RELIGIONE: Manca un nuovo S.Alfonso negli Stati Uniti
Le tv americane pullulano di predicatori protestanti che spesso e volentieri danno origine a nuove confessioni cristiane
di Mario Sista
ROMA, 28 FEB, (Italia Estera) - Il Santo del secolo dei Lumi, Alfonso Maria de’ Liguori (NELLA FOTO), affermava che non è possibile rimanere cristiani senza una adeguata crescita nella fede. Egli aveva intuito che la stragrande maggioranza dei cattolici del suo tempo era composto di poveri, contadini ed artigiani che, a causa della loro estrazione sociale, non solo non riuscivano a recarsi in chiesa, ma una volta recativisi neppure capivano ciò che il prete diceva. Da qui la geniale idea di predicare in napoletano: di sera, in mezzo alle strade di Napoli, dove aveva fondato le cosiddette cappelle serotine, riunioni devote nelle quali il falegname o l’artigiano di turno, ben istruito dal Santo, insegnava il catechismo agli adulti e li faceva pregare. Così facendo fece emergere come in una città allora considerata “secolarizzata” quale era Napoli, il desiderio di Dio e della spiritualità non era spento: tutt’altro!
Oggi in America del Nord si assiste ad un fenomeno (vedi notizia Italia Estera) che, in un certo qual modo, denota quanto sia forte, proprio come nella Napoli nel Settecento, la ricerca di Dio in tante persone, e quanto tale ricerca sia profonda; al punto che moltissimi, secondo il Pew Forum on Religion and Public Life, il 28% sui 35000 intervistati, una volta diventati adulti cambiano la propria confessione religiosa, giudicata non capace di soddisfare le proprie esigenze di interiorità, con un’altra ritenuta più idonea a fornire delle risposte adeguate alle proprie domande esistenziali.
Le televisioni americane pullulano di predicatori protestanti che spesso e volentieri danno origine a nuove confessioni cristiane. Il loro segreto? La semplicità di espressione e la mancanza quasi assoluta di dogmi e di strutture teologiche o morali percepite dalla gente più come un peso che non come una riflessione offerta ai credenti per apprezzare meglio ciò in cui si crede. Questi predicatori giustamente affermano che l’uomo ha dei bisogni di senso della vita, e che tali bisogni solo Dio può soddisfarli: nulla di più. Invitano ad avere fiducia e speranza in lui, a porre la propria confidenza in lui.
Le Chiese alle quali appartengono o che fondano, spesso e volentieri non hanno una denominazione (es. Metodista, Avventista, Episcopaliana o altro): si definiscono semplicemente “cristiane”. Come si può vedere, la semplicità diviene il cavallo di battaglia di queste nuove associazioni religiose. Quanto di Sant’Alfonso c’è in tutto questo? Tanto. Parole semplici, linguaggio popolare, messaggio molto incisivo.
Bisogna però dire che anche tante cose mancano, in queste Chiese, del Santo napoletano. Prima fra tutte la mancanza di una struttura teologica solida. Questo spesso e volentieri provoca la morte di molte confessioni, in quanto una Chiesa che non sviluppa un proprio pensiero su quanto crede e spera può paragonarsi ad un palazzo che si vuol costruire senza tener presente che a reggerlo servono i pilastri (valgano come esempio le decine di Chiese che nascono e che muoiono ogni anno in Brasile). Non è possibile, quindi, credere in Dio senza riflettere su chi è Dio. Infatti, se Dio stesso fosse un divino ingannatore, gli si potrebbe mai credere? La fede evangelica necessariamente tira in ballo il pensiero ed il cuore dell’uomo.
Non si può credere senza conoscere colui nel quale credere, e questo Sant’Alfonso, da buon cattolico, lo aveva capito molto bene: difatti aveva una capacità straordinaria di insegnare nella più assoluta semplicità i dogmi apparentemente più difficili e la morale apparentemente più complessa ai poveri del suo tempo: con lui tutti, dal principe al povero campagnolo, divenivano esperti in teologia e percepivano la bellezza e la necessità di conoscere la propria fede, e quindi di conoscere Dio.
