La matrice preogressista della nuova tirannia. - Libro -

Segnalazioni di giornali, riviste, trasmissioni radio-televisive che riguardino i Movimenti Religiosi Alternativi e le tematiche a questi connesse.

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La matrice preogressista della nuova tirannia. - Libro -

Messaggioda Leonardo » lun ott 19, 2009 4:20 pm

La matrice progressista della nuova tirannia
di Juan Manuel de Prada"

Come si può parlare di 'nuova tirannia', quando mai prima d'ora gli uomini hanno goduto di tanta libertà e tanti diritti?", potrebbe chiedersi un lettore sprovveduto.
Le tirannie classiche, in effetti, si caratterizzavano per il fatto di reprimere la libertà e negare i diritti. Gli uomini avevano coscienza di tale usurpazione perché, privati di qualcosa che apparteneva loro per natura, si sentivano sminuiti.

La nuova tirannia a cui ci riferiamo, invece, esalta l'uomo fino all'adorazione, dandogli l'opportunità di trasformare i propri interessi e i propri desideri in libertà e diritti, che però non sono più inerenti alla sua natura, ma diventano "gentili concessioni" di un potere che li consacra legalmente. E così, trasformato in un bambino che contempla i suoi capricci mentre vengono ingigantiti e soddisfatti, l'uomo del nostro tempo è più che mai ostaggio di istanze di potere che gli garantiscono il godimento di una libertà onnicomprensiva e diritti in continua espansione. Nelle tirannie classiche al suddito restava almeno la consolazione di sapersi oppresso da un potere che violentava la sua natura; chi è sottomesso a questa nuova tirannia non ha invece altra consolazione che la protezione dello stesso potere che lo ha innalzato sull'altare dell'adorazione. E così l'uomo è divenuto, senza neanche rendersene conto, uno strumento nelle mani di chi lo accudisce con minuziosa cura, come le formiche accudiscono i gorgoglioni prima di mungerli.

In cambio di queste "gentili concessioni", l'uomo accetta una visione egemonica del mondo che gli viene imposto e lo trasforma in oggetto d'ingegneria sociale. Chiameremo Matrice progressista questa visione egemonica: un miraggio, una grande illusione o trompe-l'oeil che viene accettata con spirito gregario. Chi osa mettere in dubbio il trompe-l'oeil è immediatamente raggiunto da anatemi, è considerato un reprobo o un blasfemo, un nemico dell'adorazione dell'uomo. La Matrice progressista, utilizzata dalla sinistra, è stata assimilata anche dalla destra, che ha rinunciato a dare battaglia laddove il confronto con l'avversario risulterebbe efficace e lusinghiero: nell'ambito dei principi. Nel suo claudicare, la destra si limita a introdurre varianti insignificanti nel funzionamento della grande macchina, ma non osa utilizzarne gli ingranaggi. Il che è come arare senza buoi.

La Matrice progressista è così diventata una specie di fede messianica; ha instaurato un nuovo ordine, ha imposto paradigmi culturali inattaccabili, ha stabilito una nuova antropologia che, promettendo all'uomo la liberazione finale, gli riserva solo il futuro suicidio. E contro questo nuovo ordine, si erge solo l'ordine religioso, che restituisce all'uomo la sua vera natura e gli propone una visione corretta del mondo che mina le fondamenta del trompe-l'oeil su cui poggia la nuova tirannia, dissolvendo le sue falsificazioni. Una visione che il potere combatte con grande sforzo, essendo l'ordine religioso l'unica fortezza che gli resta da espugnare prima che il suo trionfo sia completo.

