MAP: Magnacharta-Accorgimenti-Promemoria x dialogo con i TG
Inviato: ven mag 19, 2006 11:04 am
Questi accorgimenti maturati da un ventennio di esperienza fatta “sul campo” ipotizzano la situazione classica del Convocante (cattolico) che chiede di assistere al confronto tra il Testimone e il Cattolico per… sentire il suono di entrambe le campane. Quindi sono pensate ad utilità dei “Grissini” e operatori pastorali che vogliano “espertizzarsi” in questo particolare tipo di dialogo. Ma sono valide chiaramente, pro parte, anche per il singolo cattolico che venga visitato dal Proclamatore nella propria casa.
ATTENZIONE!
Si vorrebbe che questo 3D formuli una sorta di “MAGNA CHARTA” o PROMEMORIA, da consultare prima di ogni incontro, così da evitare inconvenienti che ne inficerebbero la piena efficacia. Perciò il GriStaff lo lancerà con una dozzina di punti ma, siccome non lo si ritiene esaustivo, si richiede che, attingendo dal tesoro della propria esperienza, qualsiasi operatore pastorale sia in grado di farlo vi aggiunga l’apporto di nuovi punti importanti sulla falsariga di quelli da noi esposti. O anche migliorando o criticando quelli già elencati. Questo però si deve fare utilizzando il 3D di servizio intitolato: “MAGNACHARTA contributi” in modo da lasciare ad ogni nuovo visitatore l’opportunità di leggersi il succo-documento della elaborazione comunitaria realizzato nel 3D presente. Noi provvederemo a ritoccare in base agli apporti quanto già pubblicato e a integrarlo con le aggiunte che riterremo utili e non ripetitive.
Pertanto ogni intervento venisse collocato per errore in questo 3D, che è riservato al GriStaff, verrà rimosso e collocato appunto in quello di servizio parallelo a questo per permettere la sua valutazione critica e, al caso, il suo miglioramento da parte di tutti i foristi in una sorta di brainstorming (squassacervelli) in piena libertà e fraternità collaborante. Grazie e buon lavoro!_____________________________________________________________
M.A.P. (Magnacharta-Accorgimenti-Promemoria)
1 - Gentilezza estrema
Si tratta di fratelli in Dio Padre e, se cristiani, anche in Gesù Redentore. Non li conosciamo, non hanno avuto il nostro curriculum di fede, forse sono culturalmente indifesi o mal equipaggiati… Non li colpevolizziamo per ciò che la grazia di Dio ha donato a noi e non a loro. Potrebbero avere dei doni maggiori e comunque insegnarci qualcosa dalla loro esperienza di fede o dalle ricerche sulla Parola di Dio che certamente venerano con amore. E’ superfluo aggiungere che il GRIS che venisse a conoscenza di qualche cattolico che ha “sbattuto loro la porta in faccia” farà domanda al S. Padre perché sia… scomunicato e mandato in campo di rieducazione.
