da Sandro » mar nov 06, 2012 9:09 am
EXCURSUS
Tra la Domenica XXX e la XXXI liturgicamente ricorrono due festività importanti: la solennità di Tutti i Santi e la commemorazione di Tuttti i Defunti.
Poiché nelle relative Letture si parla della situazione umana nella vita futura e vi sono brani di grande importanza dottrinale (e di deformazione geovista nel loro intendimento) faremo una scelta dei brani più importanti con qualche accenno critico. Sarà una... escursione dalle domeniche ma corposa e di assoluto interesse.
La prima cosa che va notata in assoluto è l'idiosincrasia che il CD nutre per la devozione, e la relativa preghiera di intercessione, che noi cattolici tributiamo ai "Santi". Eccone in succinto i motivi:
- Secondo la dottrina geovista non si diventa santi (= unti, consacrati) e quindi proponibili all'imitazione e alla intercessione, grazie all'esercizio delle virtù eroiche. I santi geovisti sono esclusivamente 144.000.1 (l'unesimo è Gesù-Michele) e sono eletti da Geova senza alcun merito personale. Nè, anche se oltre al simbolico battesimo in acqua hanno ricevuto quello dello "spirito santo", sono per questo puri e immacolati. Il loro stato di peccatori e malati spiritualmente è endemico e insanabile. Essi sono dunque solo "deputati-dichiarati" giusti, non sono giusti in realtà; l'intendimento biblico della WT non accoglie il concetto paolino di rigenerazione-essere-nuova-creatura prodotto dal battesimo;
- La preghiera è un atto di adorazione e per tale motivo può-deve essere rivolta esclusivamente a Geova, unendovi la mediazione di Cristo. Non nel senso che si possa pregare Gesù ma che, pregando Geova, gli si dice "te lo chiediamo in nome, grazie alla mediazione, di Cristo" o simili...;
- Alla morte gli esseri umani sono nullificati (non esiste l'anima spirituale!) e perciò, esclusi gli Unti che vi sono stati trasferiti con la dotazione di un "corpo spirituale", nell'aldilà non esiste nessuna persona umana;
- Nell'aldilà (e precisamente nel "Reame dei cieli"), oltre a Geova e i suoi angeli, esistono Gesù e quelli dei 144.000 che hanno vissuto la loro vita terrena. Essi, iniziati con l'unzione alla Pentecoste, hanno dormito nella morte (modo inesatto per dire che sono finiti nel nulla), fino al 1918, anno in cui Geova li avrebbe dotati di un "corpo spirituale" e assunti nel "Reame dei cieli a coregnare con Cristo"*. Le persone che meritarono l'eterna riprovazione di Geova sono andate distrutte;
- Degli Unti successivi al 1918 avverrebbe che Geova non li lascia dormire nella morte neanche un istante ma, alla loro morte fisica, sarebbero dotati del "corpo spirituale" e assunti immediatamente in cielo. Degli Unti ancora esistenti sulla terra (detti anche Unto Rimanente) ne restano in vita circa... ohibò, qui non si riesce più a dare una cifra esatta perché gli stessi conti, pur curati con grande scrupolo dalla WT, negli ultimi anni forniscono cifre fluttuanti. Diciamo, allargandoci, che siamo intorno alle 10.000 unità. ma è un numero che ora cala ora aumenta;**
- La conclusione di tutte le dottrine predette è che i "santi geovisti" cioè gli Unti, pur esistendo in cielo non vanno pregati. Neanche la "madre di Gesù" che è del loro numero.
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* Naturalmente qui va notato uno scarto logico nel discorso perché, avendo a disposizione il nulla, Geova non aveva i soggetti a cui dare tale "corpo spirituale". Infatti la dottrina dice che Geova, avrebbe "memorizzato" alla morte degli Unti le loro caratteristiche fisiche e spirituali e nel 1918 le avrebbe reimpiantate in nuovi corpi creati dal nulla. Il che se si vuol essere logici fa concludere che non si tratta degli stessi soggetti, essendovi stata soluzione di continuità tra gli Unti storici e quelli "bissati" da Geova nel 1918. Il loro corpo spirituale non costituisce infatti una "risurrezione" ma una "ri-creazione" di copia conforme, conforme solo quanto alle caratteristiche storiche immesse in tali corpi.
