biblico è stato stabilito in base all’ispirazione.
Questa ispirazione è stata determinata per alcuni libri ed esclusa per altri che pure aspiravano ad essere considerati ispirati (e sono quelli che poi furono detti “apocrifi”).
Quindi la voce che ha emesso tale verdetto è, ai fini pratici, più importante della Bibbia, così come la voce dell’esperto gioielliere che determina l’autenticità di un gioiello è più importante del gioiello che, senza il suo verdetto, pur avendo in sé il valore di gioiello, resterebbe confuso tra finti gioielli e perciò inutilizzabile.
Ma il geovismo, mettendo in ouverture di discorso la Bibbia e sottolineando che è
ispirata (e qui tralascio ma confermo la riflessione già fatta sull’arbitrio di includere in quel “tutta” anche libri che allora non erano stati composti) intende dare più importanza al libro scritto che non alla voce che lo ha riconosciuto ispirato. E questo affinché si disprezzi quella stessa voce nel momento che interpretando il senso autentico dello scritto, dice ai Testimoni: cari fedeli del geovismo, voi non capite il messaggio biblico, lo travisate, lo decurtate, lo gonfiate indebitamente ecc… ve lo dice chi ha ricevuto da Gesù il mandato di rappresentarlo fino alla fine del mondo e a cui Gesù ha affidato la sua parola-insegnamento che noi cristiani delle origini abbiamo messo per iscritto come promemoria a uso e consumo della nostra fede.
Sto dicendo che è il valore di verdetto di quella voce che, già come prima battuta contro l’errore, ha determinato che sono ispirati e perciò canonici anche i 7 libri deuterocanonici, che invece la Bibbia geovista esclude (e li esclude senza avere al suo attivo una voce alternativa che possa garantire con infallibità tale esclusione, mentre è – per colmo di incoerenza! – convinto che per gli altri 66 libri quella voce ha espresso un giudizio
infallibile).
La “voce” di cui stiamo parlando è, come ho scritto nel precedente post, quella dei Vescovi cattolici riuniti in Concilio regionale a Cartagine verso l’anno 400. E’ quello il momento storico in cui si chiarì una volta per tutte cosa doveva essere ritenuto Parola di Dio e cosa no.
E in quell’elenco scelto dai Vescovi figurano sia i 7 libri “deuterocanonici”, presenti della versione greca dei LXX; sia gli ultimi 7 libri del NT che in varie regioni non erano ancora unanimemente ritenuti ispirati.
Il Canone biblico completo insomma è nato nel 400. Comprende i 73 libri presenti nella odierna Bibbia cattolica. E’ stato dichiarato ufficialmente e non ha raccolto contestazioni di sorta, e da allora è stato seguito universalmente da tutte le Chiese sparse nel mondo fino al 1550 c.a quando Lutero negò validità ai deuterocanonici del VT (semplifico evitando i particolari).
Il geovismo, volendo ancorarsi autonomamente al libro sacro (rivelazione scritta), fa passare la Bibbia come libro che parla e insegna con l’autorità divina appunto perché ispirato. Ma ciò facendo dice solo una verità e inculca quattro errori. La verità è che il libro sacro è ispirato; gli errori sono:
1) Quello di far credere che sia il libro a parlare, mentre chi parla è la mente che lo legge, lo interpreta e trasmette alla mente ricevente.* Ma in questo modo abbiamo che io posso leggere quel libro da solo e lo capisco in un modo; un altro in altro modo; una comunità ancora diversamente ecc… Ed è ciò che è accaduto con il protestantesimo: il fenomeno della moltiplicazione scismatica delle varie Chiese storiche e successive settucole, dissidenti, che si discostano (non in tutto ovviamente ma su punti gravi) dall’intendimento che di quegli scritti ha avuto da sempre e conserva tuttora unanimemente la Chiesa Cattolica;
2) Che si possa sganciare lo scritto sacro dalla comunità che lo ha codificato e in gran parte prodotto o comunque, anche se prodotto da altri, riconosciuto da quella precisa comunità come testo corrispondente alle verità rivelate da essa credute sulla base della precedente Tradizione Apostolica fatta a voce (la Bibbia cioè è nata dalla Chiesa);
3) Che si possa disgiungere la funzione di infallibilità di cui Dio ha corredato la sua Chiesa nell’individuare i testi ispirati che hanno formato l’unico libro definitivo della Bibbia, dalla funzione parimenti infallibile di interpretarla.(la Bibbia cioè la si capisce solo nella Chiesa e mai contro di essa).**
4) Che Gesù-Dio abbia concesso alla sua Chiesa il potere del verdetto-gioielliere solo quanto alla individuazione dei libri sacri escludendolo poi quanto al senso-interpretazione da trarre da quegli scritti. Il che è un insulto alla intelligenza divina che, sapendo in anticipo che dal “libero esame” sarebbero nate le più fantasiose interpretazioni, avrebbe deciso di donare all’umanità i tesori della Sua Parola ma non il criterio per individuarne con precisione il senso, ovvero l’individuare il valore di ogni singolo gioiello.
Infine – per colmo di ironia - il CD realizza l’arrogante sopruso di volersi sostituire al Magistero della Chiesa proponendo se stesso come voce autorizzata ad interpretare il testo sacro, senza che si possa dubitare del di lui insegnamento. Il che, anche se a parole lo nega, è un attribuirsi l’infallibilità di interpretazione negata alla Chiesa Cattolica.
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* Non è un caso che i TG vengono ad offrirsi come “spiegatori-interpreti” della Bibbia. Se fosse la Bibbia stessa a insegnare il pensiero divino dovrebbero bussare, lasciarcene una copia e andarsene.
**A questo riguardo va rilevata la ridicola pretesa del CD quando dice che lui non interpreta la Bibbia ma la legge. Se è vero, com’è vero, che per “interpretare” si intende dire “capire nel vero senso un discorso o uno scritto” (cf la funzione dell’interprete linguistico tra capi politici), allora va detto che questa dichiarazione del CD equivale a vantarsi di non capire la Bibbia ma di essere l’unico che riesce a… non farla capire a nessuno!
«In patientia vestra possidebitis animas vestras»... aliorumque. (Lc 21,19)