2 - Pazienza. Prendersi il tempo che occorre
“Quodcùmque recìpitur ad mòdum recipièntis recìpitur” (qualsiasi cosa entra nella mente ci entra secondo le capacità del recettore). Se occorre tempo per far riflettere e capire, concediamo tutto quello che al soggetto occorre. Tacendo. Rimandando ad altro incontro. Ascoltando e soddisfacendo le richieste di chiarimento ulteriore. A meno che non si preveda che quello sarà il primo e ultimo incontro. In tal caso è necessario tirare fuori più stimoli possibili per una valutazione critica di vari aspetti che lasciano a desiderare nel geovismo, come: a) l’interpretazione biblica tendenziosa e distorta; b) la traduzione falsificata; c) le citazioni di Autori abilmente “potate”; d) il disprezzo per certe acquisizioni sicure della scienza; e) il rifiuto o la falsificazione di certezze storiche; f) le illogicità nel modo di argomentare; g) le assurdità di posizioni estreme…
3 - Distinguere sempre (e ribadirlo!) tra errore ed Errante
E’ l’invito-raccomandazione che caldamente facciamo a tutti i “Grissini” e chiunque voglia cimentarsi nel dialogo critico di qualsiasi dottrina. Questa regola “deontologica” del dialogo ecumenico e interreligioso risale a S. Agostino che disse “Erròres interficiàntur, erràntes vivificàntur” (gli errori siano uccisi, gli erranti salvati) e lo ha ripetuto Papa Giovanni XXIII nella sua “Pacem in terris”. Configuriamo quindi l’errore come il bubbone, la malattia che danneggia, e l’errante come colui che è affetto dalla malattia. E’ evidente che il medico non solo può ma deve essere nemico giurato della malattia. E l’errante dovrebbe percepire dal modo con cui conduciamo il confronto, cioè dal nostro atteggiamento rispettoso e benevolo, che, anche se la delusione per il crollo del suo mondo di valori a cui il medico lo coscientizza gli fa male, questo si fa per il suo bene, per la sua guarigione.
A nessuno piace essere ingannato. E’ meglio una amara verità che una dolce bugia. Ciò che non è vero non può essere buono. La delusione quando non ci sarà più tempo per impostare diversamente la vita e le proprie scelte ideali sarebbe cocente e atrocemente tragica.
E poi si ricordi al Proclamatore che lui ha esattamente la stessa convinzione nei confronti della persona che gli… apre la porta. Si ritiene un medico che viene a guarire. Almeno così insegna la WT. Quindi siamo pari. Il merito a chi dei due sarà davvero portatore di verità biblica.
4 - Non ridere mai
Si intende delle convinzioni che l’altro manifesta. Anche se esse apparissero risibili alla nostra accertata ed accettata struttura di valori. In questo, dal punto di vista della convinzione soggettiva, si è pari. E per fare un dialogo rispettoso e costruttivo si deve – come metodo procedurale – dare per probabile che lui abbia ragione e noi torto. Ritenere di essere nel giusto e nel vero è normale che si abbia, fin quando il lavoro critico e le prove, non costringano a ricredersi. Per par condicio si può esigere (anche lamentandosene) che il TG a sua volta non rida delle nostre posizioni, né si permetta di farci sopra del sarcasmo.
5 - Pregare
Non lo mettiamo in ultimo intenzionalmente. Perché non appaia una raccomandazione di prammatica. Veramente se non interviene la grazia il lavoro sarà di ben poco frutto. L’esperienza ci dice che il Convocante potrebbe da subito capire che il nostro discorso è valido. Ma il TG (che a noi deve stare a cuore come il Convocante), anche se rimane interdetto, non concederà mai nulla subito. Quei TG, un tempo cattolici, che sono “ritornati” hanno maturato tale decisione molto tempo dopo aver esaminato prove su prove! La paura di essere “sviati da Satana” che può “trasformarsi in angelo di luce” anche dietro il nostro argomentare, li blocca.
Una santa mistica rispose ai suoi esaminatori “Io ho ricevuto il mandato di dirvele le cose, non di convincervi!” In effetti la convinzione o sarà il soggetto (aiutato dalla grazia) a operarla o non avverrà.
6 - Rivolgersi al Convocante come a Moderatore
La sua volontà non può non essere rispettata, dal momento che il persuaderlo sta a cuore ad entrambe le “campane”. Quindi gli si può chiedere di intervenire se l’altro toglie la parola, se dà sulla voce, se cerca di accaparrarsi tutto il tempo ecc…
Sarà importante anche il rivolgersi a lui rispondendo alle difficoltà presentate dall’altro, mostrargli la documentazione (portarne copie da lasciare sia a lui sia al TG che la desiderasse), dargli il tempo di leggerla e di fare le domande che vuole.