** E qui siamo forse e senza forse alla massima delle contraddizioni geoviste, dal momento che viene relativizzata anche la matematica. Dico nel senso esatto della parola, del tipo che 1000 meno 100 non fa 900 ma ora fa 900 ora 1.100!!!
Per l'illustrazione circostanziata di tale rebus-contraddizione rimandiamo al seguente link ove il problema è trattato con dovizia di dettagli: http://www.infotdgeova.it/modifiche/generazione.php
E' ben chiaro che a tale concezione iconoclasta noi possiamo opporre sia i dati biblici che dimostrano come la santità sia aperta a tutti i discepoli di Cristo; sia che il numero di 144.000 ricavato dall'Apocalisse-Rivelazione è simbolico; sia l'usanza di Paolo di pregare per gli altri e di ricevere preghiere impetratorie per loro, e se tale scambio d'amore era possibile in terra non si vede perché debba essere riprovato in cielo ove i santi (dato e non concesso che si riducano ai soli Unti) sarebbero vivi e vegeti; sia il fatto che Gesù ha associato a sé intimamene i suoi "amici", inserendoli addirittura nel suo grande Corpo spirituale (che noi chiamiamo Corpo mistico) rendendoli correndentori insieme a Sé e perciò impetratori presso Dio; sia... tante altre cose, non ultima delle quali spicca la realtà di Gesù quale Figlio di Dio incarnato e glorificato, Dio anch'egli come il Padre e perciò degno di adorazione e di preghiera, ascoltatore ed esauditore (non solo "mediatore") delle suppliche a lui rivolte (cf Gv 14,14 "Se mi chiederete qualcosa... io la farò").
MA VENIAMO A QUALCHE PUNTO SCELTO TRA LE VARIE LETTURE:
Giovedì 1 Novembre 2012 - FESTA DI TUTTI I SANTI
Prima Lettura Ap 7,2-4.9-14
Io, Giovanni , vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Questo totale di 144.000, notano gli esegeti, deriva dalla moltiplicazione di tre numeri simbolici: il numero 12 che indica ebraicamente la totalità e la perfezione; il numero 1000 che indica l'incommensurabilità; un altro 12 che ricorda le tribù di Israele (simbolico perché gli Unti geovisti non vengono da quelle "tribù" ma da tutto il mondo). Operando 12x12x1000 si ha come risultato 144.000 numero quindi anch'esso simbolico che indica un numero stragrande che proviene da tutta l'umanità.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E qui si ha la prova che in cielo, "davanti al trono [di Dio] e all'Agnello" non vi sono solo gli Unti ma anche la "moltitudine immensa" (geovisticamente "la grande folla... le altre pecore"). Sono tutti "avvolti in vesti candide" perché "hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel sangue dell'Agnello" e, come si dice appresso "vengono dalla grande tribolazione" che appunto ha afflitto, affligge e affliggerà fino alla fine del mondo i discepoli di Cristo.
Seconda Lettura 1Gv 3,1-3
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.
Testo chiarissimo, secondo l'universale intendimento. Tutti i battezzati, tutti i discepoli di Cristo, sono "realmente figli di Dio" e perciò eredi del Cielo. La cosa è talmente evidente e ripetuta in tutto il NT che il geovismo ha risolto la contraddizione derivante dalla doppia categoria Unti-Altre Pecore (inventata nel 1935!!!) sostenendo che nel primo secolo tutti i cristiani erano Unti!
Vangelo Mt 5,1-12a
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Queste beatitudini, da noi sottolineate, fanno tutte riferimento al premio celeste. Perciò smentiscono la dottrina geovista che divide il popolo di Dio tra Unti e Altre Pecore, riservando a queste ultime solo la terra paradisiaca. Nel pensiero di Gesù, ivi espresso, chiunque, qualsiasi discepolo, è invitato ad essere figlio di Dio e ad avere in eredità il regno dei cieli.
