L'ex-anziano del movimento: «Quello che ieri i Testimoni davano per certo, oggi è diventato una falsità, come fidarsi?»
05/06/2008
"L’altra faccia del geovismo". Sarà questo il tema che il dottor Achille Aveta, giornalista, scrittore ed ex-anziano dei Testimoni di Geova affronterà nel convegno che il Gris di Imola, la Fraternità laica domenicana e l’Istituto "Veritatis splendor" di Bologna organizzano per informarsi e valutare in modo documentato l’adesione alla fede dei Testimoni di Geova. L’appuntamento è per sabato 7 giugno, alle 16, nell’aula magna del seminario diocesano (via Montericco 5/a), con un breve saluto del vescovo monsignor Tommaso Ghirelli prima dell’intervento di Aveta. Il dottor Aveta sarà anche a Bologna, la stessa sera di sabato alle 21, all’Istituto "Veritatis splendor" a Bologna (via Riva di Reno 57).
Molti conoscono la posizione dei Testimoni di Geova sulle trasfusioni di sangue e, in fatto di insegnamenti, tanti sanno che i Testimoni credono all’imminenza della fine dell’attuale società umana e che più volte ne hanno, invano, predetto la data. Ma qual è il "volto nascosto" del gruppo religioso dei Testimoni di Geova, che può attirare la nostra attenzione?
Intendiamo riferirci a un fatto che, talvolta, sfugge agli stessi Testimoni; infatti, se si effettua un’attenta riflessione sulla storia di questo movimento, sarà evidente che certi insegnamenti che ieri i Testimoni davano per sicuri, presentandoli come biblicamente fondati, oggi sono diventati errori, semplici congetture, opinioni di cui non vale la pena discutere, vere e proprie falsità; perciò è saggio chiedersi: oggi, allorché bussano alle nostre porte, i Testimoni di Geova sono credibili quando danno per scontate certe loro affermazioni di fede o, piuttosto, c’è il rischio che anche questi convincimenti saranno da loro stessi smentiti, domani, come inaffidabili?
Prendiamo, ad esempio, la posizione dei Testimoni di Geova di fronte al fondamentale valore del rispetto della vita; a proposito della pratica della vaccinazione, il periodico geovista americano "The Golden Age" (ora Svegliatevi!) del 24 aprile 1935, a pag. 465 dichiarava: «Siccome la vaccinazione è una iniezione diretta di sostanza animale nel circolo sanguigno, la vaccinazione è una diretta violazione della legge di Geova Dio». Poiché, all’epoca, la legge americana imponeva la vaccinazione antivaiolosa come requisito per l’ammissione alle scuole, il veto dei vertici del geovismo causò seri problemi ai Testimoni di Geova di allora. Lasciamo che un protagonista dell’epoca ci narri i fatti: «Prima che un bambino fosse ammesso a frequentare il primo anno in una scuola pubblica, doveva esibire un certificato di vaccinazione antivaiolosa. Come potevano ottemperare a quest’obbligo i Testimoni di Geova, i quali credevano che la vaccinazione era contraria alla legge di Dio? I genitori di mia moglie fecero ciò che molti altri genitori Testimoni di Geova erano indotti a fare per motivi dottrinali. Essi la portarono da un dottore che simulò la vaccinazione sulla sua gamba adoperando un acido. Il medico firmò il certificato e mia moglie Joan non ebbe problemi ad iscriversi a scuola. Anche una cugina di Joan subì un’analoga "vaccinazione", ma sfortunatamente il medico sparse accidentalmente l’acido sulla sua gamba: ella porta ancora la cicatrice di quell’incidente. Mi fu detto che A.E. Ilett, il medico della Betel (la sede di coordinamento nazionale del geovismo), compilava certificati senza praticare le relative vaccinazioni» (E.C. Gruss, We left Jehovah’s Witnesses, Grand Rapids 1976, pag. 65). Si noti con quanta disinvoltura i vertici geovisti inducevano i Testimoni di Geova a sottrarsi a terapie mediche imposte per legge!
Improvvisamente, all’inizio degli anni Cinquanta, i vertici del movimento cambiarono idea e abolirono il divieto di vaccinarsi; è, quindi, evidente che non è la Bibbia, ma il Direttivo mondiale che stabilisce fin dove il Testimone può spingersi nel tutelare il proprio diritto alla vita.
Per giunta, i Testimoni di Geova assumono atteggiamenti incoerenti, come nella circostanza in cui sono indotti a rifiutare anche una sola trasfusione di sangue, ma è loro permesso di prendere il sangue di 2.500 donatori, contenuto in una sola dose di fattore VIII antiemofiliaco.
A tutto ciò si aggiunge un problema etico: siccome molti Testimoni di Geova accettano trasfusioni di frazioni di sangue non più vietate dai vertici del movimento, tale condotta fa crescere la domanda mondiale di sangue; eppure c’è da rilevare come sia moralmente discutibile una direttiva che consente a oltre 6 milioni di Testimoni di Geova di fruire di donazioni di sangue senza che ad alcuno di loro sia consentito di donarlo!
Eh, sì, è proprio vero che la conoscenza dell’altra faccia del geovismo può essere molto illuminante e può rappresentare un ottimo deterrente dal cedere a rischiose lusinghe proposte come la "verità"!
Fonte:
http://www.nuovodiario.com/chiesa.cfm?wid=4232
Bruno