Il laicismo rampante accusa la Chiesa di mischiarsi nella politica, adducendo a pretesto quella sentenza evangelica che sono soliti sbandierare quanti non leggono il Vangelo: "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio". Ma, cos'è proprio di Cesare? Le cose temporali, le realtà terrene; ma non, naturalmente, i principi di ordine morale che nascono dalla stessa natura umana, non i fondamenti etici dell'ordine temporale. La nuova tirannia, tanto attenta a espandere le "libertà" dei suoi sudditi, nega alla Chiesa quella di giudicare la moralità delle azioni temporali, poiché sa che tale giudizio include un radicale sovvertimento del trompe-l'oeil su cui sui fonda la sua stessa esistenza. Il potere anela una Chiesa farisaica e corrotta che rinunci a restituire all'umanità la sua vera natura e accetti quel "mistero d'iniquità" che è l'adorazione dell'uomo; spera in una Chiesa posta in ginocchio dinanzi a Cesare, trasformata in quella "grande meretrice che fornica con i re della terra" di cui parla l'Apocalisse.

Oggi in Occidente si sta ingaggiando questo grande scontro, che la nuova tirannia maschera molto abilmente da "battaglia ideologica". Ma se questa fosse veramente una "battaglia ideologica", il potere non la considererebbe un sovvertimento; poiché l'ideologia è proprio il terreno fertile che favorisce il suo dominio, in quanto instaura una "demo-rissa", cioè una lotta "democratica" di tutti contro tutti, capace di trasformare gli uomini in bambini indispettiti che lottano per le loro "libertà" e i loro "diritti", così come i costruttori di Babele lottavano, in mezzo alla confusione, per erigere una torre che raggiungesse il cielo.

La battaglia che oggi s'ingaggia non è ideologica, ma antropologica, poiché tende a restituire agli uomini la loro autentica natura, permettendo loro di uscire dalla confusione babelica fomentata dall'ideologia, fino a raggiungere il cammino che conduce ai principi originali. Se si vincesse – se la Matrice fosse disattivata – gli uomini scoprirebbero che non hanno bisogno di costruire torri per raggiungere il cielo, per il semplice motivo che il cielo è già dentro di loro, anche se la nuova tirannia cerca di strapparglielo.

Gli articoli raccolti in questo volume sono bollettini di questa battaglia, emessi dalle tribune che benevolmente il giornale "ABC" e la rivista "XL Semanal" mi concedono ormai da più di 13 anni, e che "L'Osservatore Romano", "Capital" e "Padres y Colegios" hanno inaugurato da poco. Il lettore curioso constaterà che in questi "bollettini di battaglia" convivono la diatriba e l'introspezione, l'invettiva e l'elegia, la riflessione di indole politica e la divagazione artistica; troverà persino una selezione di cronache scritte in una primavera romana che cambiò il corso della mia vita, poiché fu allora – nei giorni che seguirono la morte di Giovanni Paolo II – che aderii definitivamente alla "vecchia libertà", l'antidoto contro tutte le tirannie del mondo. In un'epoca di incertezze che lasciano l'uomo smarrito in un oceano d'inquietudini, Roma si erse dinanzi a me, all'improvviso, come uno scoglio di salvezza: non mi riferisco solo alla salvezza religiosa, ma anche a quella culturale, poiché considero la fede di Roma una fortezza che chiarisce i termini della nostra genealogia spirituale e ci difende dalle intemperie nelle quali vorrebbe gettarci la nuova tirannia. Rinnegare questo illimitato possesso equivale a firmare un atto di morte sociale; assumerlo come proprio non costituisce un atto di sottomissione, ma di orgogliosa e gioiosa libertà.

La rivoluzione eterna del cristianesimo consiste nel rivelarci il significato della vita, restituendoci la nostra natura; da questa scoperta nasce una gioia senza data di scadenza. Quando a questa gioia si aggiunge una minima sensibilità artistica, la vita diviene una festa dell'intelligenza. Scriveva Chesterton che la gioia, che è la piccola pubblicità del pagano, diveniva il gigantesco segreto del cristiano. Io, che sono un cristiano un po' impudico, ho cercato di rendere pubblico in questi articoli, o almeno di far intravedere, questo segreto gigantesco che m'invade e mi trascende.
Madrid, marzo 2009.