Per informazione ai TG noi riteniamo che, pur essendo entrambe le Letture precedenti - del Vangelo e della 1Giovanni - Sacra Scrittura, il Vangelo va considerato come "fonte" perché è parola di Gesù, mentre la Lettera di Giovanni va considerata "Tradizione Apostolica" iniziatasi nella stessa Scrittura! Ed è per questo che la Tradizione Apostolica va considerata Parola di Dio, Rivelazione divina; anzi, in questo caso, si dovrebbe dire che è Parola di Dio ribadita, bissata!
Altro rilievo critico lo traiamo calandoci nella stessa mentalità geovista. E' quel ragionamento (di logica filosofica) che ha come premessa il: "Dato e non concesso che esista davvero la distinzione tra Unti e Pecore, abbiamo che...":
- Dal momento che Gesù avrebbe parlato dell'unzione speciale di alcuni discepoli (che poi Apocalisse indicherà come 144.000) solo a partire dal discorso di addio, quando disse agli apostoli "Io ho fatto un patto con voi per un regno" (Luca 22, 28-30) e dal momento che gli Unti avrebbero cominciato ad esistere solo dalla Pentecoste futura...; gli accenni fatti qui da Gesù, e rivolti alla folla nel discorso del monte, sono incomprensibili e senza senso perché parlano a tutti (si vedano le sottolineature) di ricompensa celeste e di figliolanza divina che invece il geovismo ritiene esclusive degli Unti.
- Il geovismo ha creduto di poter "rattoppare" questa falla sostenendo che nel primo secolo tutti i cristiani erano unti. Ma la toppa non regge se si pensa al "patto con voi..." riservato quindi ai soli Apostoli, e di fronte alla costatazione che Gesù ha catechizzato tale figliolanza adottiva e tale ricompensa celeste prima ancora che esistesse l'idea dell'unzione. Insomma una persona un po' logica in ascolto delle beatitudini avrebbe chiesto: "Signore ma di che stai parlando? Noi non siamo "figli di Dio" né "fratelli di Cristo" alla maniera Geovista, e quindi la visione di Dio e il premio del Regno dei cieli non ci compete. Noi siamo interessati solo al Regno di Israele!".
- E Paolo, quando elogiava i cristiani perché beneficavano "i santi"? (cf. Colossesi 1, 4) Che senso avevano le sue parole se anche i benefattori erano del numero dei "santi" beneficati? Vedi anche Efesini 1,1 ove si legge: «Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, ai santi che sono [in Efeso] e ai fedeli uniti a Cristo Gesù.» Non distingue chiaramente due categorie di persone dicendo "ai santi" e "ai fedeli"?
Venerdì 2 Novembre 2012 - COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI (Messa 1)
"In virtù della Costituzione Apostolica di Benedetto XV del 10 agosto 1915 oggi ogni sacerdote può celebrare tre Ss. Messe anche privatamente.
Una la possono applicare liberamente; delle altre due una deve essere applicata in suffragio di tutti i fedeli defunti e l’altra secondo le intenzioni del Santo Padre.
Si eviti di celebrare le tre Messe immediatamente una dopo l’altra."
Le disposizioni accennate, scaricate di peso dal sito della CEI, ribadiscono la validità della celebrazione eucaristica anche in assenza del popolo. E, insieme, nel permettere e suggerire la celebrazione di tre SS. Messe in questo giorno, testimoniano l'accoramento della Chiesa per la più grande opera di carità possibile che è quella di suffragare i defunti in purgatorio, non ancora pervenuti alla visione beatifica. E' evidente che sono esclusi da tali preghiere le persone che (Dio non voglia!) si fossero dannate. La Chiesa, nella sua fede, ritiene che con le "anime purganti" si può stabilire uno scambio d'amore che da parte nostra si chiama suffragio per le loro pene, e da parte loro intercessione per le grazie di cui abbiamo bisogno. Mentre, ovviamente, dalla celebrazione dei Santi beati noi possiamo solo ricevere la loro carità intercessoria nei nostri confronti.
Prima Lettura Gb 19,1.23-27a
Rispondendo Giobbe prese a dire:
«Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
fossero impresse con stilo di ferro e con piombo,
per sempre s’incidessero sulla roccia!
