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sul significato (nuovo?!) della parola chiesa

MessaggioInviato: lun apr 19, 2010 6:02 pm
da Roby_r0m@
Sul significato ed uso della parola chiesa vorrei scrivere qualcosa; il senso attuale e principale è sicuramente quello di “…comunità di fedeli che professano una delle confessioni cristiane... “ (fonte Garzanti online, ma anche Hoepli) per Treccani il senso è molto simile riguardo la comunità e anche per l’edificio chiesa si afferma “…Edificio dedicato al culto cristiano, dove i fedeli convengono per la preghiera e per assistere alle sacre funzioni…”. Quindi la parola chiesa è strettamente legata alla comunità cristiana, sia quando intendiamo la comunità stessa o quando facciamo riferimento al luogo di culto. L’origine della parola proviene dal latino ecclēsia «riunione dei fedeli; luogo di culto», e dal greco tardo ἐκκλησία «id.» (nel gr. classico ἐκκλησία, der. di ἐκκαλέω «chiamare», significa «adunanza, assemblea») (fonte Treccani). Va comunque ricordato che Il termine greco εκκλησια significa letteralmente convocazione. Era un termine governativo e politico, usato per denotare una convocazione nazionale, un raduno, un consiglio dall'obiettivo comune. (fonte Wikipedia). Oggi nel pluriculturale contesto il termine chiesa è utilizzato in un significato più generico, infatti http://www.dizionario-italiano.it scrive che “…il termine c., benché a rigore sia proprio del cristianesimo, viene adoperato anche per indicare ogni religione universale o con tendenza universalistica, appartenente cioè al gruppo delle religioni che affermano di essere in possesso di una verità assoluta e valevole per tutta l'umanità...”. Questo più generico senso è ben espresso dalla voce “Chiesa (istituzione)” di Wikipedia che infatti scrive “Si definisce Chiesa una qualsiasi istituzione religiosa, legata ad una qualsiasi delle religioni. Le Chiese sono quindi delle organizzazioni che gestiscono le attività rituali, sociali, comunitarie, e - in certi casi - politiche, della religione alla quale appartengono.” Concludendo, l’uso della parola chiesa, potendo essere attribuito oggi ad istituzioni anche non cristiane non identifica solamente le confessioni cristiane ma, in parte ritornando al suo senso originale (precristiano), identifica qualsiasi istituzione religiosa ed i loro edifici di culto. Se qualcuno volesse aggiungere la sua, magari esce qualcosa di interessante, saluti.

Re: sul significato (nuovo?!) della parola chiesa

MessaggioInviato: sab mag 08, 2010 9:15 am
da Sandro
Nei libri più antichi della denominazione geovista, si trova che anch'essa si definiva "Chiesa". Poi, per distinguersi, hanno preferito il termine "Congregazione".
Scientology, che prima si caratterizzava, per la sua (presunta) valenza psicologica, con il termine "Dianetica", che voleva dire "attraverso la mente", poi ha scelto di definirsi "Chiesa di Scientologia".
Si può fare un uso appropriato del termine "Chiesa" o analogico e perfino arbitrario. Bisogna vedere caso per caso.

Io approfitto di questo 3D per indicare alcune valenze del termine Chiesa in uso tra noi cattolici; oltre i tre classici che, secondo il contesto, indicano: 1) Le persone, cioè la comunità dei fedeli seguaci di Gesù guidata dai capi legittimi; 2) l'edificio del culto, il tempio (es. recarsi, ritrovarsi in Chiesa); 3) L'istituzione rappresentata dalla Dirigenza ufficiale, il Magistero (es quando si dice: la Chiesa insegna che... i Documenti della chiesa dicono...).
Riguardo a quest'ultima accezione va sottolineato e deplorato il malvezzo giornalistico (che anche se è dovuto ad ignoranza è comunque una ignoranza intollerabile) di denominare appunto il Magistero, la voce ufficiale della Chiesa Cattolica, dicendo "Il Vaticano". E' una manovra intesa a ridurre l'istituzione portavoce di Gesù a uno Stato politico, permettendo e anzi insufflando il suggerimento di vedere ogni pronunciamento ecclesiale (anche quelli strettamente evangelici) come parere di una istituzione che si regola secondo calcolo e opportunismo terreno; perciò sempre criticabile. Mentre se si distinguesse pronunciamento da pronunciamento, discernendo, ove c'è, il collegamento di ciò che viene detto con il pensiero di Gesù si vedrebbe che essa certe cose non le dice di suo, ma è a servizio del Vangelo che richiama e applica alle varie situazioni moderne; il che sarebbe ben difficilmente criticabile.

Ma ecco ora qualche altra maniera di intendere la Chiesa che aiutano a capirla meglio nella sua natura. Le offro alla meditazione...

- Essa è il prolungamento del Corpo di Cristo, che di specifico ha quello di essere Sacerdote, Profeta e Re. Applicato al suo prolungamento storico questo fa della Chiesa una comunità di culto (non a caso la Costituzione Liturgica è la prima tra tutti i documenti conciliari, perché Dio sta di diritto al primo posto); quindi anche una comunità profetica, nel senso di parlare al posto di Dio, in sua vece, trasmettendo il suo messaggio, quindi evangelizzando; infine una comunità regale ma nel modo indicato da Gesù che ha detto chi tra voi comanda sia colui che serve. Il che si traduce in concreto nelle varie attività della caritas.

- l'idea della convocazione, di essere una comunità di chiamati, è giustissima ma va perfezionata finalizzandola alla funzione missionaria. Un manifesto del Vicariato di Roma, anni fa, rappresentava la Chiesa-comunità come una folla racchiusa in un cerchio aperto. La dicitura era "Convocati per una missione". Bellissimo!

- vista sotto l'aspetto sacramentario (cioè Sacerdotale) la si può definire "Comunità di culto e di salvezza", abbracciando così nella sua opera d'amore il primo comandamento nella forma "ampliata" da Gesù, cioè comprendente Dio e il prossimo.

- vista sotto il suo aspetto evangelizzante (cioè Profetico) la si può definire "Maestra".

- vista sotto quello caritatevole (cioè Regale) la si può definire "Madre".

- ma è anche "Sposa di Cristo, Nuova Gerusalemme, Ovile del Buon Pastore, Regno di Dio, Nuova creazione, Lievito, Sale, Luce..." insomma qualcosa che bisognerebbe catechizzare con passione e continuità, invece di trattare l'ecclesiologia come la cenerentola della teologia. Se non altro perché è lei e solo lei che ci media e interpreta correttamente la rivelazione divina, sia a voce che con la Bibbia.