Fuga dall'Opus Dei
Inviato: gio mag 22, 2008 9:10 pm
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E' il 1982. Véronique ha 20 anni, frequenta l'università, è una ragazza come le altre. Lo shopping, il cinema con le amiche, qualche insicurezza per il proprio avvenire. Finché un giorno si innamora di un giovane insegnante di matematica di alcuni anni più vecchio di lei. E un numerario dell'Opus Dei, ma Véronique lo scoprirà solo alcuni giorni prima del loro matrimonio. Una sera, la giovane coppia viene invitata a una cena. Véronique è l'unica donna presente, e a un certo punto la conversazione cade sull'organizzazione, ma nessuno dei presenti sembra conoscerla. Véronique verrà a sapere solo in seguito che tutti gli ospiti di quello strano convito appartengono all'Opus Dei. Comincia così una storia fatta di rinunce, di segreti, di penitenze. Non ci sono solo il cilicio e l'autoflagellazione; la testimonianza racconta del sottile lavaggio del cervello che viene praticato, a poco a poco, sull'individuo: dal momento in cui viene adescato, a quando viene costretto a stendere la richiesta scritta per entrare a far parte dell'Opera, fino alle "correzioni fraterne", al padre spirituale che si insinua nella vita di coppia e nella camera da letto, alla supervisione imposta sull'educazione dei figli.
che ne pensate? si tratta di eccezioni o di regola come nel caso dei testimoni di Geova?
se c'è qualche appartenente all'Opus Dei che ha vissuto esperienze simili, sarebbe interessante sentire la sua esperienza.