7 - Attrezzarsi per trovare i passi biblici rapidamente
L’uso dei post-it adesivi, predisposti opportunamente, è d’obbligo. Altrimenti, durante il silenzio che intercorre tra la nostra asserzione e il trovare il passo biblico che la conferma, il TG infilerà una domanda depistando l’attenzione del convocante (e, se stiamo al suo gioco, anche la nostra). Forse intende depistarla da un punto cruciale che lui sentiva che non avrebbe saputo contrastare. Questa pre-disposizione comporta il…
ATTENZIONE!
Si vorrebbe che questo 3D formuli una sorta di “MAGNA CHARTA” o PROMEMORIA, da consultare prima di ogni incontro, così da evitare inconvenienti che ne inficerebbero la piena efficacia. Perciò il GriStaff lo lancerà con una dozzina di punti ma, siccome non lo si ritiene esaustivo, si richiede che, attingendo dal tesoro della propria esperienza, qualsiasi operatore pastorale sia in grado di farlo vi aggiunga l’apporto di nuovi punti importanti sulla falsariga di quelli da noi esposti. O anche migliorando o criticando quelli già elencati. Questo però si deve fare utilizzando il 3D di servizio intitolato: “MAGNACHARTA contributi” in modo da lasciare ad ogni nuovo visitatore l’opportunità di leggersi il succo-documento della elaborazione comunitaria realizzato nel 3D presente. Noi provvederemo a ritoccare in base agli apporti quanto già pubblicato e a integrarlo con le aggiunte che riterremo utili e non ripetitive.
Pertanto ogni intervento venisse collocato per errore in questo 3D, che è riservato al GriStaff, verrà rimosso e collocato appunto in quello di servizio parallelo a questo per permettere la sua valutazione critica e, al caso, il suo miglioramento da parte di tutti i foristi in una sorta di brainstorming (squassacervelli) in piena libertà e fraternità collaborante. Grazie e buon lavoro!_____________________________________________________________
M.A.P. (Magnacharta-Accorgimenti-Promemoria)
1 - Gentilezza estrema
Si tratta di fratelli in Dio Padre e, se cristiani, anche in Gesù Redentore. Non li conosciamo, non hanno avuto il nostro curriculum di fede, forse sono culturalmente indifesi o mal equipaggiati… Non li colpevolizziamo per ciò che la grazia di Dio ha donato a noi e non a loro. Potrebbero avere dei doni maggiori e comunque insegnarci qualcosa dalla loro esperienza di fede o dalle ricerche sulla Parola di Dio che certamente venerano con amore. E’ superfluo aggiungere che il GRIS che venisse a conoscenza di qualche cattolico che ha “sbattuto loro la porta in faccia” farà domanda al S. Padre perché sia… scomunicato e mandato in campo di rieducazione.
2 - Pazienza. Prendersi il tempo che occorre
“Quodcùmque recìpitur ad mòdum recipièntis recìpitur” (qualsiasi cosa entra nella mente ci entra secondo le capacità del recettore). Se occorre tempo per far riflettere e capire, concediamo tutto quello che al soggetto occorre. Tacendo. Rimandando ad altro incontro. Ascoltando e soddisfacendo le richieste di chiarimento ulteriore. A meno che non si preveda che quello sarà il primo e ultimo incontro. In tal caso è necessario tirare fuori più stimoli possibili per una valutazione critica di vari aspetti che lasciano a desiderare nel geovismo, come: a) l’interpretazione biblica tendenziosa e distorta; b) la traduzione falsificata; c) le citazioni di Autori abilmente “potate”; d) il disprezzo per certe acquisizioni sicure della scienza; e) il rifiuto o la falsificazione di certezze storiche; f) le illogicità nel modo di argomentare; g) le assurdità di posizioni estreme…
3 - Distinguere sempre (e ribadirlo!) tra errore ed Errante
E’ l’invito-raccomandazione che caldamente facciamo a tutti i “Grissini” e chiunque voglia cimentarsi nel dialogo critico di qualsiasi dottrina. Questa regola “deontologica” del dialogo ecumenico e interreligioso risale a S. Agostino che disse “Erròres interficiàntur, erràntes vivificàntur” (gli errori siano uccisi, gli erranti salvati) e lo ha ripetuto Papa Giovanni XXIII nella sua “Pacem in terris”. Configuriamo quindi l’errore come il bubbone, la malattia che danneggia, e l’errante come colui che è affetto dalla malattia. E’ evidente che il medico non solo può ma deve essere nemico giurato della malattia. E l’errante dovrebbe percepire dal modo con cui conduciamo il confronto, cioè dal nostro atteggiamento rispettoso e benevolo, che, anche se la delusione per il crollo del suo mondo di valori a cui il medico lo coscientizza gli fa male, questo si fa per il suo bene, per la sua guarigione.