Io so che il mio redentore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà strappata via,
senza la mia carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io stesso,
i miei occhi lo contempleranno e non un altro».
Questo testo è preziosissimo per due motivi: primo, perché dichiara inequivocabilmente che la personalità dell'uomo sopravvive alla morte fisica del suo corpo. Ed è quella che noi usiamo chiamare sopravvivenza o immortalità dell'anima; secondo perché questa nostra è anche la interpretazione che ne dà il CD dei TG! Tanto è vero che, non potendo dare di questo testo una interpretazione diversa da quella che le parole stesse comunicano, si è spinto a maciullare la traduzione rendendola incomprensibile e illogica. L'importante era che la Bibbia non dicesse quello che dice! Ecco infatti il testo della NM che riproduciamo senza commento:
«26 E dopo la mia pelle, [che] hanno portato via, questo!
Benché ridotto nella mia carne contemplerò Dio,
27 Che io pure contemplerò da me stesso,
E [che] i miei medesimi occhi certamente vedranno, ma non qualche estraneo.»
Vangelo Gv 6,37-40
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Ecco un altro punto in cui emerge, biblicamente, la personalità del Figlio nella sua divinità che lo rende pari al Padre: "Io lo risusciterò" dice Gesù, non dice "il Padre lo risusciterà". E dare la vita ai morti chiama in causa l'onnipotenza divina. Gesù che, non va dimenticato, non rapinò mai la gloria che spettava a Dio Padre, non si è appropriato indebitamente di essa neanche rivendicando a sé tale suprema facoltà. Appunto perché tutto ciò che era del Padre era anche suo, in comproprietà di natura, per dono generativo.
COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI (Messa 2)
Seconda Lettura Rm 8,14-23
Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.
Testo già incontrato. E' il caso di gridare alla folla dei TG che credono di essere solo "altre pecore": "No, fratelli, la Bibbia dice 'tutti quelli'. Quindi voi avete in voi stessi la soluzione della vostra identità. Siete o no guidati dallo spirito di Dio? Se rispondete affermativamente perché volete essere buoni seguaci di Gesù, allora siete figli di Dio. Non siete pecore ma Unti. E se figli anche eredi del regno dei cieli". Qui anzi pare che lo Spirito di Dio sia talmente travolgente da trascinare insieme alla gloria dei figli di Dio la stessa creazione. Il modo è certamente misterioso ma non è da escludere che un giorno avremo "nuovi cieli e nuova terra" anche a livello fisico.
E in questa "redenzione del nostro corpo" come non vedere la smentita della geovistica pretesa sostituzione del corpo storico con il "corpo spirituale"? Come si avrebbe la redenzione del corpo se questo fosse irrimediabilmente distrutto e mai risuscitato? La nostra riflessione però dev'essere apparsa così logica e costringente anche al CD dei TG perché si è permesso di manipolarla. Infatti laddove il testo dice "la redenzione del nostro corpo" (si noti il "del", complemento di specificazione, esattamente corrispondente all'originale greco che ha apolytrosin tou sòmatos emòn - ben tradotto nella KIT in interlinea con of the body of us) la NM si permette di modificare traducendo "liberazione dal nostro corpo" introducendo al posto del complemento di specificazione un complemento di separazione e allontanamento. Cosa ovviamente molto funzionale alla dottrina geovista della sostituzione del corpo storico-fisico con quello del "corpo spirituale" che verrebbe dato agli Unti per entrare nel Reame dei cieli. E l'audacia di tale manovra risalta dal fatto che la modificazione viene fatta nella stessa KIT, nella colonnina a fianco della versione ad interlinea ove appunto leggiamo "the release from our bodies". Chissà se i fiduciosi TG si accorgono di questi impercettibili ritocchi alla Parola di Dio! E se se ne accorgono, come fanno a dire che i loro capi sono sinceri quando dicono che la loro dottrina "si attiene strettamente alla Bibbia"? E se invece non se ne accorgono come fanno a ritenere nemica l'opera del GRIS che li aiuta a vedere ciò che essi non vedono?
