Gli otto punti distintivi del Controllo Mentale

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Gli otto punti distintivi del Controllo Mentale

Messaggioda GrisAdmi » dom gen 04, 2009 10:20 am

i Jan Groenveld, Cult Awareness & Information Centre, Australia

Traduzione a cura di Martini

(tratto da: http://xenu.com-it.net)

Totalitarismo - Tutto o Niente

Il Controllo Mentale è un PROCESSO di sradicamento delle credenze precedenti e il loro rimpiazzo con credenze nuove attraverso l'uso di persuasione COERCITIVA. È un PROCESSO disegnato appositamente per spezzare l'indipendenza e l'individualità della persona e rimpiazzarle con il clone dell'ideologia. I Cinesi lo chiamavano "riforma del pensiero", che è stato riduttivamente tradotto in inglese come "lavaggio del cervello".


Lavaggio del Cervello

Il lavaggio del cervello è ora considerato un processo diverso dalla riforma del pensiero o dal controllo mentale. Nel lavaggio del cervello la gente sa chi è il suo nemico. Un esempio è l'americana Patty Hearst, rapita da un gruppo terrorista. Attraverso l'abuso fisico alla fine è diventata membro del gruppo e ha preso parte ad attività terroristiche e a rapine in banca.


Controllo del Pensiero

Il controllo del pensiero è più sottile. La vittima non sa chi è il suo nemico, perché il nemico sembra il suo migliore amico che ha come solo interesse il suo benessere. Le sette mettono in pratica una forma di controllo del pensiero più raffinata di quello usato dai Cinesi. L'eminente psicologa Dr. Margaret Singer ha detto che le sette fanno meglio dei Cinesi perché per loro è più facile arrivare a fare in modo che la gente faccia quello che vogliono, manipolandoli con sensi di colpa e ansia. Durante questo procedimento l'obiettivo è rieducato e abbandonerà i precetti imparati dalla vita per la "verità" o l'"illuminazione" offerti dal gruppo. In alcune sette questo avviene in un lunghissimo lasso di tempo. Altri culti riescono ad effettuare questo cambiamento nel giro di 48 ore. In qualsiasi modo il procedimento venga applicato, porta comunque allo stesso risultato. L'individuo risulta essere totalmente cambiato nella personalità e spesso è irriconoscibile anche per la sua famiglia. Il procedimento di controllo del pensiero è stato documentato da Robert J. Lifton, che ha condotto ricerche sui prigionieri americani dei Cinesi comunisti. Ha classificato i gradini che sono poi diventati lo standard di giudizio se un gruppo sta usando sulle sue reclute "lavaggio del cervello" o "riforma del pensiero". La ricerca di Robert J. Lifton ha evidenziato che:

"Questi criteri consistono in otto temi psicologici che sono predominanti nel campo sociale dell'ambiente della riforma del pensiero. Ognuno di essi ha una qualità totalitaria; ognuno dipende da una presunzione filosofica ugualmente assoluta; e ognuno mette in moto certe tendenze emotive individuali, la maggior parte delle quali di natura polarizzante. Il tema psicologico, il razionale filosofico, e le tendenze polarizzanti individuali sono interdipendenti; dipendono l'una dall'altra, piuttosto che essere usate direttamente. Combinandosi creano un'atmosfera che può temporaneamente dare un senso di energia e euforia, ma allo stesso tempo sono la base della più grave delle minacce umane"

Thought Reform & the Psychology of Totalism, p 420


Gli otto punti distintivi notati da Lifton sono:


1. CONTROLLO DEL MILIEU

Controllo dell'ambiente e della Comunicazione
Il controllo della comunicazione umana è l'aspetto basilare dell'ambiente della riforma del pensiero. Consiste nel controllo di quello che l'individuo vede, sente, legge, scrive, sperimenta ed esprime. Va anche oltre a questo, e controlla la comunicazione dell'individuo con se stesso - i suoi stessi pensieri. Qualsiasi cosa diversa dalle sue stesse credenze viene esclusa. L'organizzazione a cui appartiene appare onnisciente, sembra che conosca e sappia tutto quello che sta succedendo [ha una spiegazione 'logica' per tutto]. La realtà è di suo esclusivo possesso. In questo ambiente l'individuo è privato della combinazione tra informazione esterna e riflessione necessarie per testare la realtà e mantenere separate, in una qualche misura, l'identità individuale dall'ambiente circostante. L'individuo può sentirsi vittimizzato dai suoi controllori, e sente un soffocamento ostile - la consapevolezza risentita che si ingegna verso nuove informazioni e giudizio indipendente e la sua espressione individuale frustrata.