A nessuno piace essere ingannato. E’ meglio una amara verità che una dolce bugia. Ciò che non è vero non può essere buono. La delusione quando non ci sarà più tempo per impostare diversamente la vita e le proprie scelte ideali sarebbe cocente e atrocemente tragica.
E poi si ricordi al Proclamatore che lui ha esattamente la stessa convinzione nei confronti della persona che gli… apre la porta. Si ritiene un medico che viene a guarire. Almeno così insegna la WT. Quindi siamo pari. Il merito a chi dei due sarà davvero portatore di verità biblica.
4 - Non ridere mai
Si intende delle convinzioni che l’altro manifesta. Anche se esse apparissero risibili alla nostra accertata ed accettata struttura di valori. In questo, dal punto di vista della convinzione soggettiva, si è pari. E per fare un dialogo rispettoso e costruttivo si deve – come metodo procedurale – dare per probabile che lui abbia ragione e noi torto. Ritenere di essere nel giusto e nel vero è normale che si abbia, fin quando il lavoro critico e le prove, non costringano a ricredersi. Per par condicio si può esigere (anche lamentandosene) che il TG a sua volta non rida delle nostre posizioni, né si permetta di farci sopra del sarcasmo.
5 - Pregare
Non lo mettiamo in ultimo intenzionalmente. Perché non appaia una raccomandazione di prammatica. Veramente se non interviene la grazia il lavoro sarà di ben poco frutto. L’esperienza ci dice che il Convocante potrebbe da subito capire che il nostro discorso è valido. Ma il TG (che a noi deve stare a cuore come il Convocante), anche se rimane interdetto, non concederà mai nulla subito. Quei TG, un tempo cattolici, che sono “ritornati” hanno maturato tale decisione molto tempo dopo aver esaminato prove su prove! La paura di essere “sviati da Satana” che può “trasformarsi in angelo di luce” anche dietro il nostro argomentare, li blocca.
Una santa mistica rispose ai suoi esaminatori “Io ho ricevuto il mandato di dirvele le cose, non di convincervi!” In effetti la convinzione o sarà il soggetto (aiutato dalla grazia) a operarla o non avverrà.
6 - Rivolgersi al Convocante come a Moderatore
La sua volontà non può non essere rispettata, dal momento che il persuaderlo sta a cuore ad entrambe le “campane”. Quindi gli si può chiedere di intervenire se l’altro toglie la parola, se dà sulla voce, se cerca di accaparrarsi tutto il tempo ecc…
Sarà importante anche il rivolgersi a lui rispondendo alle difficoltà presentate dall’altro, mostrargli la documentazione (portarne copie da lasciare sia a lui sia al TG che la desiderasse), dargli il tempo di leggerla e di fare le domande che vuole.
7 - Attrezzarsi per trovare i passi biblici rapidamente
L’uso dei post-it adesivi, predisposti opportunamente, è d’obbligo. Altrimenti, durante il silenzio che intercorre tra la nostra asserzione e il trovare il passo biblico che la conferma, il TG infilerà una domanda depistando l’attenzione del convocante (e, se stiamo al suo gioco, anche la nostra). Forse intende depistarla da un punto cruciale che lui sentiva che non avrebbe saputo contrastare. Questa pre-disposizione comporta il…