da Citocromo » dom ott 16, 2011 9:26 am
Prendendo spunto dal testo letto da Sandro durante la trasmissione di Ottobre a Radio Maria, inserisco questo brano di S. Agostino. I Padri della Chiesa sono straordinari. Da loro abbiamo molto da imparare. Ciò che qui è riferito ai Manichei vale per tutti i seguaci dei MRA.
"Ci si preoccupi piú della correzione degli eretici che della loro rovina.
1. 1. Ho pregato e prego l’unico vero Dio onnipotente, dal quale, per il quale, nel quale sono tutte le cose, o Manichei, affinché - nel confutare e nello smentire la vostra eresia, alla quale anche voi avete probabilmente aderito più con imprudenza che con intenzione disonesta - mi dia una mente pacata e tranquilla, che si preoccupi più della vostra correzione che della vostra rovina. Quantunque infatti il Signore sovverta i regni dell’errore attraverso i servi suoi, tuttavia ordina che gli uomini, in quanto uomini, debbano essere corretti piuttosto che mandati in perdizione. E qualunque cosa sia soggetta a punizione per volontà di Dio prima del divino giudizio finale, sia che ciò avvenga per mezzo di malvagi o di giusti, per mezzo di gente inconsapevole o consapevole, in segreto o apertamente; in ogni caso bisogna credere che tutto questo serve non per la rovina degli uomini, ma come una medicina: coloro che la rifiutano, sono pronti per l’estremo supplizio. Perciò, essendoci in questo universo alcune cose che servono per la punizione corporale - come fuoco, veleno, malattie e altre cose di tal genere - e altre con le quali l’animo si punisce da se stesso, non attraverso sofferenze corporali, ma con i lacci delle sue stesse cupidige - il danno, l’esilio, la privazione, gli oltraggi e altre realtà simili a queste -; invece certe cose non sono tormenti, ma quasi conforto e sollievo dei malati, come ad esempio le consolazioni, le esortazioni, le discussioni, e altri analoghi rimedi: la somma giustizia di Dio mette in opera alcuni tra tutti questi rimedi anche per mezzo di persone cattive ignare, altri invece mediante persone buone consapevoli. Dunque mi sono proposto di scegliere e preferire i mezzi migliori, affinché io abbia la possibilità di accostarmi alla vostra correzione, non con rivalità né con gelosia né con persecuzioni; ma consolando docilmente, esortando benevolmente, disputando amabilmente: così è scritto: non è opportuno che il servo del Signore sia litigioso; ma dev’essere mite con tutti, atto ad insegnare, paziente, che riprende con misura coloro che la pensano in modo diverso 1. Quindi ho deciso di propendere verso questa soluzione: è proprio di Dio donare ciò che è buono a coloro che lo desiderano e lo chiedono.
Quanti sospiri e gemiti per arrivare a comprendere Dio.
2. 2. Infieriscano contro di voi coloro che non sanno a prezzo di quale fatica si trovi il vero, e quanto difficilmente si possano evitare gli errori. Infieriscano contro di voi coloro che non sanno quanto sia difficile e arduo superare le illusioni carnali con la serenità di una mente pia. Infieriscano contro di voi coloro che non sanno con quanta difficoltà guariscano gli occhi dell’uomo interiore, per poter scorgere il suo sole: non questo sole dotato di corpo celeste, che voi venerate, il quale rifulge e irradia agli occhi della carne di uomini e bestie, ma quello del quale è scritto per mezzo del profeta: è sorto per me il sole di giustizia 2; e del quale si dice nel Vangelo: era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo 3. Infieriscano contro di voi coloro che ignorano con quali sospiri e gemiti si riesce a fare in modo che Dio possa essere compreso, anche se solo parzialmente. Infine, infieriscano contro di voi coloro che mai furono ingannati in un errore tale, quale quello in cui vedono traviati voi.
Agostino a stento con l’aiuto divino si è allontanato dalle favole manichee.