2. MANIPOLAZIONE MISTICA

La Misticità dell'Organizzazione
Cerca di provocare modelli comportamentali ed emotivi in modo che appaiano come scaturiti spontaneamente dall'interno dell'ambiente. Per la persona manipolata ciò assume il valore di qualità quasi mistica. Non è solamente un dispositivo di potere dei manipolatori. C'è un senso di "scopo superiore" e vedono se stessi come "depositari della verità". Diventando gli strumenti della loro stessa mistica, creano un'aura di misticismo intorno alla istituzione manipolatrice - il Partito, il Governo, l'Organizzazione ecc. Sono 'agenti scelti' che portano avanti l'imperativo mistico. Il perseguimento di questo imperativo mistico sostituisce tutte le considerazioni di convenienza dell'immediato benessere umano. Il fine giustifica i mezzi. Puoi mentire, ingannare ecc. quelli al di fuori dell'organizzazione. L'associazione con l'"esterno" è solo per dare in qualche modo beneficio alla propria causa. Alcune sette come i Moonies e gli Hare Krishna chiamano i loro inganni 'inganni del paradiso' o 'stratagemmi trascendentali'. I membri sono talmente assorbiti dalla loro ideologia da razionalizzare questi inganni. I membri vengono sottoposti a frenetiche attività collegate al culto. Rimangono poco tempo ed energia per pensare al proprio stile di vita.
"La psicologia della pedina" - Questa persona si sente incapace di scappare da forze che vede più potenti di se stessa. Il modo di trattare con loro è di adattarsi. Impara ad anticipare i problemi con l'organizzazione e a manipolare gli eventi per evitare di incriminare se stessa. Questa è la persona che è nell'organizzazione da abbastanza tempo per capire che c'è qualcosa di sbagliato, è sul punto di andarsene poi all'improvviso ritorna molto leale. Pubblicizza l'organizzazione e attira amici che si sono fidati di lei.


3. OBBLIGO DI PUREZZA

Tutto è in bianco e nero
L'ideologia dell'organizzazione definisce che cosa è 'puro' e che cosa è 'impuro'. Solamente le idee, sentimenti ed azioni coerenti alle direttive e all'ideologia sono buone. La coscienza individuale non è affidabile. La presunzione filosofica è che si può ottenere l'assoluta purezza, e qualsiasi cosa venga fatta in nome di questa purezza è morale. Definendo e manipolando il criterio di purezza e ingaggiando una guerra a tutto campo contro l''impurità' (il dissenso in modo particolare) l'organizzazione crea un mondo ristretto di senso di colpa e vergogna. Ciò viene perpetrato con un ethos [costume, norma di vita, etica] di riforma continua, con la richiesta che la persona si sforzi continuamente e dolorosamente per qualcosa che non solo non esiste, ma è estraneo alla condizione umana. In queste condizioni l'individuo, a causa della sua incapacità a vivere secondo questi criteri, si aspetta umiliazioni, ostracismo e punizioni e vive in uno stato di costante senso di colpa e vergogna. Dal momento che l'organizzazione è il giudice supremo del bene e del male, usa la colpa e la vergogna per controllare e manipolare i suoi membri. Agli occhi dei membri l'organizzazione diventa un'autorità illimitata, e il potere esercitato è evidenziato dalla loro capacità a "perdonare". Tutte le 'impurità' sono viste come originate dall'"esterno" (il mondo). Quindi, uno dei modi migliori per sollevarsi dal peso della colpa è di denunciarle con grande ostilità. Più colpevole uno si sente, e più grande è l'odio, e più ostile è la sua denuncia. A livello organizzativo, alla fine questo porta all'epurazione degli eretici, all'odio di massa e alle guerre sante. Il gruppo punterà il dito contro gli errori di tutti gli altri impianti di credenze, mentre pubblicizzerà la sua propria purezza. Questo da l'impressione che l'organizzazione sia perfetta, pulita e pura.