Vangelo Mt 25,31-46
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Il testo del giudizio universale l'abbiamo già incontrato e commentato. E abbiamo anche notato la stortura assurda del geovismo di considerare quei "fratelli più piccoli" come una allusione ai soli 144.000 Unti. (cf. Domenica XXIV ciclo B, Seconda Lettura)
Qui rileviamo anche la stortura di interpretare quel "supplizio eterno", che Gesù ha illustrato più volte, come "stroncamento eterno" (NM). Uno stroncamento sarebbe istantaneo se vuole essere un annientamento. La parola "eterno" allude alla durata nei secoli; proprio in analogia al "sempre" della beatitudine eterna, e alla vita "senza fine" che si avrà in paradiso essendoci e non ridotti al nulla.
COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI (Messa 3)
Prima Lettura Sap 3,1-9
Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio,
nessun tormento li toccherà.
Agli occhi degli stolti parve che morissero,
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza resta piena d’immortalità.
In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé;
li ha saggiati come oro nel crogiuolo
e li ha graditi come l’offerta di un olocausto.
Nel giorno del loro giudizio risplenderanno,
come scintille nella stoppia correranno qua e là.
Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro.
Coloro che confidano in lui comprenderanno la verità,
i fedeli nell’amore rimarranno presso di lui,
perché grazia e misericordia sono per i suoi eletti.
In questa Lettura ci è sufficiente, come commento, la sottolineatura di poche parole. E' ben evidente che esse smentiscono la dottrina geovista sia negante l'esistenza dell'io umano (qui definito "anime") come entità diversa dal corpo che muore; sia la sua persistenza nell'aldilà in attesa della risurrezione dei corpi.
Ma, come già detto, questo libro della Sapienza non è ritenuto ispirato dal Geovismo; nonostante che esso abbia fornito a S. Paolo l'ossatura del giudizio di condanna per chi, prendendo le mosse dalla bellezza e armonia della creazione, non ha elevato l'animo all'adorazione del Creatore di essa. (cf Romani 1, 18-21) Procedimento che, secondo l'Apostolo doveva essere fatto anche da gente senza fede. Procedimento logico che i moderni addetti ai lavori chiamano "inferenza metafisica", atto filosofico quindi compiuto dallo stesso Paolo che, non si capisce perché, il CD dei TG dice che era contrario alla filosofia!
Seconda Lettura Ap 21,1-5a.6b-7
Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
E Colui che sedeva sul trono disse:
«Ecco, io faccio nuove tutte le cose.
Io sono l’Alfa e l’Omèga,
il Principio e la Fine.
A colui che ha sete
io darò gratuitamente da bere
alla fonte dell’acqua della vita.
Chi sarà vincitore erediterà questi beni;
io sarò suo Dio ed egli sarà mio figlio».
Piccolo particolare interessante. Quelle stesse attribuzioni di essere "alfa e omega, principio e fine", l'Apocalisse le assegna anche al "figlio d'uomo" Gesù (cf «Io sono il Primo e l'Ultimo» - Rivelazione 1, 17 NM) Insomma la dignità divina del Figlio è una fisima della cristianità oppure è ben sostenuta dalla Bibbia? Non resta che invitare i TG a prendersi del tempo per sentire anche altri commenti alla Parola di Dio, oltre quelli offerti loro dalla WT. Chi sa che non siano più logici e veri?
Vangelo Mt 5, 1-12
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Testo già commentato. Lo abbiamo riprodotto solo per la venerazione che nutriamo per la parola di Dio. Venerazione che vogliamo esprimere con una considerazione fatta dallo scrittore Papini e che (purtroppo!) ripeteremo a senso in attesa di trovare l'originale: "Se un angelo venisse a noi dal cielo a domandarci cosa abbiamo di più prezioso come prodotto della nostra umanità, noi non lo porteremo davanti alle nostre grandi macchine untuose e sbuffanti; né ai nostri orologi al quarzo o alle meraviglie delle creazioni artistiche di cui meniamo tanto vanto. Lo porteremmo davanti a questo testo, dicendogli nel mondo non abbiamo nulla di più alto, più nobile, più prezioso di queste parole."
«In patientia vestra possidebitis animas vestras»... aliorumque. (Lc 21,19)