Direi che il discorso sul ruolo dei laici nella chiesa sia assolutamente fondamentale: la chiesa cattolica non può pensare di resistere al proselitismo delle altre chiese, se non dà risposte credibili ed efficaci a questo problema. Non basta la dottrina, sofisticati studi teologici, se poi il popolo non trova una comunità che valorizzi i suoi talenti.
Paola86 ha scritto:Hermes ha scritto:Su questo si potrebbe pure aprire un nuovo thread. La promozione del ruolo dei laici, come responsabilizzazione ma anche coinvolgimento e valorizzazione, è uno di quei temi del Concilio che poi ha avuto attuazioni non sempre felici. Il risultato lo vediamo... gran parte del successo dell'opera di proselitismo di tdg, mormoni ecc. dipende proprio dalla loro capacità di valorizzare il ruolo dei singoli membri, che poi trovano gratificazione nel servizio che fanno.
Su questo mi trovi assolutamente d'accordo, anzi, vi racconto la mia esperienza diretta.
Quando mia madre (cattolica) ha scoperto che mi interessavo alla chiesa mormone ha avuto una brutta reazione.
Non aveva idea di chi fossero i mormoni (nè il nome suona bene, diciamocelo!) e si è preoccupata, ha temuto che fosse una setta e che chissà cosa mi sarebbe successo. Rassicurarla fu inutile, la sua prima reazione fu di contattare, tramite la parrocchia, i missionari passionisti (che il parroco riteneva i più adatti a parlarmi sull'argomento).
La realtà era che già numerose volte avevo parlato dei miei dubbi sia in confessione che fuori e non mi sentivo così a rischio come mia madre lasciava intendere.
Ad ogni modo questi passionisti furono molto duri con me. E questa cosa mi ha segnato, non lo nego.
Purtroppo non erano persone preparate sul punto, basta dire che avano confuso i mormoni con la setta di moon (che neanche io so bene cosa sia), e quando ho spiegato loro mi hanno accusato di essere solo una ragazza "viziata" (cit.) perchè queste chiese puntano sul far sentire speciale il singolo per i più svariati motivi (compattare il gruppo, spillarti i soldi ecc) quando la chiesa cattolica e il messaggio di cristo è solo di comunità (si prega il padre nostro e non personalmente, la messa è comunitaria e altri esempi che conosciamo bene).
E' chiaro che quell'approccio mi inibì molto. Mi sentivo offesa, in primis e poi incompresa e frustrata. E sola.
Ovviamente non lasciai che questo fatto scalfisse il mio attaccamento alla mia chiesa e andai avanti, confrontandomi con altri sacerdoti... però si, questo è per dire che è vero che i singoli finiscono per esser assorbiti dalla chiesa ..il chè è anche giusto... ma se non ne è spiegato il perchè (e difficilmente viene spiegato) ha un forte potere dissuasivo.
Mi ha lasciato molto perplesso la risposta dei passionisti, quella sottolineata in rosso... davvero secondo voi si può dire che la chiesa cattolica insegna che il messaggio di Cristo è di comunità, e che ciò comporta che si deve scoraggiare l'iniziativa dei singoli? Se davvero hanno detto questo, secondo me hanno sbagliato di grosso.
Tanto per iniziare ricorderei le iniziative del Concilio, e poi la Apostolicam Actuositatem (capitoli 13-18):
“I nostri tempi non richiedono minore zelo da parte dei laici, anzi le circostanze odierne richiedono assolutamente che il loro apostolato sia più intenso e più esteso”(1,b) e “ L’apostolato dell’ambiente sociale, cioè l’impegno d’informare dello spirito cristiano la mentalità e i costumi, le leggi e le strutture della comunità in cui uno vive, è un compito e un obbligo proprio dei laici…nel campo del lavoro o della professione o dello studio…”(13,a) e ancora “Nelle attuali circostanze poi è assolutamente necessario che nell’ambiente di lavoro dei laici sia rafforzata la forma di apostolato associata e organizzata poiché solo la stretta unione delle forze è in grado di raggiungere pienamente tutte le finalità dell’apostolato odierno e di difenderne validamente i beni“(18,d).
Quali concrete iniziative ci sono oggi nelle parrocchie per realizzare in pratica lo spirito del Concilio, a proposito del nuovo ruolo dei laici nella chiesa?