4. CULTO DELLA CONFESSIONE

Rapporti alla leadership
Questo è strettamente legato all'obbligo di purezza. Le confessioni sono portate al di là delle espressioni della religiosità ordinaria, legale, o terapeutica, al punto da divenire esse stesse un culto. In mani totalitarie, la confessione diventa un mezzo di sfruttamento piuttosto che l'offerta di sollievo ai peccati. La confessione totalitaria è un atto di auto-resa, l'espressione della fusione tra individuo e ambiente. È una dissoluzione del sé, del talento e dei soldi. È conformità. Il culto della confessione ha effetti contrari ai suoi ideali di totale esposizione; piuttosto che eliminare i segreti personali li aumenta e li intensifica. L'individuo viene preso in un continuo conflitto su quali segreti preservare e quali confessare, sui modi per confessare meno segreti possibile e modi per proteggere i più importanti. Il culto della confessione rende praticamente impossibile raggiungere un equilibrio ragionevole tra merito e umiltà.


5. SCIENZE SACRE

"Verità" assoluta
La loro "verità" è l'assoluta verità. È sacra, va oltre le domande. Viene richiesta reverenza alla leadership. Loro hanno TUTTE le risposte. Solo loro sono in possesso della "verità" rivelata. La visione morale definitiva diventa la scienza definitiva, e la persona che osa criticarla, o anche solo pensare criticamente, è immorale, irriverente e "non scientifica". La presunzione, qui, non è tanto che l'uomo può essere Dio, piuttosto che le IDEE dell'uomo possono essere Dio. Questo al membro da un senso di sicurezza. Sono fiduciosi e sicuri che possono avere la risposta alle domande o ai problemi più difficili.


6. LINGUAGGIO CARICATO

Blocco del pensiero con l'uso di cliché
Tutto viene compresso in frasi brevi, fortemente riduttive e dal suono definitivo, facilmente memorizzabili e facilmente esprimibili. Ci sono termini "buoni" che rappresentano l'ideologia del gruppo, e termini "cattivi" per rappresentare qualsiasi cosa esterna che deve essere rifiutata. Il linguaggio totalitario è un gergo di forte divisione, molto chiuso, spietatamente valutativo. Agli esterni al gruppo questo linguaggio è noioso - linguaggio del non-pensiero. Ciò di fatto isola i membri dal mondo esterno. La sola gente che vi capisce sono gli altri membri. Gli altri membri possono scoprire se siete veramente dei loro da come parlate. Questo restringimento del linguaggio è costrittivo. L'individuo viene deprivato linguisticamente perché il linguaggio è un punto centrale dell'esperienza umana, quindi la capacità del membro di pensare e provare e sentire viene immensamente ridotta. Se all'inizio questo linguaggio caricato può dare un senso di sicurezza al nuovo arrivato, col tempo si sviluppa il disagio. Questo disagio ha come risultato di farlo ritirare all'interno del sistema e di predicare ancora di più per nascondere i suoi problemi e dimostrare la sua lealtà. Può anche produrre una separazione interiore, e la persona si mostrerà all'esterno in un modo diverso da quello che è interiormente. In entrambi i casi, la sua immaginazione sarà sempre più dissociata dalla vita reale, e potrà addirittura arrivare ad atrofizzarsi per il non uso.