Perché dunque si cambia così facilmente religione in America? Io credo che la risposta sia proprio nella mancanza di conoscenza approfondita della fede alla quale si appartiene. Moltissimi americani (e anche italiani, volendo volgere uno sguardo al Bel Paese) non si pongono il problema di assaggiare meglio l’acqua del proprio pozzo prima di cambiarla per un’altra. Difatti, diffusa è l’accusa rivolta in special modo alla Chiesa cattolica di essere imbrigliata nei suoi dogmi e nella sua morale che, invece di liberare l’uomo, lo soffocano impedendogli di vivere la propria libertà religiosa. Il riferimento a questa Chiesa è d’obbligo, dato che sia in America che in Italia risulta essere la confessione che più di tutte ha registrato perdite di fedeli.
Per quale motivo? Semplice: mancano figure come Sant’Alfonso, mancano la freschezza e la immediatezza delle cappelle serotine. Se Cristo fece un discorso solo, passato alla storia come “Discorso della montagna”, oggi la Chiesa fa invece una “Montagna di discorsi” che finanche i teologi stentano certe volte a decifrare. E dire che il Santo di Napoli saliva sul pulpito a predicare solo quando la madre, semplice ed anziana, usata come “cavia”, riusciva a capire ciò che diceva.
Il ruolo della religione nella vita di uno Stato, ed il fenomeno del cambio di confessione lo dimostra a chiare lettere, non è secondario, tutt’altro. Bisognerebbe essere ingenui per credere diversamente. In America specialmente, esso assume un ruolo molto importante, tant’è che determinante risulta essere l’appoggio di questa o quella confessione religiosa per l’elezione del Presidente (basti ricordare come il voto dei battisti e di altri gruppi cristiani sia stato alquanto determinante nel mandare alla Casa Bianca il repubblicano George Bush).
Le diverse Chiese aspirano ad avere un governante che porti avanti questo o quel punto di vista su temi di morale (famiglia, aborto ecc.), da qui il loro appoggio più o meno velato a questo o a quel candidato: tutto sommato anch’esse in cambio mirano ad avere qualcosa. Come si è distanti dall’esempio di Sant’Alfonso, usato ripetutamente e volutamente in questo articolo come metro di misura. Egli, nobile ed influente, che addirittura rimproverava il fratello don Ercole perché si era permesso di presentare i suoi figli al re Ferdinando II (temeva, infatti, che a causa della venerazione che il re nutriva nei suoi confronti, i nipoti avrebbero potuto ottenere dal sovrano qualcosa che non avessero meritato con le proprie forze), figuriamoci se avrebbe mai appoggiato questo o quel candidato a determinati incarichi governativi allo scopo di ottenere qualcosa. Ci teneva, poi, particolarmente alla distinzione precisa dei diritti e dei doveri della Chiesa e dello Stato, ognuno nelle sue libere e specifiche competenze.
Cosa riserva il futuro all’America da un punto di vista religioso? Non è in nostro potere saperlo: certo è che analizzando gli ultimi due secoli della storia americana si nota chiaramente che l’effetto fisarmonica per le diverse confessioni cristiane presenti sul suolo americano in realtà è un fenomeno sempre esistito, particolarmente negli U.S.A. Le Chiese qui sono organismi dinamici, flessibili, per cui è difficile poterne prevedere lo sviluppo o il declino. Certo è che per un italiano, abituato alla tranquilla presenza sul proprio suolo della sola Chiesa Cattolica (che per quasi l’80% degli italiani risulta essere la Chiesa di appartenenza), risulta strana una situazione simile.
Cosa allora diverranno gli americani? Più Cattolici o più Protestanti without denomination? Più Metodisti o più altro ancora? Dipenderà da quanti uomini dello stampo di Alfonso de’ Liguori le Chiese riusciranno ad avere: uomini capaci di vivere, parlare e testimoniare in dotta semplicità la fede in Dio. Volendo usare un linguaggio banale, si può dire che il successo di una Chiesa dipende dalla santità che essa mostra e dal messaggio evangelico ben pensato e convincente proposto agli uomini del tempo in cui essa vive.
Mario Sista/Italia Estera
Fonte: http://www.italiaestera.net/modules.php ... i&sid=4554
Ciao
Bruno