3. 3. Io invece che, a lungo e molto tormentato, alla fine ho potuto scorgere cosa sia quella verità che si comprende senza il racconto di vane favole; io misero, che a stento sono riuscito con l’aiuto di Dio a confutare le vane immaginazioni prodotte dal mio animo, congiunte con opinioni ed errori di diversa provenienza; io che tanto tardi mi sono assoggettato al clementissimo medico che mi chiamava e mi blandiva per dissipare la tenebra della mente; io che ho pianto a lungo, affinché l’immutabile e immacolata sostanza si degnasse a convincermi internamente facendo risuonare in armonia i libri divini; io infine che tutte quelle invenzioni, che con il contatto quotidiano, vi tengono avviluppati e legati, le ricercai con curiosità, le udii attentamente, le credetti con temerarietà; di quelle all’istante persuasi coloro che potei, le difesi ostinatamente e animosamente contro altri; proprio io dunque non posso infierire contro di voi, che ora mi sento in dovere di aiutare come me stesso a quel tempo; e devo trattarvi con pazienza, quanta ne ebbero i miei amici con me, quando erravo rabbioso e cieco nella vostra dottrina.
Si deponga l’arroganza e si cerchi la verità.
3. 4. Ma affinché più facilmente possiate placarvi, e non mi siate avversi con un animo ostile e dannoso per voi stessi, è necessario che io ottenga da voi a qualsiasi condizione, che si deponga ogni arroganza da entrambe le parti. Nessuno di noi dica di aver già trovato la verità: cerchiamola, come se sia ignota ad entrambi. La si può dunque cercare in modo diligente e concorde, purché non si creda con una temeraria presunzione di averla già trovata e conosciuta. Se non posso ottenere ciò da voi, almeno concedetemi che, come se mi foste sconosciuti, io vi ascolti ora per la prima volta e discuta con voi ora come fosse la prima volta. Credo che ciò che chiedo sia giusto: supposta certo questa condizione, che io non preghi con voi, non celebri riunioni comuni, non accolga il nome di Mani, se prima non mi darete una ragione perspicua su tutte le questioni pertinenti alla salvezza dell’anima, senza alcuna ombra.
La purissima sapienza presente nella Chiesa cattolica.
4. 5. Senza parlare di quella purissima sapienza presente nella Chiesa cattolica, alla cui penetrazione pochi uomini
spirituali, e in verità solo in minima parte, giungono senza incertezza in questa vita, causa l’umana condizione (giacché non è la vivacità del capire che rende sicurissima la restante massa del popolo, ma la semplicità del credere); anche tralasciando di parlare di questa sapienza, che voi non credete sia presente nella Chiesa cattolica, ci sono molte altre cose che a buon diritto mi tengono nel suo grembo. Mi mantiene fermo il consenso dei popoli e delle genti; mi mantiene fermo quell’autorità avviata dai miracoli, nutrita dalla speranza, aumentata dalla carità, confermata dall’antichità; mi mantiene fermo la successione dei sacerdoti sulla stessa sede di Pietro apostolo, al quale il Signore affidò da pascere le sue pecore dopo la risurrezione, fino al presente episcopato; mi mantiene
fermo infine lo stesso nome di Cattolica, che, non senza un motivo, solo questa Chiesa ha ottenuto in mezzo a numerosissime eresie, per cui, benché tutti gli eretici vogliano dirsi cattolici, tuttavia se uno domanda a qualche straniero dove si riunisca la Cattolica, nessuno degli eretici ha l’ardire di mostrare la sua basilica o la sua casa. Dunque tali e tanti dolcissimi vincoli del nome cristiano mantengono rettamente fermo il credente nella Chiesa cattolica, benché - a causa della lentezza della nostra intelligenza o del demerito della nostra vita - la verità non si manifesta ancora apertamente. Ma presso di voi, dove non c’è nessuna di queste cose che mi inviti e mi trattenga, risuona solo una promessa di verità: certamente, se questa mi viene dimostrata in modo talmente chiaro che non possa essere messa in dubbio, la si deve preporre a tutte quelle ragioni, dalle quali sono trattenuto in seno alla Cattolica; ma se solo si promette, e non si dimostra, nessuno potrà allontanarmi da quella fede che lega l’animo mio con numerosi e così convincenti argomenti alla religione cristiana." (Contro la lettera di Mani)
Citocromo
Mi sembra che si debbano ricondurre gli uomini alla speranza di trovare la verità. (Sant'Agostino, Lettere, 1,1)