7. LA DOTTRINA È PIU' IMPORTANTE DELLA PERSONA

La dottrina rimpiazza l'esperienza umana
Il mito ideologico si fonde a tal punto con la loro "verità" che la deduzione risultante può essere così potente e coercitiva da rimpiazzare semplicemente la realtà [Accordo = Realtà]. Di conseguenza gli avvenimenti del passato possono essere travisati, riscritti o addirittura ignorati per renderli coerenti con la realtà attuale. Questa alterazione è particolarmente letale quando vengono imposte distorsioni alla memoria individuale. Obbligano il carattere e l'identità della persona a rimodellarsi per adattarsi al clone della loro mentalità. L'individuo deve adattarsi ai rigidi contorni dello stampo dottrinale piuttosto che sviluppare il suoi stessi potenziali e personalità. La supposizione che sta alla base di questo è che la dottrina - incluso i suoi elementi mitologici - è alla fine più valida, vera e reale di ogni altro aspetto del carattere umano o dell'esperienza umana. L'individuo sottoposto ad una pressione del genere è spinto in un intenso conflitto con il suo stesso senso di integrità, una lotta che si instaura in relazione ai sentimenti polarizzati di sincerità e non-sincerità. Il gruppo richiede assoluta sincerità, ma nello stesso tempo questa sincerità deve essere messa da parte dal cambiamento in atto nell'individuo, quando questi deve negare che il credo originale sia mai esistito. I sentimenti personali vengono soppressi, e i membri devono apparire per tutto il tempo contenti ed entusiasti. Alcuni culti credono che la malattia sia causata da mancanza di fede, e sia prova di peccato, le malattie quindi devono essere scacciate con la preghiera, e ogni intervento medico viene ignorato come "segno di fede".


8. DISPENSAZIONE DELL'ESISTENZA

Chi ha il diritto di vivere
Hanno il diritto di decidere chi è degno di vivere e chi no. Decidono anche quali libri di storia siano accurati e quali no. Gli appartenenti all'organizzazione sono degni di vivere, quelli fuori sono degni di morire. Agli outsider viene permesso di vivere solo se cambiano e diventano insider. I membri vivono nel terrore di essere dichiarati "morti". Hanno paura di essere annientati o di estinguersi. Il conflitto emotivo è "essere contro non-essere". L'esistenza arriva a dipendere dal credo (Credo, quindi sono), dalla missione (obbedisco, quindi sono) e oltre a questo, da un senso di totale fusione con l'organizzazione. Se il membro dovesse allontanarsi dalla "verità", il suo diritto ad esistere cesserebbe e sarebbe dichiarato "morto".


In breve

Più questi otto punti sono chiaramente visibili, più si avvicinano ad una ideologia totalitaria. Più un'organizzazione utilizza questi strumenti totalitari per cambiare gli individui e più si avvicina alla riforma del pensiero. Ricordate...un gruppo non deve essere necessariamente religioso per tenere un comportamento da culto settario. I gruppi con obblighi pressanti possono essere commerciali, politici o psicologici. Siatene consapevoli, in modo particolare se siete persone idealistiche, brillanti e intelligenti. Le persone che più probabilmente cadranno in questo tipo di sistemi comportamentali sono quelle che dicono "Non mi succederà mai. Non a me. Sono troppo intelligente per questo tipo di cose".
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Re: Gli otto punti distintivi del Controllo Mentale

Messaggioda berescitte » mer gen 14, 2009 8:09 pm

Splendido! C'è di che riflettere e da augurarsi che ogni appartenente a qualsiasi confessione li mediti.
Noi compresi dico, perché è sicuro che si tratta di "infezioni" che in modo più o meno marcato affliggono tutti gli squilibrati figli di Adamo. Non è a caso ad es. che la CEI ha ammonito a stare attenti perché lo spirito settario può allignare anche in casa cattolica. Una setta è marchiata da settarismo nella struttura portante, nel programma e nei metodi. Mentre lo spirito settario può "marchiare" l'individuo anche posto in una struttura non settaria. E' un pò come il peccato che non riguarda mai la "sposa di Cristo" ma sicuramente può riguardare vari "uomini di chiesa".
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Re: Gli otto punti distintivi del Controllo Mentale

Messaggioda Generale Specifico » mer ott 07, 2009 4:01 am

Da stampare ed affiggerlo al muro. :D
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