Per come stanno ora le cose mi è impossibile prevedere qualcosa (cf
Mt 7, 20: "Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.")
Per ora, quindi, non mi sento di esprimere un parere definitivo in merito.
Sembra che si svolgano attività di apostolato per i "lontani" (atei, agnostici, laicisti...), ma è anche vero che per come me ne hanno parlato, e per come si può leggere dai documenti postati, si tratterebbe di una spiritualità carica di sincretismo. Bisogna vedere quanto questo sia effettivamente vero e verificabile; quanto ciò possa giovare ai fini di una comunicazione non snaturata del cristianesimo, se l'organizzazione suddetta vuole titolarsi come "cristiana", s'intende; quali frutti porta con sè.
I gesuiti - e Mons. Cappelletto lo era -, in genere, sono stati sempre molto impegnati nella dinamica dell'inculturazione del messaggio cristiano, e sono sempre stati i primi a vestire i panni dell' '
altro' pur di creare comunicazione. A tutti verrà sicuramente in mente uno dei padri fondatori dell'attività di evangelizzazione in Cina, Matteo Ricci.
Ora, sarebbe interessante vedere fino a che punto, l'attività dei 'ricostruttori', svolga un'attività chiara e lecita per dirsi attività di evangelizzazione cristiana cattolica. Se la Santa Sede ancora non giudica, di conseguenza non giudicherò nemmeno io in termini strettissimi. Sono sicuramente da tenere in conto il buon numero di vescovi locali che guardano con favore le loro attività. Di sicuro un buon gruppo di vescovi che esprime un parere positivo non è garanzia di infallibilità nel giudizio, ma bisogna prendere anche in considerazione una certa "grazia di stato".
E' chiaro che se si tratta di una spiritualità che adotta tecniche di respirazione yogiche, massaggi che sfruttano una certa sapienza orientale, e ciò è applicato alla preghiera cristiana con l'accentuazione dell'attività meditativa, senza sconvolgerne per questo l'antropologia di riferimento, non ci vedo nulla di male.
Così come è chiaro, infatti, che un cristiano e un hindu possono "stare insieme" per pregare sebbene non possano "pregare insieme", è chiaro pure che il cristiano ha più di un valido motivo per stimare la religione induista, sia per il primato assoluto e costante riconosciuto allo spirituale sul materiale sia per la normalità della vita mistica.
Cosa hanno fatto, dunque, questi "ricostruttori"?
Per prudenza eviterei di considerare come 'definitivo' il giudizio, positivo o negativo, di un singolo che parla della propria esperienza. Sebbene tenderei a fidarmi, invece, più della mia impressione, il parametro di riferimento per me è, e rimane, la Santa Sede, non il singolo.