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Juan Manuel de Prada, "La nueva tiranía. El sentido común frente al Mátrix progre", Libros Libres, Madrid, 2009.

Lorenzo Fazzini, "Nuovi cristiani d'Europa. Dieci storie di conversione tra fede e ragione", Lindau, Torino, 2009.
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Re: La matrice preogressista della nuova tirannia. - Libro -

Messaggioda Leonardo » lun nov 16, 2009 10:21 am

La Spagna cattolica ha un nuovo araldo: Juan Manuel de Prada

Da scrittore affermato a strenuo apologeta della Chiesa e del papa, anche su "L'Osservatore Romano". La sua è una delle tante storie di conversione dall'incredulità alla fede cristiana, in Europa. Contro la "tirannia" progressista
di Sandro Magister

ROMA, 12 ottobre 2009 – È nelle librerie da alcuni giorni in Italia una raccolta di interviste con dei convertiti alla fede cattolica, alcuni di grande notorietà: dal francese Jean-Claude Guillebaud alla norvegese Janne Haaland Matlary, già viceministro degli esteri del suo paese ed autrice di libri tradotti in più lingue, uno dei quali con la prefazione dell'allora cardinale Joseph Ratzinger.

La raccolta di interviste, edita da Lindau, ha per autore Lorenzo Fazzini e per titolo: "Nuovi cristiani d'Europa. Dieci storie di conversione tra fede e ragione".

Ma anche "L'Osservatore Romano", il giornale della Santa Sede, ha tra le sue firme di spicco un celebre convertito.

È lo scrittore spagnolo Juan Manuel de Prada, qui sopra fotografato con la copertina-manifesto del romanzo che nel 2003 ne consacrò definitivamente il successo: "La vida invisible".

De Prada, 39 anni, ha raccolto nel suo ultimo libro gli articoli "di battaglia" che egli ha scritto in difesa del cattolicesimo non solo sui giornali spagnoli "ABC" e "XL Semanal", ma anche su "L'Osservatore Romano", di cui è collaboratore dal 2007. In soli cinque mesi il libro è giunto in Spagna alla quinta edizione. Da un mese, de Prada è anche una delle voci principali di "Cope", la più importante radio cattolica spagnola.

Il 2 ottobre scorso "L'Osservatore Romano" ha tradotto e riprodotto la prefazione del libro. In essa, de Prada ricorda come e quando in lui "cambiò il corso della vita".

Era la primavera del 2005, erano i giorni della morte di Giovanni Paolo II. De Prada si trovava a Roma e "all'improvviso" volle aderire definitivamente a quella "vecchia libertà" che è il tesoro religioso e culturale della Chiesa cattolica: una libertà che è "l'antidoto contro tutte le tirannie del mondo".

Il libro, infatti, si intitola proprio così: "La nueva tiranía. El sentido común frente al Mátrix progre".

La "Matrice progressista" è il nome che de Prada dà al grande inganno che egli vede in opera nella cultura dominante in Europa: "Le dittature del passato reprimevano le libertà personali. Quelle moderne inducono l'uomo ad adorare se stesso e a negare così la sua natura".

E ancora scrive:

"La battaglia che oggi s'ingaggia tende a restituire agli uomini la loro autentica natura. Se si vincesse – se la Matrice fosse disattivata – gli uomini scoprirebbero che non hanno bisogno di costruire torri per raggiungere il cielo, per il semplice motivo che il cielo è già dentro di loro, anche se la nuova tirannia cerca di strapparglielo".

Ecco qui di seguito la traduzione integrale – a cura de "L'Osservatore Romano" – della prefazione a "La nueva tiranía". Il testo originale è nell'edizione spagnola di questa stessa pagina di http://www.chiesa.

De Prada ha dedicato questo suo libro all'amico Giovanni Maria Vian, direttore del "giornale del papa".
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La matrice progressista della nuova tirannia

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