A proposito di Agostino, so che esiste un bellissimo e commovente testo sul pastore che vuole salvare la pecora in pericolo e quella che si ribella e vuole perdersi... una volta Don Lorenzo ce l'ha letta dal Breviario. Perché non ce la mettiamo anche quella?
Dovrebbe essere questo (bellissimo!!!, non aggiungo altro):
"
Quelle che erano fuorviate, voi non richiamaste [all'ovile]. Ecco il pericolo che ci sovrasta in mezzo agli eretici.
Quelle che erano fuorviate non richiamaste [all'ovile];
quelle che si erano perdute non le ricercaste. Noi, si voglia o no, ci troviamo in balia di predoni e come fra i denti di lupi feroci. In mezzo a tali nostri pericoli, vi scongiuriamo di pregare per noi. Si tratta di pecore riottose, le quali, quando si vedono ricercate nella via dove si sono smarrite, si proclamano estranee a noi per un loro errore e con loro perdizione. Perché vi interessate di noi - dicono -, perché ci ricercate? Quasi che la ragione per cui ce le prendiamo a cuore e le ricerchiamo non sia l'essere loro nella falsità e sulla via della perdizione! E insistono: Se sono nell'errore e nella perdizione, perché mi vieni appresso? perché mi cerchi? Proprio perché sei nell'errore, te ne voglio cavar fuori; proprio perché sei perduto ti voglio ritrovare! Ma io voglio errare così, e così magari perdermi! Vuoi errare e perderti così? Quanto più saggiamente io voglio impedirtelo! Ve lo dico francamente: Sarò un importuno, ma conosco le parole dell'Apostolo:
Annunzia la parola, insisti e quando è opportuno e quando è importuno. A chi si predica opportunamente e a chi importunamente? Opportunamente a chi vuol ascoltare, importunamente a chi non lo vuole. Ebbene, sarò importuno quanto vi pare, ma con coraggio debbo dirvi: Tu vuoi camminare nell'errore e andare alla perdizione? Io non lo voglio. Del resto, non lo vuole nemmeno colui che mi infonde timore. Sì, anche se io lo volessi, osserva cosa mi dice lui, cosa mi fa risuonare agli orecchi:
Le pecore fuorviate voi non avete richiamate [all'ovile]
né avete ricercato le pecore perdute. Dovrò io temere te più che non lui?
Tutti infatti dovremo presentarci al tribunale di Cristo. Non ho quindi timore di te, in quanto tu non riuscirai di certo a rovesciare il tribunale di Cristo, magari sostituendolo con quello di Donato. Pertanto ti richiamerò se sei una pecora sbandata, ti cercherò se sei perduta. Vuoi o non vuoi, farò così. E se nel ricercarti mi feriranno i rovi delle siepi, anche in tal caso mi caccerò nelle loro strettoie, frugherò per tutte le siepi e con tutte le forze che mi darà il Signore, autore della mia paura, mi spingerò per tutto il mondo, richiamando all'ovile chi si era sbandato, ricercando chi s'era perduto. Se tutto questo ti riesce insopportabile, non andare fuori strada, non metterti sulla via della perdizione."
(Sant'Agostino, Discorsi, 46,14)